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- IL BUDGET DI TESORERIA
È il budget che nell’ambito dei budget dell’area finanziaria focalizza la propria attenzione
sull’equilibrio monetario prendendo in considerazione l’impatto sulla liquidità aziendale generato
dai programmi d’azione posti in essere nel periodo di budget evidenziando l’eventuale fattibilità
monetaria ovvero l’equilibrio entrate-uscite nel breve termine.
Struttura del BDT: ci sono tre prospetti
Prospetto entrate (flussi monetari positivi)
a. Prospetto uscite (flussi monetari negativi)
b. Prospetto di sintesi (misura il flusso di sintesi generato nel periodo conosciuto come
c. operating cash flow, misura il saldo finale di cassa)
I criteri per l’aggregazione dei flussi elementari –permette di comprendere come ciascuna gestione
contribuisce alla situazione monetaria- sono:
Area gestionale di riferimento: gestione caratteristica corrente –ambito che prende in
- considerazione le operazioni che consentono di perseguire le finalità istituzionali
dell’azienda-, la gestione caratteristica non corrente –le operazioni a carattere straordinario-,
la gestione patrimoniale o complementare/accessoria –gestione di diversificazione del
rischio imprenditoriale-, la gestione finanziaria –genera solo variazioni in uscita, cioè
variazioni legate agli oneri sostenuti per il reperimento delle risorse finanziarie destinate a
finanziare l’attività d’impresa- e la gestione tributaria –uscite legate alle variabili fiscali-.
Grado di manovrabilità: esprime la possibilità di posticipare/variare o annullare il flusso
- monetario in questione. Ad es: salari e stipendi sono a basso grado di manovrabilità, mentre
il costo di promozione e di formazione è ad alto grado.
L’articolazione del budget è infrannuale ed ha un’articolazione prospettiva: lo faccio settimana per
settimana. Il problema da affrontare è fornire soluzione al trade-off tra gestione ottimale della
51
liquidità e grado di attendibilità dei valori: al crescere del periodo di riferimento, si incrementa il
grado di attendibilità del valore ma si riduce la concreta gestione della liquidità.
Inoltre vi è un collegamento con il budget di conto economico per gli oneri e i proventi finanziari e
le imposte. IL PROSPETTO FONTI/IMPIEGHI: IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il rendiconto finanziario è uno degli strumenti previsti dall’area finanziaria del master budget.
L’area finanziaria evidenzia le conseguenze di natura finanziaria e monetaria derivanti dalle
operazioni di gestione poste in essere nel periodo di budget. Nell’ambito dell’area finanziaria perciò
viene studiato un equilibrio finanziario di medio-breve termine attraverso il prospetto fonti/impieghi
o rendiconto finanziario e il prospetto di variazioni di CCN.
Quando si analizzano le fonti e gli impieghi vengono determinate le attività correnti: liquidità
(disponibilità immediata), liquidità differita (crediti vs clienti) e disponibilità (rimanenze); e le
passività correnti: esigibilità (debiti) e liquidità negative.
L’obiettivo del controller è quello di capire se le operazioni di gestione poste in essere nel periodo
di budget generano un flusso finanziario positivo o negativo e per tale via se genereranno o meno
liquidità (flusso fin positivo= flusso di liquidità).
Il rendiconto finanziario:
Presentazione rendiconto finanziario
1. Presentazione della struttura con risorsa finanziaria di riferimento il CCN
2. Presentazione della struttura con risorsa di riferimento la liquidità
3. Determinazione del flusso di CCN della struttura caratteristica del RF e misurazione del
4. flusso di liquidità generato dalla gestione caratteristica
Punto 1: il RF è lo strumento con cui si misurano le cause delle variazioni positive o negative
intervenute su una data risorsa finanziaria nel periodo temporale di riferimento e per aree gestionali
di competenza. Come risorsa di riferimento potrò avere tanto il CCN tanto la liquidità.
Punto 2: la variazione di CCN è data dalle fonti e dagli impieghi. È nella gestione caratteristica che
abbiamo flussi effetto delle nostre decisioni. Quindi il flusso di capitale circolante netto rappresenta
il flusso generato dalle operazioni di gestione caratteristica e può essere determinato con metodo
diretto o indiretto. È importante identificare correttamente i costi non finanziari cioè che non
generano alcuna variazione di CCN, e sono tutti quei costi che si producono alla fine dell’anno
nell’ambito delle scritture di assestamento legate al principio di competenza e prudenza (TFR,
ammortamento, accantonamento fondo rischi).
Metodo diretto: si parte dal fatturato netto e sottraggo solo i costi che generano variazione
finanziaria.
Metodo indiretto: si parte dal reddito operativo di gestione caratteristica e sommo i costi non
finanziari (si usa per il bilancio fiscale). 52
Punto 3: il flusso di liquidità della gestione caratteristica si determina dal flusso di CCN sommando
e sottraendo rispettivamente le variazioni incrementative e decrementative.
Ovvero: flusso di ccn gestione caratteristica – variazioni decrementative di attività correnti +
variazioni incrementative di passività correnti – variazioni incrementative di attività correnti =flusso
monetario della gestione caratteristica.
Punto 4: il prospetto di CCN evidenzia la variazione intervenuta nel periodo di budget nelle
singole poste elementari che compongono il CCN arrivando alla determinazione del flusso di
liquidità effettivo. Sono determinabili due grandezze sono essenziali:
Il capitale circolante operativo (clienti+magazzino-fornitori): la ricchezza che ho creato con
- i debiti di funzionamento
La liquidità netta (banche attive-banche passive): esprime l’esposizione dell’azienda mei
- confronti del sistema creditizio
Limiti e Vantaggi del prospetto fonti/impieghi: 53
La situazione patrimoniale preventiva
Sintetizza e omogenizza componenti positivi e negativi di reddito così come sono riportati nel
budget (operativi, funzionali e degli investimenti). A differenza della maggior parte degli altri
budget, la sua valenza informativa trascende l’intervallo temporale di bdg, in quanto pone dei
vincoli anche ad un futuro più lontano.
Si può valutare in anteprima come le operazioni gestionali possono impattare nel periodo di budget
sulla solidità e sulla liquidità aziendale. Fornisce quindi informazioni sulla capacità dell’azienda di
mantenere un equilibrio finanziario sia in senso verticale che in senso orizzontale:
Verticale nel senso che le fonti di finanziamento di capitali di terzi non siano predominanti rispetto
alle fonti di finanziamento di capitale proprio. L’equilibrio in senso orizzontale si realizza nel
momento in cui l’azienda finanzia gli investimenti a medio-lungo termine con finanziamenti di
egual natura. 54
IL SISTEMA DI REPORTING
È lo strumento di interazione tra il sistema di controllo di gestione e gli utilizzatori. Il sistema di
reporting è l’insieme delle procedure e strumenti che consentono di raccogliere, elaborare e
presentare le informazioni sulle operazioni di gestione poste in essere in un dato orizzonte
temporale. Si avvale di un meccanismo di feedback che consiste nella verifica tra risultati e
obbiettivi: può essere considerato il più importante strumento di guida della gestione verso il
raggiungimento degli obbiettivi aziendali. Se la definizione degli obiettivi costituisce l’input, il
report costituisce l’output. Deve essere utilizzato come strumento per allineare i comportamenti con
gli obbiettivi aziendali (goal congruence). Attraverso il reporting si valutano le performance
dell’impresa.
Esso consentirebbe:
Il controllo economico in che modo i risultati sono attribuibili alle diverse arre di attività
a. Il controllo esecutivo in che misura i risultati aziendali sono attribuibili ai comportamenti
b. dei responsabili dei CDR
Guida e motivazione consente di orientare il comportamento dei responsabili delle unità
c. organizzative
Formazione e apprendimento: feedback continuo e strutturato sulla gestione aziendale che
d. consente di consolidare meglio le dinamiche alla base del business aziendale
Supporto alle decisioni
e.
Quali sono i criteri (principi base) da seguire in una progettazione di efficace ed efficiente sistema
di reporting? La verifica della coerenza strategico-organizzativa e amministrativa dei sistemi di
reporting. La dimensione strategica va misurata in termini di coerenza dei sistemi di reporting
rispetto alle variabili critiche di contesto e di ambiente esterno. La prospettiva organizzativa misura
la coerenza dei sistemi di reporting rispetto ai CDR presenti in azienda. La prospettiva
amministrativa verifica la coerenza dei sistemi di reporting rispetto alla dimensione amministrativo-
contabile in azienda.
Un secondo principio prevede la conoscenza, la controllabilità e la misurabilità dei risultati attesi:
dovrò fornire informazioni con chiarezza e tempestività ai vari responsabili dei CDR, alle key-
people, o in generale a coloro che devono prendere decisioni in azienda in tempi brevi. Questi
devono essere in grado di influenzare effettivamente i risultati che sono chiamati a conseguire.
Inoltre i risultati devono poter essere misurati in maniera efficace: l’efficacia della misurazione
consiste nella capacità di provocare comportamenti manageriali il più possibile coerenti rispetto agli
obiettivi aziendali complessivi. L’efficacia viene misurata tramite la precisione, l’oggettività, la
tempestività e la comprensibilità.
Il terzo principio è quello della rilevanza e selettività: devo fornire ad ogni responsabile di CDR
tutte le informazioni che consentono di supportare il processo decisionale focalizzandosi sulle
informazioni rilevanti e tralasciando le restanti. Bisogna selezionare le informazioni che
prioritariamente possono indirizzare il processo decisionale.
Il quarto è l’eccezione. Il sistema di reporting dovrebbe enfatizzare solo i valori consuntivi
significativamente differenti dai valori programmati, non focalizzando l’attenzione sulle situazioni
che presentano un risultato soddisfacente. 55
Conclusasi l’analisi dei principi che dovrebbero ispirare la progettazione del sistema di reporting, si
focalizza l’attenzione sulla loro dimensione strutturale. Essa richiede la definizione dei seguenti
elementi:
L’articolazione del report : si tratta di definire le dimensioni di risultato parziale rispetto alla
quale segmentare la rappresentazione dei risultati complessivi. Tipicamente le dimensioni di
risultato