Presa e prensione
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ESTRATTO DOCUMENTO
PRESA DI POTENZA
FASI
1. FASE DI APERTURA DELLA MANO : si tratta di un'azione intuitiva e
l'entità dell'apertura è predeterminata in base all'intenzione di afferrare un
oggetto specifico. La mano assume una postura che corrisponde alle
caratteristiche fisiche dell'oggetto.
Tutti questi movimenti di apertura e chiusura della mano sono influenzati dal
polso: a polso esteso, l'estensione delle dita viene molto più complicata.
Provate, tenendo le dita estese, a flettere il polso: se ad esempio voglio tenere
un estensione perfetta delle dita, tendenzialmente andrò in leggera flessione di
polso, perchè questo mi facilita. Nel momento in cui sto estendendo le dita, sto
compiendo una contrazione concentrica dei muscoli estensori; al contrario,
contrazione eccentrica la si ha quando i muscoli si allungano.
A seconda delle dimensioni dell'oggetto, non mi basterà estendere le dita, ma le
dovrò anche abdurre o addurre, a seconda di come devo prendere un
determinato oggetto.
Una volta estese le dita, dovrò predisporre il primo dito, perchè nelle prese di
precisione il primo dito è sempre coinvolto, e in seguito le altre dita; devo
inoltre predisporre le articolazioni interfalangee e metacarpo falangee, perchè
devo ottenere una presa; devo avvicinare le dita, e per farlo devo muoverle
tutte e tre in maniera diversa a seconda dell'oggetto che devo prendere. Per cui,
per andare a prendere un oggetto, ci servono i muscoli che estendono le MF e
flettono le IF, e questi sono i lombricali; poi abbiamo gli adduttori e abduttori
che sono gli interossei dorsali e palmari; e poi gli estensori delle dita che
devono ovviamente essere attivi in seguito, e, man mano che affiniamo il
movimento, dobbiamo reclutare i flessori delle dita.
Quindi, quando vado a prendere un oggetto, prima predispongo la mano:
estendo, e poi piano piano imposto le dita mentre mi avvicino, metto il polso in
leggera estensione, fletto tutte le dita per prendere, e, contemporaneamente,
riduco l'estensione del polso e vado in leggera flessione di polso: questo è un
meccanismo di facilitazione per la chiusura delle dita.
Gli estensori del polso hanno anche un'altra funzione utile: ad esempio, se io
rimango in leggera estensione di polso, blocco l'articolazione e metto fuori
gioco i flessori profondi e superficiali delle dita, il fatto di andare in estensione
mi serve anche per stabilizzare la mano; provate a polso completamente esteso
a chiudere completamente il pugno tenendo il polso più esteso possibile: è un
movimento completamente innaturale. Se io vado con il polso leggermente
esteso, inibisco l'azione dei flessori profondi superficiali, una volta che sono
arrivata vado in flessione di polso, attivo i flessori profondi superficiali e tiro
su.
C'è una fase statica della presa, ed è la fase in cui ho preso l'oggetto e lo devo
stabilizzare nella mano, per cui è una fase in cui in realtà sto semplicemente
riprendendo, con l'oggetto in mano, le reali misure, e sto facendo una
contrazione isometrica perchè i muscoli sono contratti ma non si accorciano:
questa è quindi la fase in cui ho l'oggetto in mano e devo chiudere le dita
altrimenti l'oggetto cade, cioè una volta che l'ho agguantato devo stabilizzarlo.
Il polso ritorna ad andare in posizione prevalentemente neutra, le dita sono
flesse e abdotte: a seconda dell'oggetto l'abduzione sarà variabile.
I muscoli dell'eminenza tenar e ipotenar sono quelli che ci permettono di
opporre le dita.
I muscoli estrinseci, quindi quelli dell'avambraccio, sono quelli che danno
maggior forza alla presa;
i muscoli intrinseci della mano, quindi i lombricali, permettono la flessione
fine;
gli abduttori e gli adduttori servono per decidere quanto dobbiamo aprire o
chiudere le dita in base alle dimensioni dell'oggetto, e danno un contributo in
potenza che è molto inferiore rispetto a quello dei muscoli estrinseci alla mano.
Il primo dito (pollice) è quello che stabilizza maggiormente le prese in generale:
se nelle prese di potenza è quello che aggiunge forza, nelle prese di precisione,
o in determinate situazioni, è quello che stabilizza la presa.
Anche in una presa di precisione dobbiamo aprire la mano e predisporre,
abbiamo però di un controllo motorio più raffinato, di più feedback. Cioè per
rendere un movimento più preciso devo avere più informazioni: se devo
prendere un ago devo misurare molto bene la distanza tra me e l'ago, e come
devo predisporre la mano; se devo prendere un cartone con 12 confezioni di
latte, il movimento è molto più grossolano.
Nelle prese di potenza utilizzo il pollice se devo imprimere una forza maggiore,
in tal caso siccome sono prese fini, il pollice deve essere sempre coinvolto, mi
avvicino all'oggetto e alla fine, sostanzialmente, i movimenti sono sempre gli
stessi.
I muscoli e le prese possono coinvolgere tutte e cinque le dita, oppure possono
non coinvolgerle tutte, per cui, a seconda delle dita che stiamo coinvolgendo,
utilizzeremo delle “Pinze” differenti. Se ad esempio devo andare a prendere un
bicchiere, utilizzo la pinza dei polpastrelli, (non utilizzo infatti tutta la mano
per poter prendere un bicchiere).
Poi c'è la pinza laterale che usiamo, ad esempio, quando dobbiamo aprire o
chiudere la macchina, girare la chiave in una toppa; quando le dita funzionano
poco, perchè ad esempio vi sono dei deficit muscolari, dovremo addestrare il
paziente a utilizzare pinze anche per fare altri movimenti.
Quindi: pinza laterale, pinza tripode, le pinze dei cinque polpastrelli e la pinza a
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stellaste89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinesiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Sassari - Uniss o del prof Aiello Giovanni.
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