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Disturbo distimico

Disturbo distimico (precedentemente noto come nevrosi depressiva) meno grave del DDM, è più comune e cronico nelle donne. Esordio insidioso. Si manifesta più spesso con storia di stress cronico o perdite improvvise; spesso coesiste con altri disturbi psichiatrici, ad esempio abuso di sostanze, disturbi di personalità e DOC. Dovrebbero essere presenti almeno due dei seguenti sintomi: scarso appetito, iperfagia, disturbi del sonno, facile affaticabilità, scarsa autostima, scarsa capacità di concentrazione o difficoltà nel prendere decisioni e sentimenti di disperazione.

Depressione reattiva o reazione depressiva da non confondersi con DDM, si ha quando i sintomi sono legati ad un evento scatenante (lutto, stress elevato). Si tratta di un fenomeno senza caratteri cronici (sintomi per meno di due mesi).

Criteri del DSM-IV per la diagnosi dell'episodio depressivo maggiore: Cinque o più dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente

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presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da umore depresso o perdita di interesse o piacere.

  1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri.
  2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
  3. Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno.
  4. Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
  5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
  6. Faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
  7. Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
  8. Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a
prendere decisioni, quasi ognigiorno. Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio. Inoltre: I sintomi causano disagio clinicamente significativo o un'alterazione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre importanti aree. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o a una condizione medica generale. I sintomi non sono meglio giustificati da lutto, cioè dopo la perdita di una persona cara i sintomi persistono per più di due mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio. Disturbi bipolari Disturbo bipolare II pazienti soddisfano i criteri per un episodio maniacale completo o misto, di solito sufficientemente grave da richiedere il ricovero in ospedale.
  1. manifestarsi con un episodio depressivo maggiore o con episodi ipomaniacali.
  2. Disturbo bipolare II: il paziente ha avuto almeno un episodio depressivo e almeno uno ipomaniacale, ma nessun episodio maniacale.
  3. Disturbo bipolare a cicli rapidi: alternanza di episodi maniacali e depressivi separati da intervalli di 48-72 ore. Ha un decorso tipicamente cronico.
  4. Mania negli adolescenti: segni di mania mascherata da abuso di sostanze, alcolismo e comportamento antisociale.
  5. Disturbo ciclotimico: forma meno grave di disturbo bipolare con periodi alternanti di ipomania e di depressione moderata. I sintomi devono essere presenti per almeno due anni. Ha la stessa frequenza nei due sessi. Di solito esordisce in modo insidioso e si manifesta nella tarda adolescenza o all'inizio dell'età adulta.
  6. Criteri del DSM-IV per la diagnosi dell'episodio maniacale: durante il periodo dell'alterazione dell'umore, 3 o più dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti ad un livello

significativo:

  1. Autostima aumentata o grandiosità.
  2. Diminuito bisogno di sonno.
  3. Maggiore loquacità del solito oppure spinta continua a parlare.
  4. Fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente.
  5. Distraibilità.
  6. Aumento dell'attività finalizzata oppure agitazione psicomotoria.
  7. Eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose.

Inoltre:

L'alterazione dell'umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo, o delle attività sociali abituali, o delle relazioni interpersonali, o da richiedere l'ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche.

I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale.

Ereditarietà:

Gli studi genetici sui disturbi depressivi rivelano forti influenze

Dei fattori ereditari. Infatti vi è maggiore concordanza per i gemelli monozigoti che per i dizigoti e le percentuali di concordanza sono simili indipendentemente dal fatto che i gemelli siano cresciuti insieme o separatamente. Anche gli studi sulle adozioni hanno rinforzato l'ipotesi dell'ereditarietà.

Condizioni di malattia

In alcuni individui la depressione si sviluppa successivamente ad altri disturbi fisici, specialmente disturbi a livello endocrino e cerebrale. Ad esempio la depressione accompagna sia la sindrome di Cushing che il morbo di Alzheimer e Parkinson. Nel primo caso vi sono elevati livelli di cortisolo che scaturisce da tumori ipofisari che producono grandi quantità di ACTH, o da tumori surrenali. Nel secondo caso le ricerche più recenti suggeriscono che i pazienti con morbo di Parkinson presentino lesioni anatomiche ai grandi neuroni del nucleo del rafe dorsale che contiene grandi quantità di serotonina. Così i livelli

, serotonina e dopamina. Questa ipotesi è supportata dal fatto che i farmaci antidepressivi agiscono proprio su questi neurotrasmettitori, aumentandone la disponibilità nel cervello.Ipotesi neurotrofiche della depressioneSecondo questa ipotesi, la depressione sarebbe causata da un deficit di fattori neurotrofici, sostanze che favoriscono la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose. In particolare, si è osservato che pazienti depressi presentano livelli ridotti di fattore di crescita dei nervi (NGF) e di fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF).Ipotesi infiammatorie della depressioneAlcune evidenze suggeriscono che l'infiammazione cronica potrebbe giocare un ruolo nella patogenesi della depressione. Infatti, si è osservato che pazienti depressi presentano livelli elevati di citochine infiammatorie, come l'interleuchina-6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α).Ipotesi del sistema immunitarioLa depressione potrebbe essere causata da un'alterazione del sistema immunitario, che potrebbe innescare una risposta infiammatoria nel cervello. In particolare, si è osservato che pazienti depressi presentano un aumento dei linfociti T helper 1 (Th1) e una diminuzione dei linfociti T helper 2 (Th2).Ipotesi del sistema endocrinoLa depressione potrebbe essere causata da un'alterazione del sistema endocrino, in particolare dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Si è osservato che pazienti depressi presentano un'iperattività dell'asse HPA, con un aumento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress.Ipotesi geneticaLa depressione potrebbe avere una componente genetica, con una predisposizione ereditaria alla malattia. Studi condotti su gemelli hanno evidenziato un'alta concordanza per la depressione tra gemelli omozigoti (identici) rispetto ai gemelli dizigoti (fraterni). Inoltre, sono stati identificati alcuni geni che sembrano essere associati a un aumentato rischio di sviluppare la malattia.Ipotesi psicologiche della depressioneAlcune teorie psicologiche sostengono che la depressione sia causata da conflitti interni, tra cui la perdita di un oggetto amato, la mancanza di autostima, la mancanza di controllo sulla propria vita, ecc. Inoltre, si ritiene che la depressione possa essere causata da schemi di pensiero negativi e da una bassa autostima.Ipotesi psicosociali della depressioneSecondo queste teorie, la depressione sarebbe causata da fattori ambientali e sociali, come eventi stressanti, traumi, perdite significative, isolamento sociale, ecc. In particolare, si è osservato che pazienti depressi presentano un basso supporto sociale e una scarsa rete di relazioni.Ipotesi interattive della depressioneAlcune teorie sostengono che la depressione sia causata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Ad esempio, si ritiene che una predisposizione genetica possa interagire con eventi stressanti o con schemi di pensiero negativi, aumentando il rischio di sviluppare la malattia.e serotonina. Tale diminuzione è particolarmente caratteristica delle connessioni del sistema ipotalamico e di quello limbico. Poiché è stato notato che anche lo stato inverso, ovvero l'aumento di attività catecolamminergica, può essere un fattore della depressione, la sola ipotesi della monoammina non sembra più accettabile; Ipotesi della carente regolazione della depressione secondo questa teoria, la depressione dipenderebbe da un fallimento in un meccanismo regolativo che governa le operazioni del neurotrasmettitore e non soltanto da uno sfruttamento eccessivo del neurotrasmettitore; così i danni al sistema di regolazione avrebbero come conseguenza un sistema di neurotrasmettitori che dà risposte non del tutto adeguate alle necessità ambientali; Ipotesi che coinvolge l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene nella comparsa della depressione da alcuni studi sulla sindrome di Cushing è emerso che un'eccessivo rilascio di

ACTH da parte dell'ipofisi anteriore sia associato alla depressione. Un possibile meccanismo di mediazione potrebbe essere rappresentato dal fatto che nei depressi le cellule dell'ipotalamo siano soggette a eccitazione anormale guidata dalle regioni del sistema limbico, il che condurrebbe come già accennato ad una elevata liberazione di ACTH. Va ricordato che altri studi sui sistemi ormonali hanno evidenziato una correlazione tra alti livelli di ormone della crescita e depressione e tra condizione di iper-/ipo-tiroidismo e cambiamenti emotivi. Ipotesi che indica l'avvicendarsi delle stagioni come fattore depressivo. Vi sono individui per i quali l'inverno porta inevitabilmente ad un periodo di depressione; per alcuni di questi individui, la depressione invernale si avvicenda alla mania estiva. Questa sindrome viene detta DAS (Disturbo affettivo stagionale), e da alcuni studi sembra dipendere da cambiamenti nella durata della luce del giorno. Infatti diversi trattamenti

sperimentali hanno evidenziato che la luce brillante ha un significativo effetto antidepressivo, che viene invertito quando la luce viene tolta. In questo effetto antidepressivo della luce possono essere coinvolti dei mediatori neurochimici come la serotonina, la quale segue un marcato ritmo stagionale nell'uomo, con valori più bassi in inverno e primavera rispetto all'estate o all'autunno. Differenze tra i due sessi Studi effettuati in tutto il mondo dimostrano che le donne soffrono di depressione più degli uomini. Sono state avanzate diverse ipotesi per giustificare queste differenze sessuali: Spiegazioni di tipo psicosociale: la depressione sorge nelle donne a causa della discriminazione e della disparità sociale; un'altra teoria psicosociale è incentrata sul concetto di modello appreso dell'impossibilità a reagire (Helplessness): secondo tale teoria l'helplessness è un valore femminile classico che viene alimentato dagli.stereotipi sugli uomini e le donne. Spiegazioni di tipo genetico si ipotizza che la depressione sia un disturbo ereditario collegato al cromosoma X. Tuttavia le ricerche non sembrano confermare questa ipotesi. Spiegazioni che fanno riferimento alla fisiologia endocrina benché la depressione sia spesso collegata a eventi del ciclo riproduttivo della donna, vi è poca relazione tra i livelli di ormoni circolanti, connessi alla fisiologia riproduttiva della donna, e il grado di depressione. Studi epidemiologici: sembra che l'uso sostenuto da parte della popolazione maschile di alcol, mascheri la depressione negli uomini, determinando così le differenze tra i sessi. Benché la depressione si presenti con percentuali minori negli anziani che nei giovani, essa è il disturbo psichiatrico maggiormente diffuso nella senilità. Tuttavia la depressione continua ad essere sottodiagnosticata nella popolazione anziana per le seguenti difficoltà.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
9 pagine
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SSD Scienze mediche MED/25 Psichiatria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psichiatria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cedro Clemente.