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Regioni ed enti locali si sono quindi attivati per istituire organi e dotarsi di strumenti per garantire la
costruzione di sistemi regionali sensibili all’ottica di genere.
Organi per la parità a livello di UE
Commissione EU e Parlamento EU hanno sviluppato al loro interno strutture apposite per la materia delle
pari opportunità.
2005 creazione Gruppo di commissari per i diritti fondamentali, la non discriminazione e le pari
opportunità col compito di guidare ed assicurare la coerenza dell’attività dell’intera commissione nelle aree
dei diritti fondamentali, dell’antidiscriminazione, delle pari opportunità e dell’integrazione dei gruppi
minoritari
1996 Gruppo interservizio per la parità di genere è composto da rappresentanti di tutti i servizi dei
commissari responsabili all’interno dei rispettivi direttorati generali di parità, ha il compito di sviluppare
l’approccio di gander mainstreaming in tutte le attività comunitarie e di coordinare tra loro i commissari nel
corso della loro azioni
Commissione EU è stata molto attiva nella creazione di reti transnazionali di esperti che svolgessero una
funzione di supporto alla sua attività sotto forma di consulenza e preparazione di rapporti col compito di
monitorare l’implementazione della legislazione esistente oppure di raccogliere dai a supporto di ulteriori
interventi comunitari
Arena internazionale: ONU
Intervento dell’ONU si è rivelato cruciale per la lotta contro le discriminazioni di genere attraverso una
campagna di sensibilizzazione sul tema della disuguaglianza di genere oltre che l’organizzazione di
conferenze tematiche che hanno alimentato lo stabilirsi di un forum di discussione sia per i governi che per
le associazioni femminili 2
Nello statuto dell’ONU è prevista la parità di diritti tra uomo e donna e dagli anni 70 ha lanciato delle
iniziative per sensibilizzare la comunità internazionale sul tema della situazione delle donne aprendo
opportunità politiche per la mobilitazione dei movimenti sociali a livello internazionale.
Attori:
si dividono in attori espressione della società (gruppi di interesse) e di derivazione politica (partiti politici e
burocrazie)
Attori europei
Commissione EU ha promosso la creazione e il mantenimento di una lobby transnazionale delle donne
tramite l’allocazione di risorse finanziarie, la lobby avrà quindi più rilevanza se riuscirà a formare un
interesse transnazionale andando oltre i legami tra un gruppo e lo stato di appartenenza e di coordinare
un’azione di lobbying a livello nazionale ed europeo.
Attiviste senza frontiere
Le iniziative dell’ONU hanno sollecitato i movimenti femministi ad organizzarsi e a muoversi oltre gli Stati
diventando attivisti oltre confine nazionale. A livello internazionale gli interessi degli stati possono essere
anche rappresentati da movimenti differenti tra loro che possono anche entrare in contrasto
Le ONG svolgono un ruolo attivo all’interno delle Conferenze creando anche reti di ONG favoriscono la
condivisione de informazioni e strategie oltre che il reciproco arricchimento tramite la trasmissione delle
proprie esperienze e sensibilità
Emerge quindi che particolare rilevanza hanno le arene internazionali nel sollecitare le azioni di parte degli
Stati le quali per realizzarsi richiedono la volontà politica del governo di quello Stato. È la volontà politica il
fattore che fa la differenza nel garantire o meno migliori condizioni per le donne
Parte 2: la strategia di gender mainstreaming
Passi verso la strategia di gender mainstreaming
Modelli di formazione dell’agenda pubblica
Studiosi ricorrono a due elaborazioni teoriche che si focalizzano sul chi e sul come: modello Cobb, Ross e
Ross e Kingdon
CRR hanno elaborato una tipologia a seconda degli attori che promuovono l’entrata di una questione
nell’agenda, tipi di formazione identificati:
- Iniziativa esterna
- Mobilitazione
- Iniziativa interna
I tre modelli hanno in comune la distinzione tra agenda politica e istituzionale:
- Agenda politica raccoglie le tematiche oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica
- Agenda istituzionale è composta dalle questioni su cui l’autorità politica ha deciso di intervenire
1. Modello iniziativa esterna
Prevede che un gruppo esterno all’assetto istituzionale agisca per inserire una questione all’interno
dell’agenda governativa
2. Modello mobilitazione
Si ha quando attori all’interno delle reti istituzionali agiscono affinché una questione su cui si è
deciso di intervenire sia inserita anche nell’agenda politica in modo da creare il consenso popolare
nei confronti del loro operato 3
3. Modello iniziativa interna
Prevede che attori appartenenti all’apparato burocratico agiscano per impedire che una questione
abbia accesso all’agenda politica
Ogni modello è proprio di un regime politico rispettivamente: democratico autoritario totalitario
Kingdon presenta invece un’interpretazione della formazione dell’agenda come un processo debolmente
strutturato e tutt’altro che prevedibile: affinché una questione entri nell’agenda istituzionale deve aprirsi la
cosiddetta finestra di policy data dall’incontro tra problemi, soluzioni e politica.
Entrambi i modelli riescono a contare quegli attori che si mobilitano all’interno della rete istituzionale di
governo. CRR si focalizzano principalmente sulla dinamica tra i gruppi di interesse organizzati e decisori
politici mentre Kingdon non si pone domande su chi agisce nel processo di formazione dell’agenda ma sulla
combinazione degli ingredienti di quel processo senza chiedersi il perché di quella ricetta di politica
pubblica.
Questi tipi di agenda non sono però adatti al tema delle pari opportunità perché non vanno oltre i sistemi
politici nazionali.
Condizione femminile come oggetto di intervento pubblico
La condizione femminile costituisce un elemento cruciale di valutazione della salute di un regime
democratico. Fino a pochi anni fa però le differenze di genere non erano considerate così negativamente.
Sono state le donne ad iniziare ad organizzarsi collettivamente per rivendicare l’eguaglianza con gli uomini.
Nel corso dell’Ottocento il movimento delle donne continuò a mobilitarsi all’interno degli Stati nazionali.
All’inizio del 900 si iniziò ad allargare il suffragio alle donne. Le donne non avevano uguali diritti rispetto agli
uomini e per questo erano discriminate. I primi provvedimenti a favore delle donne furono legati al
riconoscimento della parità salariale e del trattamento tra uomini e donne sul posto di lavoro. Anche l’UE
ha avuto in questo processo un ruolo rilevante.
UE come arena di produzione e diffusione di paradigmi di policy
La comprensione delle caratteristiche della politica per le pari opportunità in Italia va ricercata nell’indirizzo
dato in tal senso dall’UE.
Ruolo interpretativo del giudiziario
Le diverse strategie per l’eliminazione delle disuguaglianze hanno visto molteplici attori coinvolti: stati,
istituzioni comunitarie, istituzioni internazionali.
La funzione di risolvitrice assunta dal giudiziario lo ha reso un attore rilevante del sistema politico. L’azione
del potere giudiziario ha infatti particolari ripercussioni sulla politica. È quindi necessario tenere in
considerazione le varie sentenze del giudiziario europeo perché hanno portato all’istituzionalizzazione di un
regime di policy europeo. Il principio di uguaglianza è stato infatti elevato a diritto fondamentale dell’UE.
Paradigma economico degli anni 70
Una volta riconosciuta la possibilità all’UE di intervenire in materia di parità la Commissione portò avanti
con successo l’esecuzione del principio di parità di trattamento e salariale. Inizialmente la disuguaglianza
uomo-donna venne interpretata come una questione economica e quindi risolta con interventi nel mercato
del lavoro da qui il paradigma economico con atti volti a portare la parità salariale e di trattamento.
L’introduzione della parità salariale oltre che un modo per migliorare la condizione femminile mirava anche
ad evitare il peggioramento di quella maschile.
Intervento Corte di giustizia
Il paradigma economico col tempo è andato a coesistere con altre questioni riguardanti la condizione delle
donne con l’allargamento del principio di parità di trattamento a tutti campi. La Corte oltre che ha fornire
corrette interpretazioni delle leggi ha inserito sotto la giurisdizione del principio di parità anche questioni
come la famiglia e la protezione della gravidanza e maternità. 4
Corte EU e visione della donna
Dagli anni 80 la Corte ha legittimato un’ideologia dominante della maternità basata sulla maternità come
un bisogno biologico di madre e figli. Questa visione della donna come centro della famiglia da una parte ha
comportato una divisione iniqua tra i generi del lavoro in casa con la divisione uomo-donna e dall’altra il
riconoscimento di diritti alla donna sul posto di lavoro. Col suo contributo la Corte ha incluso situazioni che
vanno al di là del paradigma economico del tema della disuguaglianza di genere.
Conferenza ONU di Pechino 1995
Particolare innovazione al paradigma si è avuto negli anni 90 col passaggio da una questione delle donne ad
una di genere.
L’ONU ha condotto una campagna per la sensibilizzazione a livello internazionale sul tema della
disuguaglianza delle donne dagli anni 70 portando l’affermarsi di un frame comune alla base del quale vi è
stato il riconoscimento delle rivendicazioni per i diritti delle donne come parte della più ampia battaglia sui
diritti umani. Nella Conferenza di Pechino avvenne l’identificazione del gender mainstreaming come una
delle aree prioritarie su cui i governi nazionali sono chiamati ad intervenire. La sua diffusione a livello
globale ha rappresentato un traguardo importante per le organizzazioni femminili con la creazione di una
policy a livello internazionale. Con la strategia GM la politica per le pari opportunità è stata collegata al
tema della giustizia sociale e non solo alla costruzione di un mercato economico considerando il problema
della disuguaglianza femminile come un problema di natura democratica e non più economica andando
così oltre l’ambito puramente lavorativo.
Alla base del GM ci sono tre principi:
1. Persone considerate persone intere (evitare stereotipi)
2. Democrazia cioè il GM per realizzarsi necessita della partecipazione sia di uomini che di donne
all’interno dell’arena politica
3. Giustizia ed equità cioè equa allo