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Ambiti degli squilibri di genere
DIRITTI: il diritto all'esistere (società dove esiste l'aborto selettivo), diritto alla proprietà, diritto di voto, alla salute riproduttiva, allo studio
FAMIGLIA: rappresenta uno dei principali luoghi di produzione delle asimmetrie
SCUOLA: tendono spesso a riprodurre gli stereotipi
MASS MEDIA, SOCIAL MEDIA: contribuiscono a consolidare diversi modelli di rappresentazione dei ruoli maschili e femminili nella società
MERCATO DEL LAVORO: segregazione orizzontale, assenza della donna in alcuni settori lavorativi (settori dove si usa la forza o la tecnologia) e segregazione verticale (presenza diversa delle donne nel salire nei livelli più elevati, più difficoltà) e gender pay gap, divario salariale che penalizza le donne. Fenomeni nuovi, la precarietà lavorative che penalizza in modo più forte le donne che tendono a rimanerne intrappolate
SCIENZA E TECNOLOGIA: le donne sono meno presenti in
Questi sono alcuni settori in cui si riscontrano disuguaglianze di genere:
- Politica: divisione tra privato (per le donne) e pubblico (per gli uomini) (le donne sono entrate molto più tardi nell'arena politica)
- Religione: c'è una forte divisione di genere, ruoli apicali non occupati da donne
- Sport: c'è una forte segregazione, nelle posizioni apicali e decisionali le donne sono escluse, le donne non potevano fare professionismo
- Salute: le donne vivono di più ma spesso in condizioni di salute peggiori
- Violenza: nuove forme di violenza (molestie digitali, revenge porn)
L'Italia è al 76esimo posto in termini di parità di genere secondo il Global Gap Report.
In Italia lavora ancora una donna su due, il 27% delle donne lascia il lavoro per il primo figlio, il 60% degli abbandoni sono dovuti alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia.
Aumento dei FEMMINICIDI → problema di genere, squilibri di genere nella coppia, la maggior parte degli autori sono partner o ex
PERCHE' LAVORARE PER LA PARITA' DI GENERE
- Sostenibilità, riduzione della povertà
- Convenienza economica
- Equità
- Partecipazione e innovazione
Come si lavora per la parità di genere?
- Lavorare sulle donne: interventi mirati alle donne (sull'empowerment)
- Interventi strutturali (esiste un problema strutturale)
- Interventi per cambiare la cultura (è un problema culturale)
INTERVENIRE SULLA STRUTTURA
- Modificare e rinforzare le leggi per l'equità di genere
- Forzare il sistema introducendo azioni positive (quote)
- Prevedere sanzioni (per le molestie, discriminazioni, hate speech)
- Introduzione di servizi e benefit per sostenere la conciliazione vita-lavoro
- Incentivi economici (per le assunzioni)
- Sistemi di certificazione e monitoraggio (bilanci di genere)
- Garantire e facilitare l'accesso ai servizi per la salute e i diritti riproduttivi
- Promuovere l'accesso paritario alle risorse, proprietà e servizi
finanziariCAMBIARE LA CULTURA-interventi educativi nei vari gradi di scuola per aumentare la consapevolezza e capacità critica rispetto a condizionamenti e contrastare gli stereotipi di genere-iniziative di sensibilizzazione (campagne promozionali, monitoraggio su messaggi mediatici, eventi pubblici)-interventi sulle culture organizzative (iniziative legate al linguaggio e visibilità pubblica, superare la tradizionale divisione dei ruoli)-presa di voce pubblica (individuale e collettiva), dare visibilità alle donne.
ESSERE CITTADINE. LA CONQUISTA DEI DEI DIRITTI CIVILI, POLITICI E SOCIALI, UNA CRONOLOGIA DIVERSA.
ACQUISIZIONE DEI DIRITTI DEI CITTADINI: acquisizione dei diritti in tempi diversi tra uomini e donne-DIRITTI CIVILI: conquistati con la Rivoluzione Francese nel XVIII secolo per gli uomini, la maggior parte sono conquiste del novecento (dal 1919abolizione dell'autorizzazione maritale, donne escluse dal mondo del lavoro e dalla vita sociale fino al 1996,
legge sulla violenza sessuale)-DIRITTI POLITICI: suffragio universale maschile (XIX secolo, periodo Unitad'Italia), in Italia le donne hanno il diritto di voto solo dal 1945-DIRITTI SOCIALI: sono automatici per gli uomini in quanto neutro di base, i dirittisociali per le donne: il Fascismo ne ha concessi molti sotto fora di TUTELA DELLAMATERNITA', altri che vengono attribuiti alle donne, di fatto non le riguardanodirettamente come persone (asili nido, permessi per la cura di anziani, familiarimalati...).Decreto legislativo 1 febbraio 1945 dice che le donne possono votare ma nelleelezioni amministrative del 1946 viene stabilito che anche le donne possono esserevotate, e non solo votare. (elettorato passivo e attivo).Le donne hanno lottato per avere il diritto di voto (dal 1863 con l'unità d'Italia fino al1919, diversi tentativi da parte delle donne per ottenere il diritto di voto, tutti falliti)Es: Commissione nominata da Giolitti (1907-10) sulle
condizioni sociali delladonna. Mussolini prende in considerazione l'estensione del voto alle donne (per aumentare il consenso al fascismo). Ma poi, dopo il 1925, leggi fascistissime aboliscono i partiti, il partito fascista diventa l'unico partito che si può votare e il voto delle donne non è più necessario. In molte altre parti del mondo, già dopo la Prima Guerra Mondiale o ancora prima, le donne avevano già il diritto di voto. L'ultimo paese ad estendere il diritto di voto alle donne è stata la Svizzera nel 1971, ma in nessun paese le donne hanno avuto il voto prima degli uomini. RAGIONI DI UNA MANCATA ESTENSIONE DEL VOTO ALLE DONNE: alle donne viene assegnato il ruolo essenziale della famiglia che secondo i legislatori verrebbe meno se fossero inserite nella sfera pubblica. L'unico motivo di esclusione delle donne dal voto di fatto è che le donne non sono uomini. Annessione del regno Lombardo-Veneto 1866, le donne che prima potevano votare perché avevano dei grandi appezzamenti di terreno (anche se gruppo ristretto) perdono ilIl diritto di voto, si estende anche ad esso lo STATUTO ALBERTINO che non prevede il diritto di voto per le donne. Il regio decreto n164 del 1889 paragona le donne ai mendicanti, analfabeti, inabilitati, condannati all'ergastolo...-1977 prima petizione per il voto, ANNA MARIA MOZZONI, prima suffragetta in Italia. Movimento suffragista, è un movimento di classe, a differenza del movimento femminista, (erano donne appartenenti per lo più alla classe medio-alta), prima ondata del femminismo, si limita alla lotta per il diritto di voto, è una questione di equivalenza più che di parità di diritti, si parla solo di parità nel diritto di voto.-1906 seconda petizione per il diritto di voto alle donne: 1906 gruppo di Senigallia, arrivano alla Corte d'appello, riconoscimento della Corte d'appello ma poi la corte dei Conti annulla tutto. Anche il partito socialista e Turati si interrogavano sul fatto se bisognasse o meno concedere il diritto di voto.
dato che le donne sono uguali alle donne, allora possono votare, non quanto gli uomini. ("sì, perché le donne sono uomini"). Nel 1912, è stato introdotto il suffragio universale, ma solo per gli uomini, le donne non potevano essere iscritte alle liste elettorali. Durante il periodo del Fascismo, si dava molta importanza alle donne in quanto madri, si cercava di valorizzare la maternità e le donne venivano premiate per essere madri di piccoli fascisti. Venne promesso alle donne con più di 25 anni e con licenza elementare il diritto di voto, ma poi vennero introdotte leggi fasciste che abolirono tutto ciò (1925-26). Il Fascismo fece alcune concessioni affinché le donne potessero lavorare, si prestò attenzione alla salute delle donne e allo sport, tutto ciò allo scopo di accrescere il consenso al Fascismo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne iniziarono a partecipare attivamente alla Resistenza, entrarono nella vita politica e spingevano per ottenere il diritto di voto e per essere considerate importanti partecipanti alla resistenza (le donne rappresentarono il 20% delle vittime della resistenza, furonoparte attiva della lotta partigiana).NASCITA DELL'UDI (unione donne italiane) legata al PARTITO COMUNISTA, ma non è ancora una fucina dove si può parlare di parità e di disuguaglianze, le donne ottengono il voto ma ancora molto da fare, diritto di voto come risarcimento, come concessione da parte degli uomini, profondo senso di delusione nei movimenti femminili per il mancato riconoscimento della partecipazione alla lotta e per l'assenza delle donne nelle cariche pubbliche.
Nascita del CENTRO ITALIANO FEMMINILE (CFI) legato alla DEMOCRAZIA CRISTIANA.
Il diritto di voto alle donne viene concesso, ma a delle persone che non si sono mai occupate di politica, non hanno un'educazione politica, la DC e il PCI sono spaventati dal voto femminilepensano che le donne avrebbero votato in base a quello che dicevano loro i padri e mariti o i preti, quindi avrebbero votato la DC oppure timore che le donne non vadano affatto a votare. Campagna pubblicitaria per
Insegnare alle donne a votare.
Il 2 giugno 1946 si tengono le prime votazioni libere in Italia, anche le donne possono votare. L'89,2% delle donne e l'89% degli uomini va a votare. Il voto delle donne è distribuito in modo omogeneo tra PCI e DC.
Le donne devono essere elette nella Costituente, nell'Assemblea Costituente c'erano 21 donne. Molte di queste donne furono fondamentali nell'elaborazione della nostra Costituzione, difendendo i diritti delle donne e promuovendo l'uguaglianza.
I numeri delle donne in Parlamento, Camera e Senato, dalla prima legislatura del 1948 fino al 2016, mostrano che pochissime donne sono state elette rispetto agli uomini. Il voto alle donne non ha aperto la carriera politica alle donne.
Il voto garantisce pieni diritti politici, ma la piena cittadinanza comprende anche diritti civili e sociali. La conquista della piena cittadinanza per le donne è stata frutto di una lunga lotta e di una lunga liberazione dall'oppressione.
Anni '50-'60, periodi di grandi cambiamenti sociali e di progresso per le donne.
acquisizioni di diritti delle donne, ma nella realtà molte cose previste sulla carta non erano ancora applicate nella pratica. Il concetto di cittadino neutro è quello dell'Illuminismo basato sul suffragio universale del cittadino maschile considerato come neutro. Mashall ha coniato la nozione di cittadinanza che passa attraverso i diritti (civili, politici e sociali). Si oppone alla visione allora dominante all'epoca: chi aveva la piena cittadinanza, acquisiva i diritti attraverso il lavoro (CITTADINANZA FORDISTA basata esclusivamente sul salario dell'operaio di fabbrica, diritti legati al lavoro). Visione positivista, il mondo non sarà una lotta ma vi sarà un progressivo ampliamento del mondo del lavoro per tutti, piena occupazione per tutti. Le donne erano comunque portatrici di diritti derivati in quanto mogli di operai ecc. Marshall slega la nozione dei diritti da quella del LAVORO, la cittadinanza s