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TERAPIA
La patologia è generalmente diagnosticata da varie figure professionali: può succedere che un
soggetto va per un’anemia dall’ematologo, che suggerisce il test per la celiachia e la diagnostica,
oppure il soggetto fa una MOC per osteoporosi grave e dallo screening si vede che ha la celiachia,
oppure il soggetto va dal gastroenterologo per un problema gastroenterico e scopre di essere
celiaco.
Una volta che viene fatta la terapia, esistono dei centri per la gestione della celiachia, soprattutto
per i bambini, ed in questi centri ci sono grosse aree dedicate dalla nutrizione, e chi si occupa di
nutrizione potrebbe lavorare in queste strutture perché c’è molto lavoro da fare nella gestione dei
pazienti con la celiachia. Infatti l’unica dieta possibile è la dieta con esclusione del glutine, e deve
essere senza glutine e permanente (per sempre), ma soprattutto rigorosa, perché anche piccole
quantità di glutine possono riattivare una risposta immunitaria creando un quadro clinico non tanto
diverso dall’averne consumato una quantità superiore: già tra 10-50mg/die di glutine possono creare
danni.
Possiamo avere problemi nell’eliminare il glutine dalla dieta? No, il glutine ha uno scarso valore
nutrizionale, perché è povero di amminoacidi essenziali, e quindi possiamo tranquillamente
eliminarlo senza avere carenze nutrizionali importanti. Invece dal punto di vista tecnologico il glutine
è una proteina molto importante, perché fa sì che si determini una migliore struttura dell’impasto,
trattiene i nuclei di aria nell’impasto e nella lievitazione, e quindi rende il prodotto finito soffice con
la mollica alveolata (migliora le caratteristiche di palatabilità). Inoltre il glutine purificato viene usato
anche dall’industria come additivo.
Questo genera 2 problemi:
1. Togliere il glutine dagli alimenti significa creare degli alimenti di scarsa palatabilità problema
→
per chi mangia tutta la sua vita alimenti senza glutine
© Laila Pansera -65
2. Il fatto che possa essere usato come additivo fa sì che possiamo trovare tracce di glutine anche
dove non dovrebbe esserci, perché teoricamente lo dovremmo trovare solo nei cereali.
Infatti abbiamo delle fonti naturali di glutine, per cui diciamo che ci sono alimenti vietati, ma in realtà
dobbiamo stare attenti al suo utilizzo come addensante o additivo, alla contaminazione, perché
anche questo è un fatto importante: ci può essere il passaggio di piccole tracce di glutine nella catena
di produzione da un alimento all’altro, es. se negli stessi macchinari vengono fatti prima i biscotti di
farina di frumento e poi quelli di farina di riso. Questo è un problema anche della ristorazione
collettiva, o nei luoghi pubblici dove sono garantiti i prodotti senza glutine, es. pizzerie che fanno
pizza senza glutine: sembra una cosa banale, ma se non ho tutte le attenzioni nell’avere spazi o forni
separati, il rischio che ci sia una contaminazione è molto elevato, e per il soggetto che ha la celiachia,
anche la minima contaminazione è rischiosa per il mantenimento attivo del sistema immunitario.
Quindi tutte le preparazioni culinarie e i prodotti trasformati sono a rischio.
Per questa ragione quando il soggetto deve fare dieta senza glutine viene istruito a 3 livelli:
1. Alimenti permessi perché sono gluten free
2. Alimenti a rischio
3. Alimenti vietati.
Esistono prodotti sostitutivi che hanno aperto il mercato del MEDICAL FOOD: alimenti destinati al
celiaco e costruiti per essere privi di glutine, e anche forniti e garantiti al soggetto dal sistema
sanitario. I soggetti ricevono una quota per l’acquisto di pasta, pane, cracker, fette biscottate, etc,
gluten free. Inoltre esiste un prontuario fatto dall’Associazione Italiana Celiaci, in cui ci sono tutti
gli alimenti con la certezza che siano senza glutine (con la spiga barrata) o con claims che indicano
che sono senza glutine. Questo sito è ad accesso libero: per costruire la dieta per il celiaco non per
forza ipocalorica (dipende normalmente dal soggetto e bisogna stare attenti alle carenze di ferro e
nutrienti), gli alimenti che inserisco nel piano dietetico devono far parte dell’elenco degli alimenti
senza glutine
consentiti dall’Associazione Italiana Per La Celiachia. La scritta è posta in etichetta solo
dopo una concessione da parte del Ministero della Salute, che dà una specifica autorizzazione allo
stabilimento che produce l’alimento, per essere certi che lo stabilimento usi tutte le strategie di
evitamento della possibile contaminazione. Es. se dico che ho fatto uno yogurt, è abbastanza chiaro
che esso (sempre se non è ai cereali) dovrebbe essere un prodotto senza glutine, però se nello
stabilimento in cui produco yogurt nello stesso tempo ho altre linee dove ci possono essere fonti di
senza glutine senza
cereali, non sono certo di poter dire . Se voglio apporre sul prodotto in etichetta
glutine ci deve essere un’approvazione dal ministero che verifica che ci sia una condizione per cui
non ci sia la minima possibilità di contaminazione.
Oltre ad un massimo quantitativo negli alimenti che deve essere al di sotto dei 20ppm, abbiamo
l’elenco dei farmaci che i soggetti possono consumare, perché anche quella minima quantità di
glutine che potrebbe essere messa insieme all’amido nelle compresse come eccipiente per dare
© Laila Pansera -66
volume alla compressa è sufficiente per determinare nel soggetto celiaco la riattivazione del sistema
immunitario l’attenzione dev’essere veramente molto alta.
→
Gli alimenti naturalmente privi di glutine sono elencati in figura:
Ci sono poi i prodotti notificati, che sappiamo che sono privi di glutine (spiga
barrata); ci sono alimenti a base di cereali per tutte. le necessità. Sono alimenti nati
specificatamente per soggetti celiaci, che sono quelli che vengono dati attraverso
il Sistema Sanitario Nazionale.
Ci sono anche alimenti dietoterapici, che sono quelli sostitutivi.
Valutando le etichette nutrizionali, si vede che a parità di prodotto della stessa categoria gli alimenti,
gluten free hanno un contenuto calorico molto più elevato; questo dipende dalle caratteristiche
tecnologiche: per fare il pane privo di glutine serve un quantitativo di oli e grassi superiore rispetto
a quello che troviamo nell’analogo pane col glutine, per mantenere un certo livello di gradevolezza.
Per questa ragione molti dei pazienti che sono celiaci e iniziano a consumare alimenti per celiaci
tendono a passare da condizioni di lieve sottopeso a sovrappeso. Questo perché il contenuto
energetico che assumono con prodotti per celiaci a parità di quantità è molto più elevato. Per questo
è necessario fare un lavoro di educazione del paziente, per far capire che alimenti destinati a loro
hanno un quantitativo calorico molto elevato.
Nella malattia celiaca più grave che viene diagnosticata nel bambino esiste un grandissimo lavoro
per la gestione nella dieta, come succede anche nel diabete di tipo 1 o nelle malattie dove si ha una
limitazione dietetica importante, perché queste condizioni vengono solitamente ben gestite fino ai
12-13 anni, ossia fino a quando la gestione dietetica è familiare e può essere anche accompagnata
da una buona educazione familiare. La gestione della dieta diventa molto difficile nella fase
adolescenziale (12-20 anni). Su questo c’è grande spazio per lavorare sulla parte educazionale di
supporto, perché nel momento in cui questi ragazzi vogliono una certa indipendenza e cominciano
col desiderio di mangiare fuori con coetanei, tendono a mangiare liberamente. Nelle ragazze con la
© Laila Pansera -67
celiachia si ha un maggiore rischio di sviluppare disturbi alimentari di tipo anoressico, per motivi
probabilmente legati all’ossessione che viene sviluppata nei confronti del cibo dal momento della
diagnosi, che crea un vissuto molto sofferto. Oggi rispetto a 30 anni fa la situazione è molto più
facilitata, anche perché ci sono molti alimenti anche della grande distribuzione senza glutine, ci sono
anche molti luoghi pubblici dove si ha la produzione di alimenti senza glutine, ma è una grande
limitazione avere il pensiero di cosa poter mangiare o il dubbio che non ci sia niente per celiaci. In
sé, per il fatto che il glutine abbia un valore nutrizionale molto basso non determina grosse
problematiche di dieta, ma il problema più grande sono fattori di tipo comportamentale, quindi il
lavoro che c’è da fare è un’educazione del paziente e insegnare al paziente come reagire a condizioni
che consentano di rispondere alle proprie esigenze di vita. I pazienti poi lamentano anche di problemi
di tipo tecnico, es l’impossibilità di poter scaldare un alimento al microonde, perché non è
perfettamente pulito e contamina il cibo.
Senza glutine si può vivere. Togliendo il glutine in un soggetto non celiaco, non ci sono problemi,
ma non sappiamo esattamente cosa comporta la sua reintroduzione. Inoltre non si conosce ancora
la sensibilità al glutine. Le popolazioni nordiche sono state abituate a non mangiare glutine,
alimentandosi con legumi e patate, fino a quando è iniziato il commercio di cereali. Quindi ci sono
popolazioni che on mangiano glutine, o ne mangiano poco, mentre nella dieta mediterranea il
glutine è molto presente.
Sensibilità al glutine
La sensibilità al glutine è una patologia in cui ci possiamo imbattere sempre di più. Non è la celiachia,
non è un’allergia al frumento, è stata riconosciuta come patologia dal 2010, ha una patogenesi
ignota, si presume che ci possa essere un ipotetico ruolo dell’immunità innata (ma non sappiamo
ancora il meccanismo preciso), la prevalenza varia molto tra 0.6-6%, è tipica dell’età adulta ed è più
frequente nel sesso femminile.
SINTOMI
Dal punto di vista sintomatologico, quello che riferisce il soggetto è che abbastanza rapidamente,
dopo l’ingestione di glutine, si hanno delle manifestazioni intestinali riconducibili a quelle di un
soggetto con sindrome del colon irritabile, ossia diarrea stipsi o dolore addominale, associato a
reflusso gastroesofageo, nausea, stomatite, dolore gastrico, e ad alcuni sintomi extra-intestinali come
astenia, confusione mentale, dolori muscolari e alle ossa, cefalea, rash cutanei, etc (ovviamente non
tutti insieme). Si tratta di un insieme di sintomi, infatti quello che viene riferito nel 70% dei casi è una
mancanza di un senso di benessere, che in medicina non esiste, è un poco centrato. Per questo la
© Laila Pansera -68
sensibilità al glutine viene presa sul serio con difficoltà, perch&