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Un repressore è una particolare proteina che, legandosi
all’operatore, inibisce l’espressione di uno o più geni. Un repressore
può legare il DNA blocca l’attacco della RNA polimerasi al promotore
impedendo la trascrizione dei geni nell’RNA messaggero. Un
repressore legato all’RNA invece si lega all’mRNA ed impedisce la sua
traduzione in proteine.
o Ricombinazione omologa (ruolo di Rec e Ruv)
La ricombinazione omologa è un processo di riparazione delle rotture
a doppio filamento che recupera le informazioni necessarie alla
riparazione dal cromosoma fratello (cromosoma omologo): se si ha
un danno al doppio filamento non si ha più il filamento stampo utile
alla polimerasi per sintetizzare i nuovi nucleotidi. Questo è possibile
solo se è già avvenuta la segregazione e quindi si ha disponibilità del
cromosoma omologo in caso contrario si opera con il meccanismo
NHEJ (Non-Homologous End-Joining, giunzione delle estremità non
omologhe). Il meccanismo NHEJ porta inevitabilmente a mutazioni
per spirito di sopravvivenza. La ricombinazione omologa non ha la
sola funzione di riparazione genetica, ma di generale riarrangiamento
tra cromosomi omologhi che si scambiano pezzi di materiale
genetico. In particolare si ricordano le funzioni di mantenimento
della variabilità genetica, recupero delle zone di DNA danneggiate e
regolazione dell’espressione di geni (i cromosomi possono spostare
geni espressi in una zona silente dove non vengono espressi ad una
zona dove invece è funzionalmente attivo) ed è suddivisa in cinque
fasi distinte. ALLINEAMENTO DELLE MOLECOLE DI DNA OMOLOGHE:
se due porzioni di DNA devono scambiarsi i cromosomi omologhi è
necessario che abbiano un’omologia una rispetto all’altra, quindi le
molecole devono allinearsi (omologia totale o almeno 100pb per lo
scambio). INTRODUZIONE DI ROTTURE AL DNA: perché avvenga lo
scambio devo avere DNA a singolo filamento che viene quindi
tagliato e processato, andando a “mangiucchiare” una delle
estremità. INVASIONE DEL FILAMENTO: una volta formato il DNA a
singolo filamento esso costituirà il filamento invasore ed entrerà nel
cromosoma omologo, si legherà quindi alle basi complementari
andando a costituire un eteroduplex. FORMAZIONE GIUNZIONI DI
HOLLIDAY: in seguito all’invasione le due molecole di DNA sono
connesse tra loro da filamenti che si incrociano. Questa struttura
assume il nome di giunzione di Holliday e può scorrere lungo il DNA
(migrazione del chiasma). RISOLUZIONE DELLE GIUNZIONI: l’incrocio
viene risolto e si ricostituiscono i cromosomi mescolati
geneticamente. Nella realtà è possibile avere anche un taglio dei due
filamenti del medesimo cromosoma: si otterrà quindi una doppia
invasione ed un duplice chiasmo.
o Riparazione DNA
I meccanismi che portano alla riparazione del DNA sono di diverso
tipo e prevedono meccanismi ben precisi. La riparazione diretta
porta alla cancellazione del danno, si ricorda la fotoriattivazione (un
danno causato da radiazione UV porta alla formazione di un dimero
di timina e alla contemporanea attivazione della DNA fotoliasi che,
tramite luce visibile, porta alla riparazione diretta del danno) e la
demetilazione (in caso di presenza di metilguanina che può
accoppiarsi con l’adenina, la metiltransferasi trasferirà il metile dalla
base al residuo -SH dell’enzima ripristinando la sequenza corretta. In
caso di riparazione per escissione si rimuove il nucleotide errato ed il
filamento stampo viene usato come base per la riparazione. L’enzima
glicosilasi attacca il legame glicosidico tra base e zucchero e lo
rimuove: si crea quindi un sito abasico. Interviene a questo punto
una nucleasi che taglia il legame fosfodiestereo tra zucchero e
zucchero andandolo a rimuovere: polimerasi e ligasi andranno a
riparare il filamento. È possibile anche rimuovere più nucleotidi, in
questo caso si utilizza un complesso proteico di proteine del gruppo
Uvr che riconoscono la regione di errore sul DNA. Le proteine UvrA e
UvrB si uniscono a formare un tetramero e si vanno ad assemblare
attorno alla regione di distorsione grazie all’idrolisi di ATP. Una volta
agganciate, le UvrA si staccano lasciando che UvrB crei una bolla di
apertura della doppia elica: la bolla richiama UvrC, una nucleasi che,
ponendosi a ponte sopra UvrB, va a tagliare il DNA ai due lati (8 da
una parte e 4-5 dall’altra). Il nick creato richiama UvrD che rimuove il
frammento ed attiva la polimerasi e la ligasi per la riparazione. In
caso di trascrizione del DNA da parte della RNA polimerasi, in caso di
errore nel filamento, la RNA polimerasi si blocca, recluta il complesso
Uvr per la riparazione del danno e poi riprende il lavoro di
trascrizione.
o Risoluzione delle giunzioni di Holliday
Per risolvere le giunzioni di Holliday occorre dapprima immaginare di
ruotare il chiasma nello spazio per renderlo planare e
successivamente effettuare il taglio. Se opero un taglio lungo i
filamenti coinvolti nello scambio otterrò un prodotto patch (minima
ricombinazione) mentre se opero un taglio lungo i filamenti non
coinvolti nello scambio otterrò invece un prodotto di crossing over.
Nella risoluzione delle giunzioni di Holliday, giocoforza è definito dal
ruolo dei complessi proteici Rec e Ruv. Il sistema RecBCD (con
funzione nucleasica ed elicasica) permette di preparare il filamento
invasore: RecB e RecD degradano entrambe i filamenti, mentre RecC
prende contatto con entrambe. Poiché RecB è più lenta di RecD, si
formerà un’ansa. Il processo a doppia velocità continuerà fino a che
RecC non incontra e lega la sequenza χ: il processo si blocca e si
invertono le velocità, ottenendo il frammento libero voluto. A questo
punto la proteina RecA lega il filamento protruso ed inizia l’invasione
del filamento omologo. Il complesso proteico Ruv è invece coinvolto
nella migrazione del chiasma. La proteina RuvA si lega all’altezza del
chiasma prendendo contatto con tutti i filamenti: questo richiama
RuvB che, ponendosi ai lati di RuvA, con un’azione ATP-dipendente,
ruota e fa scorrere il chiasma sul DNA. Il chiasma prosegue la sua
propagazione fino a che non incorre in sequenze specifiche che porta
al distacco del complesso RuvAB e all’attacco di RuvC,
un’endonucleasi che taglia il chiasma ed induce la risoluzione dello
stesso.
o RNA polimerasi batteriche ed eucariotiche
La RNA polimerasi è un enzima costituito da due subunità α, due
subunità β ed una ω: solo le subunità β entrano in gioco nella
polimerizzazione, in quanto centro catalitico dell’enzima. L’enzima ha
la forma di una chela di granchio: il sito attivo è la cavità dove pasa il
DNA e la polimerasi sintetizza l’RNA, qui è contenuto magnesio
bivalente. A differenza della DNA polimerasi non ha bisogno di un
primer per poter iniziare il processo di copiature, ma riconosce
specifici promotori per l’inizio della trascrizione di sequenze di DNA e
sequenze terminatrici per la cessazione della trascrizione. Al
contrario della DNA polimerasi, la RNA polimerasi ha anche azione
elicasica, questo significa che il DNA entra a elica, viene processato
ed esce nuovamente sottoforma di elica. La direzione di trascrizione
è 5’3’ per cui verrà operata la trascrizione del filamento stampo a
dare una copia esatta del filamento codificante.
o Sequenze ripetute in tandem: satelliti, minisatelliti, microsatelliti
Una sequenza ripetuta in tandem è una sequenza ripetuta
esattamente uguale un certo numero di volte: si parla di sequenze
satellite, minisatellite, microsatellite. Una sequenza satellite ha una
localizzazione centromerica, è un prodotto della duplicazione di
piccole sequenze e loro successiva mutazione; sono sequenze grandi
fino a 200pb con una densità differente rispetto al DNA (se
centrifugo in gradiente di concentrazione otterrò una separazione in
bande). Le sequenze minisatellite prevedono una grandezza massima
di 5pb, le microsatellite sono invece inferiori a 4pb.
o Sequenze ripetute interdisperse: trasposoni e retrotrasposoni, LTR,
SINE e LINE
Le sequenze interdisperse possono essere suddivise in trasposoni e
retrotrasposoni. I trasposoni, o trasposoni a DNA, sono elementi
mobili all’interno del genoma che hanno inserito nella propria
sequenza un gene che codifica per la trasposasi, capace di tagliare il
DNA e spostarlo da un’altra parte. I retrotrasposoni, o trasposoni a
DNA, devono essere trascritti in RNA dalla RNA polimerasi e
retrotrascritti dalla trascrittasi inversa in DNA copia (cDNA) che a
questo punto è capace di inserirsi in un nuovo visto bersaglio. I
retrotrasposoni sono suddivisi in tre tipologie: LTR, SINE e LINE). I
retrotrasposoni di tipo LTR (Long Terminal Repeats) sono molto simili
ai retrovirus e si tratta di sequenze terminali lunghe; come i
retrovirus presenta i geni gag (codifica per il capside) e pol (codifica
per la trascrittasi inversa) ma non presenta env (codifica per le
proteine di rivestimento). Le sequenze LINE (Long Interdispersed
Nuclear Elements) sono autonome e in grado di autotrasporsi,
presentano i geni ORF1 e ORF2 ed una coda poliA terminale.
Contrariamente, le sequenze SINE (Short Interdispersed Nuclear
Elements) non presentano i due geni e non sono quindi autonome:
spetta alle LINE fungere da help alle SINE per la trasposizione.
o Sequenziamento DNA
Il sequenziamento del DNA vede nel suo apice il Progetto Genoma
Umano che prevede l’analisi dell’intero genoma umano. Sequenziare
il DNA significa riconoscere ed ordinare tutti i nucleotidi che
compongono il patrimonio genetico così come posizionati nel
genoma. Numerose sono le tecniche per ottenere questo risultato.
Le fasi di sequenziamento sono comuni e comprendono: digestione
del DNA in frammenti, inserzione in plasmidi e amplificazione in
batteri, sequenziamento dei frammenti, allineamento dei frammenti,
sequenziamento.
o Sequenziamento DNA – Maxam Gilbert
A differenza del metodo di Sanger, il metodo Maxam-Gilbert prevede
l’uso di composti chimici dannosi e non è automatizzabile. Questo
metodo parte da DNA a doppia elica, marcato in 5’ o 3’ e
successivamente denaturato. Il DNA viene suddiviso in quattro
campioni e vengono utilizzati reagenti chimici che permettono la
degradazione selettiva di ogni base ottenendo tanti frammenti
quanti sono i nucleotidi. Viene effettuata una corsa elettroforetica e
dalla lastra si ottiene, come per Sanger, una sequenza di basi (5’3’,
bassoalto) che rappresenta però il filamento originale e n