vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Geotecnica: “LE STRUTTURE DI FONDAZIONE”
Rientrano nella categoria delle strutture portanti ossia l’insieme delle unità che assolvono alle
funzioni di sostenere l’edificio e di ripartire i carichi che l’edificio deve sopportare: carichi
d’esercizio e carichi accidentali. Le strutture portanti devono essere protette dagli agenti
atmosferici aggressivi per preservare le proprie caratteristiche statiche e per evitare deterioramenti
alle altre parti della costruzione. Una fondazione è quindi una struttura a diretto contatto con il
terreno, al quale vincola stabilmente la struttura stessa ed al quale trasmette i carichi su di essa
agenti
Una struttura di fondazione è l’insieme degli elementi che ha la funzione di trasmettere i carichi
permanenti e i carichi accidentali dell’edificio al terreno sottostante. La struttura di fondazione
ripartisce le sollecitazioni provenienti dalla struttura in elevazione su una superficie
sufficientemente grande da assicurare il rispetto di determinati requisiti. I requisiti da soddisfare dal
punto di vista geotecnico nel progettare una fondazione sono:
• Sicurezza rispetto ad un fenomeno di rottura per Carico Limite dei terreni di fondazione (la
fondazione deve determinare nel terreno uno stato tensionale sufficientemente lontano da
quello che produce rottura);
• Limitazione degli spostamenti assoluti e differenziali a valori compatibili con la statica e la
funzionalità della struttura in elevazione;
9 • Lo stato di sforzo nella struttura di fondazione deve essere compatibile con i requisiti
strutturali riguardanti la resistenza dei materiali, l’insorgere di stati di fessurazione, la
durabilità.
Più è alta la resistenza del terreno più sono piccole le fondazioni, più è bassa la resistenza del
terreno più sono grandi le fondazioni, infatti la configurazione delle fondazioni dipende
direttamente dalle caratteristiche geologiche del suolo su cui insistono. Esse sono il collegamento
statico fra edificio e terreno sottostante. Lo studio del suolo, condotto attraverso analisi geologiche,
idrologiche e idrauliche sui campioni prelevati con sondaggi è particolarmente importante e deve
essere svolto fin dalle prime fasi di sviluppo del progetto per consentire corrette valutazioni sulla
fattibilità dell’opera, sul costo relativo e sulla sua configurazione a terra. La capacità di sostegno
del terreno dipende essenzialmente dalla conformazione del suolo (composizione mineralogica,
qualità e modo di aggregazione degli elementi componenti). Il terreno ha di diversa forma e
dimensione e a seconda della sua conformazione ha una sua resistenza. I terreni si dividono in:
• Rocce propriamente dette: graniti, basalti ecc.
• Terreni coerenti, a grana grossa o fine: rocce tenere (tufi, arenarie, trachiti), pozzolana
compatta, argille
• Terreni incoerenti o sciolti, ghiaie e ciottoli, sabbie, pozzolane sciolte
• Terreni vegetali, originati da combinazioni di rocce decomposte e sostanze organiche
vegetali
Nella pratica costruttiva si fa riferimento a due classificazioni di uso corrente
a) Classificazione granulometrica: i terreni vengono distinti in base alla dimensione dei granuli,
misurata su setacci di dimensioni prestabilite
b) Classificazione pratica: è quella più usata in edilizia, essa distingue i terreni in ottimi, buoni,
mediocri, Cattivi a seconda della loro capacità di resistenza.
La conoscenza delle proprietà tecniche dei terreni è fondamentale per poter valutare il
comportamento di un suolo su cui realizzare la costruzione. Si definisce resistenza del terreno il
valore del carico massimo verticale sotto cui si registra l’affondamento della fondazione. Il
cedimento del terreno, supposto il carico crescente, avviene in tre fasi distinte:
1. Fase Elastica: i cedimenti sono proporzionali al carico, il sistema è in equilibrio
2. Fase Elasto-Plastica: per effetto dell’aumento del carico si formano nel terreno delle zone
plastiche nelle quali i granuli tendono a scorrere gli uni sugli altri, contrastati in ciò dall’attrito e
dalla resistenza al taglio. Essendo le zone plastiche limitate la stabilità del sistema non è
pregiudicata
3. Fase Plastico Fluida: si ha un’estensione delle zone plastiche con rifluimento plastico del
terreno ai bordi del corpo di carico; la resistenza al taglio è superata ed il corpo, non più in
equilibrio, affonda. Il valore di carico nella seconda fase si definisce carico critico e segna il limite
oltre il quale i cedimenti non sono più proporzionali ai carichi. Il carico di sicurezza o carico
massimo ammissibile è dato da una frazione 1/n del carico critico. Le strutture di fondazione
possono essere distinte in:
• Strutture di fondazione dirette: quando l’unità tecnologica fondale è a diretto contatto con il
terreno (con interposizione di uno strato di livellamento);
• Strutture di fondazione indirette: quando diviene necessario ricorrere all’adozione di
dispositivi aggiuntivi (pali, tiranti, chiodature) tali da garantire le condizioni di stabilità e
sicurezza dell’apparato fondale.
Dal punto di vista morfologico possiamo operare un’altra semplice classificazione dei sistemi di
fondazione:
10 • Fondazioni discontinue: costituite da parallelepipedi massicci (plinti) su cui spiccano le
strutture verticali (la fondazioni discontinue sono chiamate anche “isolate” o “puntuali”);
• Fondazioni continue: costituite da elementi tecnici collegati fra loro (di forma lineare, quali
travi rovesce, oppure costituite da un’unica superficie resistente a platea o a cassone).
La definizione della profondità a cui devono giungere le strutture di fondazione determina
un’ulteriore modalità di classificazione:
• Strutture superficiali: strutture di fondazione impostate ad una profondità non superiore ai
6-8 metri (due piani entro terra);
• Strutture profonde: strutture impostate al disotto dei 6-8 metri
Il progetto delle fondazioni si articola quindi in una successione di fasi:
• Indagini, rilievi e prove tendenti alla caratterizzazione geotecnica del terreno;
• Determinazione dell’entità e distribuzione dei carichi esercitati dalla sovrastruttura;
• Scelta del tipo di fondazione e della profondità del piano di posa;
• Calcolo del carico limite del complesso terreno-fondazione;
• Analisi dei cedimenti;
• Studio delle modalità esecutive;
• Piano dei controlli in corso d’opera ed in fase di esercizio, computo metrico e preventivo di
spesa.
Fondazioni Superficiali
Dette anche fondazioni dirette, sono le strutture più semplici e vengono adottate
ogni qualvolta il terreno presenti valori di portanza soddisfacenti. Il rapporto fra
la sua larghezza in pianta B e la sua profondità del piano di posa D risulta
maggiore o uguale all’unità. Le strutture di fondazione vengono realizzate quasi
sempre in c.a., anche per strutture in elevazione in muratura o in acciaio. Le
forme più comuni sono il plinto isolato, la trave rovescia e la platea. Nel passare
da plinto isolato a trave rovescia, a graticcio di travi a platea si determina quanto segue:
• Aumenta l’area della fondazione e dunque si riduce la pressione trasferita al terreno;
• Aumenta la rigidezza della fondazione, rendendo la struttura meno sensibile ad eventuali
cedimenti differenziali (spesso questo secondo effetto risulta più importante del primo ed è
quello che determina la scelta della tipologia di fondazione)
Fondazioni superficiali discontinue – Plinti
Vengono realizzate con elementi tecnici puntuali, detti plinti, esse vengono generalmente adottate
quando le sovrastanti strutture in elevazione sono del tipo a telaio. Questi hanno generalmente
forma in pianta isometrica (quadrata, poligonale, circolare) ed in presenza di significative
eccentricità dovute ai carichi permanenti possono avere forma rettangolare. I plinti hanno la
funzione di distribuire il carico puntuale delle strutture su una superficie più ampia in modo tale da
diminuire l’impatto ed evitare il fenomeno di sprofondamento nel terreno degli elementi puntiformi
della struttura di elevazione. Le fondazioni in genere non poggiano direttamente sul terreno, ma
sono posate sopra uno strato di calcestruzzo a basso contenuto di cemento detto magrone, di
spessore variabile dai 10 ai 25 cm, il cui compito è quello di fornire la base livellata di appoggio alle
11
sovrastanti strutture di fondazione, evitare il contatto diretto delle armature con il terreno e limitare
la permeazione di umidità di risalita.
Fondazioni superficiali continue – Travi rovesce e Platee
Sono caratterizzate da una doppia funzionalità: da una parte aumentano la superficie resistente sul
terreno, dall’altra collegano le strutture di elevazione sovrastanti. Le fondazioni a cordoli o a travi
rovesce sono caratterizzate morfologicamente da un allargamento della sezione trasversale
terminale della struttura. I cordoli di fondazione si utilizzano prevalentemente in presenza di
murature portanti in elevazione, hanno la funzione principale di ripartire i carichi in maniera
omogenea sul terreno, essendo trascurabili le sollecitazioni a flessione ed essendo invece
determinanti quelle di compressione, reciproche tra le fondazioni e terreno. Si ricorre alle travi
rovesce quando i pilastri sono disposti lungo un allineamento con interasse relativamente ridotto e
le caratteristiche del terreno sono tali che i possibili plinti di fondazione risultino molto ravvicinati.
La fondazione a trave rovescia ripartisce sulla superficie di appoggio i carichi trasmessi dalle
strutture sovrastanti, “ribaltando” la distribuzione delle tensioni al suo interno rispetto a quanto
succede nelle travi delle strutture portanti. È prassi che le travi rovesce ed i cordoli di fondazione
non poggino direttamente sul terreno ma su uno strato di calcestruzzo a basso contenuto di
cemento (circa 150 kg per metro cubo di impasto) detto magrone, il cui compito è quello di fornire
la base livellata di appoggio alla sovrastanti strutture di fondazione, evitando il contatto diretto delle
armature con il terreno e limitare la permeazione di umidità di risalita. In presenza di terreni con
caratteristiche di resistenza non particolarmente elevate si adottano fondazioni a platea, mediante
la realizzazione di un’unica dimensione superficiale e di contatto. Si ricorre alle platee anche
quando l’area di impronta del reticolo di travi rovesce eccede il 50/60% dell’area di impronta
dell’edificio. Le platee di fondazione hanno generalmente uno spessore variabile fra i 40 e gli 80
cm e per ovviare all’eccessivo spessore della platea, avvolte è opportuno predisporre delle
nervat