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FASI PER LA REALIZZAZIONE DELL’ABC

1. Individuare e definire attività e centri di attività: le attività possono essere:

a. Attività a livello di unità: costi proporzionali alle unità prodotte (es. energia elettrica per

macchinario)

b. Attività a livello di lotto: costi sostenuti per attività svolte per ogni lotto a prescindere dal

numero di unità da produrre (es. collocamento ordini di acquisto, set up dei macchinari

quindi costi di attrezzaggio assegnato in base ai lotti)

c. Attività a livello di prodotto (gamma produttiva): costi riguardanti attività relative ai

prodotti indipendentemente dal numero di lotti da gestire e dal numero delle unità da

produrre (per le aziende con processi su commessa ad es. progettazione del prodotto,

pubblicità nel momento in cui vengono svolte all’interno dell’azienda)

d. Attività di supporto all’organizzazione: attività svolte indipendentemente dal cliente, dal

lotti da gestire e dal numero delle unità da produrre (es. riscaldamento impianti, pulizia

uffici, amministrazione ecc)

Centri di costo Cost driver

Ordini dei clienti = nr ordini dei clienti (attività a livello di unità)

Progettazione = nr progetti da realizzare (attività a livello di prodotto)

prodotti

Dimensione ordini = ore di funzionamento macchine (attività a livello di

unità)

Rapporti con i clienti = nr clienti attivi (assistenza post vendita)

Altri centri = non rilevante

2. Costi diretti: riferire i costi direttamente alle attività (oggetti di costo)

a. reparto produzione

b. costi della distribuzione

c. reparti amministrativi

d. reparti marketing

3. costi indiretti: assegnazione dei costi ai centri di attività

4. calcolo dei coefficienti di attività ( si individua il COST DRIVER) : tale fase è frutto di 3 momenti

principali:

a. distribuzione delle risorse fra i diversi centri di attività

b. allocazione di 1° livello

c. calcolo del coefficiente 25

5. imputazione mediante i coefficienti dei costi agli oggetti di attività: è importante distinguere i

costi diretti (materie prime, mod, costi di spedizione) dai costi indiretti (costi generali di

produzione e non di produzione). in questa fase individuiamo tre momenti principali:

a. allocazione dei costi diretti all’oggetto di costo (prodotto)

b. allocazione dei costi indiretti alle attività (allocazione di 1°livello)

c. imputazione dei costi dalle attività al prodotto (allocazione del 2° livello)

6. predisposizione del rapporto per l’alta direzione

Determinanti di costo (cost driver)/base di allocazione del SISTEMA ABC

• determinanti di transazione, meno costosi e meno precisi: si basano sulla ripetitività di un

evento (numero delle transazioni)

• determinanti di durata, più precisi e più costosi: si basano non solo sulla ripetitività di un

evento ma anche sulla durata delle operazioni (ad es. l’attrezzaggio è considerato sia per il

numero degli eventi che per la durata dell’attività)

• determinanti di intensità, più precisi e più costosi: si basano non solo sulla ripetitività di un

evento, sulla durata delle operazioni ma anche sull’impiego di un eventuale fattore particolare,

ben individuabile (es. set up degli impianti, manodopera specializzata)

esemplare è il caso dell’attrezzaggio per il quale la determinante di transazione è il numero di impianti,

la determinante di durata è il tempo e la determinante di intensità è l’eventuale impiego di manodopera

specializzata per un determinato impianto.

Procedimento SISTEMA ABC in sintesi:

L’oggetto di costo genera attività indirette, queste comportano un consumo di risorse che a sua

volta genera costi generali. La determinazione delle attività avviene a monte, a partire dal prodotto (a

differenza dei centri di costo).

Riepilogo CAP 6

Qualora approcci “semplici” di allocazione dei costi generali di produzione siano applicati in situazioni

produttive complesse (ampia gamma di prodotti, molteplicità di tecnologie a basso e alto impiego di

manodopera, produzione in lotti, fonti approvvigionamento numerose ecc), allora i costi generali allocati

ai singoli prodotti possono risultare distorti. I modelli di determinazione dei costi in base alle attività si

prefiggono di risolvere questo problema. Anche se non hanno sostituito i sistemi formali di cost

accounting, a questi si affiancano per migliorare il processo decisionale. Sviluppare modelli ABC può

anche favorire una migliore comprensione delle attività e il miglioramento dei processi. Il “linguaggio”

dei modelli ABC, che esprimono i costi in termini di attività sottostanti, è infatti al contrario della

terminologia contabile, facilmente comprensibile da coloro che sono chiamati a gestire e ridurre i costi.

L’idea di fondo degli approcci ABC è che i costi comuni da allocare ai prodotti debbano essere calcolati

come valorizzazione della quantità di attività da essi richiesta, essendo tale quantità calcolata

moltiplicando il numero di unità elementari di attività richieste per il costo di un’unità elementare di

attività. Per spiegare adeguatamente la dinamica dei costi aziendali è utile classificare le attività e i

corrispondenti costi in categorie costituite da elementi di costo fra loro correlati, che si muovono cioè

nella stessa direzione. La letteratura propone una gerarchia costituita da quattro livelli: attività (e costi)

che nascono a livello di unità, a livello di lotto, a livello di codice di prodotto e a livello di stabilimento.

Nonostante il crescente interesse da parte delle imprese, la diffusione dell’ABC non è ancora ampia e

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comunque l’ABC non è probabilmente destinato a sostituire i sistemi formali di accounting, ma al

massimo a integrarli per migliorare il processo decisionale. A motivo dei loro riflessi sui sistemi di

valutazione delle prestazioni, gli approcci ABC vanno implementati con grande attenzione organizzativa

e devono essere sponsorizzati dall’alta direzione. Un recente approccio denominato time – driven

Activity Based Costing sta gradualmente rimpiazzando il tradizionale modello ABC per vari motivi: è in

grado di rilevare automaticamente il costo della capacità inutilizzata ed è più semplice e meno costoso

da sviluppare e aggiornare nel tempo. Questo nuovo modello può essere sviluppato solo con il

supporto di un sistema informativo evolutivo. Fasi di sviluppo di un sistema ABC:

1. identificare le attività

2. rilevare il costo di ciascuna attività

3. indentificare gli oggetti del costo

4. scegliere gli activity drivers (unità di misura delle attività)

5. misurare la capacità pratica delle attività (in termini di unità di activity drivers)

6. calcolare il costo di un’unità elementare di attività dividendo il costo delle singole attività per

la capacità pratica di ciascuna attività

7. assegnare i costi agli oggetti del costo in proporzione alla quantità di attività da essi richiesta

(quantità di activity drivers) e al costo di un’unità elementare di attività

CAP. 7: COSTI STANDARD, SISTEMI A COSTI VARIABILI, COSTI DELLLA QUALITA’ E COSTI

CONGIUNTI

Tale capitolo prosegue con la descrizione dei sistemi di determinazione dei costi di prodotto, in

particolar modo: sistemi a costi standard (sistemi basati su stime dei costi anziché su costi effettivi),

sistemi a costi variabili. In più sono definiti i costi della qualità e il calcolo del costo pieno (Costo

dei prodotti congiunti e il costo dei sottoprodotti)

SISTEMI A COSTI STANDARD

Un costo standard è una misura di quale dovrebbe essere il costo, non di quale è stato il costo. Il costo

standard è un dunque un costo ipotetico, un costo obiettivo. il termine costo budget ha lo stesso

significato. Nella prassi, però, il termine costo standard è usato con riferimento a una singola unità di

prodotto, mentre costo di budget è utilizzato per descrivere quale dovrebbe essere il costo di più unità

di prodotto o quello da sostenere in un determinato periodo di tempo. Un sistema a costi standard è

un sistema di determinazione dei costi di prodotto che rileva i costi standard in alternativa o in aggiunta

ai costi effettivi.

La scheda dei costi standard

In un sistema a costi standard a ciascun prodotto è associata una scheda di costi standard, una specie

di ricetta che contiene un elenco degli ingredienti del prodotto e che descrive tutte le fasi della

trasformazione. Il termine esatto per indicare l’elenco degli ingredienti incluso nella scheda dei costi

standard è la distinta base. Questo documento contiene quindi la quantità standard di ciascun input di

materiale diretto necessario alla fabbricazione di un’unità di prodotto. Queste quantità standard sono

poi convertite in valori monetari moltiplicandole per il corrispondente prezzo unitario standard. Il valore

cosi ottenuto rappresenta il costo standard dei materiali diretti del prodotto. Tutti questi dati si

desumono dal budget flessibile e grazie a questi si stila il budget dei materiali diretti. Il termine invece

che indica le operazioni di trasformazione incluse nella scheda dei costi standard è ciclo di

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lavorazione. Per determinare il costo standard della manodopera diretta necessaria alle attività di

trasformazione si segue la stessa procedura prevista per i materiali diretti: i singoli tempi standard

previsti per le diverse fasi di lavorazione vengono moltiplicati per un costo orario standard e così si

determina il costo di ciascuna fase. I costi generali di produzione inclusi nella scheda dei costi standard

del prodotto sono ottenuti moltiplicando un coefficiente di allocazione predeterminato per una qualche

misura di volume o di attività diretta (come le ore standard di mod). La somma dei costi standard degli

input (costo standard dei materiali diretti, della mod e dei costi generali di produzione) costituisce il

costo standard di un’unità di output.

In un sistema a costi standard sono 3 conti di rilevazione denominati: conti di scostamento o conti di

varianza (differenze tra valori effettivi e valori programmati):

1. varianza di impiego e di prezzo dei materiali diretti

2. varianza di impiego e di costo della manodopera diretta

3. varianza di volume e di spesa dei costi generali di produzione

I costi standard rappresentano, come già detto, quello che il costo sarebbe dovuto essere. Pertanto, se

i costi effettivi sono maggiori di quelli standard, allora la var

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Publisher
A.A. 2013-2014
60 pagine
4 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilindag di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Programmazione, pianificazione e controllo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Spallini Sabrina.