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INDIA

Secondo molti un altro protagonista del XXI secolo, l'India non ha seguito il modello sviluppista dei paesi confuciani ma è cresciuta grazie

al mercato interno e sui consumi (non sugli investimenti). Il nome India è legato al fiume Indo nel Pakistan, ed il suo nome in lingua è

Bharat, parola legata alla religione locale, l'induismo. Lo stato Indiano è nato nel 47 con l'India independent act che mise fine al

colonialismo inglese, conquista ottenuta grazie e Gandhi e Ali' Jinnah, e la divisione tra Unione Indiana e Pakistan musulmano, paesi tra

cui rimane grande tensione anche oggi. La civiltà dell'indo si sviluppò nel 2500 a.C. fu una delle prime civiltà urbane. Il territorio indiano

è una zona altamente isolata da confini naturali e climatici: l'Himalaya lo separa dalla Cina, le foreste e gli altipiani desertici

caratterizzano gli altri confini. Il clima è monsonico. La varietà naturale si accosta a quella etnica (neri, bianchi e gialli) e linguistica.

Attualmente c'è la divisione geopolitica tra India, Pakistan a ovest e Bangladesh a est, in cui sfocia il Gange, simbolo del paese. L'India

del nord è caratterizzata da una storica instabilità politica al contrario del sud, anche a causa della sua protezione orografica. La storia

di questa civiltà può essere divisa in 4 parti: fase Vedica (1400 a.C.­VII sec), medioevo Indù (fino al 1700) e colonialismo inglese (fino al

1947). La fase vedica è inizia con l'invasione dell'India settentrionale da parte di allevatori nomadi che imposero una rigida gerarchia

sociale (divisa in: sacerdoti e laici, guerrieri e principi, allevatori e mercanti, contadini.) e una religione basata sui Veda (testi sacri

antichi). I fini della gerarchia era preservare la razza degli ariana e i privilegi dei brahmani (sacerdoti e laici). Caratteristiche che già

facevano presagire connotazioni di ineguaglianza e separazione, al tempo rappresentati da 3 condizioni: superiorità della razza ariana,

della lingua sanscrita e della classe brahmana. La credenza nella reincarnazione fu un freno economico, a causa dell'ovvia passività

rispetto alla situazione personale. L'induismo nacque da una miscela tra credenze locali (Shiva e Visnù) e metafisica brahmana (Brahmà il

creatore); questa religione prevede pellegrinaggi ai fiumi sacri, cremazione dei defunti e feste stagionali, non ha una struttura ecclesiastica

ed molto particolare. Non ha il concetto di Dio come protagonista, non ha funzioni profetiche e ha subito diverse trasformazioni, una

flessibilità che ha spesso evitato persecuzioni e occupazioni. Il contrasto tra brahmanesimo filosofico e induismo popolare sfociò nella

nascita di due religioni che estremizzarono i due punti di vista: il buddhismo (rigetto del mondo per arrivare al nirvana, esterno al ciclo

delle nascite) e il jainismo (sofferenza personale, non violenza per ottenere la salvezza). Nel paese si alternarono popoli occupanti (arii,

persiani, greci, unni e mongoli) e le religioni predominanti (Buddhismo e Induismo); la cultura indiana è differente in tutto rispetto alle

altre: non ha mai tentato di conquistare territori (ma la religione si è diffusa spontaneamente), non ha bisogno di modelli da imitare (come

l'universalismo soft Cinese), da rigettare o invidiare (come il particolarismo Giapponese) o da sottomettere (universalismo occidentale). Il

buddhismo è una religione che si basa sulla fuga dal karma (insieme delle azioni compiute nelle vite precendenti, generato dalle intenzioni

e che crea il duhkha, uno stato di insoddisfazione) che determina la forma della vita successiva in base alla positività o alla negatività

fino al raggiungimento del nirvana, uno stato ineffabile al di là di tempo e spazio. Buddha (vero nome Gautama) fu il principe ricchissimo

di un piccolo regno; verso i 30 anni capì che tutto è un illusione dopo la vista dei mali umani (malattia, morte, povertà, vecchiaia); dopo

aver abbandonato il mondo per dedicarsi alla meditazione, raggiunse l'illuminazione che diffuse con tramite 4 regole: il duhkha è vita

come disagio esistenziale, è causato dall'attaccamento al mondo, può essere superato nel nirvana e esiste una via ad 8 stadi per superarlo

(caratterizzata dalla lontananza dagli estremi: vizio e morale rigida, formata da morale, meditazione e saggezza). Il Buddha non diede

importanza alla metafisica in quanto non porta all'illuminazione (conseguente ateismo), e giudica il filosofo un guerriero ferito che si

chiede chi è stato e come al posto che farsi curare (pragmatismo). La religione si diffuse con 2 scuole: il piccolo veicolo (tendenze rigide ed

elitarie, diffuso solo in Sri Lanka, Birmania e Cambogia) e il grande veicolo (salvezza di massa), che si diffuse in tutto il mondo sinico,

spesso segretamente, scomparendo invece in India a causa delle persecuzioni islamiche. Tutt'ora il buddhismo influenza i paesi orientali,

spesso in pluriaffiliazione religiosa in una coesistenza pacifica. Il primo regno musulmano indipendente fu invece Delhi, un sultanato che

poi si estese in tutta l'India del nord, imponendo il proprio dominio nelle città e accontentandosi di imposizioni fiscali sulle campagne

libere. I sultani fecero dell'India un punto commerciale e riuscirono ad evitare le invasioni di Genghis Khan e di Tamerlano, ma non quelle

(successive, 1500 circa) dell'impero di Moghul, un impero musulmano di bianchi tecnologicamente avanzati che crearono un clima di

tolleranza e di fusione tra Islam e Induismo. Gradualmente l'impero venne smantellato e arrivarono gli inglesi che iniziarono la

dominazione nel 1763, facendo nascere un sistema di predominio delle città sulle campagne, troppo povere per acquistare i prodotti delle

città e sottoposte al controllo discrezionale degli Zamindar (Landlords). L'India diventò un mercato per la Gran Bretagna, che otteneva

materie prime (juta, cotone) e mandò in esilio l'ultimo Gran Moghul: episodio che causò la rivolta dei sepoy, indiani reclutati nell'arma

inglese. Nel 1877 venne fondato l'Impero Britannico delle Indie, la punta di diamante di un immenso impero coloniale. Nel paese, la

borghesia indiana era esclusa dal potere politico ed economico; nacquero così correnti nazionaliste inizialmente insurrezionali e,

successivamente con Gandhi, pacifiste, che ottennero dal governo inglese la concessione dell'indipendenza per le assemblee provinciali.

Dopo la seconda guerra mondiale e dopo un'intensa attività di protesta, l'India ottenne l'indipendenza dividendosi in India e Pakistan

(paesi poi in conflitto per il Kashmir), mentre lo Sri Lanka divenne indipendente nel 1966 e il Bangladesh nel 71.

L'India moderna non è ancora un colosso dell'economia, un ritardo dovuto a vari fattori: colonialismo (non solo negativo: ferrovie,

industrie, diffusione lingua inglese), società di casta (rigidità sociale), tradizione e scelte politiche dei leader indiani dopo l'indipendenza,

rivalità religiose al suo interno. Dopo l'indipendenza Nehru, il successore di Gandhi, crea una democrazia parlamentare con una

costituzione (risalente al 1950) multiculturale e laica che prevedeva il suffragio universale, e un'economia socialista ma con la presenza

della proprietà privata (una via di mezzo tra USA e URSS) con forte protezionismo. Nehru era in disaccordo con la figlia di Gandhi sul

settore da privilegiare: industria pesante per il primo (per rafforzare il potere economico), agricoltura per la seconda (per aiutare i ceti

poveri). La riforma agricola avviene ma non aiuta particolarmente i ceti bassi. Negli anni 80 l'India entra in crisi economica e Indira

Gandhi viene assassinata da 2 sue guardie per la sua scelta di sospendere le libertà civili; le succede il figlio che ripristina le riforme

liberali, poi perfezionate dall'attuale primo ministro Singh, con un programma simile a quello di Deng Xiaoping: lo stato diventa da

interventista a semplice regolatore, si incentivano la proprietà privata e gli investimenti. Scelte che hanno permesso oggi di arrivare a un

tasso di crescita del 7% ancora, però, in una situazione di povertà diffusissima affiancata da grandi progressi tecnologici, informatici,

nucleari, farmaceutici, biotecnologici, spesso raggiunti in PMI. Particolarmente alto è il livello di istruzione, soprattutto scientifica, però

poco sfruttato dal paese, che rimane analfabeta per il 50%: si parla quindi di malsviluppo, con ricchezze disomogenee anche per zona: le

principali regioni sono Bombay, Delhi, Calcutta e Madras, costiere e sviluppatesi durante il colonialismo. L'agricoltura è incentrata sul

riso e gli spazi interni sono molto poco industrializzati; alle dinamiche coste si oppongono le frontiere terrestri chiuse e statiche. Insomma,

un paese dove si conosce internet ma anche il carro con i buoi. Inoltre, gli USA vedono con paura un eventuale triangolo Pechino­Dehli­

Mosca, e per questo hanno stretto relazioni di amicizia in funzione anticinese.

CARATTERISTICHE MONDO SINICO MODERNO

Cina e mondo sinico: performance collettiva, importanza del gruppo, dell'armonia e della gerarchia.

USA e occidente: performance individuale, importanza dell'azione, della libertà e dell'uguaglianza.

Queste sostanziali differenze si ripercuotono su moltissimi aspetti dei comportamenti umani.

Nel campo giuridico il mondo sinico predilige il diritto dello stato (penale e amministrativo), giudici moralisti e da molta importanza

all'etica, leggi comportamentali non scritte. Il mondo occidentale predilige invece il diritto del cittadino (civile e commerciale), giudici

impersonali, leggi specifiche a discapito dell'etica (in occidente sempre più spesso ci si rivolge al sistema giudiziario anche per problemi

risolvibili con la morale). Nel mondo sinico c'è il rifiuto del contrattualismo, il concetto di responsabilità collettiva e il rifiuto del processo

giudiziario (quando possibile), considerato riprovevole. I rapporti sociali nel mondo sinico sono verticali e gerarchici e c'è l'importanza del

ruolo più che della persona; inoltre è sempre consigliata la guanxi (raccomandazione) per apparire bene, data l'estrema importanza

dell'onore e del “non perdere la faccia”. Nel mondo orientale sono diffuse le reti familiari, professionali o regionali (associazioni con

funzione di assistenza) soprattutto tra le minoranze cinesi all'estero. Nonostante le situazioni politiche tra i vari paesi confuciani

(democrazia consolidata per il Giappone, democrazie giovani per Corea del Sud e Taiwan, stato autoritario a Singapore...) possiamo

sicuramente trovare punti in comune, come il forte sviluppismo interno (crescita del paese come priorità) opposto all'economicismo in

politica estera, la presenza di una burocrazia elitaria e meritocratica (che ha in mano il vero potere decisionale a differenza dei politici che

gestiscono il consenso ma che negli ul

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/14 Storia e istituzioni dell'asia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrolicini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Processi territoriali delle aree asiatiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Casti Emanuela.