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IL SISTEMA DI REPORTING
Abbiamo detto che il sistema di reporting è un po’ l’output dell’attività del
processo di contabilità direzionale. Che cos’è il sistema di reporting?? E’
l’insieme dei documenti periodici che devono essere prodotti ai fini del
controllo e includono/costituiscono il flusso di informazioni derivanti dalla
contabilità direzionale!! E’ un provvedimento che unifica la contabilità
direzionale con l’infrastruttura tecnica essenzialmente (col sistema informatico,
coi mezzi tecnici che supportano il management accounting). Quindi è un po’
l’elemento unificante. Una volta definiti gli obiettivi attraverso il sistema di
budget e standard, una volta misurate le performance e una volta analizzati gli
scostamenti attraverso il sistema delle variazioni, poi le azioni
correttive/l’eventuale riposizionamento con riferimento a determinate attività si
basano sul contenuto dei report che devono essere prodotti!!
E allora quali sono gli scopi?? Il primo scopo è evidente (lo abbiamo già detto
tante volte) ed è quello di soddisfare i fabbisogni conoscitivi dei manager. Poi
attraverso l’uso dei report/dei documenti di gestione diventa possibile
accertare i risultati conseguiti (grazie alle informazioni reperite attraverso i
diversi sottosistemi), interpretare situazioni e fenomeni, indagare/investigare
circa le cause di scostamento dei risultati conseguiti coi risultati attesi. Altro
scopo, attraverso i report diventa possibile diffondere conoscenze all’interno
dell’azienda e favorire l’apprendimento (da parte del personale e dei manager).
Aiuta anche a comprendere gli errori, metabolizzarli al fine poi di migliorare e
prendere le decisioni giuste. Dopodiché il sistema di reporting può non esaurire
il fabbisogno informativo per il controllo perché può essere necessario talvolta
ad attingere a informazioni specifiche prodotte attraverso la contabilità
direzionale e che possono anche non essere contenute attraverso report
periodici (tipicamente). Però gli scopi sono un po’ questi. Vedremo come il
sistema di reporting rappresenta di fatto la base del trasferimento del processo
di controllo; si avvale di una serie di fasi che qualificano il meccanismo di
retroazione e il meccanismo di retroazione si basa sulle informazioni (di
contabilità direzionale) che vengono poi chiuse e prodotte attraverso i report.
Ora, i report possono essere di tanti tipi. Vedremo un paio di categorizzazioni
che sono stati prodotti dai diversi autori; per esempio, è possibile distinguere
secondo diversi criteri diverse forme di report. Ad esempio, secondo Bruni 102
(1990) distingue i report e i possibili report sulla base dei destinatari!! E allora
come possiamo distinguere sulla base dei destinatari i diversi report? La
classificazione è questa: secondo Bruni possiamo parlare di reporting
istituzionale, reporting direzionale e di reporting operativo. Il criterio di
classificazione si basa sui possibili destinatari dei report. E allora perché
“reporting istituzionale”?? “Reporting istituzionale” è dato dall’insieme delle
comunicazioni periodiche di fatto destinate a interlocutori istituzionali
(azionisti, altri finanziatori, pubbliche amministrazioni, autorità fiscali). Esempi
di reporting istituzionali è il bilancio d’esercizio (i report/le sintesi redatte a fine
esercizio), le relazioni infrannuali prodotte da una società quotata in Borsa; un
po’ più in generale, sono tutti quei report che vengono sviluppati/predisposti
con forme/criteri o modalità che sono predefiniti o regolamentati
(essenzialmente)!! In base alla forma giuridica, all’assetto proprietario
dell’azienda, in base al settore di attività). Comunque “istituzionale” perché
sono rivolti a interlocutori istituzionali e solitamente vengono predisposti
attraverso forme regolamentate!
“Reporting direzionale” invece è un po’ quello che a noi interessa (tutto
sommato); è la sintesi dell’output delle rilevazioni effettuate ai fini della
pianificazione di controllo. Il reporting direzionale è la sintesi dell’output della
contabilità direzionale (in altri termini)!! E cioè sintesi informative (dice Bruni)
che sono utili alle ricerche aziendali per conoscere e per guidare le dinamiche
della gestione. Il reporting direzionale nella classificazione di Bruni fornisce
l’insieme dei report che costituiscono l’output della contabilità direzionale
impiegati dai manager per la pianificazione e controllo.
E poi da ultimo c’è il reporting operativo; il reporting operativo è destinato
essenzialmente a soddisfare le esigenze conoscitive dei responsabili dei livelli
medio-bassi della struttura organizzativa e che accoglie oltre che le rilevazioni
contabili, anche le informazioni di natura extra-contabile (tecniche
magari/operative, ma riguardanti aspetti particolari della gestione; ad esempio,
i report sugli scarti, sull’assenteismo, sulla puntualità delle consegne)!!
Informazioni di natura operativa che vengono destinate ai manager ai livelli
medio-bassi (non ai top management essenzialmente proprio perché sono
report che si focalizzano su aspetti di dettaglio circa l’attività gestionale e che
risultano oltre che da dati contabili, anche da rilevazioni extracontabili).
Questa era la classificazione di Bruni; altri autori distinguono nell’ambito del
reporting direzionale tra report informativi e report di prestazione!! Allora, i
report direzionali abbiamo detto che sono quelli rivolti ai manager come
esito/sintesi del processo di contabilità direzionale (è una raccolta di dati/di
informazioni ecc.); però lì dentro possiamo distinguerli secondo alcuni autori e
in particolare possiamo distinguere tra report informativi e report di prestazione
(performance report). Report informativi vengono predisposti essenzialmente
per informare i manager di quanto sta accadendo con riferimento all’azienda
sulla base di informazioni che possono provenire sia dalla contabilità
direzionale, ma anche da altre fonti (essenzialmente fonti esterne come la
rassegna stampa, l’andamento della Borsa, le comunicazioni delle associazioni
103
di categoria, dati economici di settore nazionali)!! Mentre i report di prestazione
(che li avevamo già citati) sono focalizzati invece sulle informazioni periodiche
riguardanti il raggiungimento dei risultati desiderati e che permettono di
compiere delle valutazioni più strettamente attinenti al controllo di gestione!!
Possono riguardare la prestazione economica di un centro di responsabilità (o
dell’intera azienda) a seconda delle esigenze conoscitive. I report di
prestazione sono quelli su cui si basa il processo di controllo e che permettono
di includere le informazioni che noi sappiamo (valori obiettivo, valori consuntivi,
sistema delle variazioni e così via); però qui dentro non è più Bruni!! Gli autori
qui sono Anthony et all (perché sono più di 1 autore). Lo scopo è sempre quello
di confrontare le performance attuali con quelle programmate, i risultati
obiettivo e i risultati effettivamente conseguiti.
E poi, ulteriore classificazione che forse ci interessa un po’ di più è quella di
Amigoni (1998), il quale individua 4 possibili strutture di reporting
(classificazione che ha valore anche nella pratica) e in particolare Amigoni
distingue tra: report consuntivi, preconsuntivi, report per le ipotesi alternative
di azione e report per varianti. Queste sono le distinzioni che fa Franco Amigoni
che è uno studioso di programmazione e controllo. I report consuntivi che
caratteristiche hanno?? L’informazione è rivolta a quanto è già avvenuto! Si
rappresentano i risultati derivanti dalle azioni realizzate confrontandoli con gli
obiettivi. Sono forme di rappresentazione di risultati (in altri termini) dove
l’attenzione è rivolta soltanto a quello che è già avvenuto. Nella reporting sono
rappresentati allora i risultati derivanti dalle azioni realizzate, i quali vengono
confrontati con le previsioni!! Esprimono l’impatto delle azioni svolte
dall’azienda fino a un determinato momento (in chiave consuntiva).
Poi ci sono i preconsuntivi invece; in base a questa categoria/a questa struttura
di reporting l’attenzione è rivolta a quanto è già avvenuto, ma sulla base di
quanto è già avvenuto si stimano i risultati attesi!! I preconsuntivi cioè sono
consuntivi stimati! Dove la stima ha luogo/viene sviluppata prima della fine del
periodo di misurazione (e per questo “preconsuntivo”). Sono rappresentazioni
di risultati di periodo redatte durante il periodo stesso (in altri termini), prima
che il periodo di riferimento sia giunto a compimento. Quindi si può tener conto
di eventuali cambiamenti ed è una forma di reporting che viene utilizzata
soprattutto laddove il periodo principale viene suddiviso in più sotto-periodi di
misurazione (mesi, trimestri, ecc.). Sono dei consuntivi che vengono stimati
durante il periodo stesso. Immaginiamo un budget mensile con relazione
all’attività di vendita, dove l’obiettivo mensile è fissato a un certo punto e a
metà mese si verifica quello che è accaduto e si cerca di proiettare una stima,
sulla base dell’informazione disponibile, quello che potrebbe essere alla fine del
periodo! E, in particolare, i reporting preconsuntivi sono funzionali al controllo
feed-forward (e non più feedback) perché attraverso i report preconsuntivi si
proiettano gli andamenti attesi/futuri sulla base di ipotesi relative allo
svolgimento della gestione (per verificare la congruità delle ipotesi/dei
valori/degli obiettivi inclusi nel budget, essenzialmente). 104
L’altra forma di report è data dai report per ipotesi alternative di azione; questa
è una reportistica che solitamente (dice Amigoni) viene prodotta con
continuità, ma ha lo scopo in particolare di avere l’attenzione rivolta al
verificarsi alternativo di eventi ed azioni. E’ una forma di reporting che viene
prodotta con continuità allo scopo di rappresentare il risultato preconsuntivo
(essenzialmente) alla luce di diverse ipotesi circa l’andamento della gestione
(al verificarsi di alternative, al verificarsi di eventi oppure di azioni alternative)!!
L’analisi “what if” (che cosa, se)! Come può variare un risultato futuro se si
verifica un determinato evento in presenza di ipotesi, quindi alternative di
azione. In altri termini, il reporting per ipotesi di alternative di azione