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IL FRONTE INTERNO
Ci fu una grande mobilitazione interna, nuova visibilità femminile grazie alla corsa
agli armamenti (Woolwich Arsenal fu il più grande singolo produttore di armi nel
mondo).
Gli altri fronti furono quello occidentale (tedeschi e francesi), sul Carso (italiani e
austriaci), orientale (russi e tedeschi) e mediterraneo.
Lo sforzo bellico italiano si concentrò sul carso e fu una
guerra di posizione che vide, nella battaglia di Caporetto
del 1917, gli austriaci sfondare il fronte. Il generale
Cadorna, ritenuto in parte responsabile della disfatta
venne quindi sostituito da Armando Diaz e il ministro
Salandra fu sostituito da Orlando. Fu una grande sconfitta
per l’Italia che si riscattò poi nella battaglia di Vittorio
Veneto.
Un’altra importante battaglia che si combatté nel fronte
occidentale fu la battaglia di Verdun nel 1916, a nord est della Francia; fu una lunga
battaglia che fece oltre 600000 morti e fu la singola maggiore battaglia più
drammatica e sanguinosa della guerra.
L’incubo delle trincee causò moltissimi diserzioni e ammutinamenti nonostante gli
eserciti fossero preparatissimi.
La stasi della guerra di trincea fu spezzata da una serie di eventi militari e politici:
l’avvio della rivoluzione in Russia: nel marzo del 1917, anche come
conseguenza delle durissime condizioni della guerra e lo sfondamento delle
linee del fronte orientale da parte della Germania, si avviò un processo
rivoluzionario che portò all’abdicazione e sostituzione dello zar con un
governo provvisorio che guidò la Russia fino all’ottobre del ’17 con la
rivoluzione bolscevica. Una delle conseguenze immediate della caduta dello
zar fu l’entrata in guerra degli Stati Uniti a fianco dell’Intesa
Congresso degli Stati Unii vota la dichiarazione di
Nell’aprile del 1917 il
guerra alla Germania;
l’America era rimasta neutrale perché non vedeva la guerra europea come
propria anche se, in realtà, la Prima Guerra mondiale fu fortemente sentita
negli Usa a causa delle numerose comunità europee di migranti (c’erano forti
divisioni nell’opinione pubblica).
Wilson aveva mantenuto a lungo una neutralità durante la quale, però, inviava
sostentamenti alla Gran Bretagna e Francia.
L’atteggiamento dell’opinione pubblica
cominciò a mutare dopo l’affondamento di
alcune navi americane da parte dei tedeschi
nella cosiddetta Guerra Sottomarina il cui
scopo era bloccare i rifornimenti al continente
europeo (l’affondamento del Lusitania
nell’Atlantico fu uno degli avvenimenti
decisivi per l’entrata in guerra della potenza
americana).
La vittoria della Germania, inoltre, avrebbe
dato un modello di Europa chiusa, sotto la leadership tedesca autoritaria,
autocratica e di ancien regime.
Tutti questi motivi (ideologici, strategici ….) portarono, nell’aprile del 1917,
alla storica decisione degli Stati Uniti di entrare in un conflitto europeo (fino
ad allora erano stati isolazionisti) come potenza associata (non entrò in
un’alleanza militare; il Patto Atlantico sarà la prima alleanza militare).
Perché l’America entrò in guerra?
Il motivo venne spiegato da Wilson in un famoso discorso nel 1918, subito
dopo la pace di Brest Litovsk: gli obiettivi di guerra erano definiti nei 14
punti, la prima formulazione ufficiale della nuova diplomazia americana “ to
make the world a save democracy”
“I 14 Punti di Wilson 8 gennaio 1918
,
1° Pubblici trattati di pace, conclusi pubblicamente e in base ai quali non vi
saranno accordi internazionali segreti di alcun tipo, ma la diplomazia agirà
sempre apertamente e in piena pubblicità.
2° Libertà assoluta di navigazione sui mari al di fuori delle acque territoriali, sia in
tempo di pace che in tempo di guerra, salvo per i mari che potessero essere
chiusi in tutto o in parte mediante un'azione internazionale in vista
dell'esecuzione di accordi internazionali.
3° Soppressione per quanto sarà possibile di tutte le barriere economiche
ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni
che acconsentano alla pace e si associno per mantenerla.
4° Scambio di adeguate garanzie che gli armamenti nazionali saranno ridotti
al minimo compatibile con la sicurezza del Paese.
5° Libera sistemazione, con spirito aperto e assolutamente imparziale, di tutte le
rivendicazioni coloniali basate sulla stretta osservanza del principio che, nel
regolare tutte le questioni di sovranità, gli interessi delle popolazioni interessate
dovranno avere un peso eguale a quello delle ragionevoli domande del Governo
la cui legittimità debba essere riconosciuta.
6° Evacuazione di tutti i territori russi e soluzione di tutte le questioni concernenti
la Russia che assicuri la migliore e più libera cooperazione delle altre nazioni per
dare alla Russia il modo di determinare, senza essere ostacolata né turbata,
l'indipendenza del proprio sviluppo politico e della propria politica nazionale, per
assicurarle una sincera accoglienza nella Società delle Libere Nazioni con
istituzioni di sua scelta, e per assicurarle infine ogni aiuto, secondo le sue
esigenze e i suoi desideri. Il trattamento fatto alla Russia dalle nazioni sue sorelle
durante i mesi avvenire sarà la pietra di paragone della loro buona volontà e della
loro comprensione dei suoi bisogni, a prescindere dai loro interessi e dalla loro
intelligente e disinteressata simpatia.
7° Il Belgio - il mondo intero sarà d'accordo – dovrà essere evacuato e
restaurato senza alcun tentativo di limitare la sovranità di cui gode al pari delle
altre nazioni libere. Nessun altro atto servirà quanto questo a ristabilire la
fiducia tra le Nazioni sulle leggi che esse stesse hanno stabilito e fissato per
regolare le loro reciproche relazioni. Senza questo atto di riparazione, la
struttura e la validità di tutte le leggi internazionali sarebbero per sempre
invalidate.
8° L’intero territorio francese dovrà essere liberato e le regioni invase dovranno
essere restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871 per quanto
riguarda l'Alsazia-Lorena e che ha turbato la pace del mondo per quasi
cinquant'anni, dovrà essere riparato affinché la pace possa ancora una volta
essere garantita nell'interesse di tutti.
9° La sistemazione delle frontiere dell'Italia dovrà essere effettuata secondo le
linee di nazionalità chiaramente riconoscibili.
10° Ai popoli dell'Austria-Ungheria, il cui posto desideriamo veder tutelato e
garantito fra le Nazioni, dovrà essere accordata la più ampia possibilità di
sviluppo autonomo.
11° La Romania, la Serbia, il Montenegro dovranno essere evacuati e i territori
occupati dovranno essere restituiti. Alla Serbia dovrà accordarsi un libero e
sicuro accesso al mare. Le relazioni fra i vari Stati Balcanici dovranno essere
fissate amichevolmente secondo i consigli delle Potenze e in conformità a linee
di nazionalità stabilite storicamente. Saranno fornite a questi Stati Balcanici
garanzie di indipendenza politica ed economica e per l'integrità dei loro territori.
12° Una sicura sovranità sarà garantita alle parti turche dell'Impero ottomano
attuale; ma le altre nazionalità che si trovano in questo momento sotto la
dominazione turca dovranno avere garantita un’ esistenza sicura e il modo di
svilupparsi senza ostacoli, autonomamente. I Dardanelli dovranno essere aperti
permanentemente e costituire un passaggio libero per le navi e per il commercio
di tutti sulla base di garanzie internazionali.
13° Dovrà essere costituito uno Stato polacco indipendente comprendente i
territori abitati da popolazioni incontestabilmente polacche, alle quali si dovrà
assicurare un libero e sicuro accesso al mare e la cui indipendenza politica ed
economica, al pari dell'integrità territoriale, dovrà essere garantita con accordi
internazionali.
14° Un'Associazione Generale delle Nazioni dovrà essere formata in base a
convenzioni specifiche, allo scopo di fornire mutue garanzie di indipendenza
politica e di integrità territoriale ai grandi come ai piccoli Stati.
Nei primi di novembre del 1918 vennero firmati gli armistizi: quello italiano venne
firmato a Villa Giusti il 4 novembre e l’11 venne firmato anche quelle fra Francia e
Germania.
Come conseguenza degli armistizi scoppiò anche una rivoluzione in Germania.
LA RIVOLUZIONE RUSSA
Nella primavera del 1917 la guerra mandò in crisi l’impero
La crisi russa cominciò già in
seguito alla sconfitta nelle
guerra russogiapponese che
causò la rivoluzione del 1905
(chiesero il parlamento e una
costituzione) che cominciò a
presentare alcuni elementi
nuovi che ritornarono poi
nella rivoluzione del ’17.
La crisi della Russia zarista
cominciò con una protesta
contro la guerra: nel fronte
orientale le terribili
condizioni climatiche, le difficili condizioni della popolazione e l’avanzata tedesca
nel territorio russo causò molti ammutinamenti e fece scoppiare uno sciopero
generale nel marzo del 1917 in cui si verificò che l’esercito si rifiutò di sparare contro
la folla, i soldati fraternizzarono con gli operai, li sostennero nello sciopero; come era
avvenuto nel 1905 vennero costituiti dei Soviet (es: soviet di Pietrogrado ). Lo zar fu
costretto ad abdicare e venne formato un governo provvisorio.
Si verificò una sfasatura: la società si divise in una sorta di doppia legittimazione: da
una parte c’era la Duma, il Parlamento, che perseguiva un percorso di trasformazione
istituzionale in senso liberale (primo ministro, il lvov… ) e dall’altra parte c’erano i
soviet che rispetto al governo ufficiale cominciarono a costruire una propria forma di
rappresentanza e si posero come rappresentanti di alcune parti della società, delle
classi che non si riconoscevano nella Duma ma che volevano delle trasformazioni
rivoluzionarie. Questa divisione avvenne principalmente nelle grandi città mentre nel
resto del paese la situazione era drammatica: il governo legittimo decise di continuare
la guerra e rimandare la riforma agraria, l’esercitò cominciò ad essere allo sbando,
non aveva più la motivazione politica, iniziò un lento disfacimento delle armate, ci
furono dei moti contadini, vennero occupate le terre (la struttura dell’impero era
ancora sostanzialmente latifondista) e ci furono scioperi e insurrezioni d