Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
UDIENZA PRELIMINARE
Si fronteggiano due principi contrapposti:
- Obbligatorietà dell'azione penale che deve essere controllata dal giudice
- Principio di separazione di funzioni per cui il giudice non può interferire oltre una certa misura con l'operato del PM
È una udienza in cui si discute di ciò che è stato fatto nelle indagini preliminari. Siamo nello svolgimento ordinario dell'udienza preliminare ex art 421.
C'è un ordine con cui le parti prendono la parola:
- PM
- Difensore parte civile
- Difensore imputato
L'ordine rispetta le cadenza dell'onere della prova:
- Costituzione delle parti
- Ammissione di atti o documenti ulteriori rispetto a quelli contenuti nel fascicolo o già depositati
- Esposizione del PM
- Dichiarazioni spontanee ed eventuale interrogatorio imputato
- Esposizione dei difensori delle parti private
- Conclusioni
- Decisione del giudice
Terminato questo svolgimento
ordinario dell'udienza preliminare, il giudice si trova ad una alternativa, effettuando un vaglio sulla completezza delle indagini: o ritiene che non vi sia spazio per ulteriori acquisizioni di materiale e ritiene di poter decidere allo stato degli atti - rinvio a giudizio/sentenza di non luogo a procedere oppure ritiene che non sia possibile decidere perché il PM ha svolto indagini incomplete: art 421 bis "ordinanza per l'integrazione delle indagini". Questo provvedimento costituisce un provvedimento interlocutorio. È una situazione diversa dalle indagini coatte disposte nell'udienza sull'archiviazione. Le indagini coatte costituiscono un provvedimento conclusivo: il PM svolge le indagini e poi torna libero; in questo caso no, il PM è obbligato a tornare in udienza non ha la possibilità di decidere. Il motivo è che l'azione penale è irretrattabile. Se dopo le indagini il PM si convince dell'innocenza dell'indagato,
chiederà la sentenza di non luogo a procedere con il principio di separazione delle funzioni perché il giudice va a sindacare sull'azione del PM. Questo è tuttavia accettabile perché il principio dell'azione penale è costituzionalizzato mentre quello della separazione delle funzioni no.
Il codice tra l'altro non pone limiti quindi secondo alcuni il giudice potrebbe anche emettere una nuova ordinanza di integrazione delle indagini.
Può darsi che il giudice ritenga che le indagini siano complete ma risulti prospettabile un esito liberatorio dell'udienza preliminare: articolo 422.
Il giudice può integrare le prove anche d'ufficio solo se si tratta di prove decisive per la sentenza di non luogo a procedere.
11 maggio '20
Quando il giudice non è in grado di decidere allo stato degli atti ci si chiede se il giudice possa direttamente disporre
L'integrazione probatoria (422) o se prima debba sempre e comunque emettere ordinanza per l'integrazione delle indagini al PM (421 bis). Su questo non c'è pieno accordo: a carico da un lato si dice che il giudice che cerca una prova ha una sola strada, quella dell'integrazione delle indagini; il giudice che vuole la prova agisce con il 422. Si ragiona così: se il PM avesse voluto raccogliere l'elemento a discarico l'avrebbe già fatto quindi non ha senso ordinargli l'integrazione delle indagini. C'è una diversa interpretazione secondo cui il giudice, prima di tutto, deve sempre colmare le lacune probatorie a carico o discarico con il 421 bis, questo perché nel sistema esiste il 358, che impone al PM di svolgere anche le indagini a favore. Solo se il PM, nelle indagini disposte dal giudice ai sensi del 421 bis, il giudice, tornati in udienza, si può avvalere del potere di disporre l'integrazione.
probatoria anche d'ufficio. L'articolo 422 parla di "assunzione delle prove di cui appare evidente la decisività ai fini del non luogo a procedere anche d'ufficio" -> dall'espressione "anche d'ufficio" si ricava che in realtà l'assunzione della prova liberatoria può essere richiesta anche su richiesta di parte (si tratterà della difesa). Non c'è un pieno diritto alla prova, il giudice potrebbe anche rispondere al difensore che doveva raccogliere quell'elemento in sede di investigazione difensiva. Se si procede a integrazione probatoria può trattarsi di prove dichiarative, consulenze di parte, perizie. In ogni caso l'imputato può chiedere di essere sottoposto a interrogatorio al quale si applicano gli articoli 64, 65. Nella norma sulle letture disposte in dibattimento, ex 514, il primo comma stabilisce che non può essere data lettura a meno cheNell'udienza preliminare le dichiarazioni siano state rese nelle forme previste dalle norme sull'esame incrociato - ricaviamo che si può anche procedere all'esame incrociato dei dichiaranti semplicemente a richiesta di parte. Terminata l'integrazione probatoria disposta dal giudice, ex 422 comma 3, il PM e i difensori formulano le rispettive conclusioni.
Se si presenta una delle ipotesi ex 392 (incidente probatorio) si può effettuare incidente probatorio in udienza preliminare? Il codice dell'88 non prevedeva niente a riguardo e la corte costituzionale affrontò una sentenza di legittimità delle norme sull'udienza preliminare. La corte ha affermato che l'incidente probatorio si può svolgere anche nel corso dell'udienza preliminare quando ricorrono i presupposti previsti dall'articolo 392: sia in casi di urgenza che a mera richiesta. Nell'integrazione probatoria non c'è un pieno diritto alla
prova (190) è il giudice che valuta se ammettere quella prova o meno, nell'incidente probatorio invece il giudice decide se ammettere o no una prova sulla base del parametro dell'utilità probatoria, si ha quindi un pieno diritto alla prova. Nell'integrazione probatoria, il potere di ammettere prove di ufficio si attualizza quando il giudice ritiene di non poter decidere, per l'incidente probatorio il parametro del giudice è costituito dalla presenza dei requisiti derivanti dalla situazione di non rinviabilità della prova. Nell'integrazione probatoria le prove da assumere devono essere decisive ai fini della sentenza di non luogo a procedere, mentre quelle da assumere in incidente probatorio possono essere a carico o a discarico. Le prove acquisite nel corso dell'integrazione probatoria saranno inserite nel fascicolo del PM, mentre quella assunta nell'incidente probatorio confluisce nel fascicolo per.Il dibattimento molto frequente nella prassi è che si svolga incidente probatorio in udienza preliminare. Accade spesso che si assuma la perizia di lunga durata. Accadeva anche di frequente che nell'incidente probatorio venisse effettuata la trascrizione delle intercettazioni con le modalità previste per la perizia.
Come si chiude l'udienza? Il giudice non è obbligato dalla legge a pronunciarsi se non può decidere allo stato degli atti. Il volto dell'udienza preliminare è molto cambiato dall'88 a oggi. Lo standard probatorio dell'udienza preliminare è disciplinato nella norma sulla sentenza di non luogo a procedere, articolo 425. Nell'88 si diceva che il giudice doveva pronunciare sentenza di non luogo a procedere nel caso in cui risultasse evidente l'innocenza dell'imputato: ipotesi in cui quindi il giudice poteva disporre il rinvio al giudizio anche quando risultasse possibile l'innocenza, o con un dubbio.
sull'innocenza. L'udienza preliminare nel codice dell'88 è come un filtro a maglie molto larghe contro le accuse azzardate. Questa impostazione non era affatto compatibile con la presunzione di innocenza. Nel '93 si è tolto il termine "evidente": si pronuncia sentenza di non luogo a procedere se risulta l'innocenza. Il vero cambiamento è arrivato con la legge Carotti, nel '99 (con cui si è introdotta "la sentenza di non luogo a procedere viene nell'integrazione probatoria): nel 425 si scrive che viene emessa se gli elementi acquisiti risultano insufficienti, contradittori o comunque non idonei a sostenere l'accusa in giudizio" quindi quando vi sono elementi tali da far ritenere prevedibile una condanna. Nel 2006 è stata codificata la norma sul ragionevole dubbio: articolo 533 si inizia allora a ritenere che questo criterio debba essere proiettato anche sulle decisioni precedenti, come quella.dell’udienza preliminare: quindi oggi il giudice, al termine delle indagini preliminari, devechiedersi se gli elementi raccolti risultino, ove confermati in dibattimento, tali da eliminare ogniragionevole dubbio.
Nonostante questo, anche dopo il 2006 continuavano a persistere delle incertezze: alcuniaffermavano che nell’udienza preliminare si dovesse valutare l’utilità del dibattimento, altriritenevano che nell’udienza preliminare si dovesse valutare se, alla luce degli elementi raccolti,il dibattimento poteva portare alla condanna o alla assoluzione. C’è un orientamento dellacassazione del 2016, secondo cui nell’udienza preliminare si devono effettuare entrambequeste valutazioni in un ordine logico e cronologico ben preciso:
1) Deve essere effettuata una prima valutazione diagnostica che comporta unadecisione di merito basata sulla serietà e fondatezza dell’accusa alla luce degli elementiraccolti nell’udienza