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Esigenza dell’epoca: far si che si creasse una nuova classe di consumatori

sensibili a una nuova qualità formale delle cose.

Behrens 1910: “l’industria ha la possibilità di creare cultura realizzando l’unione

dell’arte e della tecnica.

Il cinema, narrativa in movimento:

Prima pellicola proiettata in pubblico -> “La sortie des usines” dei Lumiere

1895. nel dicembre la proiettarono nel salon Indien vicino l’opera. la storia del

cinema si fa coincidere con questa proiezione .

L’origine della nuova arte si situa nel cuore di un complesso intreccio tra

immaginazione, tecnologia, produzione industriale e consumo di massa.

La tecnologia permetteva di creare illusioni. Melies = per primo uso’ la tecnica

della sparizione, della dissolvenza.

Il cinema, nato come semplice curiosità scientifca, colpi’ l’immaginazione di un

pubblico di massa che ne fece uno spettacolo capace di suscitare emozioni

diverse.

All’inizio poche sale destinate al cinema, poi con espansione luoghi di

proiezione, diviene fenomeno quotidiano e vede nascere nuove fgure

professionali: la fgura dell’autore risultava frammentata in un intrico di

specializzazioni: registi , attori, tecnici, scenograf, sceneggiatori..

Il pubblico del cinema era indifferenziato. e il cinema inizio’ a educarne le

modalità di percezione, i gusti, le tendenze.

La storia della televisione:

difficile decidere il punto di partenza. -Bakewell 1851 primo apparecchio per

scannerizzazione immagini -Baird 1925 trasmise a distanza in un centro

commerciale di Londra, alcune immagini ridotte a semplici sagome.

La fgura di Taynton, fattorino di Baird, 1925 fu la prima testimonianza della

traformazione delle cose in evanescenti fgure. è qui che inizia la storia non

della televisione, ma di un nuovo modello di informazione, documentazione,

racconto.

1930 prima rappresentazione teatrale per la televisione: Pirandello, L’uomo dal

fore in bocca La televisione annulla lo spazio (la distanza fsica tra la cosa e la

sua immagine) e annulla il tempo.

Pubblico della televisione= di massa, ma puo’ fruire della televisione in

maniera individuale.

La televisione ha da subito una forte natura industriale che ben si adatta in un

clima di capitalismo, ma ha anche una forte creatività che le permette di farsi

vettore di nuove energie estetiche.

La nascita del digitale:

1971 tre ingegneri dell’Intel condensano in un minuscolo frammento di silicio

una impensabile quantità di informazioni dando vita al primo microchip. Si

spalanca un nuovo mondo.

Tutte le arti trovano nuove soluzioni.

La paventata passività del soggetto dinnanzi allo strapotere della tecnica è

sconfessata dalla crescente cntralità dell’utente nella gestione delle prestazioni

digitali.

Cio’ che c’è di diverso è il tipo di libertà creativa. di fronte ad un mezzo digitale,

la creatività umana è vincolata dalle possibilità che il mezzo stesso ha.

cap.2) Il rifuto degli dei

Perchè si fa ancora fatica ad accettare le arti industriali come arte? in principio

fu il marchio della manualità, dell’artigianato, dell’utilità, dell’arte popolare a

segnare tutte le attività sospette di appesantire il puro diletto della creazione

con competenze inquinanti: l’orrore per la materia, il lavoro, la corporeità, la

funzionalità ha tenuto lontane dalle arti liberali perfno l'architettura.

il rifuto di tutto cio’ che attenta alla sacralità della vita ha una storia la cui

provvisoria conclusione è nella nostra cultura contemporanea.

L’inizio del rifuto è da ricercare in un’operetta enciclopedica e didattica del V

secolo di Marziano Capella: De nuptiis Philologiae et Mercurii. Marziano

condenso’ e classifco’ in un’allegoria le conoscenze del suo tempo creando un

modello per i secoli successivi.

Struttura narrativa:

Mercurio sposa Filologia e come dono le offre le arti del suo tempo:

Grammatica, Dialettica, retorica, aritmetica, geometria, astronomia,

musica. la sflata è una rappresentazione della cultura dell’epoca. Il

sistema dell’istruzione era basato sulle sette arti suddivise in quelle del

TRIVIO (grammatica retorica e dialettica) e quelle del QUADRIVIO.

pero’ nella cultura romana se ne avevano 9: architettura e medicina. in

Marziano non ci sono. e non ci saranno nei secoli successivi. come mai? quando

nel racconto giunge il turno di architettura e medicina, vista la noia di venere e

degli altri, Apollo dice: visto che queste due arti hanno cura delle cose mortali e

non hanno a che fare con il cielo, è il caso che le interroghi Filologia. Filologia

era la personifcazione della ragione umana di qui il marchio dell'architettura e

medicina come protagoniste nel mondo della storia e delle cose: erano le arti

del futuro destinate come la loro madrina ad avere radici nel mondo per

tendere alle stelle.

La distinzione tra arti liberali e arti meccaniche:

si snoda in un lungo percorso. La condanna alle arti meccaniche sembra

dissolversi solo con l’economia industriale.

nasceva una nuova fgura: l’ingegnere.

1818 Gran Bretagna: Istituzione degli ingegneri civili a cui veniva affidata l’arte

di indirizzare le grandi fonti di energia in natura a uso e convenienza dell’uomo.

l’ingegneria si concentra su come i fenomeni si presentano e sui modi per

riprodurli a piacere.

Con le industrie, la capacità di produrre meccanicamente, le opinioni di

dividono, frammentano, tra chi le rifutava categoricamente, chi invece ne

esaltava le potenzialità. -Morris -- recupero dell’artiginato -Carlyle -- difendere il

pezzo unico contro l’uniformità del prodotto industriale

-Bhoemiens -- disprezzo per il gusto borghese -Scapigliatura -Decadentismo

anche chi si opponeva alla tecnologia come i preraffeliti in realtà se ne serviva

es. si servivano della foto per le loro opere.

In generale permaneva l’antica diffidenza per le arti meccaniche, ma si

ammetteva l’impiego delle nuove tecniche in opere ispirate alla tradizione.

in Butler(scrittore 1835 London) c’era già la consapevolezza che la presenza

dei nuovi mezzi tecnici avrebbe modifcato la stessa struttura antropologica

dell’essere umano.

Arte e industria nel XX secolo:

nel 1800 si erano incrociate e specchiate, solo nel 1900 si ebbe vero binomio

arte e industria che divenne parola d’ordine del disegno industriale inaugurato

dal Bauhaus.

In Boccioni inizi 1900 --> quadro dove dietro donna macchina per cucire.

modernità. Canudo --> parlo’ del cinema come settima arte

il disegno industriale penetrava in tutte le elaborazioni, dal telefono

all’automobile, agli apparecchi domestici. nuove forme, nuove percezioni,

nuovo mondo.

Con l’avvento dei regimi totalitari architettura e cinema e radio furono assunte

per le loro potenzialità simboliche e la capacità di diffondersi capillarmente

nelle masse a mo’ di arma propagandistica.

Walter Benjamin vedeva nello sviluppo una involuzione che avrebbe portato

l’opera d’arte al livello della merce, ma sapeva che il gioco era piu’ complesso:

il modello della produzione industriale affondava le sue radici in una tecnologia

dalle potenzialità illimitate, che avrebbero dato vita a nuove modalità di

consumo e da questo radicale processo di strutturazione sarebbero nate nuove

forme capaci di rappresentare legittimamente il mondo e di evocare una nuova

bellezza.

L’età postindustriale:

Lo sviluppo della televisione, considerato democratico per eccellenza, ha

frammentato il concetto di massa imponendosi come forma di comunicazione

individuale, parcellizzata. ha comunque omologato i comportamenti, i

linguaggi, e le aspirazioni.

nell’universo della videosfera si è compiuto il passaggio dalla modernità alla

postmodernità.

l’antico e confittuale rapporto tra arte e industria si è moltiplicato nella

complessità di una piu’ puntuale relazione tra arte e tecnica digitale, nella

quale risulta difficile distinguere ruoli e competenze.

all’antico concetto di opera si è sostituito lo strumento: il pc, la tv, l iphone

danno il senso di una creatività che non si fssa mai in un risultato stabile e

defnitivo, ma fa riferimento solo alla tecnologia da cui scaturirà ogni forma,

ogni immagine, ogni comunicazione.

in questo nuovo sistema rientrano tutte le arti che sono state modifcate da

esso: l’architettura con la progettazione digitalizzata che ha consentito la

modellazione plastica degli edifci, la fotografa, il design divenuto inerattivo e

virtuale, il cinema, la musica,

Noi leggiamo il mondo e la sua storia attraverso le immagini che di essi

disegniamo, e le immagini del nostro tempo si compongono sempre piu’ in

fgurazioni digitalizzate, programmate, fantasmatiche.

Il rifuto degli dei:

il rifuto che nell'opera di Marziano sancì la condanna delle arti meccaniche, si

trasformò in età moderna, in un discorso ambiguo.

I contemporanei verso le arti industriali:

-da un lato entusiasti

-dall'altro grande repulsione

problema stava nella rivendicazione di una qualità estetica che appartiene

loro di diritto e la cui individuazione e valorizzazione é responsabilità dei nuovi

creatori.

Le arti industriali possono sopportare il rifuto degli dei nella misura in cui sono

esse stesse a rifutare l'estenuata divinizzazione dell'arte per rivolgersi a nuove

forme di rappresentazione dell'esistenza.

Le belle arti industriali I.

Nella Iconologia di Ripa 1593 la Bellezza = donna nuda con testa su nuvola

circondata da luce che in una mano ha un giglio nell'altra un compasso.

La bellezza era qualcosa che ti portava fuori dalla brutalità del quotidiano,

carica come quella donna di signifcati spirtuali (la luce = afato divino) (il

compasso = l'armonia ideale)

Oggi la bellezza si è fatta laica e mondana e non disdegna la materia, la

tecnica, la fruizione di massa.

Paul Souriau → inizio XX sec rifessione moderna sul nuovo stato dell'arte:

teorizzò una Beuté rationaelle: fece coincidere la bellezza con la perfezione e la

perfezione con la stretta congruenza tra le componenti strutturali dell'opera e

la loro fnalità.

Souriau esclude la possibilità di una gerarchia di valori, con un minimo di

qualità estetiche negli oggetti d'uso e un massimo nelle opere d'arte pura.

Egli constata che lo stesso principio di disinteresse si possa ritrovare anche in

uno strumento ben fatto e utile.

In pieno XX sec → il concetto di utilità ha

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Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
40 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lipperlì di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Produzione artistica e società industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Rusconi Paolo.