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L

y=Ak

I redditi di lavoro e capitale si distribuiscono in base alla produttività.

Ipotizziamo di modificare la produzione

ΔY⁄Y=ΔA⁄A+ΔL⁄L(1- ΔK⁄K ×α

α)+

α= quote reddito pro capite

α=

1- quota reddito lavoro

Siamo quindi in grado di determinare il residuo di Solow (ΔA/A) e cioè la parte della crescita

economica che non è spiegabile tenendo conto del capitale, del lavoro e delle modificazioni nella

distribuzione del reddito ; è quella parte del PIL che non può essere spiegato dall’aumento

dell’occupazione e dell’aumento dello stock di capitale

ΔA⁄A=ΔY⁄Y-ΔL⁄L(1- ΔK⁄K ×α

α)+

7) Idea di learing by doing

l’apprendiemtno attraverso l’esperienza rappresenta una fondamentale causa di innovazione e

crescita della popolazione. Arrow ha formalizzato un modello di learning by doing, ipotizzando che

l’apprendimento e l’accumulazione di di esperienza siano in funzione dell’investimento cumulato,

cioè dello stock di capitale.

Arrow introduce nella funzione di produzione un indicatore di apprendimento (Ai): y =f(k ;A L )

i i i i

La capacità di apprendimento dipende solo dallo stock di capitale (K) presente nel sistema

economico  y=f(k ;KL )

i i

La conoscenza di ciascuna impresa Ai si propaga istantaneamente all’intera economia: di

conseguenza la conoscenza di ogni impresa dispone/ rappresenta un bene pubblico di cui tutte le

altre imprese beneficiano ad un prezzo pari a zero.

8) Cosa succede se abbandono l’ipotesi di Solow, ossia che siano decrescenti per ciascun fattore

della produzione? (modello AK)

Nel caso in cui si abbandoni l’ipotesi di Solow si deve prendere in considerazione una funzione di

produzione in cui l’output prodotto dipende dalla quantità di capitale in modo lineare (y=AK),

ovvero il modello AK., che corrisponde ad un prototipo elementare del modello di crescita

endogena. Quindi la funzione di produzione sarà: Y=AK

Se divido per LY/L=AK/LŶ=AK

La dinamica dell’intensità di capitale sarà: k=sAk-(n+S)k

nel tempo l’intensità di capitale si modifica in funzione

della differenza tra il risparmio pro capite e lo stock di

capitale di partenza.

In tale modello non esiste un equilibrio di stato

stazionario in quanto pur in assenza di progresso

tecnico, il tasso di crescita dell’economia è stabilmente superiore al tasso di crescita della

popolazione più l’obsolescenza del capitale

L’equilibrio di lungo periodo non può esistere perché le 2 rette sono parallele e quindi non si

intersecano mai. L’equilibrio di lungo periodo esisterà solo quando le due rette coincidono.

9) Indice più utilizzato e principali limiti – Laspeyres

L’indice più utilizzato è l’indice di Laspeyres ed è un indice di prezzi al consumo. Tale indice

misura l’inflazione attraverso il rapporto tra un paniere di beni valutato ai prezzi correnti e lo stesso

paniere valutato ai prezzi dell’anno base

P =

L

Permette di misurare la variazione di reddito necessaria oggi per acquistare il paniere di beni

dell’anno base. Sovrastima l’inflazione, perché non permette di considerare alcuni dati: le

distorsioni dell’indice di Laspeyres derivano dal fatto che i Paesi dell’anno base rimangono costanti,

mentre in realtà variano nel tempo. Tuttavia ha un vantaggio, ovvero la tempestività, infatti per

calcolare l’ultimo dato sull’inflazione è necessario aggregare i prezzi più recenti dei beni che

compongono il paniere

inoltre, il paniere fisso, non permette di considerare:

-l’effetto di sostituzione causato da una modificazione del sistema die prezzi: non tiene conto del

fatto che al variare dei prezzi il soggetto non è più interessato al paniere precedente.

-l’effetto di sostituzione causato da una modificazione del sistema di distribuzione commerciale:

l’inflazione modifica i comportamenti delle famiglie, portandole a rivolgersi laddove i prezzi sono

migliori.

-il miglioramento della qualità dei beni esistenti: non si riesce a tener conto dell’aumento della

qualità e quindi si sovrastima l’inflazione

-non si tiene conto dell’introduzione di beni nuovo

-si perde la valutazione dei servizi

L’inflazione può essere sottostimata solo a condizione che sia sbagliato il paniere preso in

considerazione.

10) Cos’è la Q di Tobin e che significato ha se <1 è decrescente?

Attraverso la Q di Tobin è possibile misurare la bontà degli investimenti. Tale indice confronta il

valore di capitale installato rispetto al suo valore di sostituzione a prezzi correnti:

q=valore k installato/ valore di sostituzione di k

un impresa che decide di espandersi in nuovi settori o in nuove aree può scegliere se acquistare

un’impresa già esistente o costituire una nuova impresa. In tal caso l’impresa dovrà scegliere quanto

capitale dovrà venire preso in affitto, basandosi sulla q di Tobin che viene calcolata nel seguente

modo:

q=rendimento marginale del capitale / prezzo d’uso =j/Rk

se q>1 vi è convenienza ad incrementare lo stock di capitale, mentre qualora q<1 vi è un eccesso di

utilizzo del capitale, quindi vi è una riduzione del capitale.

qualora si voglia calcolare la q di Tobin dell’economia di un determinato Paese, so dovrà attuare la

seguente formula: q=indice di borsa / indice dei prezzi dei beni capitali.

Tale indice si può utilizzare per formulare previsioni se il rapporto tra un anno all’altro peggiora

vuol dire che le aspettative degli operatori sono negative e cioè la dinamica degli investimenti

complessivi per il sistema economico non sarà virtuosa.

11) Le opzioni

E’ un contratto bilaterale in cui una parte acquista, da un altro, il diritto di acquistare o vendere un

pacchetto di attività entro un determinato periodo di tempo. Per avere tale diritto si paga un prezzo

chiamato premio. Ci sono due tipi di opzione:

-CALL: si ha il diritto di acquistare determinate attività entro un determinato periodo di tempo a un

prezzo predeterminato chiamato prezzo d’esercizio dell’opzione. Chi acquista un’opzione call

“scommette” sull’aumento di prezzo dell’attività.

Se il valore alla scadenza è inferiore al prezzo di mercato , il valore intrinseco dell’opzione è 0. In

tal caso si dice che l’opzione è out of the money.

Se, invece il prezzo di mercato è superiore allo strike price l’investitore può acquistare l’azione ad

un prezzo inferiore a quello di mercato, realizzando un profitto (opzione in the money).

Se i prezzi coincidono con l’opzione è detta “at the money”

-PUT: il possessore di tale tipo di opzione ha il diritto di vendere un’attività entro una data

scadenza. Il prezzo è definito prezzo d’esercizio e chi acquista tali opzioni scommette sulla

diminuzione dell’attività.

se il prezzo dell’azione alla scadenza è superiore al prezzo d’esercizio il valore intrinseco è zero:

l’investitore venderebbe ad un prezzo inferiore sopportando così una perdita si dice “out of the

money”. Se avviene il contrario l’opzione si dice in the money.

per quanto riguarda l’opzione d’esercizio si distingue tra:

-opzioni europee: il diritto può essere esercitato solo al momento della scadenza;

-opzioni americane: il diritto può essere esercitato in qualsiasi momento prima della scadenza

Il valore intrinseco è pari a VIc=max[0;S-E],Vip=max[0;E-S]

Si realizza un profitto solo se VI>P

attraverso l’indicatore put-call ratio si possono confrontare i due tipi di opzioni

PUT-CALL ratio=valore complessivo CALL / valore complessivo PUT

Tante opzioni di tipo put sono “in the money quando” c’è la crisi perché i prezzi dei titoli scendono

e quindi la compresenza di opzioni put ha l’effetto di amplificare a dismisura le vendite e quindi i

prezzi dei titoli decrescono ulteriormente. Nel caso in cui circolino più opzioni put che opzioni call,

vuol dire che gli operatori sono pessimisti e quindi mi aspetto un crollo dei prezzi dei titoli di borsa;

in caso contrario gli operatori hanno aspettative positive.

12) Rapporto salari, produttività del lavoro, CLUP e inflazione

L’inflazione non è solo un fenomeno monetario ma è anche un fenomeno reale legato all’andamento

della produttività. La produttività può essere definita come la velocità del processo produttivo, è

determinata dal rapporto tra output ed input dei fattori produttivi: Z=Q/N; può essere altresì definita

come capacità di produrre valore aggiunto ossia la differenza tra il valore prodotto finito e costo

degli input. La produttività in termini di tassi di variazione è data da z=q-n

Nell’economia reale i prezzi sono fissati prendendo in considerazione i costi medi, cioè i costi

variabili unitari a cui viene applicata una percentuale di ricarico, che sarà tanto maggiore quanto

maggiore è il potere dell’impresa: P=CVUP(1+k) dove CVUP=CLUP+CIUP e quindi avrò che

P=(CLUP+CIUP)(1+k)

Sappiamo che CLUP=WN/Q e Z=Q/N 1/Z=N/Q

 CLUP=W/Z. Di conseguenza il CLUP riveste importanza istituzionale in quanto dipende dalla

produttività, quindi le dinamiche della produttività possono influenzare dinamiche inflazionistiche.

Il CLUP risulta dalla differenza fra il tasso di crescita del costo del lavoro e il tasso di crescita della

produttività: CLUP=W-Z

Si ha un incremento del CLUP ogni volta che i salari aumentano in modo più che proporzionale

rispetto alla produttività: CLUP=0.03-0.01=0.02=2%

Il CLUP sarà costante quando i salari crescono in modo proporzionale rispetto alla produttività. In

questo caso non è cosi, in quanto i salari crescono del 3% mentre la produttività cresce dell’1%. In

questo caso le imprese possono decidere se agire diminuendo il mark-up e causare l’aumento della

quota dei salari e riducendo i profitti, o agiscono sui prezzi causando un aumento dell’inflazione.

13) Due pilastri della BCE

La BCE ha come obiettivo la stabilità dei prezzi e nel suo statuto si impone come obiettivo che

l’incremento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, nel medio periodo, non sia superiore al

2%.

Con una politica di inflation targety persegue direttamente un dato obiettivo di inflazione, mentre

con una politica

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Publisher
A.A. 2017-2018
15 pagine
5 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alebecks di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Moramarco Vito.