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QUINDI IN QUANTO QUANDO FA RIFERIMENTO

ALL’AMBIENTE DELL’AZIONE CIO’ CHE E’ IN GIOCO NON E’ PIU’ UN’ INSIEME DI MISURE COERCITIVE, MA

UN INSIEME DI VINCOLI E OPPORTUNITA’ CHE OFFRE AGLI ATTORI AZIONI ALTERNATIVE E STRATEGICHE.

WILSON CRITICA LOWI e trascura l’analisi delle condizioni che istituzionalizzano il potere, cioè

in quanto Lowi definisce il potere in base alla sua forma trascura che i

contorni della policy non sono fissabili a priori perché possono inserirsi nuovi attori, nuove relazioni e strutture di potere. Presta quindi

troppa attenzione a ciò che fa lo Stato e meno a chi partecipa alla definizione delle politiche.

 Wilson sposta l’attenzione sulle conseguenze, interazioni e dinamiche interne che le politiche pubbliche producono nei gruppi.

Il fatto che i gruppi agiscano in un’ambiente che esercita dei condizionamenti sulle capacità di perseguire interessi, fa sì che gli stessi

si trasformino in da attori collettivi a organizzazioni formali con un aspetto permanente e struttura e funzioni ben definite.

A differenza dei gruppi le organizzazioni agiscono solo per il raggiungimento di interessi, ma anche per il loro mantenimento e rafforzamento in

un ambiente molto competitivo; inoltre sono loro stesse arene del potere dove i partecipanti esercitano influenze a secondo del ruolo e funzioni

che hanno.

Si delineano così 2 visioni secondo Wilson:

 Il pluralismo = che concepisce i gruppi come modelli razionali per il raggiungimento degli scopi e interessi sui quali definiscono il

contenuto dell’azione.

 L’approccio organizzativo = interpreta le organizzazioni/gruppi come sistemi aperti che perseguono sì interessi e scopi, ma sono

principalmente occupati ad obbedire a una serie di “imperativi organizzativi”, cioè rispondere alle sfide dell’ambiente naturale in cui si

trovano.

L’organizzazione sviluppa così un sistema di incentivi per aumentare la coesione del gruppo e motivarne l’azione, procurati dai leaders concepiti

come “imprenditori di policy”:

• e non che l’organizzazione dà

Incentivi materialiricompense, incentivi economici ai membri che prestano attività lavorativa.

• membri di un’organizzazione sono solidali, cioè condividendo le finalità sviluppano dei sentimenti di identificazione.

Incentivi di solidarietài

Possono essere specifici (rivolti a individui singoli) o collettivi(quando agiscono per valorizzare i legami di appartenenza)

• a fini, obiettivi e valori che l’organizzazione sta perseguendo. Sono incentivi molto forti per i suoi membri.

Incentivi di scopolegati

Se la presenza di incentivi materiali e di solidarietà rivela che le organizzazioni sono sistemi aperti, quelli di scopo testimoniano il loro carattere

razionale.

Una politica pubblica può avere un impatto positivo sui gruppi/organizzazioni quando genera dei benefici oppure un impatto negativo

quando determina costiquindi con una politica pubblica regolatoria, come nel caso di un obbligo ad abbattere delle barriere architettoniche

distribuisce beni a determinati soggetti(con handicap, appaltatori) ma dei costi ad altri(esercenti pubblici per adattarsi).

politiche pubbliche quindi si richiamano come in un “gioco di specchi” dai limiti non ben definiti.

Le interferenza nell’arena distributiva, negoziazione in quella

Wilson contesta inoltre le relazioni che Lowi individua nelle tre arene(non

in quanto la condotta di un gruppo cambia a seconda dell’impatto e dei

regolatoria, scontro ideologico in quella redistributiva),

 per esempio solamente in alcuni ambiti dell’economia l’arena delle politiche regolatorie

benefici/costi che una politica pubblica comporta

ha dei comportamenti dei gruppi come quelli ipotizzati da Lowi, mentre in altri ambiti è modesta o addirittura operata da gruppi marginali di

opposizione.

Conclude indicando 2 aspetti della tipologia di Lowi che devono essere modificati:

 una distinzione tra l’adozione di una politica nuova e la trasformazione di una già esistente.

Dovrebbe esser introdotta

 Non dovrebbe esser sminuita l’importanza dei costi e benefici che una politica determina.

Per Wilson si hanno così:

 Politiche con costi e benefici concentrati = coinvolgono grandi imprese/corporations che si contrappongono per un conflitto

d’interesse (ex: microsoft e netscape per l’installazione dei motori di ricerca nei computer, dove la seconda contesta alla prima di aver

fatto concorrenza sleale)

 Politiche con costi distribuiti e benefici concentrati = politiche con costi sociali estesi a tutta la collettività che generano però

agraria comunitaria è finanziata dai paesi dell’U.E. anche se poi li utilizza

benefici mirati a gruppi specifici (ex: la PAC-politica per

erogare serivizi a gruppi specifici del settore)

 Politiche con costi concentrati e benefici distribuiti = politiche che scaricano i costi su determinate categorie/gruppi pur generando

benefici distribuiti, incontrando così una forte resistenza nei gruppi che dovrebbero accollarsi i costi.

 Politiche con costi distribuiti e benefici concentrati = politiche con costi elevati che però non avvantaggiano in particolare qualche

gruppo o categoria, non sono politiche di facile innesco. (ex:delle politiche del Welfare che generalizzano benefici con altrettanto costi

diffusi).

L’accostamento di Wilson concentra l’analisi su 4 aspetti chiave:

1. Gli imprenditori-organizzatori = che investono capitale per creare beni/servizi da offrire al consumatore.

= creati dall’imprenditore

2. I benefici all’esistenza del gruppo.

3. I membri del gruppo = caratterizzati da interessi, valori o preferenze pre-esistenti

= dove il primo per mantenere l’organizzazione deve fornire benefici

4. Lo scambio tra imprenditore e i membri del gruppo con un

pagamento.

Si può concludere affermando che le politiche hanno rilievo per i gruppi/individui in quanto producono benefici che aumentano o riducono le

possibilità di affermazione.

critica anch’esso Lowi in quanto le proprietà regolatorie,

SALISBURY distributive o redistributive di una policy dipenderebbero dalle

percezioni che i destinatari hanno dei benefici o dei costi della stessa.

Quindi le politiche distributive sono percepite come conferimento diretto di benefici; quelle redistributive danno e sottraggono benefici;quelle

dall’autore)

regolatorie impongono vincoli diminuendo le opzioni future potenzialmente benefiche; mentre quelle auto-regolatorie(4introdotta

impongono anch’esse vincoli ma si percepiscono in quanto solo aumentano le opzioni future potenzialmente benefiche per il gruppo.

quindi sfrutta queste percezioni

WILSONL’imprenditore e modifica i programmi a seconda del tipo di policy:

- Se costi e benefici entrambi distribuiti ma i primi eccedono i secondi, farà fatica a produrre un cambiamento.

- Se costi dispersi e benefici concentrati, drammatizzerà i costi e privilegerà i benefici.

avrà un incentivo immediato per attivare l’organizzazione.

- Se costi concentrati e benefici distribuiti,

- Se costi e benefici concentrati i cambiamenti si verificheranno solo come il risultato di una negoziazione tra le associazioni pre-

esistenti.

 L’IMPLEMENTAZIONE

CAP 7 - AMMINISTRAZIONE PUBBLICA-

l’efficienza dello Stato dipendono dalla

Per LOWI sua capacità implementativa-amministrativa, quindi Stato e amministrazione

coincidono e le politiche pubbliche sono il risultato immediato delle loro attività e esercizio del potere.

Le critiche suggeriscono di rivolgere l’attenzione ai destinatari delle politiche pubbliche in quanto le loro spinte influenzano la direzione del

con l’idea di fondo che la razionalità organizzativa

processo di policytendenza chiamata NEOISTITUZIONALISMO (individuazione degli

scopi e strategie dell’azione) è vincolata dall’istituzionalizzazione dell’organizzazione (consolidarsi degli interessi nell’organizzazione in seguito

agli scambi politici).

Lo Stato e i suoi apparati risultano quindi statici in quanto avrebbero solo il compito di regolare, distribuire e redistribuire. La Pubblica

Amministrazione e le agenzie invece intervengono nel processo ricercando risorse da tradurre in incentivi da spendere per rafforzarsi e

mantenersi. l’intervento

Ne risulta quindi che della Pubblica Amministrazione e delle agenzie è autonomo e segue una propria logica organizzativa rispetto

all’azione dello Stato. dei grandi cambiamenti introdotti dall’industrializzazione, dello sviluppo tecnologico e

LA FINE DEL LIBERALISMOPrima

le società avevano un’elevata densità sociale, cioè i rapporti avvenivano all’interno di una comunità circoscritta, una comunità

modernizzazione,

sociale definita da valori e sorretta da istituzioni che aveva il compito di definire i ruoli e preposta al controllo sociale.

la differenziazione e la specializzazione delle funzioni hanno moltiplicato l’alienazione e il

Successivamente invece, nelle comunità industriali

conflitto, rendendo così impossibile il controllo sociale tramite comunità locali. Serviva così uno strumento di controllo razionale: la

al controllo sociale è l’amministrazione, che può essere ritenuta la condizione sine qua non della modernità.

razionalità applicata

L’AMMINISTRAZIONEsi configura quindi come un meccanismo consapevole ed esterno -anziché spontaneo e interno- di controllo

e l’autonomia della politica

del mercato, presente sia nel settore pubblico che privato. Si verifica quindi il problema del nesso e

amministrazione.

Con l’aumentare delle funzioni statali la politica si è resa autonoma dalla sfera sociale, infatti lo Stato ha un grado altissimo di capacità del

controllo sociale soprattutto attraverso il monopolio della coercizione. L’amministrazione è proprio il fattore che si insinua tra politica e

governo, anche se essendo in grado di influenzare la definizione degli obiettivi e finalità perseguite dal governo, condiziona il contenuto della

policy. 

Riprendendo Dahl, LOWI mostra che se il conflitto dei gruppi normalmente si risolve in un negoziato, la coercizione della visione pluralista

è probabile solo nei casi in cui il negoziato fallisca; inoltre Dahl concepisce la coercizione come un vero e proprio intervento fisico, mentre per

Lowi c’è un'altra modalità di azione coercitiva che non lo implica necessariamente, e cioè l’intervento amministrativo. l’insieme degli sforzi per

POLITICHE E PROGRAMMIsecondo una visione convenzionale, si dà il nome di IMPLEMENTAZIONE

ottenere dei risultati congrui agli obiettivi prefissati. Si può definire quindi

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Publisher
A.A. 2011-2012
12 pagine
8 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ophelia_SP di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi delle Politiche Pubbliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Ieraci Giuseppe.