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OBBIETTIVI:

A) MIGLIORARE LA CONSERVABILITA’ DEL FORAGGIO

Principio di conservazione: Sfruttare delle fermentazioni naturali che abbassino il pH, in modo da

diminuire i M.O (il principio è il pH basso)

A pH 4 vi è la crescita dei BATTERI LATTICI che abbassando ulteriormente il pH, resistendo all’elevata

acidità. Posso addizionare anche acido acetico, propionico, ma non ottengo la stessa cosa che sfruttando la

flora LATTICA che ha il vantaggio di sopravvivere a pH bassi.

B) MANTENERE IL VALORE NUTRITIVO DEL FORAGGIO FRESCO

C) RACCOGLIERE FORAGGI ALTRIMENTI NON CONSERVABILI (es.mais)

COME POSSO OTTENERE UN BUON INSILATO? :

Devo favorire la fermentazione LATTICA.

I batteri lattici preferiscono una condizione di ANAEROBIOSI. 

Di conseguenza nei vari processi devo fare in modo che ci sia un condizione di anaerobiosi al fine di

 

FACILITARE I BATTERI LATTICI che producono acido lattico che abbassa il pH.

Gli insilati sono nati da SAMARANI che ha scoperto che il m.o. potevano essere sfruttati positivamente, ed

ha ideato il metodo cremasco (conservare masse di foraggi senza contatto con aria in silos muniti di

coperchi).

FASI DELL’INSILAMENTO:

1) Taglio, (da terra) (20 cm da terra (o superiore) per il mais/ 3-5 cm per gli altri).

Vi sono momenti ottimali per la raccolta x insilamento: MAIS raggiunge c.a. 35% SS stq / CEREALI

20-30% / GRAMINACEE 18-20% / LEGUMINOSE preappassimento fino 30-50%

2) Trinciatura, (1-2 cm (mais) /3-7 cm (graminacee)/ più lunga o intera (rotoballe fasciate))

3) Trasporto veloce in azienda

4) Accumulata e compressata, per allontanare l’aria tra una particella e l’altra. La RESPIRAZIONE

cellulare continua fino all’esaurimento dell’ossigeno presente nella massa. All’insilamento il 70-80%

della massa è costituito da aria. In silo compresso ed ermetico ci è basso consumo di SS (0,1% SS e

innalzamento di 1°C) se la temperatura si alza ulteriormente di 5-10°C significa che entra altra aria.

LA RESPIRAZIONE INIZIALE è NECESSARIA PER OTTENERE l’ANAEROBIOSI, MA VA RIDOTTA AL

MINIMO.

Per OTTENERE L’ANAEROBIOSI è importante:

a) Trinciare correttamente

b) Comprimere molto e velocemente

5) c) Coprire, per evitare che entri l’aria, ricoprendo con film plastici (plastiche studiate in

modo per impedire il passaggio), compressione con teli e pesi (con utilizzo di piastrelloni di

cemento) e quindi stoccati in trincee (per le aziende con disponibilità) oppure rotoballe fasciate o

ancora SALAMONI (tubi lunghi con massa compressata).

COSA SUCCEDE DOPO QUANDO CHIUDIAMO?

Noi puntiamo sul fatto che i M.O abbiano la massima condizione favorevole per l’abbassamento del pH.

I batteri iniziano la loro attività.

I M.O. presenti sono: COLI, OMO E ETERO LATTICI, BUTIRRICI E PROTEOLITICI.

Importante è che i LATTICI ABBIANO IL SOPRAVVENTO.

La respirazione cellulare è importante perché aiuta l’allontanamento dell’aria utilizzando l’ossigeno poi in

assenza si ferma, facendo partire la fermentazione.

Dobbiamo EVITARE le FERMENTAZIONI dei batteri COLIFORMI, che FORMANO FORMICO, LATTICO e

BUTIRRICO.

Da EVITARE anche PROTEOLITICI, che portano la DISTRUZIONE delle PROTEINE con FORMAZIONE delle

AMMINE BIOGENE che formano cadaverina e putrescina.

Da EVITARE BUTIRRICI che portano FORMAZIONE di BUTIRRICO.

Ma FAVORIRE lo sviluppo degli OMO E ETERO LATTICI i quali FERMENTANO gli ZUCCHERI SEMPLICI e

formano LATTICO, ETANOLO e CO2.

Questi ultimi sono gli unici che vengono inibiti a pH di 3,5, mentre gli altri vengono inibiti a pH inferiori a

4,5.

Con MAGGIOR PRESENZA DI OMOLATTICI, avremmo un abbassamento di pH più veloce (che deve andare

da 7 del foraggio fresco a 3.5 in una settimana).

IL FORAGGIO SI CONSERVA MEGLIO QUANDO E’ POVERO D’ACQUA.

Più il foraggio è secco più ridotta è la necessità che si acidifichi.

[Principi biochimici dell'insilamento]

[Subito dopo lo sfalcio iniziano le reazioni biochimiche di tipo respiratorio dovute all'attività delle cellule

che rimangono vitali ancora per qualche ora. Questa respirazione cellulare produce anidride carbonica,

acqua e molto calore a scapito dei carboidrati solubili, non solo zuccheri semplici ma anche alcune

emicellulose, ed in parte delle proteine, con produzione di peptidi, aminoacidi liberi, ma anche ammoniaca,

che fanno aumentare la quota solubile delle proteine fino al 30-60% delle proteine totali. Per ovviare a

questo è quindi necessario stivare la massa raccolta il più presto possibile, comprimendola e coprendola in

modo da eliminare l'aria circostante e da far iniziare le fermentazioni anaerobiche quanto prima. La flora

microbica, che è naturalmente presente ed in numero cospicuo sulle parti vegetali, può proliferare

velocemente grazie alle sostanze che fuoriescono dai succhi cellulari e dai vasi. Subito dopo lo sfalcio

possono svilupparsi batteri, lieviti e muffe, aerobi stretti, che in competizione con la respirazione cellulare

tolgono ossigeno alla massa, e così facendo si autoinattivano per carenza di ossigeno. Successivamente

possono prosperare i batteri coliformi (o enterobatteri) che sono anaerobi facoltativi, e che producono in

prevalenza acido acetico ed etanolo oltre ad anidride carbonica, ma vengono inattivati al raggiungimento

del pH 4,5. Al contrario i batteri lattici, anch'essi anaerobi facoltativi, proliferano con rapidità a spese degli

zuccheri solubili, pur non essendo i più numerosi tra la flora epifita, e resistono bene anche sotto pH 4,0.

Inoltre la produzione di calore di fermentazione è minima ed il consumo di sostanza secca è scarso. I batteri

lattici si dividono principalmente in due categorie: quelli a fermentazione omolattica (quali Lactobacillus

plantarum, Streptococcus spp., Pedicoccus spp.) che producono due molecole di acido lattico partendo da

una di glucosio, oppure a fermentazione eterolattica (quali Lactobacillus buchneri, Lactobacillus brevis,

Leuconostoc spp.) che producono una molecola di acido lattico ed altri composti, come acido acetico, alcoli

ed anidride carbonica a partire da una molecola di glucosio. E' ovvio che i batteri omofermentanti risultano

più efficienti per una acidificazione più veloce della massa e quindi per l'abbassamento repentino del pH

che controlla così la capacità di conservazione del foraggio. Nel caso in cui la acidificazione fosse lenta o

insufficiente è possibile l'instaurarsi di un'azione fermentativa successiva da parte dei batteri clostridi, che

possono germinare dalle spore introdotte nella massa attraverso le contaminazioni con terra: i clostridi

butirrici (come Clostridium tyrobutyricum) producono acido butirrico ed anidride carbonica a partire da

glucosio ma anche da acido lattico, il tutto con una dispersione di calore notevole ed un forte consumo di

sostanza secca. Così i clostridi producono un deleterio innalzamento del pH ed un'azione di rigonfiamento

per la quale vi può essere contaminazione con l'aria esterna. Successivamente in condizioni meno acide

possono iniziare la loro azione i clostridi proteolitici (come Clostridium sporogenes) che degradano gli

aminoacidi in ammoniaca ed acidi grassi volatili, oltre che in ammine, che possono essere anche

responsabili di tossicità dell'insilato.]

Alcuni foraggi si insilano meglio a causa di:

- Presenza di ZUCCHERI SOLUBILI (+ ci sono meglio è)

- Dalla % SS alla raccolta

- Dal POTERE TAMPONE = la capacità di frenare l'abbassamento di pH (si misura in laboratorio: mg di

acido lattico necessari per abbassare a pH 4 un grammo di SS).

Es. MAIS: Contenuto SS elevato (circa 33% alla raccolta)

Zuccheri solubili SUL SECCO è 10%, sufficiente per far partire bene la fermentazione.

Potere tampone basso.

LEGUMINOSE:

Potere tampone TRIPLICA rispetto al MAIS.

La SS è c.a la metà rispetto al MAIS.

[Fattori che influiscono sull'insilamento.]

I fattori che influiscono positivamente sull'insilamento, intendendo con questo la possibilità di realizzare

insilati di buona qualità, sono i seguenti:

1 - il contenuto in zuccheri fermentescibili, che deve essere elevato. Questi zuccheri vengono fermentati,

principalmente dai batteri omo-lattici che producono acidi volatili, che a loro volta abbassano il pH della

massa fermentante e quindi permettono una conservazione ottimale;

2 - l'abbassamento del pH a valori sufficienti per mantenere stabile l'insilato: tale valore è dipendente dal

contenuto in sostanza secca della massa insilata. Tale valore di pH deve essere raggiunto il più

velocemente possibile per impedire la sopravvivenza di altri microrganismi dannosi all'insilamento perchè

eterofermentanti;

3 - a tale abbassamento di pH si oppone il potere tampone del foraggio, che dipende dal contenuto più o

meno elevato in acidi organici, in sali minerali ed in sostanze azotate della pianta da insilare. L'elevato

potere tampone della erba medica ed il suo relativamente basso contenuto in carboidrati solubili rende

difficoltoso il suo insilamento, a meno di un'aggiunta di additivi o ad un appassimento per aumentare il

contenuto in sostanza secca; al contrario il trinciato di mais dimostra la sua notevole capacità ad essere

insilato, grazie ai suoi bassi valori in potere tampone ed alti in zuccheri, e non necessita quasi mai di cure

straordinarie;

4 - l'epoca di taglio ha grande influenza poichè un foraggio sfalciato precocemente si presenta

generalmente molto umido e povero in sostanze fermentescibili, mentre un foraggio tagliato tardivamente

avrà un superiore contenuto in sostanza secca che lo renderà difficilmente comprimibile, impedendo quindi

una buona eliminazione dell'aria residua. Quindi il contenuto in sostanza secca è determinante per la buona

riuscita dell'insilato non solo per il suo rapporto con l'abbassamento del pH ma anche per la possibilità di

comprimere efficacemente la massa;

5 - l'inquinamento della massa insilata con terra può produrre contaminazione con spore di clostridi e

quindi permettere una fermentazione indesiderata di tipo butirrico, ed inoltre può aumentare il contenuto

in minerali, in particolare in argille, che innalzano il potere tampone della massa fermentante e quindi si

contrappongono al naturale abbasamento di pH;

6 - la riduzione della quantità di aria presente nella massa fermentante, ottenibile con una sufficiente

trinciatura del foraggio, un ottimo compattamento della massa durante il caricamento e la conservazione,

ed inoltre una buona copertura che impedisca il contatto con l'aria esterna, tutto ci permette una repentina

diminuzione della respirazione cellulare che procurerebbe una notevole perdita energetica ed un aumento

dannoso della temperatura dell'insilato; inoltre

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
91 pagine
7 download
SSD Scienze biologiche BIO/04 Fisiologia vegetale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pages di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Produzioni animali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Tamburini Alberto.