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Rispetto C3/C4 piante CAM svolgono fotosintesi anche con stomi chiusi.
Eventi biochimici (fase luminosa/oscura) separati temporalmente:
1) Notte pianta apre gli stomi (rallentare più possibile perdita d'acqua)
permettendo ingresso CO2 che viene fissata dalla PEP carbossilasi, ossalacetato
(4 atomi C), successivamente ridotto ad acido malico e accumulato nel vacuolo
(NB piante CAM non hanno cellule della guaina del fascio).
2) Giorno stomi chiusi, acido malico esportato dal vacuolo ai cloroplasti è
convertito in acido piruvico (decarbossilato) producendo la CO2 che verrà
metabolizzata nel ciclo di Calvin. L’acido piruvico ritorna nel citoplasma.
Svantaggio CAM: consuma più ATP, difficile immagazzinare CO2 crescita lenta.
Durante fotosintesi, giorno, zuccheri prodotti possono essere superiori di quelli
consumati/esportati eccesso polimerizzato in amido, conservato nello stroma:
amido primario. Notte: idrolizzato in zuccheri solubili trasportato negli amiloplasti
e trasformato in amido: amido secondario, oppure consumato in attività
metaboliche.
Respirazione cellulare: ciclo ossidativo, zuccheri ossidati da enzimi e rilascio CO2.
Indispensabile per sintesi amminoacidi/acidi grassi, trasporto soluti/ioni tra cellule,
termoregolazione della pianta. Consumato 25-75% dei carboidrati prodotti da
fotosintesi. Avviene in modo analogo degli animali:
1) Glicolisi (citoplasma) 1 glucosio convertito in 2 acido piruvico.
2) Ciclo acido citrico/di Krebs (matrice mitocondrio) energia trasferita a
NADH e ATP, rilascio CO2 e H+.
Bilancio flussi O2 e CO2 a favore della fotosintesi piante sono sorgente di O2 e
accumulano carbonio, carbon stock cellulosa/lignina nelle pareti delle cellule
morte del legno.
Altri plastidi: struttura semplificata rispetto ai cloroplasti, no sistema di
endomembrane.
Cromoplasti: si differenziano a partire da cloroplasti degradazione delle
endomembrane, diventano visibili carotenoidi. Conversione dipende da fattori
endogeni (ormoni) o ambientali (luce, temp). Funzione vessillare: rapporti con
l’esterno, presenti in fiori e frutti.
Leucoplasti: privi di colore, classificati in base a sostanze accumulate
- Elaioplasti: lipidi (semi)
- Proteinoplasti: proteine (radici)
- Amiloplasti: carboidrati amido secondario, accumulo di riserve (radici,
tuberi). Apici radicali: amiloplasti funzionano da statoliti (lato inferiore
cellule della cuffia radicale), percezione stimolo di gravità Geotropismo =
capacità della pianta di rispondere alla gravità.
Parete cellulare: esterno della membrana plasmatica, presente in tutte cellule
vegetali ma dipende da tipo, età, condizioni ambientali. Disposta in strati: lamella
mediana, parete primaria, alcuni tessuti anche parete secondaria. Disponendo
vari strati lume cellulare si riduce. Componenti parete cellulare: componente fibrillare,
matrice, acqua (60%).
1) Componente fibrillare: costituita da cellulosa, polimero del glucosio.
Utà base cellobiosio: dimero del glucosio, lunghe catene che si dispongono
parallelamente legate con legami idrogeno a formare microfibrille gruppi di
microfibrille: macrofibrille gruppi di macrofibrille: fibre di cellulosa.
Cellulosa è resistente alla trazione e quasi insolubile nella forma cristallina
resistente all’acqua e ad attacco di enzimi, difficile da degradare. Ruminanti: nei
prestomaci simbiosi con numerosi batteri che hanno azione cellulosolitica,
rompono legame glicosidico.
2) Matrice: soluzione ricca di acqua dove immerse fibre di cellulosa, contenente
polisaccaridi, emicellulose e pectine
Emicellulose: aderenti a fibre di cellulosa con legami H, ricoprono le fibre e
le connettono tra loro rigidità
Pectine: principali componenti di lamella mediana/parete primaria, molto
solubili porosità, permettono adesione (e riconoscimento) tra cellule
adiacenti. Legate tra loro con ioni calcio.
Parete può presentare sostanze accessorie:
1) Apposizione materiali sulla parete protezione:
Cutinizzazione: deposizione strati cutina (acidi grassi a lunga catena
con gr alcolici) impermeabilità a acqua/gas. Spessore varia in funzione
dell’ambiente. Assente/scarsa in piante di ambienti umidi/acquatici o nelle
porzioni ipogee della pianta.
Cerificazione: deposizione cere controllo bilancio idrico (es. abete
bianco, alloro). Possono essere costituiti da granuli (es. prugne).
Suberificazione: morte della cellula, apposizione di lamelle di suberina
sulla superficie della parete, cellula si riempie di aria impermeabilità
acqua/gas, elasticità, resistenza ai parassiti.
2) Incrostazione materiali tra fibrille cellulosa:
Mineralizzazione: sostanze inorganiche nella matrice o apposizione su
superficie esterna/interna della parete protezione. Es. calcificazione
(peli urticanti dell’ortica), silicizzazione (graminacee).
Pigmentazione
Lignificazione lignina: polimero di natura fenolica, idrofobica, rigida e
poco comprimibile, unità di base i lignoli. Deposizione lignina ingrossa la
parete (parete secondaria) e la trasforma in ambiente idrofobico,
rimuovendo l’acqua dalle cellule che muoiono lignificate solo cellule di
tessuti di trasporto (trachee/tracheidi) e sostegno (sclerenchima),
lignina occupa 20-30% del peso secco della pianta. Processo
fondamentale per evoluzione posizione eretta, crescita in altezza,
cattura maggiore energia luminosa. Unione lignina (resistente a
compressione) e cellulosa (tensione) simile a cemento armato (cemento +
ferro). Molto resistente a degradazione, legami covalenti con cellulosa,
difficile estrarla integra (cartiere: complessi trattamenti chimici,
inquinanti). Processo degradazione naturale: prima microorganismi edafici
(artropodi, lombrichi), sminuzzamento e ridistribuzione, poi microflora del
suolo (batteri, funghi), ultime fasi decomposizione.
Architettura parete non omogenea (morfologia), strati concentrici:
Lamella mediana più esterna della cellula, in comune tra cellule contigue,
ne permette l’adesione, formata da entrambe cellule durante mitosi, molto
sottile (0.1 μm). Composta da pectine: consistenza gelatinosa, idrofila,
ambiente ricco d’acqua.
Parete primaria deposta da ciascun protoplasto in seguito a divisione
cellulare, spessore varia da 0.1 ad alcuni μm. Composta prevalentemente da
cellulosa, molto elastica, soggetta a continue rielaborazioni a causa dello
stiramento meccanico dovuto alla crescita della cellula. Disposta in modo
organizzato: determina come cellula si espanderà nell’accrescimento,
microfibrille disposte trasversali a spirale cellule tendono a forma poliedrica.
Parete secondaria tra membrana plasmatica e parete primaria (quando
cellula ha completato accrescimento per distensione), 3 strati: S1 (esterno), S2
(mediano) e S3 (interno). Spessore molto variabile, molto meno elastica della
parete primaria. Composta maggiormente da componente fibrillare, il
rimanente glicoproteine e lignina. Diverso orientamento microfibrille
struttura lamellare della parete, resistenza.
Proprietà chimico-fisiche parete:
Porosità: permette libera circolazione di molecole sciolte in acqua
componente pectica (lamella mediana).
Elasticità: permette di tornare nella posizione e forma originali una volta
rimossa la forza deformante cellulosa (parete primaria).
Resistenza a trazione e compressione: capacità di mantenere forma e
integrità cellulosa e lignina (parete secondaria).
Funzioni della parete:
Governa passaggio di sostanze nella cellula
Determina riconoscimento tra cellule
Protegge protoplasto contro agenti fisici e biologici
Sito di accumulo di sostanze di riserva o tossiche
Sostiene strutture pluricellulari
Determina e mantiene forma della cellula
Regola turgore cellulare (assieme al vacuolo)
Via di trasporto intercellulare di acqua e soluti disciolti
Due possibili vie di passaggio di acqua e soluti disciolti nel corpo della pianta:
Apoplasto (spazio libero) esterno al citoplasma, formato dalle pareti e velo
d’acqua che le bagna: matrice colloidale porosa (pori di 10 nm), che lascia
passare acqua e soluti. Acqua fluisce grazie a proprietà idrofila di cellulosa,
emicellulose, pectine, movimento regolato dal potenziale di matrice (capacità
di assorbimento). Trasporto tipico dei sistemi vegetali.
Simplasto citoplasmi delle cellule. Movimento dell’acqua governato da
gradiente osmotico. Rigoroso sistema regolazione flusso d’acqua, sostanze
non circolano liberamente: passaggio attraverso membrana o plasmodesmi.
Plasmodesmi: canali che attraversano pareti cellulari, connettono cellule
adiacenti. Plasmolemma di una cellula continua con quello della cellula vicina,
canale attraversato da sottile struttura tubolare del RE per passaggio acqua e
soluti.
Soluzioni assorbite dalle radici possono utilizzare entrambe le vie.
Via apoplastica interrotta nelle porzioni più interne della pianta: cellule con pareti
radiali impregnate di suberina, impermeabili (banda del Caspary). Acqua e ioni
costretti a penetrare nel simplasto attraverso membrana cellulare: possibilità di
selezionare le sostanze, sostanze bloccate sono stoccate a livello della parete
meccanismo di fitorisanamento dei suoli.
Vacuolo: compartimento intracellulare contenente materiale derivato da vie
biosintetiche intracellulari o importato dall’ambiente extracellulare. Membrana detta
tonoplasto, all’interno succo vacuolare.
Tonoplasto: membrana lipoproteica bistratificata asimmetrica superficie esterna
più ricca di proteine rispetto alla faccia interna (alcune sostanze possono entrare ma
non uscire). Proteine intermembrana: maggior parte proteine carriers (pompe
protoniche, enzimi).
Succo vacuolare: soluzione acquosa, pH varia tra 5 e 5,5. Componenti: acqua (più
abbondante), sali di acidi inorganici e organici (mantengono pH citoplasma vicino a
neutralità), carboidrati (es glucosio o fruttosio), amminoacidi e proteine (semi), lipidi
(semi, frutti), metaboliti secondari sostanze organiche non coinvolte nei processi
vitali della cellula, ma nelle interazioni con l’ambiente, secreti all’esterno della cellula
e accumulati nella parete o nel vacuolo (enzimi per degradarli), nascosti perché
spesso tossici e interagiscono con componenti cellulari (DNA, citoscheletro, proteine).
Tipi di ms:
Fenoli: pigmenti, colori dei fiori/frutti, più diffuse antocianine.
Tannini: corteccia, foglie, frutti immaturi resistenza all&