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MONETARIA
1) IL CANALE DEL TASSO DI INTERESSE
Fa riferimento ad un modello keynesiano tradizionale: un’espansione monetaria fa
diminuire il tasso di interesse, che a propria volta aumenta gli investimenti, generando
un effetto moltiplicatore sulla domanda di beni e servizi.
Tuttavia, gli investimenti dipendono dal tasso di interesse reale a lungo termine,
mentre la politica monetaria agisce sul tasso di interesse nominale a breve termine.
L’effetto della politica monetaria dipende da come variazioni nel tasso di interesse a
breve termine influenzano i tassi a lungo termine.
Es. UK: tassi sui mutui in genere indicizzati a breve termine; la politica monetaria
incide velocemente sia sul costo di nuovi mutui che sul reddito disponibile delle
famiglie indebitate. Se sale il tasso di interesse sale l’importo delle rate del muto e
diminuisce il reddito disponibile delle famiglie.
2) IL CANALE DEL “ASSETS PRICE”
Stiamo parlando di Prezzi di obbligazioni, azioni e beni immobili.
Una diminuzione del tasso di interesse fa crescere il prezzo degli asset finanziari e
immobiliari posseduti dalle famiglie. Il conseguente effetto ricchezza che si genera
incide sui consumi delle famiglie: fa sì che le famiglie consumino parte del
supplemento di ricchezza derivante dalla rivalutazione del loro patrimonio.
Tale meccanismo passa anche attraverso il (si trasmette anche al) comportamento
delle imprese: un aumento del prezzo delle azioni aumenta la probabilità che un
investimento generi profitto (misurato dalla q di Tobin). Tale aumento della probabilità
di profitto aumenta gli investimenti.
L’aumento del prezzo degli assets incide sia sulle famiglie che sulle imprese
Il canale del prezzo delle attività finanziarie ha acquisito importanza sempre maggiore
nel tempo, con la partecipazione delle famiglie e delle imprese ai mercati finanziari.
3) IL CANALE DEL CREDITO
Nel modello italiano, più che negli altri Paesi, è estremamente importante, perché il
nostro sistema è caratterizzato in grandissima parte da micro e piccole imprese Se
esse devono finanziare qualche investimento (in nuovi macchinari, nuove
tecnologie…) lo fanno ricorrendo al prestito bancario, perché solitamente non hanno la
possibilità di attingere a un proprio cash-flow che può essere utilizzato per investire
Devono ricorrere ad altri fondi, cioè le banche che forniscono loro il credito
Le banche variano l’offerta di credito a seconda del modo in cui riescono a finanziarsi.
L’offerta di credito varia a seconda del ciclo economico.
Il teorema di Modigliano-Miller non vale: un’impresa non è indifferente tra finanziarsi
emettendo obbligazioni o prendendo a prestito da una banca. In particolare, famiglie e
piccole imprese non potendo emettere obbligazioni in quanto non hanno accesso ai
mercati finanziari possono solo prendere a prestito da una banca.
In tali condizioni un peggioramento nelle condizioni di accesso alla liquidità delle
banche o un deterioramento dei loro assets conduce a restringere il credito verso
famiglie e imprese. Se c’è un problema nel canale di credito, si ripercuote sia sulle
famiglie che sulle imprese: le banche restringono il credito verso di esse, e si genera
un problema nel sistema economico
Il modello di Stiglitz e Weiss (1981) descrive per quale ragione ci sia razionamento
nel credito anziché un aumento del suo costo. Descrive che se le banche si
ritrovano di fronte a un peggioramento del loro bilancio (o al peggioramento di
qualcos’altro) anziché chiedere dei rendimenti maggiori, evitano di restringere il
credito
Modello Principale-Agente. Problema di informazione asimmetrica
Principale: Banca
Agente: Impresa
L’impresa ha una quantità/qualità di informazioni sul proprio progetto diverso dalla
banca e può usare tale informazione per trarre vantaggio nella transazione con la
banca.
La transazione è una richiesta da parte dell’impresa di credito per finanziare il proprio
progetto, che in genere ha in sé una componente di rischio (più o meno elevata)
L’impresa detiene maggiori informazioni della banca L’asimmetria informativa
incide sul valore della transazione: l’impresa ne può trarre vantaggio (es.: spacciando
il suo progetto per poco rischioso, quando invece è molto rischioso)
Ipotesi: verificare la qualità dei progetti di investimento è molto costoso e difficile; la
conseguenza è che le banche non possono sapere con esattezza la qualità del
progetto proposto dall’impresa.
Ciò spinge le banche a chiedere un elevato premio per il rischio a tutti i debitori, non
potendo sapere quali imprese hanno progetti più rischiosi e quali meno.
Il risultato è che si instaura un processo di selezione avversa (adverse selection): le
imprese con buoni progetti e rendimento basso, quindi con elevata probabilità di
restituire il prestito, saranno dissuase dal chiedere prestiti per via dell’alto premio per
il rischio (poiché il progetto è buono e poco rischioso, per loro il premio richiesto dalle
banche è troppo elevato); rimangono sul mercato le imprese con progetti rischiosi ma
ad elevato rendimento, che continueranno a chiedere prestiti (sono disposte a
sopportare un elevato premio per il rischio).
Sul mercato rimangono solo le imprese con progetti rischiosi ad alto rendimento, ma
con elevata probabilità di fallimento del progetto.
Poichè le banche sanno ciò, il credito sarà razionato quando il tasso di interesse sale (o
peggiora l’accesso alla liquidità), in quanto l’aumento del tasso di interesse ha l’effetto
di aumentare il rischio medio dei debitori Le banche tenderanno a non fornire
credito, perché sanno che sul mercato sono rimaste solo le imprese con progetti molto
rischiosi
Questo meccanismo spiega il razionamento del credito
Il canale del credito fa leva sulla disponibilità di credito per imprese e famiglie e non
sul costo del credito.
La disponibilità di credito amplifica gli effetti dovuti al costo del credito: un aumento
del tasso di interesse non diminuisce solo la domanda di credito, ma riduce anche
l’offerta di credito da parte delle banche visto che il problema della selezione avversa
diventa più stringente. Per quanto riguarda il canale del credito, la salute delle banche
è cruciale per la trasmissione della politica monetaria: le banche saranno meno
propense a concedere credito quando nei loro bilanci vi sono molti titoli in sofferenza o
quando il loro portafogli di assets viene svalutato.
Quando ci sono situazioni di tale tipo diffuse nel sistema bancario le banche centrali,
come è accaduto anche recentemente, sono costrette ad adottare misure non
convenzionali per ripristinare il credito interbancario e permettere alle banche di
rifinanziarsi.
Nel caso in cui le banche siano sull’orlo dell’insolvenza o diventino insolventi, la
soluzione diventa una soluzione fiscale: il governo deve esigere una ricapitalizzazione,
che se non può avvenire sul mercato, dovrà essere effettuata attraverso iniezione di
fondi pubblici.
Ne consegue che politica fiscale e monetaria sono interdipendenti nel breve periodo:
1) La politica fiscale può fare pressioni sulla politica monetaria affinchè monetizzi il
debito;
2) Ripristinare l’efficacia della politica monetaria può avere effetti sul bilancio
pubblico (es. il massiccio piano di salvataggio del sistema bancario negli USA e
in Europa).
Nessuno dei canali di trasmissione implica un effetto diretto della moneta
sull’inflazione. Occorre ipotizzare che la politica monetaria influenzi le aspettative
sull’inflazione affinchè ci sia un legame diretto.
Gli effetti della politica monetaria dipendono dall’importanza che i diversi canali di
trasmissione hanno nei diversi Paesi.
Dove è molto rilevante la proporzione dei prestiti a breve termine o a tasso
variabile, maggiore è l’importanza del canale del tasso di interesse. Ha effetti
più veloci
Dove sono più diffusi gli assets finanziari, maggiore sarà la rilevanza del canale
del prezzo degli assets. Ci sono Paesi in cui i mercati finanziari sono più
consistenti e perciò sono più diffusi gli assets finanziari In Italia questo canale
è meno rilevante
Dove il ruolo delle piccole e medie imprese è rilevante nel sistema economico e
tali imprese dipendono fortemente dal sistema bancario, maggiore sarà il peso
del canale del credito. Es.: Italia
FONDAMENTI TEORICI: L’ECONOMIA APERTA: vediamo cosa dire riguardo ai tassi
di cambio
Se a seguito di una espansione monetaria abbiamo una riduzione dei tassi di
interesse, le attività finanziarie generano una minore remunerazione ed assistiamo ad
un deflusso dei capitali con conseguente deprezzamento della moneta (perché c’è
meno richiesta di moneta)
Si genera Il deprezzamento del tasso di cambio, che influenza:
Il livello dei prezzi a causa della rivalutazione delle importazioni, ora
relativamente più costose di prima; I prezzi aumentano rispetto alla
situazione iniziale
La domanda aggregata a causa della sostituzione di beni esteri con beni
nazionali, ora relativamente meno costose; I beni esteri tendono a essere più
costosi, perciò gli individui saranno orientati a consumare più beni nazionali
L’offerta aggregata, a causa della variazione nel prezzo delle materie prime e
dei beni intermedi importati, ora relativamente più costose Le imprese
registrano un aumento dei costi delle materie prime e dei beni intermedi
importati: è più costoso rispetto alla situazione iniziale produrre un’unità di un
certo bene L’offerta aggregata tende a ridursi
Nel caso in cui ci sia elevata mobilità di capitali, sono questi ultimi che determinano il
tasso di cambio. Se gli agenti economici sono neutrali al rischio la bilancia dei
pagamenti è (torna) in equilibrio quando i rendimenti delle attività finanziarie sono
uguali nei diversi paesi.
Relazione tra tasso di interesse e tasso di cambio
Esempio: Parità scoperta dei tassi di interesse
Ipotesi forti alla base della parità scoperta dei tassi di interesse sono:
Perfetta mobilità dei capitali;
Asset dei due paesi perfettamente sostituibili (in realtà nessun asset è
perfettamente sostituto di un altro);
Investitori neutrali al rischio In realtà di solito gli investitori tendono a essere
avversi al rischio
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