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L’ARTE PALEOLITICA

Con l’homo sapiens nasce la produzione figurativa -> l’arte.

Edouard Lartet, studiando arte immobiliare (come le veneri scolpite e

qualunque oggetti che facesse da arredo alle caverne o case), nel 1861 capì

che quelli non erano oggetti dei Celti Galli perché riportavano figure di animali

che in epoca celtica erano già estinti come i mammut. -> assegnò allora

quegli oggetti al Paleolitico.

Nell’esposizione universale di Parigi del 1878, vennero trovati talmente tanti

di questi oggetti che fu creata una nuova sezione: arte immobiliare paleolitica.

Don Marcelino Santuola andò in Spagna per fare ricerche e sua figlia piccola,

che lo seguiva negli scavi, mentre girovagava per le grotte, scoprì il soffitto

con dipinti di buoi. Erano in realtà bisonti policromi dipinti con ocra e qualche

altra terra che facesse il nero. -> All’inizio nessuno credette a Santuola e fu

accusato di essere un falsario finché poi non furono trovate altre grotte simili.

Con lui iniziò lo studio dell’arte parietale.

La zona centro meridionale della Francia e quella settentrionale della Spagna

sono quelle con più concentrazione di arte parietale perché è una zona ricca

di grotte. C’è una maggior presenza di arte mobiliare laddove, invece, le

grotte non c’erano.

Tra le zone più note della Francia meridionale ricordiamo la Valle del Vézère,

la Dordogna e l’area dei Pirenei.

Recentemente sono stati scoperti siti di arte rupestre (rocce incise) all’aperto!

-> Sulle rive del fiume Douro di Portogallo e anche nel Rio Guardiana le cui

rocce poi sono andate perse nella costruzione della diga. Siti dell’Europa

orientale sono in Romania e Croazia e, nonostante la distanza, le

rappresentazioni hanno un’unità tematica con le grotte occidentali; le grotte di

queste zone sono oggi mal conservate perché sono state studiate in epoca

sovietica.

In Italia si riscontrano molti ritrovamenti al sud: in Sicilia (nelle zone di Trapani

e Palermo), in Puglia sul Gargano, in Calabria (Grotta di Romito). E al nord:

in Liguria (Grimaldi, Ventimiglia), Lombardia, Trentino e Veneto.

LE TECNICHE: pittura, incisione o scultura. La scultura è a basso rilievo,

l’incisione viene fatta con la tecnica del graffito o della picchiettatura-

percussione. All’aperto vengono ritrovate solo incisioni: è possibile che le

pitture venissero fatte anche all’aperto ma che non si siano conservate per

via delle intemperie. Nelle grotte vengono ritrovate anche incisioni dipinte.

Per le incisioni: Studiando i tipi di incisioni si può fare un lavoro di stratigrafia

(alcune incisioni sono più antiche e sopra ce ne sono state fatte delle altre).

Per incidere venivano utilizzati percussori e bulini di pietra (selce). Il bulino

era usato per i graffiti (cioè i tagli) mentre come percussori si usavano

soprattutto i quarziti.

Per le pitture: l’ocra è una terra ferrosa perciò rossa (come la ruggine), veniva

scaldata se ne si voleva cambiare l’intensità. Per il nero era usato o il

biossido di manganese o il carbone di legna.

I colori potevano essere usati come gessetti (tecnica del crayon) oppure

polverizzati e legati con acqua o con grassi vegetali/animali (o con albume

d’uovo o sangue). I colori venivano conservati in mortai, conchiglie e

frammenti concavi di calcine. Erano applicati con le dita, con bastoncini,

tamponi (come il muschio) o veri e propri pennelli fatti con fibre vegetali o

animali oppure ancora il colore veniva soffiato (dalla bocca).

Per raggiungere certe altezze in cui sono stati fatti i disegni era necessario

l’utilizzo di un qualche sostegno: questa fa pensare ad una capacità

organizzativa. -> il disegno non veniva fatto quando capitava ma

“premeditato”.

L’arte mobiliare: veniva fatta non solo con pietre ma anche con ossa, avorio,

ceramiche del tipo argilla cotta. Le tecniche sono pittura, scultura o incisione.

Sono state ritrovate lampade e torce nelle grotte o tracce di esse (segni neri

delle torce sulle pareti).

Il repertorio iconografico: - esseri umani - soggetti astratti - animali

Gli animali sono sicuramente i più frequenti e sono quasi sempre

rappresentati gli animali-prede; rari i carnivori. Ulteriore preferenza va ai

cavalli e ai bisonti.

Tra i bovini c’è anche l’uro (antenato del toro) estinto nel 1600 in Polonia.

Tra i cervidi è rappresentato spesso il megacero (oggi estinto), la renna che

nonostante fosse tra i più cacciati è poco rappresentata, il daino, il capriolo, il

cervo rosso…

Tra i caprini ci sono il muflone, i camosci e soprattutto gli stambecchi.

Gli animali più grandi rappresentati sono i mammut e i rinoceronti. I mammut

sembravano essere più frequenti nell’arte mobiliare finché non furono

scoperte la grotta Chouvet e quella di Ruffignac.

Il cavallo di Przewalski era il tipo di cavallo sempre rappresentato : lo si

riconosce dalla criniera che era come quella della zebra. Oggi ce ne sono

pochissimi esemplari.

Venivano rappresentati orsi e leoni: l’orso delle caverne (i cui graffi si

possono vedere sulle pareti di alcune grotte). Nella grotta Chauvet sono stati

ritrovati anche resti dell’orso, un caso esemplare è quello del teschio d’orso

posato su un masso (sicuramente posizionato dall’uomo). Sappiamo anche

che l’uomo usava i canini dell’orso per farne dei pendagli o robe simili.

Il leone delle caverne (estinto) è rappresentato senza criniera perché

probabilmente non l’aveva.

Rare le rappresentazioni di iene, volpi, lupi e pantere come anche dei

mustelidi (tipo ermellino, faina…)

Tra gli animali acquatici vengono rappresentati mammiferi marini: foche,

delfini e balene e anche uccelli acquatici come cigni, oche, anatre, aironi e

pinguini (presenti in Europa durante l’era glaciale) ma per lo più i soggetti

acquatici sono salmonidi.

Tra gli uccelli si trovano più che altro rapaci come civette e gufi.

Nella grotta Chauvet: interessante la prospettiva. Infatti, anche se il leone è

rappresentato di profilo vengono riportati i due occhi e le due orecchie più o

meno uno affianco all’altro. Per l’uomo il soggetto ne ha due perciò non se ne

può rappresentare uno solo: dunque è meglio dire che non si ha la

concezione di prospettiva come la abbiamo noi ma non si ha nemmeno il

concetto dello scorcio o profilo.

Nella grotta Chauvet sono stati ritrovati anche tentativi di riproduzione del

movimento: figure sovrapposte e ogni volta leggermente più spostate oppure

sempre più piccole  principio della serie (si usa tuttora: infatti le serie

fotografiche danno l’idea di movimento).

(Jean Clottes è uno dei maggiori studiosi di arte paleolitica.

Seconda categoria: l’essere umano. Le figure umane, al contrario

dell’animale, sono rappresentate in maniera schematica o stilizzata, e quindi

non naturalistica. A volte sono delineate in modo grottesco e innaturale.

Rappresentazioni di falli o vulve vengono ritrovate anche isolate. La parte del

corpo più rappresentata è quella delle amni: usate come negativo o ad

impronta. Nella grotta Cosquer (la grotta Cosquer fu scoperta da un sub che,

aprtito da un cunicolo sott’acqua, riemerse nella grotta; questa fu studiata da

Clottes e dagli archeologi subacquei finché non fu scoperto un ingresso

terrestre a dimostrazione che le grotte potevano avere più accessi) alcunedita

o falangi non sono rappresentate: sono imperfezioni genetiche o segni di

mutilazioni rituali? Segnali di caccia o indicazioni di itinerari?

Nella media, le donne hanno l’indice più lungo dell’anulare; questa regola è

stata adattata allo studio antropologico e confrontata con i ritrovamenti

pittorici permettendo di capire che sia uomini che donne potevano fare arte.

Ritrovate rappresentazioni antropozoomorfe: forse sono la rappresentazione

di divinità o mascheramenti (magari rituali) oppure di sciamani.

In ambito di rappresentazione umana con la scultura, dal Portogallo alla

Siberia sono state ritrovate le famose “Veneri”: statuette di figure femminili.

Due tipi di Veneri:

- Veneri Gravettiane (il Gravettiano è uno dei periodi del Paleolitico), con

grandi seni e natiche, volto non particolarmente evidenziato (a volte i

capelli), piedi mai presenti, braccia appena evidenziate o assenti, mani

assenti o nascoste sotto i seni oppure che coprono i seni, a volte c’è

l’ombelico, ventri prominenti, alcune hanno delle tacche sul corpo come

a rappresentare tatuaggi.

Queste rappresentano forse un’ideale di fecondità, a volte sembrano

 proprio incinta. L’assenta di piedi fa penare che le statuette fossero

infisse nel terreno. Possono avere dimensioni diverse, le più piccole

forse venivano portate appresso. Il volto veniva omesso o appena

accennato anche nelle pitture perciò non è certo che la cosa abbia

un significato.

- Veneri Maddaleniane, con corpi privi di testa e piedi, snelli in cui l’unica

parte prominente sono le natiche

molto concentrate a sottolineare la fecondità della donna.

Arte astratta:

non si sa se sia un’arte decorativa o con un significato; spesso si trovano

figure tetti formi (tetti/capanne), alberiformi oppure scutiformi (scudi),

claviformi e nastriformi. In particolare i nastriformi e gli scuti formi sono stati

chiamati così per una somiglianza formale a quegli oggetti oggi conosciuti ma

non si sa a cosa corrispondessero allora. C’erano anche figure a zig-zag,

spirali, punti e linee… per finire, occhi, corna e pellami di animali stilizzati.

Il significato dell’arte paleolitica:

I primi studiosi ritenevano che si trattasse di divertimento o svago nel tempo

libero dell’uomo preistorico; in seguito nacque da Breuil e Begouen, la teoria

della magia della caccia (come se rappresentandolo, si potessere recuperare

o catturare lo spirito dell’essere cacciato. Secondo questa teoria gli uomini

disegnavano gli animali di cui si cibavano per ringraziare o per avere fortuna

e disegnava i carnivori per possederne le forze.

Poi giunse una nuova ipotesi secondo la quale i disegni erano

rappresentazioni dei percorsi di caccia e delle battute di caccia effettuate.

Tuttavia alcuni animali erano fantasiosi e le renne, animali più cacciati in

assoluto, non erano quasi mai rappresentate.

Ci si chiede poi se le figure d’arte astratta che a volte possono sembrare il

percorso di caccia seguito o da seguire siano state fatte insieme o dopo ai

disegni? Perché poi alcune figure a volte non sono complete?

Una vera rivol

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
14 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/01 Preistoria e protostoria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JessApp di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Preistoria e protostoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Fossati Angelo.