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Prioni

Nel 1967 S. Griffith intuì che alla base di alcune malattie del

sistema nervoso vi erano agenti infettivi privi di acidi nucleici e di

natura esclusivamente proteica (Protein-only).

Prusiner, ricercatore nel campo delle neuropatologie spongiformi

(distruzione di neuroni e conseguente morte) isolò tali agenti e li

chiamò Prion (Proteinaceus Infective Only Particle).

Interessatosi alla scrapie affermò che l’agente di tale neuropatia

fosse di origine esclusivamente proteica e dimostrò che il gene di

tale proteina prionica è presente nel genoma di tutti i mammiferi,

uomo compreso.

Il gene della proteina prionica è situato nel braccio p del

cromosoma 20. La normale proteina è detta PrPC (Prion Celate

Protein Cellular).Essa è probabilmente coinvolta nel trasporto di ioni

come il rame e nei processi di segnalazione cellulare o nella

formazione di sinapsi. È presente soprattutto nei tessuti nervoi e

presenta prevalentemente la struttura secondaria ad alfa-elica.

Viceversa, la proteina modificata, detta PrPSc, presenta

prevalentemente la struttura a foglietto ripiegato (più rilassata). Tale

struttura rende la proteina erroneamente ripiegata nociva per

l’organismo e resistente alle proteasi, dunque difficilmente

degradabile. I prioni si accumulano nei tessuti nervosi formando

piccole placche amiloidi e provocano la morte cellulare tipico

aspetto spongiforme del cervello.

Quando la PrPSc incontra una PrPC la trasforma irreversibilmente

facendole assumere la sua stessa conformazione.

Oltre alla scrapie, altre malattie da prioni sono:

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Scienze biologiche BIO/18 Genetica

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