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PARTE PRIMA: LA CONTROVERSIA SULLA GLOBALIZZAZIONE
1. Una riconfigurazione del potere politico?
La vita sociale contemporanea è associata per molti aspetti al concetto di stato moderno. Lo stato
infatti regola le condizioni di vita dalla registrazione della nascita fino alla certificazione della
morte.
Con l’avvento dell’era moderna in Europa si cominciarono a delineare due forme di regimi
politici, la monarchia assoluta e quella costituzionale, il continente sembrava assomigliare ad un
mosaico di poteri con molte sovrapposizioni.
Lo stato moderno emerse in Europa occidentale tra il XVIII e il XIX secolo, anche se le sue
origini vengono fatte risalire al Cinquecento. Centrale in questo sviluppo fu l’elaborazione del
concetto di sovranità, attraverso la quale si rivendicava la legittimità dell’esercizio del potere su
un territorio circoscritto. Gli stati moderni si sono sviluppati come stati-nazione (corpi politici a
prescindere dai governanti e dai governati), dotati di una suprema autorità; le maggiori
innovazioni che definiscono la tipologia di stato nazione sono la territorialità, il controllo
monopolistico della violenza, la creazione dei una struttura impersonale del potere politico e la
rivendicazione della propria legittimità. Il consolidamento del potere politico dei principali stati
europei è parte di un processo che ha visto la creazione di un sistema internazionale di stati.
Solo alla fine del XX secolo il moderno ordine internazionale è diventato veramente globale,
perché è stato solo con il dissolvimento di tutti i grandi imperi (Europa, America e Russia) che
molti popoli sono entrati a far parte della società degli stati come comunità politicamente
indipendenti.
Il momento più significativo nello sviluppo del moderno sistema degli stati-nazione è stato
raggiunto alla fine del Novecento ed è stato sostenuto e rafforzato dalla diffusione di nuove forme
multilaterali di coordinamento e cooperazione internazionale, con organizzazioni come le Nazioni
Unite e nuovi regimi normativi come quello della difesa dei diritti inviolabili dell’uomo.
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per quanto limitato possa essere il controllo dello Stato esercitato sui propri territori, dovuto alla
configurazione sempre maggiore di organizzazioni sovrastatali, gli stati sono generalmente pronti
a difendere la propria sovranità e autonomia. Le implicazioni sul piano internazionale di una
visione dello stato come unità fondamentale del sistema politico sono state esplorate in modo
sistematico dai teorici del “realismo” nell’ambito della teoria delle relazioni internazionali. Nel
contesto di un sistema statale globale, il realismo concepisce lo stato come un’entità unificata il
cui obiettivo primario è la promozione e la difesa dei suoi interessi nazionali. Lo stato è quindi
uno strumento per garantire l’ordine interno e internazionale attraverso l’esercizio del potere
nazionale. Uno stato potente, in questo caso una potenza egemone, deve agire per mantenere la
sua posizione e difendere i propri interessi nazionali. Questa interpretazione rafforza un
atteggiamento critico nei confronti della tesi secondo cui in un sistema di stati sovrani si possono
realizzare sia un’autentica cooperazione globale, sia solidi accordi internazionali.
L’estensione crescente delle reti politiche e delle attività transnazionali, fanno si che le decisioni
e le azioni politiche adottate in una parte del mondo possano acquisire rapidamente ramificazioni
a livello mondiale. A questa “dilatazione della politica” si associa un’intensificazione o un
approfondimento dei processi globali tale che l’ “azione a distanza” permea ormai le condizioni
sociali e le sfere cognitive di luoghi e comunità specifiche. Di conseguenza, sviluppi a livello
globale possono acquisire quasi istantaneamente rilevanza locale e viceversa.
La politica globale oggi non è solo ancorata alle tradizionali questioni geopolitiche, ma anche a
una pluralità di problematiche economiche, sociali ed ecologiche.
Nazioni, popoli e organizzazioni sono poi collegati da molte nuove forme di comunicazione, che
oltrepassano i confini. La rivoluzione digitale ha consentito connessioni praticamente istantanee
da una parte all’altra del globo che, unite alle tecnologie esistenti, hanno radicalmente modificato
la natura della comunicazione politica. la rilevanza di questi sistemi, va ben oltre questo; essi
sono infatti di importanza fondamentale per poter organizzare l’azione politica a distanza. Molti
fenomeni tra i quali il rapido emergere di organizzazioni e di regimi politici internazionali,
testimoniano questa trasformazione.
L’aspetto che ha maggiormente contribuito a dare agli stati-nazione una comunione di intenti e
una finalità, ossia la sicurezza nazionale, e che è stato al centro stesso della moderna nozione di
stato, oggi può realizzarsi in modo efficace solo se gli stati-nazione si uniscono e condividono tra
loro le risorse, le tecnologie, i cervelli, il potere e l’autorità. Con la crescita delle interconnessioni
globali, l’arco delle scelte politico-strategiche disponibili per i singoli governi e l’efficacia di molti
strumenti di policy tradizionale tendono a ridursi.
2. Il destino della cultura nazionale
Prima del sorgere delle nazioni e degli stati nazionali, la maggior parte degli scambi e delle
comunicazioni culturali avvenivano tra le élite o solo ad un livello locale o comunque ristretto.
Tra la corte ed il villaggio c’erano poche interazioni e per lungo tempo e per la maggioranza delle
persone la vita e le abitudini quotidiane sono rimaste fondamentalmente inalterate. Durante l’
800 si è assistito al convergere di questi due poli di estremi all’interno di una nuova forma di
identità culturale.
Le condizioni che sono alla base della creazione dello stato moderno sono state spesso le stesse
che hanno generato il sentimento nazionale, infatti, per reperire le risorse umane e finanziarie
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necessarie, i governanti si sono visti costretti dalla centralizzazione del potere a dipendere dai
loro stessi sudditi. In particolare, sono state soprattutto le esigenze militari amministrative dello
stato moderno a “politicizzare” le relazioni sociali e molte attività quotidiane: è accaduto così che
la gente è diventata cosciente della propria appartenenza a una più vasta comunità politica con
un destino comune.
Il consolidamento dell’idea di nazione e di nazionalità è stato determinato da molti fattori:
• la creazione di un’identità nazionale al fine di legittimare la crescita del potere dello stato e
delle sue politiche;
• l’introduzione di un sistema di educazione di massa e creazione di un quadro di riferimento
comune, fatto di idee, significati e consuetudini;
• la diffusione della storia, dei miti e dei rituali nazionali, grazie allo sviluppo delle
comunicazioni di massa;
• il consolidamento di una identità etnica attraverso l’elaborazione di un senso storico della
patria ed il radicarsi di memorie condivise.
Anche nel caso in cui la creazione di un’identità nazionale è stata il frutto di un esplicito
progetto politico portato avanti dalle élite, esse non hanno “inventato” una nazione ove questa
non c’era: molte nazioni sono state costruite sulla base di un fondamento etnico di origine
premoderna, i cui miti e memorie, valori e simboli hanno disegnato la cultura e i confini di quelle
entità nazionali che le élite moderne sono poi riuscite a costruire.
Gli stati sono delle reti complesse, fatte di istituzioni, leggi e abitudini: assicurare e stabilizzare il
proprio ambito di autorità su un territorio delimitato è stato perciò il frutto di un processo lungo
e difficile.
Il concetto di nazione implica una collettività che condivide un comune sentimento di identità ed
un comune destino politico, ma i contorni di questa collettività, basati su elementi culturali,
linguistici e storici sono assai fluidi e plasmabili e possono finire per generare forme diverse di
relazione ambigue con gli stati.
La forza che lega gli stati alle nazioni è il nazionalismo: esso descrive sia i complessi legami di
fedeltà culturale, sia il progetto politico che ha come obiettivo la costruzione di uno stato nel
quale una data nazione risulta dominante. La rigida delimitazione dei confini degli stati moderni
ha finito però per incorporare al loro interno una varietà di gruppi etnici, culturali e linguistici,
caratterizzati da orientamento e fedeltà diversi tra loro. Il nazionalismo alla fine dell’ 800 e nel
‘900 è stata la forza che ha sostenuto e rafforzato la formazione dello stato mentre in paesi
multietnici ha finito per riformularla.
Il sorgere delle nazione, del nazionalismo e degli stati nazionali ha portato all’allineamento della
vita culturale all’interno di confini nazionali e territoriali ben definiti: grazie alla forza dell’idea
adì nazione, la nozione di cultura nazionale e quella di nazionalismo si sono diffuse in tutto il
mondo contribuendo ad alimentare i movimenti d’indipendenza nazionale e a cementare quello
speciale legame che unisce cultura, geografia e libertà politica.
Le ragioni degli scettici:
• la lotta per l’identità nazionale e per la creazione degli stati nazionali è stata tanto intensa che
è in dubbio che queste forme politiche possano essere in qualche modo intaccate dalle forze
transnazionali ed in particolare dagli sviluppi della cosiddetta cultura globale di massa;
• dato che le culture nazionali hanno al centro dei propri interessi il consolidamento delle
relazioni tra identità politica, autodeterminazione e potere dello stato, esse sono ancora e
continueranno ad essere fonti estremamente importanti di direzione etica e politica;
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• le nuove reti di comunicazione elettronica e la tecnologia informatica che si diffondono in
tutto il mondo, aiutano ad intensificare le forme e le radici tradizionali della vita nazionale,
rafforzando così la loro influenza ed il loro impatto.
• mentre i nuovi sistemi di comunicazione possono mettere in contatto culture e persone tra
loro molto distanti, essi portano anche ad una maggiore consapevolezza della diversità e , in
particolare, delle incredibili varietà di stili di vita e orientamenti di valore. Anche se questa
consapevolezza può agevolare la comprensione fra culture diverse, essa porta spesso
all’accentuazione di tutto quanto è particolare accrescendo ulteriormente la frammentazione
della vita culturale.
• se è vero che i nuovi sistemi di comunicazione possono generare un loro proprio linguaggio,