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POLSO E MANO

Della mano possiamo distinguere due funzioni :

- la prensione

- la presa.

PRENSIONE: rappresenta tutte le funzioni che mettiamo in atto nel momento

in cui devo andare a prendere qualcosa, per cui se ad esempio devo andare a

prendere un oggetto, metterò insieme una marea di meccanismi che

coinvolgono spalla, gomito, polso, mano e infine afferro l'oggetto. Prima di

tutto ci deve essere l'intenzione di fare qualcosa: se ad es. ho sete, vado a

prendere la bottiglia, e devo avere dei feedback sensoriali di tipo visivo e tattile;

devo inoltre capire qual è, in base all'esperienza, il peso dell'oggetto, per capire

quanta forza devo imprimere per poterlo prendere.

Vi è mai capitato di pensare che una bottiglia fosse piena e invece era vuota, per

cui l'avete sollevata con un movimento brusco? Questo è dovuto al fatto che

abbiamo programmato male il movimento, perché il cervello non aveva notato

che la bottiglia era vuota, e quindi ha sollevato un qualcosa che pesavo un litro

e mezzo: tutti questi sono meccanismi che mettiamo in atto mentre andiamo a

prendere un oggetto. Segue poi la presa vera e propria, ossia l'atto finale.

Quindi, la prensione coinvolge tutti i movimenti messi in atto per prendere un

oggetto, mentre la presa è l'atto finale.

Un'altra cosa che dobbiamo sapere, sempre parlando di afferenze sensoriali, è

quanto devo allungare il braccio: abbiamo dei recettori che forniscono

continuamente informazioni al nostro cervello e ci dicono esattamente la

posizione del nostro corpo nello spazio, perciò anche chiudendo gli occhi noi

sappiamo come siamo posizionati.

Questo senso di posizione nel gesto motorio è di fondamentale importanza. Se

io non so quanto devo allungare il braccio, non ho feedback rispetto a quello

che sto facendo. Quanto devo aprire la mano, quanto devo flettere o abdurre:

sono tutte informazioni che regolano poi il movimento finale, cioè l'atto

motorio vero e proprio che, dunque, avviene sulla base di tutte queste

informazioni.

DEFINIZIONI

PRENSIONE : insieme delle funzioni messe in atto quando un oggetto viene

afferrato con le mani. Intenzionalità controllo sensoriale continuo e

meccanismo di presa.

PRESA : la componente manuale meccanica della prensione.

Le prese si distinguono in due gruppi:

prese di potenza;

– prese di precisione.

– Pensiamo a quando uno deve prendere un ago, o quando uno va a

prendere una cassa d'acqua: sono due tipi di presa completamente diversi.

Potenza e precisione costituiscono le caratteristiche dominanti di tutte le attività

prensili.

La presa di potenza si ha quando dobbiamo sollevare un certo carico, qualcosa

di pesante, per cui devo imprimere una certa forza.

Le dita utilizzate nelle prese di potenza sono in genere le 4 dita escluso il

pollice, il quale invece viene utilizzato solo quando devo aumentare

ulteriormente la potenza.

Le prese potenti vengono utilizzate quando occorre afferrare con forza:

l'oggetto viene stretto in una morsa costituita dalle dita flesse e dal palmo della

mano con una pressione supplementare opzionale realizzata dal pollice.

La presa di precisione, invece, la utilizziamo per fare qualcosa di molto fine.

L'oggetto viene tenuto tra la faccia volare delle dita e il pollice in opposizione;

comporta la stabilizzazione dell'oggetto tra pollice e un dito o le altre dita. Lo

scopo di questa presa consiste nel tenere fermo l'oggetto tra le dita in modo che

possa essere mosso con i movimenti dei segmenti prossimali dell'arto. L'oggetto

può essere manipolato nella mano

Anche il tal caso abbiamo due fasi:

la prima è quella che predispone la mano e quindi le dita nel prendere

• un oggetto, e poi

la presa vera e propria (vera e propria manipolazione dell'oggetto) : ad

• esempio, se devo prendere una penna o un ago, non vado con la mano

aperta a prendere l'oggetto, infatti, già quando vado a prendere

quell'oggetto, sto mirando e sto già avvicinando le dita in modo tale da

rendere la presa il più adeguata possibile.

PRESA DI POTENZA

FASI

1. FASE DI APERTURA DELLA MANO : si tratta di un'azione intuitiva e

l'entità dell'apertura è predeterminata in base all'intenzione di afferrare un

oggetto specifico. La mano assume una postura che corrisponde alle

caratteristiche fisiche dell'oggetto.

Tutti questi movimenti di apertura e chiusura della mano sono influenzati dal

polso: a polso esteso, l'estensione delle dita viene molto più complicata.

Provate, tenendo le dita estese, a flettere il polso: se ad esempio voglio tenere

un estensione perfetta delle dita, tendenzialmente andrò in leggera flessione di

polso, perchè questo mi facilita. Nel momento in cui sto estendendo le dita, sto

compiendo una contrazione concentrica dei muscoli estensori; al contrario,

contrazione eccentrica la si ha quando i muscoli si allungano.

A seconda delle dimensioni dell'oggetto, non mi basterà estendere le dita, ma le

dovrò anche abdurre o addurre, a seconda di come devo prendere un

determinato oggetto.

Una volta estese le dita, dovrò predisporre il primo dito, perchè nelle prese di

precisione il primo dito è sempre coinvolto, e in seguito le altre dita; devo

inoltre predisporre le articolazioni interfalangee e metacarpo falangee, perchè

devo ottenere una presa; devo avvicinare le dita, e per farlo devo muoverle

tutte e tre in maniera diversa a seconda dell'oggetto che devo prendere. Per cui,

per andare a prendere un oggetto, ci servono i muscoli che estendono le MF e

flettono le IF, e questi sono i lombricali; poi abbiamo gli adduttori e abduttori

che sono gli interossei dorsali e palmari; e poi gli estensori delle dita che

devono ovviamente essere attivi in seguito, e, man mano che affiniamo il

movimento, dobbiamo reclutare i flessori delle dita.

Quindi, quando vado a prendere un oggetto, prima predispongo la mano:

estendo, e poi piano piano imposto le dita mentre mi avvicino, metto il polso in

leggera estensione, fletto tutte le dita per prendere, e, contemporaneamente,

riduco l'estensione del polso e vado in leggera flessione di polso: questo è un

meccanismo di facilitazione per la chiusura delle dita.

Gli estensori del polso hanno anche un'altra funzione utile: ad esempio, se io

rimango in leggera estensione di polso, blocco l'articolazione e metto fuori

gioco i flessori profondi e superficiali delle dita, il fatto di andare in estensione

mi serve anche per stabilizzare la mano; provate a polso completamente esteso

a chiudere completamente il pugno tenendo il polso più esteso possibile: è un

movimento completamente innaturale. Se io vado con il polso leggermente

esteso, inibisco l'azione dei flessori profondi superficiali, una volta che sono

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
5 pagine
SSD Scienze mediche MED/48 Scienze infermieristiche e tecniche neuro-psichiatriche e riabilitative

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stellaste89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cinesiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Aiello Giovanni.