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COME SI SVILUPPA UN’ANALISI STRATEGICA
Tutte le decisioni devono portare ad azioni; alla fine c’è un controllo sui risultati. Per portare
avanti una strategia bisogna fare prima di tutto un’analisi che motiva le decisioni prese.
Questa analisi deve far valutare la fattibilità di una decisione.
1. verifica preliminare della situazione aziendale
2. identificazione di eventuali asimmetrie
3. analisi di cosa sta succedendo in generale sul mercato—> analisi esogena—> anche
analisi della concorrenza
4. valutazione di potenziali strategie
5. analisi endogena (interno dell’azienda)
6. matrice swot
7. si decide per una tra le alternative
8. si valuta questa opzione dettagliandola e si capisce che azioni servono
Si parte da chi siamo, cosa stiamo facendo, com’è la situazione—> diagnosi strategica. Per
farla si usano le matrici di portafoglio, quella per eccellenza è la matrice BCG—> matrice
in cui l’azienda colloca i propri business o linee di prodotto in 4 quadranti. 4 tipologie in base
a 2 variabili: crescita del settore e quota di mercato. Crescita del settore si calcola in base al
cash che l’azienda genera rapportato al PIL del paese (se è superiore al pil allora ha un’alta
crescita, se è inferiore è in declino). Se appartiene ad un settore in crescita, ci si aspetta di
guadagnare dei soldi da quel prodotto, se appartiene ad un settore in declino ci si aspetta di
perdere soldi. La crescita del settore si lega anche a quanto bisogna investire in quel settore->
se il settore è in crescita e mi aspetto soldi, per poter guadagnare bisogna investire. Quota di
mercato (relativa al diretto concorrente): misuro il valore delle vendite di un prodotto rispetto
al valore delle vendite del mio diretto concorrente; se sono inferiore considero la mia quota di
mercato ancora bassa, se sono superiore considero di avere un’alta quota di mercato.
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La quota di mercato indica quanta liquidità un prodotto oggi dà, la crescita del settore dice
quanta liquidità potrà dare nel futuro e quindi se bisogna investire o no.
?: prodotti che al momento hanno alto potenziale (settore in crescita) ma l’azienda non ha alta
quota di mercato—> l’azienda al momento è debole sul mercato con questo prodotto. E’ un
punto interrogativo per l’azienda. Le alternative sono o rendersi conto che non si può
investire più di tanto e quindi disinvestire, oppure scommettere su quel prodotto per investire
(obiettivo così è dare la priorità a quel punto interrogativo purché diventi una stella).
Stella: settore di grande crescita e per la quale l’azienda ha un’alta quota di mercato. Questo
prodotto genera soldi che continuo a investire perché devo stare all’altezza.
Cash cow: prodotto che viene sfruttato e genera soldi ma appartiene ad un settore ormai in
declino. Non si investe in questi prodotti. I soldi che questi generano vengono usati per
sviluppare i punti di domanda e per tenere in alto le stelle.
Cane: quando non ho più domanda, non ho più quota di mercato, settore morente e dove non
si vende quasi nulla. In questo caso il prodotto va solo abbandonato.
La matrice multicriterio GE: sostiene che un’impresa può avere una piccola quota di
mercato ma anche un’elevata forza competitiva. Ci sono inoltre altri parametri che misurano
l’attrattività di un mercato, per esempio quel mercato risponderà in futuro a bisogni latenti.
Questa matrice usa tanti parametri per posizionare il business di un’impresa.
C’è anche la matrice della performance relativa: considera come parametri redditività
relativa e competitività relativa. La competitività relativa viene costruita rispetto alla
concorrenza. La redditività fa riferimento a quanto rende un mercato. Quando ho alta
competitività ma bassa redditività si hanno incoerenze esterne—> la redditività di quel
settore è bassa, ma io guadagno tanto—> dunque ci sono delle incoerenze. Quando invece si
hanno incoerenze interne, una possibile strategia d’uscita è creare delle specializzazioni di
nicchia.
Sempre la diagnosi si fa rispetto a chi opera sul mercato (guardando cosa fanno i
concorrenti); si sono 3 tipi di benchmarking= processo in cui vengono analizzate esperienze
di successo per fare qualcosa di simile. Si può guardare un concorrente (benchmark
competitivo), un non concorrente (benchmark non competitivo) o un collega (benchmark
interno).
Come si procede con un benchmark:
- si definiscono i fattori rilevanti da considerare per un confronto, capire come ha fatto
un’azienda per esempio a diminuire i tempi di consegna
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- si confronta la propria azienda con l’altra, si indagano a livello micro perché quell’azienda
è riuscita a fare certe cose
- si valuta se si può imitare l’altra azienda, o adattare quello che hanno fatto, o fare qualcosa
di meglio
SEGMENTAZIONE DEL MERCATO
Bisogna capire il mercato di riferimento specifico su cui si vogliono intraprendere delle
azioni; si delimita così l’ambiente operativo di riferimento. Segmentare= disgregare il
mercato in diverse aree omogenee con caratteristiche specifiche di domanda.
Dal mercato si taglia un pezzo e si definisce il macrosettore, al suo interno l’ASA (area
strategica di affari) e al suo interno un target. Il target va diviso in gruppi di clienti; si
definisce infine il posizionamento.
A seconda del prodotto o servizio, il mercato può avere un’ampiezza che sia tutto il mondo o
solo poche persone. Si parte dal mercato, e si parte dal definire il mercato avvalendosi di
alcuni indici di riferimento che operano a livello industriale una segmentazione per aree
settoriali di appartenenza.
Il mercato si può suddividere in diversi macro-settori; in Italia esiste una codificazione dei
settori, oppure può essere l’azienda stessa che distingue dei segmenti diversi.
Mondo dell’arredo: due grande aree—> home e living. Si può poi segmentare il mondo del
living in altri segmenti possibili. Per esempio si può scegliere di realizzare prodotti living di
lusso per coppie e famiglie benestanti. Si può ulteriormente segmentare quest’area di
business, distinguendo diversi gruppi di clienti—> coppie adulte, millennials, abitanti di città.
Posizionamento= come voglio essere percepito dal mercato.
Es. IKEA—> che posizionamento ha? Economico, accessibile. Il posizionamento è nella
percezione delle persone. Invece un’azienda come FAOMA nella nostra mente ha un
posizionamento altissimo; bisogna avere sempre come riferimento il segmento che si vuole
intercettare. Un’azienda come questa non ha neanche bisogno di far sapere che è diversa da
Ikea, nonostante siano tutte e due nel mercato dell’arredo; non hanno però niente a che fare in
termini competitivi. Hanno target di riferimento completamente diversi.
Il concetto di tecnologia non è assoluto, ma dipende da come ragiona l’azienda. Si potrebbe
usare come sinonimo di tecnologia lo stile. Oppure le tecnologie possono riguardare il tipo e
il livello di materiali usato. La matrice serve a orientarsi nella definizione del business, e
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business di
riferimento (ASA).
Questa matrice può
anche portare a
scegliere ed escludere
alcuni clienti. Il
business viene definito
incrociando i clienti a
cui ci si può rivolgere,
ma l’azienda decide
come segmentarli e
distinguerli.
ESEMPIO NESPRESSO
Funzioni (what) Clienti (who)
Tecnologie (how)
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I clienti possono essere suddivisi per età, per quantità di caffè bevuto, …—> noi facciamo
questa segmentazione perché siamo consumatori.
Le funzioni possono essere: energia, piacere, pausa, compagnia, aromi
Le tecnologie sono: macchinette/moka/cialde/solubile
Si potrebbe proporre una funzione d’uso multipla; a livello più generale per la suddivisione dei
clienti ci si può chiedere: clienti normali, organizzazioni, bar—> a livello più macro. Quindi
bisogna chiedersi anche come segmentare le organizzazioni—> per dimensione, tipologia,
reddito, quanti caffè vendono (se sono bar).
ASA= area strategica di affari
Una volta che viene definita l’ASA bisogna passare ai gruppi possibili di clienti—> e qui entra
le segmentazione che abbiamo fatto noi: età, quantità, occasioni d’uso,…Si arriva così ad
affinare il target ed escludere i clienti meno rilevanti.
L’ANALISI STRATEGICA
Bisogna analizzare domanda, mercato e consumatore, ma anche la CONCORRENZA.
Bisogna dunque capire chi sono i concorrenti e cosa stanno facendo.
Per farlo si usa lo strumento delle 5 FORZE COMPETITIVE (Porter)—> queste forze
agiscono nel rendere il contesto di mercato più o meno competitivo.
1. concorrenti diretti: fanno esattamente le tue stesse cose
2. entrate potenziali: concorrenti che oggi non sono tuoi competitor, ma che potrebbero
diventarlo un domani perché hanno una strategia di diversificazione, o perché decidono
di trasformarsi e rivitalizzarsi entrando in un nuovo settore
3. prodotti sostitutivi: concorrenti che portano avanti un’offerta che può sostituire la tua,
cioè che può soddisfare gli stessi bisogni ma in modo diverso (es. treno e aereo)
4. fornitori e clienti: possono portare avanti strategie di integrazione verticale—> i
fornitori decidendo di non essere solo fornitori ma di svolgere anche le attività che fanno
i loro clienti. E un cliente può decidere di fare un’integrazione a monte. Clienti e fornitori
possono anche influenzare la rivalità tra imprese se hanno un forte potere contrattuale.
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Questo modello va usato ma in modo aperto; infatti quando è nato c’era molta chiarezza tra i
settori, che oggi non c’è più. Ad esempio il settore della fotografia non è dominato da Kodak,
Canon, ma anche da chi produce i cellulari e altri.
La concorrenza serve a valutare l’attrattività di un contesto di mercato in cui si vuole
operare; questa attrattività è data anche dalla domanda e dal potenziale.
Quando si analizza la concorrenza, tutti non sono esposti allo stesso modo all’entrata di nuovi
concorrenti; questo dipende da quanto sono forti le barriere in entrata in un mercato. I tipici
elementi che formano barriere in entrata dipendono dal fatto che chi è già in un settore ha
economie di scala, mentre chi deve entrare ex novo in un mercato ha una produzione che gli
costa tantissimo non avendo economie di scala. Il secondo aspetto &