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UNO SCHEMA DI SINTESI

Da quanto scritto, anche l’articolazione dei budget dell’area commerciale può presentarsi composita. Da una par-

te, infatti, essi possono essere riconducibili alle singole attività, dando lungo a budget distinti:

Distribuzione fisica (logistica in uscita)

1) Rete di vendita

2) Altri costi di vendita

3) Comunicazione

4) Innovazione della domanda

5)

In alternativa, privilegiando il grado di variabilità, è possibile suddividere i costi in variabili e fissi: in tal caso si

pongono le premesse per la determinazione del margine di contribuzione commerciale di prodotto.

2) I budget dell’area produzione

L’area di produzione ci dice cosa dobbiamo produrre, quando, di cosa abbiamo bisogno per produrre.

Il budget dell’area della produzione riguarda l’impiego delle risorse nei processi di trasformazione fisica. Nella pre-

disposizione di questo budget dobbiamo essere efficienti: ci deve essere una relazione causa-effetto tra impiego di

risorse e output.

Le scorte di materie prime e di prodotti finiti rivestono un ruolo importante

La caratteristica comune dei budget dell’area di produzione è l’attenzione posta sull’impiego delle risorse nei

processi di trasformazione fisica: l’output di tale fase è, quindi, completamente riconducibile a componenti nega-

tivi di reddito. Nel paragrafo sono analizzati:

- la politica delle scorte

- il programma di produzione

- i budget dei costi di produzione

- il budget degli approvvigionamenti

Nella predisposizione del sistema di budget, l’area produttiva è, di norma, dipendente dall’area commerciale. Le

due aree sono caratterizzate da logiche gestionali differenti, da contemperare nella predisposizione dei budget

operativi.

Infatti, l’area commerciale, che ha come esigenza il fornire il miglior servizio al cliente in termini di quantità, qua-

lità e tempi, pone dei vincoli operativi individuabili nel volume e nel mix di prodotti e nella loro distribuzione tem-

porale. Tali esigenze possono essere in contrasto con l’obiettivo primario dell’area produttiva, ossia il miglior uti-

lizzo della struttura disponibile. 17

La distribuzione spazio-temporale delle vendite deve trovare effettiva traduzione nella predisposizione di un pro-

gramma di produzione che, in linea con lSoluzione parziale ai conflitti potenziali emergenti è la politica delle scor-

te.

La politica delle scorte

La politica delle scorte consiste nella definizione dei quantitativi desiderati di rimanenze(scorte) di magazzino in

riferimento a periodi infrannuali del budget.

NB : Non è un budget

La politica delle scorte riguarda tre fasi essenziali del processo di produzione:

fase di logistica in entrata (approvvigionamento): riguarda l’acquisizione all’esterno dei fattori produttivi. Que-

1. sta tipologia di scorte svolge il ruolo di cerniera tra reperimento e disponibilità di fattori produttivi ed il loro

successivo utilizzo.

fase del processo di produzione (trasformazione fisica): ad orientamento interno, riguarda l’insieme delle ope-

2. razioni necessarie per la fabbricazione dei prodotti finiti. Le scorte di riferimento sono di prodotti in corso di

lavorazione, la cui funzione è di porre in connessione differenti momenti del processo produttivo.

fase di logistica in uscita (comme esigenze commerciali, permetta l’utilizzo efficiente delle strutture.

3. ercializzazione): riguarda l’insieme delle attività finalizzate alla cessione all’esterno dei prodotti finiti (! ri-

4. manenze di prodotti finiti).

➔ ciascuna fase genera una differente politica delle scorte.

nella fase della logistica in entrata sviluppiamo la politica delle scorte di materie prime;

• nella fase della logistica in uscita sviluppiamo la politica delle scorte di prodotti finiti;

• nella fase del processo di produzione sviluppiamo le cosiddette scorte polmone. Esempio: abbiamo due fasi del

• processo di produzione: una capital intensive (es. sezionatura), una labour intensive (es. rifinitura). Creare

delle scorte polmone tra le due fasi del processo di produzione consente di procedere ad un allineamento dei

cicli di lavorazione che caratterizzano le due fasi.

Nella definizione del programma di produzione, assumono rilevanza le scorte di prodotti finiti e di prodotti in corso

di lavorazione. Per la loro corretta determinazione, è necessario determinare i giorni medi di copertura, cioè

l’intervallo temporale di sicurezza nel quale i beni necessari sono disponibili in quanto a magazzino.

Per i prodotti finiti, il termine di riferimento è rappresentato dalle vendite:

Per i prodotti in corso di lavorazione, hanno rilevanza i fabbisogni della fase produttiva, a loro volta dipendenti dal

programma di produzione.

Ad esempio, se in un certo mese le quantità previste di vendita sono 1200 ed i giorni medi di copertura 10, le quan-

tità richieste a magazzino sono pari a 400 [(1200/30) x40]

Il programma di produzione

Il programma di produzione, predisposto in funzione dei programmi di vendita e della politica delle scorte (di pro-

dotti finiti), permette di:

determinare le quantità da produrre nell’orizzonte temporale di budget, suddivise per periodi infrannuali;

• definire i fabbisogni di risorse produttive, dirette ed indirette.

NB non è un budget

Il programma di produzione non è un budget, ma è parte (o premessa) dei budget dei costi di produzione. E’ un do-

cumento formale che si caratterizza per essere espresso in termini quantitativi (e non quantitativi-monetari come i

singoli budget): pertanto fornisce solamente informazioni quantitative per valutare la fattibilità tecnica.

Inoltre, il programma di produzione consente di verificare l’esistenza di vincoli produttivi, risolvibili attraverso:

o nuovi investimenti per incrementare la capacità produttiva: direttamente, attraverso l’acquisizione di immobi-

lizzazioni; indirettamente, attraverso la partecipazione in società esterne.

Limiti:

vincola l’azienda per periodi non brevi;

− non sempre l’investimento è operativo nei tempi richiesti dal programma di produzione;

− il nuovo investimento influenza il budget dei costi indiretti di produzione, attraverso le quote di ammor-

tamento, i canoni di manutenzione, i canoni di leasing.

o ridefinizione della politica delle scorte, così da agevolare una redistribuzione della produzione sull’arco tempo-

rale di riferimento: si può intervenire sulla distribuzione temporale delle scorte, con l’ottenimento di una mi-

gliore ripartizione dell’attività produttiva nel tempo. Non bisogna però spingersi oltre determinati limiti, in

quanto si aumenterebbe il livello di rischio e si indurrebbero maggiori costi.

Limiti:

supponiamo che i volumi di produzione nei primi tre mesi siano: 80, 85, 120. La capacità produttiva ha un

• limite pari a 100 produco 85 (+5), 100 (+15), 100. La maggior produzione nei primi due mesi la metto in

!

magazzino. Problemi: il prodotto è deperibile? Ho la capacità finanziaria per finanziare le rimanenze di

magazzino? 18

modificazione dei programmi di vendita: alternativa più critica in quanto può dare luogo a perdite di opportuni-

o tà che manifestano i loro effetti non solamente nel periodo di budget, ma anche nei successivi.

esternalizzazione di una fase del processo di produzione economica (lavorazioni esterne): questa alternativa

o influisce positivamente sulla flessibilità aziendale, ma introduce problemi organizzativi connessi al necessario

coordinamento e riduce il grado di controllabilità del processo.

Limiti:

ho una rete di aziende nei confronti delle quali posso porre in essere valutazioni di make or buy?

• esiste un pericolo di dispersione del mio know how?

• logistica e controllo qualità?

• crescita dei costi indiretti; vengono meno le h MOD reputo i prodotti falsamente convenienti

!

I gradi di libertà nella predisposizione del programma di produzione differiscono in base a una serie di elementi:

tipologia di processo produttivo (intermittente o continuo);

− grado di omogeneità dei prodotti ottenuti;

− grado di specializzazione degli impianti (adattabilità o flessibilità);

− grado di rigidità degli impianti (elasticità);

− livello di competenze tecniche disponibili.

Meditate gente: è spesso domanda d’esame. A volte chiedono il ragionamento opposto: cosa devo fare

per gestire una situazione di desaturazione della capacità produttiva (= ho CP abbondante)? 19

Come abbiamo detto, il programma di produzione deve essere coerente con la politica delle scorte (di prodotti fini-

ti) e con i programmi di vendita. Contabilmente, questa relazione è così espressa:

A B C … N

Volume di 1000 700 600 … X

vendita

Scorte finali 90 130 100 … X

prodotti finiti

Scorte iniziali -100 -100 -100 … X

prodotti finiti

Volume di 990 730 600 … X

produzione

Inoltre, sappiamo che il programma di produzione è la base per la determinazione dei fabbisogni delle risorse che

permettono la costruzione dei budget dei costi di produzione. Le risorse sono suddivise in:

risorse dirette: risorse per il prodotto, con il quale sono collegate da relazioni di causa-effetto;

• risorse indirette: risorse per il processo.

I budget dei costi di produzione

Obiettivo dei budget in oggetto è determinare il costo dei prodotti ottenuti nel periodo di budget.

Due sono le analisi effettuate:

la prima riguarda l’articolazione dei budget;

• la seconda la costruzione dei budget dei costi di produzione.

a) L’articolazione dei budget

In merito ai criteri attraverso i quali aggrega-

re le informazioni elementari, due assurgono

al rango di rilevanti:

1. I centri di costo e/o di attività

2. La tipologia di fattore produttivo

Tali criteri non devono intendersi come alter-

nativi ma risultano complementari. L’artico-

lazione per centro di costo permette di de-

terminare il costo delle singole fasi in cui si

articola il processo di produzione: i centri in

oggetto sono, appunto, i produttivi e gli ausi-

liari.

Secondariamente l’articolazione per centro di

costo perette di conoscere dove e come le

risorse vengono utilizzate. 20

Infine, la suddivisione delle risorse in dirette/indirette e, all’interno, in variabili fisse, permette di conoscere il

grado di rigidità della struttura di costo dei singoli centri dell’area produttiva.

L’articolazione per tipologia di fattore produttivo rappresenta la modalità di aggregazione dei valori più nota.

In tal modo è possibile costrui

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A.A. 2015-2016
61 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LatiLeo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Programmazione e controllo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Memmola Massimo.