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- POSSO AVERE SFORZO DI TAGLIO SULLE PARTICELLE CHE SONO SOTTOPOSTE A
SFORZI ELEVATI E SI POSSONO DANEGGIARE
- PIASTRE: LIMITAZIONE DELLA PRESSIONE E QUINDI BASSA VELOCITA DI FLUSSO
DEL PRODOTTO ALL’INTERNO DELLO SCAMBIATORE CON POSSIBILITA DI
FORMAZIONE DI FOULING E POSSIBILITA DI TRATTARE SOLO LIQUIDI POCO
VISCOSI. DEVO CALCOLARE BENE IL TASSO DI ESPANSIONE DEL PRODOTTO NEL
TRATTAMENTO TERMICO PER EVITARE PRESSIONI TROPPO ELEVATE CHE
POSSONO DEFORMARE O ROMPERE LE PIASTRE E PUNTI DI SALDATURA.
- TUBOLARI: DIFFICOLTA ISPEZIONE INTERNA IMPIANTO E RIMOZIONE DI
EVENTUALE FOULING. MINORE FLESSIBLITA, SERVONO PIU SCAMBIAORI PER PIU
PRODOTTI
- RASCHIATI: COSTI INIZIALI ELEVATI PER ACQUISTARE PRODOTTO, COSTO
OPERATIVO ELEVATO, NO POSSIBILITA DI RECUPERO ENERGETICO
Nel latte sterilizzato in contenitore posso applicare diverse tecnologie di processo:
- Batch: prodotto sterilizzato a batch dopo il confezionamento usando autoclavi in cui si
inseriscono i prodotti in cesti che vanno in autoclave. Il prodotto rimane il tempo necessario e poi
si scarica e rafffredda. Possono essere statiche o rotanti (effettuare rotazione del prodotto per
creare rimescolamento nel contenitore e avere uno scambio piu omogeneo). Un autoclave rotante
ha senso per prodotti liquidi o con una parte liquida. Si fa un preriscaldamento del prodotto per
evitare shock termico. Il trattamento è a T comprese tra 110 e 120 gradi tra 15-40 min in funzione
di parametri quali dimensione del contnitore.
- Sistema continuo: sterilizzatore idrostatico verticale in cui il prodotto entra tramite in asse
trasportatore, si ha una prima sezione di pre riscaldamento e poi quella centrale di trattamento ad
elevate T. In uscita si ha passaggio in colonna di acqua fredda che raffredda e poi il prodotto va
verso esterno. Le due colonne laterali servono per controbilanciare la pressione interna. La durata
è di 20-30 min a 115-120 gradi e tenendo conto del pre riscladamento e raffreddamento si arriva
a 60 min.
- Sterilizzatore continuo orizzontale: sistema di alimentazione di carico e scarico negli impianti.
Una valvola rotativa introduce il contenitore nella zona di sterilizzazione e per bilanciare
pressione che si crea nella camera di sterilizzazione. Il tragitto è spirale e il tempo di percorrenza
sarà detmerinato dalla velocita con la quale scorre il nastro. Il ciclo è generalmente piu breve
perche si ha minor pre riscaldamento oo raffreddameto, durata 30-35 gradi con fase calda 132
140 gradi per 10-12 min.
Effetti del trattamento termico sul latte:
Processi lezione 14
29/10
Vegetali surgelati:
Decreto legislativo 110 del 1992 è importante perche include la definizione di prodotto
surgelato, le caratteristiche delle materie prime, le lavorazioni, gli additivi permessi,
indicazioni sulle temperature e la parte relativa ad etichettatura. Tale decreto è attuazione
della direttiva 89/108/CEE in materia di alimenti surgelati per alimentazione umana. La
parte di etichettatura è stata aggiornata dal decreto 1169 del 2011 che riporta alcune
specifiche per i prodotti congelati e surgelati e rientra nelle legislazioni che trattano questo
prodotto.
Decreto ministeriale 493 del 1995 legato al trasporto, mantenimento della catena del
freddo, e controllo delle temperature dei prodotti… dando dei metodi su come effettuare
campionamento e come effettuare analisi per controllo delle temperature. Riporta
caratteristiche tecniche delle strumentazioni da usare nel valutare la temperatura.
Entrambi i decreti sono decreti di attuazione di legislazioni che sono state emanate e che
sono valide in tutta la comunità europea. È una legislazione armonizzata, valida allo stesso
modo per tutti paesi della comunità europea.
Definizione di surgelato:
D.L. 110/92 art. 2
Per alimenti surgelati si intendono prodotti alimentari:
- Sottoposti ad un processo speciale di congelamento detto surgelazione che permette di
superare con la rapidità necessaria in funzione della natura del prodotto la zona di
cristallizzazione massima e di mantenere la T del prodotto in tutti i suoi punti dopo la
stabilizzazione termica ininterrottamente a valori pari o inferiori a -18º. Speciale si
riferisce alla rapidità con cui avviene il processo e si ha una determinata velocità con cui
si raggiunge la cristallizzazione. Questa rapidità non è fissata in termini di tempo dalla
legge perche varia in base alla natura del prodotto. Nella vecchia legge c’era un termine
di tempo che è stato eliminato perche non ha senso ma varia in base alla dimensione del
prodotto. La zona di cristallizzazione massima è quella dove si formano i nuclei di
cristallizzazione, generalmente si intende l’intervallo di temperatura tra gli 0 e i -7 gradi.
Bisogna superare questa zona di temperatura il piu velocemente possibile. A queste
temperature si ha la formazione di cristalli, superata favorisco formazione di cristalli piu
piccoli. Tali prodotti sono da mantenere ininterrottamente a valori pari o inferiori a -18
gradi. È un riferimento di T preciso da rispettare lungo tutta la catena commerciale del
prodotto. In alcuni punti della catena sono permesse delle tolleranze di variazione di
temperatura.
- Commercializzati come tali
Nell’articolo 1 si definisce il campo di applicazione del decreto, si specifica che i gelati non
sono considerati alimenti surgelati. Questo perche durante la vendita non sono mantenuti
esattamente a -18º. Il gelato che si vende sfuso di solito sta a T comprese tra -14 e -15 gradi.
Diagramma di flusso per produzione di ortaggi e frutta surgelata:
Materia prima
Lavaggio
Cernita
Mondatura
Suddivisione
Calibratura
Scottatura fase sempre presente per i vegetali, puo non esserci per la frutta
Pre-raffreddamento
Surgelazione puo essere invertita con il confezionamento in termini di linea
Confezionamento
Conservazione
Le operazioni sono sempre le stesse, variano le applicazioni in base alla materia prima che
sto trattando. Si ha una fase di controllo di materia prima in tutti i fasi. A volte la cernita si
fa dopo il taglio o dopo la mondatura. Anche la sequenza delle operazioni si puo adattare
allo specifico prodotto che sto considerando o in funzione del layout dello stabilimento in
cui sto lavorando.
Nel decreto 110 articolo 3 si dice che
1. Le materie prime destinate ad alimenti surgelati devono essere sane, in buone
condizioni igieniche, adeguata qualità merceologica (definizione del prodotto deve
essere uguale all’etichetta) e devono avere necessario grado di freschezza. (il processo
tecnologico non migliora la qualità del prodotto)
2. La preparazione dei prodotti da surgelare e l’operazione di surgelazione devono essere
effettuate senza indugio mediante le attrezzature tecniche tali da contenere al minimo le
modifiche chimiche, biochimiche e microbiologico. (bisogna cercare di mantenere la
qualita della materia prima lavorando velocemente e con tecniche adeguate. Si preme
sulla rapidità di lavorazione che ha effetto sulla qualita finale del prodotto)
3. Le materie prime utilizzate nella produzione degli alimenti surgelati composti possono
essere sottoposte ad un precedente trattamento di conservazione e contenere additivi nei
limiti stabiliti dalla legislazione vigente per gli additivi. (alimenti che comprendono
ingredienti che sono stati trasformati in qualche modo. Se faccio un alimento composto
posso usare alimenti che sono stati trattati per conservazione e contengono additivi
perche per quella categoria è permesso.) (esempio pizza al prosciutto surgelata,
alimento composto dove nella produzione si usano additivi e conservanti nitrati e nitriti
acido ascorbico)
4. Nella produzione di alimenti surgelati composti è consentita aggiunta di additivi, ivi
compresi gli antiossidanti con esclusione degli additivi conservanti, nelle quantità
massime stabilite, per i corrispondenti prodotti non surgelati, dai decreti ministeriali.
(non devono servire i conservanti se parto da una materia prima fresca in buone
condizioni, devo garantire che parto da un prodotto di buona qualità! Posso usare
additivi come emsulniosanti o addensanti sempre in riferimento alla legge)
DOMANDA ESAME ILLUSTRARE PUNTI SALIENTI DELLA LEGISLAZIONE DEI
SURGELATI
È importante garantire un prodotto di qualità e il processo di produzione non deve
migliorare le caratteristiche qualitative. Bisogna considerare molti fattori differenti parlando
di qualità delle materie prime:
- Fattori agronomici: modalità di coltivazione influenzano la qualita della materia prima
come anche modalità e periodo di raccolta
- Specie e varietà: tutti si possono surgelare, ma in una stessa specie ci sono varietà che
son piu adatte rispetto ad altre.
- Fattori tecnologici: considero le fasi di lavorazione e quali varietà del prodotto sono
idonee o facilitano il processo
- Qualità sensoriale: devo dare al consumatore un prodotto piacevole da consumare e che
fornisca nutrienti
- Qualità nutrizionale
- Qualità microbiologica: prodotto deve essere sano a livello microbiologico per non
rappresentare un rischio per il consumatore stesso
Sono aspetti da considerare per la qualità delle materie prime!
Fattori tecnologici:
Per esempio il lavaggio —> se abbiamo spinaci a foglie lisce o rugose, il lavaggio avrà
effetti differenti. Sarà piu facile lavare quelli a foglie lisce perche si sporcano di meno e
trattengono meno lo sporco. Devo variare le condizioni di lavaggio a seconda del prodotto
perche devo ottenere sempre lo stesso risultato, posso usare piu acqua, tenere per piu tempo
a contatto il prodotto… adattare il processo in base al tipo di prodotto.
Denocciolatura —> nel caso delle pesche è importante che il nocciolo si separi facilmente
dalla polpa senza danneggiarla e che rimanga integro. I pezzi di nocciolo possono arrivare in
confezione e danneggiare il consumatore provocando fattori di rischio oppure possono dare
danni agli addetti alla lavorazione. La varietà incide molto sulla lavorazione.
Qualità microbiologica:
Pre requisito dei prodotti alimentari. Se nei trattamenti termici abbattiamo la microflora
patogena o alterante…in questo caso non si ha un vero abbattimento. Alcuni micro come i
gram — sono piu sensibili alle basse T e sono danneggiati fino alla morte, ma la maggior
parte dei micro è in grado di resistere e quindi permane nel prodotto in uno stato vegetativo
senza potersi riprodurre a causa delle T che non permettono loro di solvegere funzioni
metaboliche. Potrebbero ricominciare a proliferare in fase di scongelamento e avrei una
carica microbica non adeguata.
La fase di scottatura del processo è un rapido trattamento termico in cui si ha una bonifica
parziale del prodotto, ma che poi viene a contatto con superfici che