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IE GERM

*[ă], *[ŏ] > *[ă]

*[ā], *[ō] > *[ō]

ə

*[ ] > *[ă]

Ṛ Ḷ Ṃ Ṇ

*[ ] *[ ] *[ ] *[ ] > *[ur], *[ul], *[um], *[un]

*[ai], *[oi] > *[ai]

*[au], *[ou] > *[au]

*[ei] > *[ī]

Il sistema vocalico va incontro ad una semplificazione tramite il processo di assimilazione; è

il caso della ŏ e della schwa che diventano una ă.

IE *ŏctŏ ‘otto’ > GERM *ahta

IE *bhāgos ‘faggio’ > GERM *bōk le vocali lunghe vengono semplificate, il timbro [ā]

confluisce in [ō]

ə ḗ

IE *p t r ‘padre’ > GERM *fađer passaggio della schwa, vocale breve centrale, ad [a]

ṃ ḷ ṇ ṛ

Nell’indoeuropeo esistevano le sonanti, consonanti nasali, laterali e vibranti ( ; ; ; ).

Esse, a differenza delle consonanti che devono essere seguite da vocale, possono costituire

delle sillabe anche da sole. Condividono con le consonanti il modo di articolazione, ma le

funzioni sono diverte, in quanto possono fungere anche da vocali.

Nel Germanico esse diventano consonanti, perdendo la qualità di poter fare da vocali.

Tuttavia sviluppano una vocale precedente, che tipicamente è una ŭ (um-, ul-, un-, ur).

La particella negativa viene ereditata dal germanico come prefisso negativo che viene

premesso a sostantivi (un-). Happy/un-happy.

IE * f - particella negativa > GERM prefisso negativo *un

I dittonghi che contengono la vocale [o] seguono lo stesso destino della ŏ breve, si va

incontro ad una confluenza di timbri.

IE *oinos ‘uno’ > GERM *ainaz oi confluisce in ai;

IE *roudhos ‘rosso’ > GERM *rauđaz ou confluisce in au;

IE *steigh- ‘salire’ > GERM *stīgan ei dà luogo ad un suono i lungo;

Le vocali brevi (triangolo vocalico) u, i, o, schwa, e, a; vocali lunghe u, i, o, e, a; dittonghi:

ai, au, oi, ou, eu, ei. A causa di queste trasformazioni, il sistema che originariamente era un

triangolo vocalico, smette di essere equilibrato perché viene a mancare per le vocali breve la

[o] (vocale posteriore medio alta breve), per le vocali lunghe la [a] (vocale centrale bassa

lunga). Si ipotizza che nella fase successiva del germanico comune, la lingua sia andata

incontro ad una serie di sistemazioni.

Seconda fase (germanico comune)

Sviluppo di una vocale lunga *[ē2]:

- nei prestiti dal latino (cfr. LAT mensa ‘mensa, tavolo’ > GOT mēsa, INGL ANT mēs);

- nel vocalismo del preterito dei verbi forti di VII classe nel gruppo nord-occidentale;

- nell’avverbio di luogo hēr ‘qui’;

Fenomeni di innalzamento e abbassamento vocalico nel germanico comune:

- innalzamento: una vocale bassa o media, in cui la lingua è bassa o a metà del cavo orale,

si alza e viene articolata una vocale con timbro diverso.

ĕ radicale > ĭ davanti a nasale + altra consonante o a semivocale j;

[Ĕ] della radice diventa [ĭ] quando essa è seguita da una consonante nasale e da un’altra

consonante oppure è seguita da due suoni vocalico e semivocalico, la j (jod; semivocale

palatale) o la i; Esempi: IE *sengwh- cantare > Germanico *singwan;

IE *medhijos medio > germanico *miđjaz

- Abbassamento: Quando abbiamo una vocale alta e la punta della lingua tocca il palato,

l’abbassamento consiste nell’abbassare la lingua, il che comporta la pronuncia di un’altra

vocale.

ĭ e ŭ radicali > ĕ, ŏ quando non è presente il precedente contesto; Esempi: IE *wiros ‘uomo,

maschio’ > GERM *weraz

Formazione di nuovi fonemi /ā/, /ī/, /ū/ in seguito a ristrutturazioni sillabiche: in contesto

che presenta vocale breve + nasale + fricativa sorda, la nasale cade e la vocale si allunga

PROTO-GERM *þaŋχta ‘io pensavo/pensai’ > GERM COM *þāχta

Consonantismo. Fenomeni di cambiamento dall’indoeuropeo al germanico ricostruito.

Nella ricostruzione dell’indoeuropeo è stato individuato un repertorio ricco di consonanti

composto da: occlusive, sorde, vibranti, laterali, semivocali e così via; le occlusive

occupano maggiore spazio, essendone state ricostruite ben 15. Esse si sarebbero distribuite

in cinque punti di articolazione (labiale, dentale, palatale, velare e labio-velare in cui

abbiamo delle occlusive velari seguite da una semivocale velare che non fa fonema a sé, ma

si costruisce insieme all’occlusiva) e tre modi (sorde, sonore, sonore-aspirate in cui

l’occlusiva sonora è seguita dall’aspirazione).

Rask e Grimm si resero conto che le lingue germaniche, dal punto di vista del

consonantismo, mostravano una serie di cambiamenti sistematici rispetto al sistema

indoeuropeo. Rask nel 1818 scrisse Saggio Sull’antica Lingua Nordica, l’Islandese, e

ipotizzandone le origini si rese conto che aveva dei fenomeni riguardanti il consonantismo

comuni a molte altre lingue, tuttavia essi andavano a contrastarsi con il sistema ricostruito

dell’indoeuropeo. In poche parole, dove nell’indoeuropeo c’erano delle occlusive, nel

Germanico c’era stato un cambiamento.

Grimm nel 1822 scrisse la Deutsche Grammatik, in cui espose una vera e propria legge

fonetica chiamata Legge di Grimm, ma anche nota come I mutazione consonantica/ I

rotazione consonantica. Grimm notò che ci fu uno spostamento sistematico delle

consonanti occlusive, da lui chiamato Erste Lautverschiebung e in inglese First

consonant shift/Germanic consonant shift. Si suppone che questo cambiamento sia

avvenuto nel proto-germanico.

Le occlusive sorde indoeuropee mutano nel Germanico il tipo di suono e di poco il punto di

articolazione:

IE *[p] *[t] *[k] *[kw] > GERMANICO *[f] *[θ] *[x] (pronuncia di machen) *[xw]

Esempi:

LAT piscis > ING Fisch; (P occlusiva sorda labiale > F fricativa labiodentale sorda)

LAT Tres > ING three;

LAT cornu > ING horn;

LAT quod > GERM hwæt /xwæt/ > what Inglese Moderno. Stesso processo di ŏctŏ > *ahta

[axta];

Le occlusive sonore indoeuropee mutano in occlusive sorde nel germanico:

IE *[b] *[d] *[g] *[gw] > GERMANICO *[p] *[t] *[k] *[kw]

Esempi:

LAT pes, pedis > ENG foot; IT due > ENG two; IT dieci > ENG ten;

LAT labia > ENG lip;

LAT genu > ENG knee (in Inglese Antico [k] veniva pronunciato) / TED Knie

IE gwen > ENG queen dall’Inglese Antico cwēn donna in generale, moglie, moglie del re;

Le consonanti sonore-aspirate indoeuropee nel germanico diventano fricative sonore:

IE *[bh] *[dh] *[gh] *[ghw] > GERMANICO *[ß] *[đ] *[γ] *[γw]***

*[b] *[d] *[g], *[gw] *[ß] *[đ] *[γ] *[γw]

L’aspirazione si è trasferita sull’occlusiva modificandole. ***Le fricative sonore si

evolvono in occlusive sonore quando sono iniziali consonantiche e geminate.

Esempi:

IE *bher portare > ENG bear;

IE *dheub profondo > ENG deep;

IE *ghaidos capra > ENG goat;

IE *medhjos > PROTO-GERM *midjaz > DIALETTI GERM OCC. *middja (vocale breve

+ consonante + [j] = si raddoppia la consonante in mezzo). Da esso deriva l’inglese antico

middi-;

La prima mutazione consonantica ha avuto tre esiti particolari:

In un primo caso le occlusive sorde dell’indoeuropeo quando si trovano dopo una

• sibilante alveolare [s] non mutano e non diventano fricative, rimanendo occlusive

sorde. Esempi:

LAT stella > ENG star/ TED Stern;

LAT Spuere > ENG spew/TED speien;

IE *skein splendere > TED ANT skīnan/ TED MOD scheinen;

Di due occlusive sorde in sequenza soltanto la prima muta. Esempi:

• IE *ŏctŏ > GERM *ahta [axta];

IE *hŏkt- > GERM *haht-; Nacht (tedesco), neaht/niht (inglese antico), nicht (inglese

medio), night (è avvenuta una ristrutturazione della sillaba)

LAT captus prigioniero > GOT hafts (vedi suffisso aggettivale nel Tedesco moderno

-haft, come Glaubhaft credibile, Fabelhaft fiabesco);

Legge di Verner (1877). Grimm si accorse che non sempre vi era una trasformazione delle

occlusive sorde secondo la legge da lui esposta, ma c’erano dei casi particolari in cui le

occlusive sorde non diventano fricative sorde ma fricative sonore. A questa eccezione non

aveva saputo dare una spiegazione, ma la risposta la diede Verner, che si era reso conto che

le occlusive sorde indoeuropee e la sibilante alveolare sorda in certi contesti andavano

incontro ad un fenomeno di sonorizzazione. In particolare mise in luce due condizioni

affinché questa sonorizzazione abbia luogo:

Il primo caso è che le occlusive sorde per sonorizzarsi devono trovarsi in ambiente

1. sonoro, per cui si intende tra vocali o tra elementi con valore vocalico. Perché la

vocale o la sonante sono dei suoi tipicamente sonori di conseguenza influenzano

l’occlusiva sorda che si trova in mezzo.

Il secondo caso riguarda la posizione dell’accento nelle parole in cui le occlusive

2. sorde e [s] hanno questa modificazione. Egli ipotizzò che nel momento in cui si è

verificata la legge di Grimm e si sono evidenziate queste eccezioni, l’accento di

parola era già diventato intensivo ma non era ancora fisso sulla sillaba radicale.

Affermò che nelle parole in cui le occlusive sorde si trasformano in fricative sonore,

l’accento probabilmente non cadeva sulla sillaba immediatamente precedente.

IE *[p] *[t] *[k] *[kw] *[s] > GERM *[ß] *[ð] *[γ(w)] *[z]

Esempio secondo caso:

IE *(s)upér avverbio, prefisso, preposizione sopra (tramite il latino supér deriva l’italiano

sopra e il prefisso super-).

Nel greco hypèr > GERM *ußar- (fricativa bilabiale sonora) > ENG over (fricativa sonora

labiodentale). L’inglese mantiene l’esito secondo la legge di Verner.

Applicazioni della legge di Verner (“Alternanza grammaticale”).

In alcuni fenomeni grammaticali del germanico è possibile trovare esiti secondo la legge di

Grimm alternati a esiti secondo la legge di Verner:

1) nel Pret. Sing. e nel Pret. plu. di alcuni verbi forti ǣ

GERM *wesan, *was, *wēsúm (> *wezum), *wesanaz > INGL ANT wesan, wæs, w ron,

(ge)wesen, INGL MOD was/were; TED ANT wesan, was, wārum, giwesan

2) nei verbi deboli di prima classe (causativi)

GERM *nesan ‘guarire (intransitivo)’ > *nas-já-n ‘guarire (transitivo), curare’ > INGL ANT

nerian, TED ANT nerien (TED MOD nähren, ernähren)

3) in parole derivanti dalla stessa radice ma appartenenti a classi diverse

GERM *dauþuz ‘morte‘, *dauþáz ‘(il) morto’ > INGL MOD death [dεþ], dead [dεd]

La Datazione della prima mutazione consonantica si basa su prove indirette, come le

parole che sono entrate nei dialetti germanici da altri spazi linguistici e culturali in una fase

molto antica. Gli studiosi, in particolare, hanno considerato il fatto che i Germani stanziati

sul corso del Reno

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher morreale.9 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Di Clemente Valeria.