Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La politica economica
Da quanto detto fin qui si evince che in linea generale variazioni nell'occupazione possono essere indotte attraverso diverse forme di politica economica e tuttavia considerando la struttura attuale dell'Unione Europea in cui la politica monetaria è ormai di competenza della Banca Centrale Europea e nello stesso tempo le politiche di bilancio (variazioni delle entrate e/o delle spese pubbliche) sono incanalate nei binari del Trattato di Maastricht si può dire che ormai i margini di manovra dei singoli stati aderenti all'UEM sono singolarmente ristretti.
Anteriormente all'adozione dell'euro infatti variazioni nell'occupazione, supponendo che non dessero luogo a fenomeni inflazionistici o comunque che questi fossero di limitata intensità, potevano essere indotte con due tipi di strumenti: variazioni nell'offerta di moneta; un incremento nell'offerta di moneta e/o una diminuzione della
Il tasso ufficiale di sconto (oggi chiamato tasso ufficiale di riferimento) provoca una traslazione verso destra della LM ed il nuovo equilibrio si raggiunge ad un livello di reddito più elevato, con un saggio di interesse più basso; nello stesso tempo questo implica una maggiore occupazione ed un salario reale minore; variazioni nel livello e/o nella composizione del bilancio pubblico; incrementi di spesa ob) diminuzioni di entrata spostano verso destra la IS, in quanto il disavanzo pubblico ha gli stessi effetti, nel breve periodo, di un incremento degli investimenti; di conseguenza aumentano sia il reddito che il saggio dell'interesse, mentre gli effetti sull'occupazione e sui salari sono più o meno uguali al caso precedente. Inoltre tali misure sono le uniche che hanno effetto se ci si trova nella situazione di trappola della liquidità, in quanto in quel caso, non è possibile come si è detto abbassare ulteriormente il saggio dell'interesse.
come si è già accennato, misure del genere esplicavano pienamente i loro effetti solo in situazioni in cui l'incremento del reddito poteva avvenire senza o con limitati effetti inflazionistici, ossia in una situazione in cui ci fosse disponibilità sia di lavoratori che di macchine; in altre parole ci si doveva trovare in un punto all'interno della curva di trasformazione di cui si è parlato nel modello di concorrenza. Con l'introduzione dell'euro nessuno dei due tipi di misure sono più a disposizione degli stati nazionali; l'offerta di moneta ed il tasso ufficiale di riferimento sono di competenza della Banca Centrale Europea, che ovviamente ha come area "geografica" di riferimento l'insieme dei paesi aderenti all'UEM, i bilanci pubblici debbono essere tendenzialmente in pareggio e di conseguenza i singoli stati non possono fare politiche di stampo "keynesiano". Di conseguenza variazioni.nell'occupazione possono essere indotte construmenti i cui effetti si manifestano principalmente nel medio-lungo periodo. Una prima possibilità, pur mantenendo il bilancio in pareggio, è la riqualificazione della spesa pubblica, spostando il peso più su quella che abbassa i costi delle imprese (infrastrutture etc.) o migliora la produttività del lavoro (istruzione superiore) e diminuendo quella che si risolve nell'acquisto di meri beni di consumo (parate militari e simili). Un miglioramento nella produttività marginale del lavoro, a parità delle altre variabili, significa più occupazione e maggiori salari reali. Lo stesso effetto può essere ottenuto con la c.d. politica dei redditi, ossia con un patto, che, rispetto ad una specifica situazione di equilibrio, riduca artificialmente i salari reali, mediante un processo di concertazione, che vede a fronte di una rinuncia da parte dei lavoratori ad avere un salario uguale.allaproduttività marginale, l'impegno da parte degli imprenditori ad investire i maggiori profitti. Come risultato in un momento successivo si avrebbe uno stock di capitale superiore e di conseguenza una maggiore produttività marginale del lavoro ed un salario più elevato, tale da riassorbire i sacrifici iniziali.1.4 L'equilibrio di lungo periodo
1.4.1 Le condizioni di efficienza nella produzione e nello scambio.
Nel lungo periodo tutti i fattori di produzione sono variabili; dobbiamo quindi definire quali sono le relazioni tra le remunerazioni dei fattori, i prezzi dei beni ed i redditi dei proprietari dei fattori di produzione che debbono esistere perché il sistema sia in equilibrio nel lungo periodo.
Il modello che viene qui sommariamente presentato è, per semplicità, un modello a due settori, in cui operano due imprese producenti rispettivamente i beni di consumo X ed Y, con piena flessibilità dei prezzi e delle remunerazioni.
di conseguenza piena occupazione dei fattori di produzione K ed L (rispettivamente capitale e lavoro), il cui ammontare assoluto è considerato dato. L'assenza di barriere all'entrata importa un profitto di lungo periodo pari a zero e di conseguenza si ipotizzano funzioni di produzione a rendimenti costanti. Si ipotizza inoltre che esistano due soli consumatori, A e B, proprietari dei fattori di produzione e che le funzioni di produzione e di utilità siano tra loro indipendenti. Date queste ipotesi l'equazione generale del sistema economico può essere definita come segue:XP + YP = wL + rK = R + R1. x y A B
L'equazione ci dice che in equilibrio il valore complessivo della produzione (P e P essendo i prezzi dei beni) dev'essere uguale alla somma delle remunerazioni pagate ai fattori di produzione (w ed r essendo i loro saggi unitari) ed uguale ai redditi, indicati con la lettera R, percepiti dai due consumatori.
Si tratta ora di determinare qualisia in equilibrio quando la produttività marginale del fattore K è uguale al suo costo di utilizzo, rappresentato da r.
La funzione di produzione, definita come Q = Q(K,L), rappresenta la relazione tra la quantità prodotta (Q) e i fattori di produzione utilizzati (K e L).
La produttività marginale di un fattore, indicata come Q', è la derivata parziale della funzione di produzione rispetto a uno dei due fattori. In questo caso, consideriamo Q' = Q'(K) per L costante e si suppone che sia decrescente a partire da un certo valore di K.
Il profitto da massimizzare, indicato come Π, è calcolato come il prodotto tra il prezzo di una merce (P) e la quantità prodotta (Q), meno il costo di utilizzo del fattore K (C = rK).
Calcolando la derivata di Π rispetto a K e uguagliandola a zero, otteniamo Π' = PQ'(K) - r.
Poiché Q'(K) è decrescente, anche l'equazione PQ'(K) = r sarà decrescente rispetto a K. Questo rappresenta la curva di domanda del fattore K e indica che l'impresa sarà in equilibrio quando la produttività marginale del fattore K sarà uguale al suo costo di utilizzo.impiegherà un determinato fattore fino al punto in cui la produttività marginale in valore ne eguaglierà la remunerazione. Ripetendo lo stesso ragionamento per il lavoro si otterrà:
7. PQ'(L) = we dividendo membro a membro le due equazioni si ottiene:
8. Q'(K)/Q'(L) = r/w ossia per qualsiasi impresa in condizioni di equilibrio e con condizioni di concorrenza nel mercato del lavoro il rapporto tra le produttività marginali deve essere uguale al rapporto tra le remunerazioni; di conseguenza nel caso delle nostre due imprese avremo: Q'(K)/Q'(L) = r/w = Q'(K)/Q'(L)
9. x x y y la (9) rappresenta la condizione di efficienza nella produzione, ossia graficamente il comune punto di tangenza tra due isoquanti e la retta dell'isocosto, la cui pendenza è rappresentata dal rapporto tra le remunerazioni.
Quanto detto finora trova una rappresentazione grafica nella cosiddetta scatola di Edgeworth, rappresentata nel grafico G.1,
in cui sugli assi sono indicate le quantità assolute dei fattori, K ed L, usate dalle due imprese che producono rispettivamente il bene X ed Y. G.1 EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI FATTORI YX3Y1 X2 CK BA DY2X1Y3X LCiascuno dei punti di tangenza dei diversi isoquanti (A,B,C), definisce una coppia di quantità dei due beni (X1Y3, X2Y2, X3Y1), prodotte in modo efficiente ; infatti passando da un punto all'altro, ossia spostando risorse dalla produzione di un bene a quella dell'altro, la quantità dell'uno diminuisce, mentre aumenta quella dell'altro; in C ad esempio le quantità di lavoro e di capitale impiegate nella produzione del bene X sono maggiori di quelle corrispondenti al punto A e quindi X3 > di X1, mentre Y1 < Y3. Inoltre qualsiasi punto diverso da quelli di tangenza implica una produzione non efficiente, in quanto è sempre possibile, cambiando la composizione dei fattori, raggiungere un punto di tangenza in cui la Si ricordi che laLa pendenza di un isoquanto è data dal rapporto tra le produttività marginali dei due fattori. La quantità di almeno uno dei due beni sicuramente aumenta. Così ad esempio se ci troviamo nel punto D, in cui si produce la coppia X2Y1, ci si può sempre spostare nel punto C, in cui pur restando invariata la quantità di Y quella di X aumenta passando da X2 a X3. La curva che passa per tutti i punti di tangenza si chiama curva dei contratti nella produzione. Riportando su un piano tutte le quantità efficienti dei due beni si ha la cosiddetta curva di trasformazione, la cui pendenza, uguale al rapporto tra i costi marginali ed uguale altresì al rapporto tra i prezzi (per l'eguaglianza in concorrenza tra costo marginale e prezzo), prende il nome di saggio marginale di trasformazione (SMT). La curva di trasformazione è rappresentata nel grafico G.2; sui due assi sono riportate le quantità dei due beni; i punti A, B e C sono i medesimi.
(indicano le stesse coppie dei due beni) del grafico G.1. Tutti i punti all'interno della curva sono punti inefficienti, in quanto rappresentano punti che non sono situati sulla curva dei contratti nella produzione.
Ad ogni punto della curva di trasformazione è associata una scatola di Edgeworth nello scambio; in equilibrio il rapporto tra i prezzi incassati dal produttore deve essere uguale al rapporto tra i prezzi pagati dai consumatori e pertanto ad ogni punto della curva di trasformazione è associata una sola coppia di curve di indifferenza, tra loro tangenti, la cui pendenza (saggio marginale di sostituzione - SMS) comune è uguale al rapporto tra i prezzi. Ossia dovrà verificarsi che:
SMT = SMS = SMS = P / P .
A B x y
Consideriamo il punto B della curva di trasformazione, a cui corrisponde la coppia di quantità X2Y2; avendo a disposizione tali quantità i due consumatori (le cui funzioni di utilità sono rappresentate dai due sistemi di
curve d'