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MODELLO DI CONVERGENZA

Questa situazione accelera il processo dell'unione monetaria europeo e conduce appunto al trattato di Maastricht, del quale si gettano le basi per la costruzione dell'Europa.

Il consolidamento del ruolo dell'Unione Europea dipende dal processo di integrazione e convergenza. La convergenza è un processo attraverso il quale i valori diventano simili.

L'integrazione implica la presenza di istituzioni sovranazionali (una banca centrale e un sistema economico) che hanno il potere di decidere le politiche economiche (monetarie e fiscali), vincolando tutti i membri della comunità. L'unione politica è considerata lo stadio finale dell'integrazione.

La convergenza può essere più o meno articolata: c'è una convergenza economica che non riguarda solo la moneta ma anche il prezzo dei fattori produttivi; poi c'è quella politica mediante appunto il Parlamento europeo; poi c'è una

convergenza sociale. L'unica modalità di convergenza che si è realizzata è la convergenza monetaria e cioè l'euro e poi il patto di stabilità.

UNIONE MONETARIA EUROPEA: ATTO UNICO EUROPEO

Il rapporto Delors costruisce un iter per arrivare all'unione europeo moneta europea nel 92 attraverso un Libro Bianco che è stato elaborato nell'85.

In questo processo vengono fatti dei passi in avanti poiché il libro introduce il principio del mutuo riconoscimento cioè di eliminare le barriere doganali.

Poi c'è il trattato di Maastricht, cioè si stabilisce che l'atto unico europeo deve essere raggiunto entro il 92 e c'è a questo punto tutta una serie di vantaggi che vengono descritti.

Uno dei vantaggi è l'eliminazione delle barriere doganali, ciò era un grande beneficio per le imprese perché hanno costi più bassi in modo da operare in condizione di maggiore efficienza.

avendo unmaggior reddito e quindi una maggiore occupazione.L'Atto Unico Europeo prevede la protezione delle economie più deboli con il principio di coesioneeconomica e sociale e l'allargamento del potere dell'UE in materia di politica sociale. Vi sono tre fasi:

  1. completa libera liberalizzazione dei mercati di capitali e integrazione dei mercati finanziari;
  2. viene sancito il tasso di cambio fisso cioè la totale e irreversibile convertibilità delle monete;
  3. eliminazione delle bande di oscillazione e irrevocabile fissazione delle parità.

A questo punto vengono indicati quali possono essere i vantaggi della moneta unica, cioè dell'euro:

  • eliminazione dei costi di conversione e di transizione;
  • non c'è più incertezza sul futuro del tasso di cambio perché il cambio è fisso e quindi significa che gli importatori conoscono bene quanto devono pagare e gli esportatori quanto devono incassare;

stabilità dei prezzi e trasparenza, poiché i prezzi ovviamente in presenza di cambi fissi e consono oggettivamente stabili e sono trasparenti perché un paese conosce quanto lo stessobene viene a costare un altro paese aderente essendo tutto espresso in euro.(Questo è importante perché se i costi sono diversi tra l'Italia e la Spagna, ad esempio, inSpagna la 500 costa di meno rispetto all'Italia chiaramente significa che l'Italia un problemadi efficienza ha un problema di produttività perché lo stesso bene viene prodotto a costi piùalti);

- maggiore reddito e maggiore occupazione;

- maggiore peso dei paesi membri nelle relazioni monetarie internazionali.

- riduzione dei costi sopportati dalla pubblica amministrazione per le tante infrastrutture chelo stato realizza;

- liberalizzazione dei mercati;

- minor bisogno di riserve perché la moneta è unica.

Ci sono anche dei vantaggi connessi ai tassi di interesse

Perché i tassi interesse tendono ad essere bassi perché i prezzi sono stabili e quindi non c'è bisogno che un investimento venga effettuato a prezzi più alti. Quindi c'è stabilità dei prezzi, c'è stabilità dei tassi di interesse e c'è possibilità di investire di più da parte delle imprese, poiché l'investimento è legato al tasso di interesse, più alto è il tasso di interesse meno ci resta allora a questo punto se i tassi di interesse sono bassi sono bassi c'è un incentivo per le imprese di investire perché il costo del denaro è più basso. Poi c'è un altro vantaggio: in un mercato aperto, che vede la presenza di tanti paesi, c'è la possibilità di spostare i prestiti dal sistema bancario all'emissione obbligazionaria, cioè emettendo direttamente prestiti obbligazionari sul mercato tenuto.

conto di 500 potenziali consumatori che esistono nel sistema europeo e questo potrebbe favorire la creazione di una borsa ancora più efficiente.

TRATTATO DI MAASTRICHT

Il trattato di Maastricht poggia su alcuni presupposti fondamentali:

  1. Stabilità dei prezzi stabilità non superiore al 3%;
  2. Sostenibilità finanziaria, cioè deficit/pil non superiore al 3% e debito/pil non superiore al 60%.

Per l'Italia che al momento dell'ingresso aveva un debito/pil superiore al 60%, per questi paesi in generale è stata varata la possibilità di una diminuzione progressiva decrescente nel corso degli anni, mentre per la stabilità dei prezzi siccome l'Italia aveva un tasso di inflazione superiore al 3% ha dovuto adottare una politica restrittiva, cioè di riduzione del livello dei prezzi.

Questi principi diventano vincolanti e lo sono stati fino allo scoppio della pandemia; nel corso degli anni ci sono stati strumenti che hanno

rafforzato ulteriormente questi principi contenuti nel trattato di Maastricht.
Il perché tutta la costruzione dell’unione europea poggia su questi requisiti è che ci sono ovviamente degli aspetti positivi.
Il primo aspetto positivo è che se i debiti sono sostenibili e sono bassi, con tassi di interesse bassi gli investimenti possono essere ampiamente stimolanti e quindi soprattutto gli investimenti privati senza far ricorso al principio dello spezzamento, al cosiddetto crowding out che spiazzava gli investimenti privati perché interveniva il settore pubblico.
Il secondo aspetto è che se i debiti sono bassi, se il livello di indebitamento dello Stato è modesto e basso, il risparmio che lo stato ha realizza può essere indirizzato verso investimenti strategici del paese, verso infrastrutture, verso ricerca e sviluppo per combattere l'invecchiamento cioè per favorire politiche a favore della famiglia.
PATTO DI STABILITÀ E

CRESCITA

Questa filosofia che accompagna la costruzione europea trova nel patto di stabilità e crescita del 1997 un ulteriore vincolo per i paesi europei: si stabilisce che il saldo di bilancio pubblico deve essere chiuso in pareggio o addirittura in avanzo e anche in questa circostanza viene indicato un tetto massimo del 3%, se il paese supera questo 3%, anche in presenza di avversità congiunturali (ciclo economico recessivo o stagnazione economica), va incontro ad una sanzione che apre una procedura di infrazione che porta inizialmente ad un ammenda pari allo 0,5% del pil e poi può arrivare al 2%. Il paese a questo punto ha una sola possibilità: deve dimostrare che si trova di fronte a circostanze davvero gravi e improvvise che hanno determinato questa situazione tale da superare questo 3%. Con l’avvento della pandemia questo patto è stato sospeso fino alla fine del 2022. Il patto di stabilità è quindi un ulteriore vincolo che segue

Maastricht e che rafforza i principi del trattato. Da un punto di vista teorico ha una sua valenza poiché sostenere il bilancio pubblico entro livelli molto modesti significa affidare risorse alle prossime generazioni. Questo vincolo del 3% è uniforme per tutti i paesi senza possibilità di poterlo più o meno manovrare, il problema è che ci sono paesi che vengono da un'esperienza difficile, come l'Italia che ha adottato modelli di sviluppo centrati proprio sul debito pubblico, e viceversa altri paesi che non hanno avuto la stessa esperienza dell'Italia e che vengono definiti paesi forti come la Germania. Inoltre, ci sono state delle riforme, nel 2005 e poi nel 2011, le quali prevedono non solo il controllo del bilancio pubblico ma anche l'analisi sulle grandezze macroeconomiche più importanti (reddito, occupazione, prezzo, ecc.). Il perché di questo atto di stabilità è il fatto che dovrebbe condurre a un

comportamento più virtuoso da parte dei paesi, quindi evitare deficit eccessivi sapendo che vanno incontro ad un'infrazione per deficit eccessivo.

La disciplina fiscale, cioè il fatto che siamo al di sotto del 3%, può avere effetti positivi sulla domanda globale perché favorisce gli investimenti privati e consente eventualmente di ridurre la pressione fiscale, infatti una pressione fiscale molto alta dipende dal fatto che dobbiamo finanziare la spesa pubblica se viceversa tutto va verso il basso, il fisco potrebbe avere aliquote più basse e quindi favorire i consumi.

Se tutti i paesi potessero pervenire ad un quadro armonico al di sotto del 3% allora questo processo potrebbe favorire l'integrazione non solo monetaria ma anche l'integrazione fiscale.

Inoltre, un aspetto importante, che è stato sottolineato da una ricerca fatta alla Bocconi di Milano, è che ad ogni vigilia elettorale la spesa pubblica aumenta per motivi elettorali.

con la presenza di questo patto di stabilità si impone in un certo senso il mantenimento di questo vincolo. Infine, si liberano risorse per combattere l'invecchiamento della popolazione. Lo svantaggio principale va sotto il nome di Golden rule: al momento il patto di stabilità è una semplice sottrazione tra uscite dello Stato ed è entrata dello Stato, il problema è che vengono contabilizzati all'interno delle uscite anche quegli investimenti che lo stato fa per infrastrutture, università, ricerca e sviluppo, ecc. cioè tutti quegli investimenti che sono un costo al momento attuale ma che hanno un grande valore nel medio periodo perché contribuiscono a rendere il paese più competitivo e quindi più ricco, con più reddito e con più occupazione. Quindi queste spese dovrebbero essere stracciate dalle uscite e considerata a sé stante, non inserendole nel patto di stabilità perché.o dell'economia, il governo potrebbe adottare politiche di stimolo fiscale per aumentare la spesa pubblica e incoraggiare gli investimenti privati. Questo potrebbe includere la riduzione delle tasse per le imprese, l'implementazione di incentivi fiscali per gli investimenti e la promozione di programmi di formazione e sviluppo per i lavoratori. Inoltre, il governo potrebbe anche adottare politiche di liberalizzazione economica per favorire la concorrenza e l'innovazione. Questo potrebbe includere la riduzione delle restrizioni normative e burocratiche, la promozione della concorrenza tra le imprese e l'apertura dei mercati internazionali. Infine, il governo potrebbe anche investire in infrastrutture e servizi pubblici per migliorare la qualità della vita dei cittadini e attrarre investimenti esteri. Questo potrebbe includere la costruzione di nuove strade, ponti e aeroporti, l'implementazione di servizi pubblici efficienti e la promozione del turismo e dell'industria culturale. In conclusione, la creazione di ricchezza a lungo termine richiede una combinazione di politiche di stimolo fiscale, liberalizzazione economica e investimenti in infrastrutture e servizi pubblici. Queste politiche possono accelerare la competitività del paese e favorire la crescita economica sostenibile.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
35 pagine
3 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher keeevinloop di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Mauro Giuseppe.