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La Germania rientra nel meccanismo della difesa grazie alla sua ammissione alla NATO insieme con l’Italia,
un meccanismo internazionale di difesa, quindi è un paese bipartito in una zona europea, perché è il paese
fondatore della CEE, e americana in quanto membro della NATO (appartenenza limitata, perché non può
autogovernare le truppe, non può disporre di vettori nucleari, può solo ospitarli sul suo territorio); le viene
riconosciuta la sovranità di stato indipendente, ma non la piena sovranità, solo in questo modo i francesi
accettano il passaggio. Inoltre, la Germania vuole anche dedicarsi alla politica estera in proprio; per la prima
volta, diventa cancelliere un socialdemocratico, Willy Brandt (renano), uno dei pochi resistenti durante il
nazismo. Brandt cerca di ristabilire i rapporti con Israele, ma vuole rompere il ghiaccio anche con l’Europa
dell’est, per questo motiva dà il via all’Ostpolitik, innanzitutto verso la DDR, che non era riconosciuta dalla
BDR. Dopo la guerra, la Germania occidentale non adotta una costituzione, bensì una Grundnorm, una
norma fondamentale, perché la vera costituzione si avrà solo con la riunificazione della Germania; la BDR
considerava sé stessa come un’organizzazione provvisoria, in attesa di allargarsi a est, questo
atteggiamento era importante dal punto di vista politico e diplomatico, perché significava che non
riconosceva la DDR, generando maggiori tensioni.
La Ostpolitik è una politica di maggior apertura e di normalizzazione dell’idea di Germania, con lo scopo di
acquisire spazi di manovra come un vero paese e non uno sconfitto, avere e liberare risorse per lo sviluppo
interno della Germania (economia sociale di mercato). Brandt, però, non cede all’atlantismo, un tratto che
si ritrova anche nel cancelliere successivo, Helmut Schmidt, amburghese, è di sinistra, ma non cede ai
sovietici, accetta di schierare determinati missili americani, che dovrebbero contenere gli attacchi sovietici.
Tutto questo provoca uno sconquasso in Europa, la sinistra italiana si divise, perché i comunisti erano
contrari e li consideravano come strumenti di una nuova guerra fredda. Schmidt normalizza la Germania e
sviluppa il Welfare State ulteriormente, che poi determina l’economia sociale di mercato, il patto con i
sindacati, che entrano a fare parte della direzione aziendale.
Con l’unificazione, Berlino torna ad essere la capitale di tutta la Germania, che diventa una Repubblica
Federale tedesca.
Il sistema sovietico entra in crisi nel 1985, quando a Mosca il partito comunista sovietico ha visto succedersi
ben tre segretari generali in pochi anni, morti per cause naturali. Gorbaciov è più giovane rispetto agli altri,
ha circa 52-53 anni, detiene sia il potere da segretario del partito comunista sia il potere del presidente. Si
trova di fronte a una situazione disastrosa, soprattutto dal punto di vista economico, perché l’URSS non si
sviluppa più, quindi, la competizione con gli Usa è persa. Gli americani si sono dedicati a una politica di
riarmo particolarmente vigorosa, per determinare un tale potere militare da togliere qualsiasi velleità
all’unione sovietica di tentare la guerra.
L’unione sovietica era logorata all’interno, perché l’economia non si sviluppava, ma anche sul fronte estero,
perché era impegnata in una guerra in Afghanistan. Gorbaciov mette in crisi il sistema monolitico russo,
perché vuole cambiarlo, e inventa due slogan: perestrojka, in riferimento alla ristrutturazione
dell’economica per renderla più efficiente, e glasnost, un nuovo patto di potere tra l’unione sovietica e il
popolo, basato sulla trasparenza. Il sistema crolla definitivamente in quattro anni, tant’è che nel 1989 crolla
il muro di Berlino e, l’anno successivo, la Germania viene riunificata. Inizialmente, si tratta di un accordo tra
due paesi, ma in realtà è un’annessione pacifica dell’est all’ovest. Alcuni dicono che la Germania orientale si
sia venduta per denaro, il marco orientale non aveva alcun valore al contrario del marco occidentale.
Helmut Kohl ebbe l’idea di imporre il cambio 1:1, per raddoppiare il potere d’acquisto del marco orientale,
quindi, i tedeschi dell’est erano meno poveri e potevano comprare merci che loro non avevano; tutto ciò
portò all’inflazione.
La Germania intuì il timore degli altri paesi europei di un possibile quarto Reich, per evitare che questo
timore la renda sospetta e, con la Francia, ebbe l’idea di creare un’unione politica europea, adottando
anche una moneta unica, la Bundesbank perse potere in favore della Banca Centrale Europea.
Le minoranze germanofone sono servite sempre come pretesto per attaccare la Cecoslovacchia, dove
viveva una minoranza tedesca, di cui Hitler si fece alfiere per riportarli nel Reich. Seguendo questa stessa
logica, conquistò l’Austria e diede il via all’Anschluss.
Il Trentino Alto Adige non è una regione, perché ha uno statuto speciale ed è nato dall’unione di due
province autonome, Trento e Bolzano, la prima è italofona ed è abitata per lo più da italiani, ma la seconda
è germanofona e la maggioranza parla tirolese. Bolzano si faceva chiamare Sud Tirolo, perché idealmente
voleva unirsi con il Tirolo, situato in Austria; per evitare che si unissero e integrarli nel tessuto italiano,
l’Italia integrò Bolzano con Trento, garantendo diritti molto ampi e facilitazioni generose ai germanofoni del
Sud Tirolo-Alto Adige. Ci fu anche un accordo tra i Ministri degli Esteri dell’epoca, De Gasperi e Gruber
(austriaco), per conservare il controllo dell’Alto Adige, l’Italia riconobbe all’Austria un diritto di sorveglianza
sulla minoranza germanofona altoatesina. Quindi, la lingua è sempre stata usata come uno strumento
politico; a un certo punto, l’Unione Europea si oppone alle dispute sulle separazioni, per favorire
l’integrazione. Il problema linguistico può causare gravi problemi dal punto di vista politico, generare
instabilità e tensioni, e qualsiasi dittatore può prendere a pretesto la difesa delle minoranze linguistiche,
per conquistare un territorio.
All’epoca, il paradosso dell’Europa era il fatto che le minoranze linguistiche venivano trattate molto meglio
delle maggioranze; il Trentino Alto Adige riceveva molti più vantaggi del resto dell’Italia, perché aveva
diritto ad avere le sue scuole e i suoi ospedali, tutti bilingui, per mettere in piedi un sistema di questo tipo
sono necessari investimenti di ingenti somme di denaro. L’Unione Europea ha sconvolto questo sistema,
per evitare che la lingua causasse divergenze territoriali. Ogni paese parla la propria lingua nazionale,
perché c’è un potere superiore, accettato da tutti, che mette insieme queste differenze, infatti, il motto
dell’Unione Europea è l’unità della diversità.
L’Austria è il secondo paese germanofono d’Europa, fu conquistata totalmente conquistata dai sovietici e
liberata nel dopoguerra in cambio della neutralizzazione a tempo indeterminato. Da allora l’Austria è una
repubblica federale, che copia quello tedesco, ci sono un cancelliere federale e un capo dello stato,
diventando un paese ricco e benestante, in cui la qualità della vita è tra le più alte d’Europa, ma non rientra
tra i meccanismi di sicurezza e di difesa.
In Svizzera, il tedesco è parlato dal 60% degli abitanti presenti nella parte più sviluppata, il francese, parlato
a ovest, e l’italiano, parlato da meno del 10% nel Canton Ticino e in alcuni comuni del cantone Grigioni,
vicino alla Valtellina e al Trentino. L’italiano in Svizzera è parlato dagli italofoni. La Svizzera non è mai stata
parte della comunità e dell’unione europea; negli anni ’90, espresse il desiderio di entrare nell’unione per
imitare l’Austria, che aveva appena aderito. Fu anche depositata la domanda di adesione, ma è stata
revocata nel 2016 e non produsse mai il negoziato per l’adesione. Tuttavia, la Svizzera ospita la sede ONU.
Tramite un referendum degli anni ’90, la Svizzera decise di entrare a farne parte, altrimenti la sede di
Ginevra sarebbe stata spostata. Anche la Svizzera è un paese federale diviso in cantoni, alcuni dei quali
sono a lingua unica, come Ginevra, dove si parla solo francese, e cantoni a lingue miste, come Vallese,
Friburgo, Berna, dove si parla francese e tedesco. Il tedesco è la lingua ufficiale di Zurigo, una delle città
svizzere più importanti e una città modello in Europa, dove la qualità della vita è straordinariamente
elevata e la più cara al mondo.
Lo svizzero tedesco nasce da una volontà degli svizzeri di distinguersi linguisticamente dalla Germania, è
una lingua diversa, che si è trasformata a tal punto da risultare incomprensibile ai parlanti tedeschi. Questa
lingua ha ricevuto un riconoscimento ufficiale, tant’è che in alcune scuole svizzere, viene insegnata nello
scritto e nel parlato insieme al tedesco. Tuttavia, il tedesco svizzero è utilizzato solo nella vita quotidiana,
mentre nella vita politica, si usa il tedesco, perché la Svizzera è fortemente influenzata dalla politica della
Germania. Il sistema federale svizzero è anche antecedente a quello americano, è stato creato nell’anno
1000 da tre cantoni, Uri, Svitto e Untervaldo, il nome Svizzera deriva da Svitto che si unirono. Poi se ne
aggiunsero altri che volevano autonomia e indipendenza. I tre cantoni che nel 1291 diedero vita alla
Confederazione era, che in tedesco corrisponde a Schwyz; il Canton Ticino è stato l’ultimo a entrare. Il
potere federale (Berna) ha un peso minore rispetto a quello dei cantoni, i quali a loro volta cedono parte
del loro potere alla federazione in materie quali politica estera, difesa e sicurezza. Invece, i cantoni possono
decidere sull’insegnamento delle lingue, qui nasce la disputa, perché i cantoni germanofoni tendono a
insegnare il tedesco, come prima lingua, e poi il francese come seconda lingua ufficiale. Quindi, l’italiano
passa in secondo piano, per cui gli italiani protestano; con il diffondersi dell’inglese, si aggiunge un’altra
lingua da insegnare nei cantoni germanofoni, che sostituisce il francese, perché l’inglese è necessario,
mentre il francese no.
Le fondazioni sono organizzazioni caratterizzate da un interesse altruistico e orientate alla soddisfazione dei
bisogni collettivi; nascono già in età classica e si sviluppano sino all’età contemporanea. Quindi, il ‘900 è il
secolo protagonista di una grande svolta, si compie, infatti, il passo deci