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PERSEGUITA IN PASSATO
Lotta biologica: si inseriscono nel pascolo volatili o molluschi predatori di Lymnee come anatidi, beccaccini, Zonitoides nitidus (piccolo mollusco terrestre che vive nello stesso habitat della Lymnaea, si introduce nella conchiglia e ne provoca la morte) che normalmente si alimentano con molluschi. Questi sistemi di lotta sono molto rispettosi per l'ambiente ma difficilmente applicabili.
Uso di razionali abbeveratoi, in modo che l'acqua non tracimi e non infiltri il terreno.
Un'altra linea di intervento è mirata ad evitare l'ingestione delle metacercarie. Questo può essere eseguito tramite la recinzione delle zone umide del pascolo, evitando lo sfalcio di erbe lungo i corsi d'acqua ma se non è possibile non somministrare all'animale foraggio fresco. Bisogna attendere 2 mesi per il fieno e 50 giorni per gli insilati. È utile anche la rotazione dei pascoli, però bisogna attendere un po' di tempo.
tempo per riutilizzare il campo. Dal punto di vista zoonosico, l'infestione da F. hepatica rappresenta un serio problema in alcune zone del Sud America (i.e. Perù, Bolivia, Ecuador, Cuba) con prevalenze del 70-100%. Sono stati segnalati diversi focolai sia nei Paesi dell'Est che nei Paesi dell'Europa occidentale quali Italia, Francia e Portogallo, dove, però, l'infestione in campo umano è notevolmente sottostimata e spesso del tutto ignorata. L'uomo può infestarsi per: - Ingestione di verdure contaminate (ad esempio coltivate su prati non recintati) - Ingestione di fegati crudi contenenti giovani parassiti (adolescescarie) L'uomo può ingerire la metacercaria accidentalmente mangiando erbe crude come insalata, in particolare una crucifera acquatica, il crescione. Sono noti casi di infestazione con Fasciola adulta, soprattutto in Arabia, dove si usa mangiare il fegato di pecora semicrudo. In tal caso si puòverificare la fissazione del parassita nella cavità boccale e nelle prime vierespiratorie (distomatosi bucco-faringea) che provoca una grave infiammazione delle mucose (halzoun).
Nell’uomo le adolescarie provocano lesioni meccaniche e tossiche a livello del parenchima epatico. I parassitiadulti (in grado di sopravvivere fino a 10 anni) esercitano un’azione irritante e spoliatrice a livello di dottibiliari e cistifellea. La sintomatologia non è patognomonica (disturbi addominali, epatomegalia, febbre,anemia, eosinofilia) ed è riferibile a stati di epatite/epatosi.
DICROCELIOSI: causata da un piccolo trematode grande 1cm che si chiama dicrocoelium dendriticum diforma lanceolata che si localizza nell’ospite definitivo a livello dei dotti biliari e pancreatici.
Gli ospiti sono ovini, caprini, bovini, ma anche bufali, ungulati selvatici, leporidi, occasionalmente suini edequidi. Molto importante nei bovini e ovini. Questi sono tutti ospiti definitivi.
Ospiti intermedi sono molluschi gasteropodi polmonati (che vivono nel terreno quindi) e formiche del genere fusca (in cui avviene una seconda fase del ciclo biologico).
Ciclo biologico: l'uovo non schiude finché non viene ingerito dal primo ospite intermedio (chiocciola). Nel mollusco maturano due generazioni di sporocisti e in seguito le cercarie. Le cercarie sono eliminate a gruppi dentro a grumi mucosi (definiti anche slime balls). Le cercarie sono ingerite dalle formiche (secondo ospite intermedio) dove si trasformano in metacercarie nella cavità corporea o nel cervello (1 mese a temperature estive). Nella formica il parassita va a localizzarsi in un ganglio nervoso inducendo delle vere e proprie lesioni al sistema nervoso della formica. Le lesioni cerebrali indotte dalle metacercarie inducono le formiche a portarsi verso l'apice di steli vegetali dove rimangono semiparalizzate durante le ore più fresche della giornata favorendo l'ingestione da parte
Del ruminante. Una volta ingerite da parte del ruminante, le metacercarie sono rilasciate dalle cisti nell'intestino tenue e i giovani trematodi migrano nei dotti biliari, dove possono sopravvivere per anni. La migrazione avviene attraverso il dotto coledoco, per cui non vi è una vera e propria migrazione, come avviene nella fasciola epatica.
Le uova (40 x 30 μm), sono di colore marrone scuro, hanno un opercolo difficilmente distinguibile, un lato dell'uovo è leggermente appiattito e contiene un miracidio già formato. Le uova vengono eliminate dal ruminante in ambiente esterno e il ciclo riprende.
Epidemiologia: si tratta di un parassita presente in Italia con prevalenze talora anche elevate. L'epidemiologia è condizionata dall'habitat degli ospiti intermedi. Questi non richiedono acqua, richiedono umidità e sono distribuiti dunque uniformemente nel terreno. Anche le uova sono in grado di sopravvivere per mesi nei terreni asciutti.
Rispetto a fasciola epatica, dicrocoelium è meno patogeno perché è più piccolo, non ha una fase migratoria nel parenchima epatico, non è ematofago, la sua cuticola non è ricoperta di spine. Nonostante tutto può causare sintomatologia negli animali a causa di azioni depauperative (sottrazione di nutrienti), perazioni dismetabolizzante, irritativa e tossica, inoltre è in grado di favorire altre patologie. Nella maggior parte dei casi la malattia decorre in forma subclinica e molto lenta. In forma cronica con sintomatologia spesso assente, ma con un importante calo delle produzioni. Possono essere presenti lesioni epatiche, con infiammazione e sclerosi dell'organo, talvolta, in caso di infestazioni massive, gli animali possono presentare dimagrimento, disoressia, diarrea, anemia, edemi e caduta della lana. Ma nella maggior parte dei casi decorre in forma subclinica, lenta e cronica. Diagnosi: effettuata tramite esame.copromicroscopico che come per la fasciola, può essere di tipo qualitativo (tecniche di flottazione) o di tipo quantitativo (c master che ci permette di determinare il numero di uova per grammo di feci). Inoltre vengono utilizzate soluzioni di potassio-iodio-mercurato (peso specifico 1.440) ma è tossica. Le uova hanno forma di fagiolo con colore bruno-marrone, contengono al loro interno il miracidio, le dimensioni sono 45-30 micron. Sono molto bene identificabili all'esame copromicroscopico. La valutazione della carica parassitaria in termini di uova per grammo di feci ci permette di definire il rischio epidemiologico. Possiamo verificare il rischio anche valutando la carica parassitaria del numero di adulti nel fegato, però ci troviamo di fronte ad un animale morto (analisi solo post mortem). L'infestazione è considerata trascurabile quando il valore upg è inferiore a 100. È considerata via via più grave fino a molto grave, quando.il valore upg supera i 600.Terapia: deve essere mirata a mantenere la parassitosi entro limiti accettabili, perché è molto difficile pensare di portare a zero il rischio. Il momento ottimale per fare la terapia antiparassitaria è l'inizio dell'inverno, quando abbiamo il picco dell'infestazione negli animali. Altrimenti possono essere effettuati trattamenti prima di portare gli animali al pascolo e dopo il pascolo, quando rientrano nei ricoveri.
La profilassi in corso di dicroceliosi è quasi impossibile, perché le uova sono molto resistenti e dovremmo attuare strategie di lotta sia alle lumache che alle formiche. Inoltre si tratta di lumache non strettamente legate agli ambienti acquatici, per cui è molto difficile la profilassi ambientale. L'unica strategia consigliata è quella di evitare il pascolamento degli animali nelle prime ore del mattino e di sera, perché proprio in queste ore le formiche rimangono
.parzialmente paralizzate sugli steli di erba e possono essere più facilmente ingerite dagli ospiti definitivi. L'infestazione da dicrocoelium dendriticum è riportata nell'uomo, ma è sottostimata e anche spesso del tutto ignorata. È segnalata in Europa, Asia, Africa settentrionale ed Americhe. L'uomo si infesta ingerendo le metacercarie presenti all'interno delle formiche accidentalmente ingerite con gli alimenti contaminati. Anche nell'uomo, i parassiti provocano lesioni meccaniche, spoliatrici e tossiche. La sintomatologia non è patognomonica (disturbi addominali, epatomegalia, febbre, anemia, eosinofilia) ed è riferibile a stati di epatite/epatosi. L'educazione sanitaria rappresenta il principale mezzo di controllo della parassitosi nelle popolazioni umane. PARAMPHISTOMUM SPP. - DISTOMA DEL RUMINE: Trematodi che allo stadio adulto colonizzano i prestomaci (rumine e reticolo) dei ruminanti. Esistono 14 specie dellequali Paramphistomum cervi e P.microbotrium sono le più frequenti.
Ospiti definitivi: Bovini, ovini, caprini, cervi, bufali, antilopi, ruminanti selvatici.
Ospiti intermedi: gasteropodi acquatici del genere Planorbis e Bulinus
Morfologia: il parassita adulto, ha forma conica di dimensioni ridotte (circa 1cm di Lunghezza) e di colore rosa intenso, piriforme e presenta due ventose visibili, una posizionata sulla punta del cono e l’altra alla base. La cuticola è liscia. Gli stadi larvali hanno una lunghezza inferiore a 5mm e colore rosaceo. Uovo opercolate simile a quello di Fasciola epatica 130x180 μm.
Ciclo biologico: Lo sviluppo nell’ospite intermedio è simile a quello di F. hepatica e si completa in condizioni favorevoli (26-30°C) in 4 settimane. Dopo l’ingestione delle metacercarie con il foraggio, il ciclo si completa nel tratto alimentare. I parassiti maturano ad adulti nei prestomaci.
Epidemiologia: Diffusione cosmopolita (spt are tropicali e subtropicali).
La paramfistomosi si mantiene inhabitat acquitrinosi, come laghi e stagni, aree nelle quali sono molto diffusi gli ospiti intermedi. I bovini sviluppano immunità e pertanto focolai della malattia si sviluppano negli animali giovani. Gli adulti si rivelano pericolosi reservoir. Le capre e le pecore sono sensibili per tutta la durata della loro vita.
Segni clinici: in casi di infestazioni gravi diarrea con anoressia e sete intensa. Talvolta nel bovini emorragie del retto. Nei casi acuti, soprattutto nell'ovino la mortalità può essere elevata.
Diagnosi: nell'animale in vita l'esame copromicroscopico può fornire una diagnosi di certezza ma spesso la malattia si manifesta nel periodo di prepatenza.
Profilassi: controllo della dispersione delle deiezioni; recinzione dei corsi d'acqua al pascolo; evitare che gli animali si abbeverino direttamente nei corsi d'acqua; evitare l'alimentazione con foraggi freschi.
SCHISTOSOMA SPP. - DISTOMI
DEI VASI: Trematodi che allo stadio adulto colonizzano i vasi sanguigni del tratto gastroenterico e della vescica. Responsabili di malattie gravi nell'uomo (Schistosoma hematobium, Schistosoma mansoni). Ospiti: tutti i mammiferi.