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K
sintetico di superficie:
Anche in questo caso è importante notare che: il fattore K ha le dimensioni di uno sforzo (MPa); la pressione di Hertz è
proporzionale alla radice di K.
I cuscinetti volventi, in generale, servono per realizzare le condizioni di vincolo per
organi rotanti. Il loro scopo è realizzare un vincolo in cui si abbia rotolamento e non
strisciamento (minore dissipazione di potenza e usura). 23
I corpi volventi possono avere diverse forme che dipendono dal tipo di impiego del cuscinetto:
1. Sfera
2. Rullo cilindrico;
3. Rullino;
4. Rullo conico;
5. Rullo a botte simmetrico;
6. Rullo a botte asimmetrico.
Le gabbie impiegate per guidare gli elementi volventi disi devono adattare al tipo di cuscinetto volvente in cui sono
inserite. In particolare si usa definire i seguenti tipi di gabbie:
1. Radiali rigidi a sfere;
2. A sfere a contatto obliquo;
3. A rulli conici;
4. A rulli cilindrici.
Alloggiamento delle gabbie:
Ci sono 3 diverse tipologie di guida:
Come nel caso di tutti gli organi rotanti, anche nel caso dei cuscinetti è importante distinguere le varie tipologie di carico
(costante o variabile nel tempo). Si consideri il caso più frequente in cui una pista è ferma e l’altra è in movimento (per
esempio nel caso di un accoppiamento albero-cassa). Considerando quindi un riferimento fisso (la cassa nel caso citato
in precedenza), i carichi sui cuscinetti possono essere:
Costanti (peso proprio o spinte di ingranamento), in questo caso i carichi sono costanti per la pista fissa e rotanti
per quella mobile;
Variabili (sbilanciamenti, disassamenti), in questo caso i carichi sono costanti per la pista mobile e rotanti per
quella fissa.
Si considerano le tipologie di accoppiamento radiale albero-
cuscinetto-cassa. La classificazione è data in dipendenza della
tipologia di funzionamento della macchina:
Anello interno rotante ed anello esterno fisso, in
genere si preferisce un accoppiamento radiale con
gioco tra anello esterno e cassa, e con leggera
interferenza tra anello interno ed albero;
Anello esterno rotante ed anello interno fisso, in genere si preferisce un accoppiamento radiale con gioco tra
anello interno e parte fissa, e con leggera interferenza tra anello esterno e parte rotante.
È fondamentale prevenire o limitare al minimo i possibili strisciamenti tra gli anelli del cuscinetto e le superfici degli altri
organi, anche considerando la tipologia di carico applicato.
Nell’accoppiamento tra cuscinetto e organi risulta fondamentale considerare la forma
dell’alloggiamento. In particolare bisogna fare attenzione ai raggi di raccordo e alla
dimensione degli spallamenti. La scelta del cuscinetto deve considerare in primo luogo la
capacità di sopportare i carichi che vengono generati dalla parte fissa e mobile della
macchina. In particolare è importante la resistenza alle spinte assiali e radiali. 24
Nella scelta del cuscinetto è anche importante considerare la
possibile rotazione al vincolo calcolata. I cuscinetti infatti ammettono
delle rotazioni, ma esse sono limitate a seconda della tipologia.
Nella scelta del cuscinetto è anche importante considerare la possibile
rotazione al vincolo calcolata. I cuscinetti infatti ammettono delle
rotazioni, ma esse sono limitate a seconda della tipologia.
La scelta dei cuscinetti è fatta a catalogo, ossia si sceglie nel catalogo del produttore la tipologia più adatta
all’applicazione.
La classificazione viene fatta secondo le norme ISO:
ISO 15 per cuscinetti radiali, esclusi quelli a rulli conici e a rullini;
ISO 355 per cuscinetti a rulli conici; CUSCINETTI VOLV A RULLI CILINDRICI
ISO 104 per cuscinetti assiali.
ISO 15 ISO 355
I cuscinetti volventi sono sottoposti a carichi che li possono portare a cedimento con conseguenze anche catastrofiche
per la macchina in cui sono montati. Risulta quindi importante poter valutare la durata dei cuscinetti e relazionarla a
quella prevista per la macchina. Si fa riferimento alla norma ISO 281, ma molto spesso i costruttori presentano
rielaborazioni delle metodologie secondo la propria esperienza. E’ quindi importante distinguere tra due tipologie di
carico:
Carichi statici (cuscinetto fermo o con limitata mobilità) per cui ci si limita ad una verifica di cedimento statico;
Carichi dinamici (almeno una pista dei cuscinetti in moto) per cui è necessario effettuare una verifica a fatica.
La verifica statica del cuscinetto viene fatta prendendo in considerazione le seguenti definizioni:
P è il carico statico equivalente, che riassume cioè tutti i carichi agenti sul cuscinetto;
0
C è la capacità di carico statica, ovvero il carico limite sopportabile dal cuscinetto. Nel punto maggiormente
0
sollecitato, tale carico limite comporta una deformazione plastica complessiva tra corpo volvente e pista di
rotolamento di circa 1/10000 del diametro del corpo volvente;
Il fattore di sicurezza a carico statico risulta quindi essere pari a
Il valore del carico statico equivalente P viene definito come:
0
Risulta importante definire un carico equivalente in quanto in generale si ha a che fare sempre con sollecitazioni di tipo
combinato (assiale + radiale).
Anche nel caso di verifica a fatica vengono definite diverse quantità:
L è la durata di base espressa in milioni di giri relativi tra le due piste, con una probabilità di cedimento del
10 25
10%;
C è il carico che consente una durata di 106 cicli per almeno il 90% dei cuscinetti provati;
P è il carico dinamico equivalente rispetto a tutti i carichi agenti sul cuscinetto;
La durata di base si esprime quindi come:
Il valore del carico equivalente P viene definito in maniera simile al caso della verifica statica, ovvero:
Tramite la formula precedente è possibile calcolare la durata di base di
un cuscinetto (figura a destra). La durata del cuscinetto può essere
espressa anche in ore e non soltanto in cicli. Considerando una velocità
di rotazione n espressa in giri/minuto, in un’ora il componente rotante
compie 60·n rivoluzioni, di conseguenza ciò si traduce nel fatto che il
cuscinetto compie 60·n cicli (nell’ipotesi che una delle piste sia ferma e
l’altra rotante). La durata in ore quindi vale:
La durata di base calcolata è riferita a condizioni di prova, bisogna riportarsi quindi in condizioni di utilizzo dei cuscinetti.
Viene calcolata una durata corretta tramite la seguente espressione:
Che esprime la durata in milioni di cicli per una affidabilità del (100-n)%.
La richiesta di una affidabilità diversa da quella per cui i valori di base
sono forniti incide sulla durata corretta. In particolare più alta è la
richiesta di affidabilità e minore sarà il numero di cicli garantito.
In generale la norma ISO distingue il contributo degli altri due coefficienti, ovvero quello legato ai materiali e quello
relativo alla lubrificazione. E’ importante però notare come questi due contributi siano strettamente connessi tra di
loro. Infatti la funzione del lubrificante è anche quella di asportare il calore che si genera nel cuscinetto e l’aumento
della temperatura risulta fondamentale per la valutazione della resistenza dei materiali alla fatica da contatto e all’usura.
E’ in questa ottica che tra i costruttori di cuscinetti (soprattutto europei) si è scelto di riunire il contributo di a2 ed a3 in
un solo coefficiente a23:
Di seguito() vengono riportate varie tipologie di cuscinetto ed i
relativi carichi sopportabili.
Di seguito() vengono riportate varie tipologie di cuscinetto adatte a sopportare
carichi eccentrici rispetto al cuscinetto (a sinistra) e disallineamenti (destra).
Di seguito() vengono riportati alcuni schemi di
cuscinetti. 26
Di seguito() vengono riportate alcune soluzioni di bloccaggio per i
cuscinetti. Di seguito vengono riportate tre soluzioni per la lubrificazione dei
cuscinetti: a bagno d’olio (a sinistra), con circolazione d’olio
(centro) e con getto d’olio (a destra).
Le cinghie di trasmissione servono per trasmettere la potenza da un albero ad un altro albero, di norma gli assi dei due
alberi sono paralleli. Le cinghie di trasmissione consentono di trasmettere potenze anche elevate.
TIPOLOGIE DI CINGHIE:
Le cinghie di trasmissione si dividono nelle seguenti
categorie: 27
Patte:
o materiali: cuoio o tessuti (cotone, seta, poliammide);
o rendimento: alto per struttura composita con materie plastiche, cuoio ed elastomeri;
o impieghi: potenze e velocità elevate, ammessi slittamenti;
Tonde:
o materiali: cuoio, elastomeri, materie plastiche;
o impieghi: elevata flessibilità, pulegge su piani differenti;
Trapezoidali:
o classiche o tipo stretto (standard europeo o americano);
o impieghi: trasmissioni generiche, utilizzo diffuso;
scanalate:
o nervature longitudinali, trapezoidali multiple;
sincrone:
o denti a profilo trapezoidale;
o denti a profilo curvilineo;
o materiali diversi per elementi di
trazione e per i denti;
o con denti su entrambi i lati.
Le principali caratteristiche delle cinghie piatte
sono:
hanno subito una più lunga evoluzione;
di cuoio graffate con punti metallici;
cinghie di nastro di gomma chiuse con adesivi;
cinghie tessili prodotte già chiuse;
cinghie composte di vari materiali per trazione elevata e buona aderenza;
cinghie chiuse vulcanizzate con apparecchi appositi;
impiego ancora attuale del cuoio al cromo per silenziosità e coefficiente d’attrito;
impieghi abbastanza frequenti in vari tipi di macchine.
Le principali caratteristiche delle cinghie trapezoidali sono:
cinghie avvolte con elementi tessili in cotone;
cinghie con elementi tessili rivestiti di gomma;
cinghie con fasci di corde inglobati nella gomma;
cinghie ad elevata compattezza a V stretto;
attuale: elementi tessili resistenti a trazione con fibre di poliestere.
Le principali caratteristiche delle cinghie scanalate sono: uniscono
i vantaggi delle cinghie piatte e delle trapezoidali; a pari larghezza
hanno altezza pari alla metà delle trapezoidali normali; minima
massa ed elevata velocità periferica.
Le principali caratteristiche delle cinghie scanalate sono:
intermedie fra cinghie e catene; corde di fibra di vetro, od anche
di kevlar; parte dentata con rilievi rivestita di poliammide con
elevata resistenza all’usura; a fermo la tensione della cinghia può
essere ridotta quasi a zero; esigono alberi con elevato
parallelismo per favorire la durata. 28
In prima approssimazione si può definire il rapporto di trasmissione come:
Tenendo conto anche dello spessore della cinghia:
Si consideri l&rsqu