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L'ARTE DEI LONGOBARDI
CONTESTUALIZZAZIONE STORICA: quando parliamo di Arte Longobarda non possiamo esimerci dal considerarla già arte
pienamente medievale, assai distaccata dalla classicità e dai suoi canoni estetici. Il concetto di medioevo nasce nell'ambito
dell'umanesimo, con senso dispregiativo, nei termini di barbaria media, media antiquitas, eccetera, indicandolo come un' età di
profonda decadenza politica, culturale e artistica, già rispetto al 1200/1300. Il periodo fu svalutato per secoli, soprattutto a livello
artistico (Vasari, creatore del termine di rinascita), e rivalutato solo nel XIX secolo, quando i mercanti e avventurieri iniziano a
identificarsi con commercianti e cavalieri medievali. Nel 410 i Visigoti, guidati da Alarico, occupano e saccheggiano Roma, e da
quel momento, l'Italia diviene il centro di una serie di violente invasioni di popolazioni barbariche. Sono popoli nomadi, di ceppo
germanico, che già nel III secolo avevano cercato di entrare nel territorio romano, ed erano stati fermati grazie all'istituzione dei
regni detti "Romano-barbarici". Ma i barbari erano molto diversi fra loro: i Goti, per esempio, erano piuttosto romanizzati nei
costumi e nella religione ( cristiana ariana, anche se, grazie all'intervento di Papa Gregorio Magno e di Teodolinda, diverranno
cattolici romani), che si propongono come i diretti eredi della tradizione romana, soprattutto sotto Teodorico. I Longobardi invece
di origine scandinava, poco romanizzati, venuti un po’ a contatto con Roma nelle province di Pannonia (Europa centro-
sono
orientale), tendenti all'evergetismo e amanti della raffinatezza, di religione pagana o ariana. Essi nel 568, guidati da Alboino,
invadono l'Italia, occupando la Pianura Padana, fino a Sud, lasciando intatte alcune realtà bizantine (Ravenna, le pentapoli
marchigiane, Paestum, Amalfi, l'estremo sud) e i possessi pontifici. Il nuovo assetto territoriale viene diviso in Langobardia
Maior, il Nord, e Langobardia minor, i ducati di Spoleto e Benevento ( importante dal punto di vista religioso per l'abbazia di
Montecassino). Le città più significative sono: Monza, Pavia, Lucca, Cividale. Le conseguenze di ciò sono importanti per l'Italia:
la penisola si frammenta, in seguito alle razzie sistematiche, si rompono i legami con la tradizione romana, e si diffonde il modello
politico longobardo, ovvero una serie di ducati legati al re (elettivo) da vincoli di fedeltà. Il potere era in mano ai capitani militari,
i duchi, su cui volle prendere il controllo re Autari, che li obbligò a versare nelle sue casse metà dei tributi che ricevevano,
coadiuvato dai GASTALDI. Poi salì al trono Rotari, che con un editto scrisse le leggi, mescolando le romane alle barbariche, poi
Liutprando e Astolfo cercano di conquistare i domini papali. i Solo con Agilulfo (591/615) si avrà una ripresa di alcuni elementi
classici in arte. Fra i loro costumi più caratteristici troviamo l'abitudine di seppellire i defunti insieme a ricchi corredi ( una
tradizione era l'applicazione di croci di lamina d'oro sul sudario che copriva il volto del defunto Croce di Gisulfo) ed è stato
proprio grazie a queste tombe che abbiamo potuto ritrovare manufatti di alta oreficeria, e comprendere la natura dell'intersezione
fra "base" bizantina e arte longobarda, per esempio nei corredi femminili, che mostrano oggetti di diverse maestranze. Amano
edificare nuovi palazzi e chiese, soprattutto Teodolinda, la quale, come racconta paolo Diacono (una delle fonti principali sui
longobardi) fece ornare il palazzo di Monza con pitture raffiguranti i Longobardi nei loro abiti tradizionali (uno dei pochi fregi
profani dell'epoca).
CARATTERI GENERALI: l'arte dei Longobardi è aniconica, astratta e decorativa, riprende pochissimo il naturalismo classico,
e solo con Aglilulfo e poi con la rinascenza liutprandea della zona di Cividale. L'arte guida non è più la pittura o la scultura
monumentale, bensì la metallurgia, necessaria alla forgiatura delle armi, e l'oreficeria, orgoglio di quest'arte, che ha i suoi punti di
forza nello stile policromo e nella tecnica cloisonnè. Amano il granato, gli zaffiri, le perle, persino le fibule militari, dalla
caratteristica forma ad "S", sono raffinatissime. Introducono lo stile animalistico, ovvero l'uso di forme più o meno stilizzate di
animali per la decorazione.
VERSO L'ASTRAZIONE: i Longobardi in Italia sono i protagonisti dell'VIII secolo d.C, ma la loro arte riprende caratteri già in
uso, come la tendenza all'astrazione. Già a Damasco, presso la sinagoga Dura Europos, si potevano ammirare le Storie di Mosé
che fa scaturire l’acqua dal deserto e separa le acque del mar Rosso, in una composizione disomogenea e altamente stilizzata.
Vassoio (missorium) in argento dagli scavi di Isola della Scala(metà del sec.VI): rappresenta una scena di combattimento, il cui
centro è il personaggio, che viene rappresentato due volte, una mentre combatte, una mentre è caduto. Urna funeraria (VI secolo)
presenta paraste, valve e timpani, ma non c'è una rappresentazione geometrica e precisa, è tutto stilizzato, si noti la ripresa di temi
paleocristiani, come i tralci di vite e il pavone. Roma, San Lorenzo al Verano, arco trionfale,( mosaico II metà del
San Lorenzo e Sant’Ippolito,
sec.VI)vediamo il Vescovo Pelagio che presenta la basilica a Cristo fra San Pietro e San Paolo,
la dimensione escatologica. Roma, Sant’Agnese fuori le mura, mosaico (625-
Gerusalemme e Betlemme: il tema è cristallizzato,
Sant’Agnese sul fuoco
638) del martirio fra i papi Simmaco ed Onorio, uno dei quali è il rifondatore della Chiesa. Il fuoco è
rappresentato da due "palline" rosse ai piedi della santa, le vesti però sono molto ricche, bizantineggianti. Vangeli del monastero
di Rabbula (Siria 586) la Siria è un luogo fiorente per lo sviluppo della pittura, vediamo per la prima volta Gesù con il colorion,
la tunica smanicata. La narrazione è paratattica, accostando Crocidfissione, ascensione, Marie al sepolcro e Noli me tangere. In
Maria dolente vediamo un plasticismo stilizzato, lei fa il gesto dell'orante.Gesù è sempre rappresentato frontalmente e
lateralmente. Nelle tavole canoniche vediamo delle scritte in arabo contenute dentro delle loggette arabe, i profeti sono sotto valve
o cupole.
GLI "ORNAMENTA ECCLESIAE" DI AGILULFO E TEODOLINDA (VII secolo): sono conservati a Monza, centro
importante per i Longobardi, e caro alla regina Teodolinda, che là fa costruire una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, andata
tuttavia distrutta, di cui ci restano dei plutei ornati, parte della recinzione interna, recante una croce con agnelli su una faccia e un
chrismon sul retro. Ci restano però gli ornamenti votivi dei sovrani, come la COPERTA DELL'EVANGELIARIO, manufatto
romano, donata alla regina da Papa Gregorio Magno per il battesimo del figlio Adoaldo. Essa presenta due parti, legate da perni
metallici, completamente rivestite in oro e pietre preziose, in stile policromo, che convergono verso la croce centrale. Altri
manufatti sono la CORONA DI TEODOLINDA, unica rimasta delle tre corone votive, che presenta la tecnica cabochons, ovvero
il taglio ricurvo delle pietre preziose per conferire loro lucentezza, con pietre regolari simmetriche, e la CROCE DI AGILULFO,
la quale è ispirata alla croce del mosaico absidale di Santa Pudenziana a Roma. Essa ha sei pendalia, e una decorazione di pietre
preziose e perle che convergono verso lo zaffiro centrale. Inoltre, nella tomba della regina, è stato trovato un gruppo d'argento
dorato di una chioccia con sei pulcini, lavorati a sbalzo e punzone, e decisamente troppo realistici per essere stati eseguiti da
maestranze longobarde. Il significato probabile è la Chiesa e i fedeli. ELMO DI AGILULFO:torvato in Val di Nievole, si fa
raffigurare barbato, con insieme alle vittorie, che sono le parodie degli angeli con il rotolo dei nomi dei santi delle chiese
paleocristiane che escono da torri gemmate, una parodia della Gerusalemme celeste.
I DIPINTI MURALI DI SANTA MARIA FORIS PORTAS A CASTELSEPRIO (PRIMA DEL 948): la chiesa ha piantaa
triconco, ovvero rettangolare, con tre absidi a trifoglio, ed è riuscita a scampare alla distruzione dell'importante centro di
Castelseprio ad opera di ottone Visconti nel 1287. E' un edificio particolarmente importante perché nel 1944 vi furono scoperte
delle pitture murali, frale poche che conosciamo di questo periodo, sebbene rovinate perché dipinte a secco. Esse raffigurano le
storie della Vergine, e si basano sia sui vangeli canonici che su quelli apocrifi (prova delle acque amare), e sono distribuite su due
registri, ad andamento bustrofedico(da sinistra a destra nel superiore, da destra a sinistra nell'inferiore). In alto, in controfacciata, è
raffigurata l'etimasia, con un trono vuoto con sopra una croce e una corona, e due Angeli che tengono uno scettro e un globo. La
narrazione è molto vivace, con scorci audaci (Angelo del sogno di Giuseppe). C'è tuttavia ancora un dibattito sulla paternità delle
pitture, se siano di origine orientale, per il gusto cromatico e il gusto per lo sfondo, seppur semplificato, o locali, per la
stilizzazione delle figure, piuttosto scarne e segaligne, le scene paratattiche e la pittura compendiaria.
ARTE INSULARE:nel VI secolo c'è una grande campagna di evangelizzazione, che giunge fino all'Irlanda, poi nell'VIII secolo
Vangeli di Sant’Agostino di Canterbury
molti monaci vengono in Italia. fine sec.VI San Luca e storie di Cristo: Agostino è un
evangelizzatore del luogo, lo rappresentano in trono, con un abito da filosofo, e sopra di lui, in una nicchia, c'è il bue alato
simbolo di San Luca. Reliquiario o coperta di Evangeliario (secc.VII-VIII) presenta una croce al centro ed il tetramorfo, assai
stilizzato, con intrecci tipicamente barbarici, che si diffonderanno poi in Toscana. Libro di Durrow: il Leone indica l' incipit del
vangelo di San Giovanni, presenta linee vettoriali, il leone vuol apparire feroce. Vangelo di San Gallo (Svizzera) miniatura
irlandese(700) Crocefissione stilizzata, Gesù è rappresentato come un grande arabesco, i piedi sono laterali, mentre il corpo
frontale. Ai piedi della Croce ci sono Longino e Stephaton, sopra due angeli. Libro di Kells (Irlanda, fine del sec.VIII): presenta
motivi a tappeto, molto raffinato ed orientalizzante, si susseguono lettere, intrecci e volatili. Questi elementi fanno da cornice al
tetramorfo, il cui ornato si ispira anche agli smalti cloissonèe. La tecnica Carpet viene impiegata anche nei Vangeli di
Lindisfarne.In questi gli Evangelisti vengono rappresentati in ambienti chiusi, San Matteo su un divanetto con tappeto e cortina
scostata, mentre nel Codex Amiatinus San Matteo è rappresentato in uno studiolo assai più complesso e raffin