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La tradizione delle favole
Le favole hanno una tradizione scritta, rappresentata da autori come Esopo e Fedro, e una tradizione orale che si sovrappone nel corso del tempo. Nel corso degli anni, alcune favole sono state modificate, cambiando personaggi, finale e morale. Un regime che cerca di modificare il testo scritto cerca di ottenere il controllo del passato, poiché "chi controlla il passato controlla il futuro".
Quasi sempre le favole esplicitano una morale, ma talvolta la morale è implicita e va interpretata. I protagonisti delle favole sono quasi sempre animali, che rappresentano caratteristiche umane come il coraggio del leone, l'astuzia della volpe o la vanità del pavone. Talvolta, nelle fiabe, i protagonisti sono esseri fantastici come streghe, fattucchiere o animali dotati di poteri magici. Il testo delle favole fa da raccordo tra le favole stesse e le fiabe.
Parleremo di Esopo (7-6sec ac, greco); Fedro (1sec ac, romano); Jean de la Fontaine (1600,francese); Charles Perrault (primo scrittore di fiabe del 1600, francese); Hans Christian Andersen (1800, danese) FAVOLE In forma primitiva le favole rappresentano un tentativo psicologico di vedere come sia possibile o quali siano le dinamiche attraverso cui si può costruire uno stato. Moro, Bacon e Campanella sono più vicini alle distopie piuttosto che a Fedro, anche loro tengono conto che i cittadini hanno delle mancanze che possono essere limitate solo se sono convogliate, mediante sanzioni, per il bene comune. Le favole hanno il merito di identificare delle problematiche individuali e collettive che devono essere considerate da chiunque voglia costituire una comunità politica. Sono delle rappresentazioni di comportamenti individuali o collettivi ripetuti. ESOPO (7-6sec ac) ÈConsiderato il creatore della favola e su di lui non si sa nulla, è in dubbio la sua esistenza, tuttavia qualcuno ha iniziato a scrivere questa nuova forma letteraria: brevi racconti, con morale alla fine e con la volontà di rappresentare una spiegazione che andava ad inserirsi in un contesto semplice, di cui la gente fruiva in maniera diretta e semplice.
LA DONNOLA E IL GALLO: la favola vuole mostrare come i malvagi, quando hanno in mente di compiere un sopruso, se non riescono a inventare pretesti plausibili agiscono comunque. Anche i potenti della terra agiscono in questo modo: prima creano il pretesto e poi passano all'azione.
I DUE GALLI E L'AQUILA: citata perché viene tirato in causa Dio, evidentemente anacronistico ai tempi di Esopo. La favola dimostra che il Signore è ostile ai superbi, ma concede la sua grazia agli umili. (La tradizione scritta soffre di modifiche: come Esopo poteva parlare del signore, alcune favole potevano essere)
IL PESCATORE CHE BATTEVA L'ACQUA: si vuole creare confusione in modo tale che il dittatore possa dare la spiegazione ortodossa (fedeltà alla linea, la linea la decide il capo). Tutto quello che viene detto a caso serve per confondere le menti. Così anche negli Stati, per i demagoghi gli affari vanno bene specialmente quando sono riusciti a seminare il disordine nel loro paese.
LA VOLPE E L'UVA: insegna che ci sono persone che, non raggiungendo qualcosa che desiderano, preferiscono dire che non è poi così buono. L'atteggiamento sbagliato che viene condannato è quello di chi accusa le circostanze della vita per un insuccesso volendo nascondere la propria incapacità, la mancanza di tenacia e l'astuzia che serve per superare le difficoltà che la vita ci pone davanti. Inutile fare tanti sforzi per un grappolo di uva acerba, si dice la volpe, ma la verità è che lo fa soltanto per
La morale del racconto è: non disprezzate ciò che non si riesce ad ottenere. -IL LEONE E L'UOMO: Il fatto passa in secondo piano rispetto alla rappresentazione che se ne fa, se i leoni potessero scolpire statue con uomini sconfitti. Significa anche che molte persone sivantano con le parole, ma poi vengono messi in ridicolo dai fatti. -L'ATRONOMO: cerca di guardare le stelle e cerca in un buco, ma non ha senso correre dietro aspiegazioni complicate e metafisiche, ma bisogna argomentare con semplicità alle folle. -LE RANE CHE CHIESERO UN RE: chiedono un re a Giove ma lui gli butta un pezzo di legno. Rane = massa che non capisce niente. Saltarono addosso al pezzo di legno e Giove manda un serpente che le stermina tutte. Un legno non può nuocere e le rane si approfittano e vengono punite, come ad esempio chi si approfitta della democrazia e si da un tiranno. Questa favola mostra che è meglio avere governanti inoperosi, piuttosto.Che turbolenti e malvagi. - LA PADRONA E LE ANCELLE: una vedova aveva delle serve, quelle stanche e accusavano il gallo che svegliavano la padrona, le serve tirano il collo al gallo e la padrona non sapendo l'ora svegliava prima le serve. Bisogna pensare a cosa sarebbe successo dopo. Quando si vuole o si fanno dei cambiamenti violenti che prevedono l'eliminazione della classe precedente, bisogna avere in mente che la situazione potrebbe peggiorare. Se ci si ribella al sistema la situazione potrebbe anche peggiorare.
Una delle differenze sostanziali tra russi e nazisti è il rapporto che stabilirono con la classe precedente: i russi li eliminarono, i nazisti li riutilizzarono rendendoli complici del regime.
I TRE BUOI E IL LEONE: DIVIDE ET IMPERA=dividi e regna, dividi i nemici e sconfiggili, è un'espressione medievale, non dell'antichità, che indica una gestione del potere in maniera spregiudicata; è ora spesso ripresa come motto di uso
Il comune è come simbolo di un modo machiavellico di gestire il potere, per il quale regola basilare è mettere i sudditi uno contro l'altro per poterli meglio dominare. Prima ancora che divenisse celebre la locuzione latina "divide et impera", già Esopo aveva scritto la storia dei tre buoi e il leone con la quale il noto filosofo e scrittore greco metteva in guardia il popolo sull'importanza di essere uniti contro potenziali nemici.
BOREA E IL SOLE: l'espressione "togliere i vestiti ad un viandante" significa convincere, persuadere. La borea soffiava forte, il viandante si copriva ma la borea soffiava ancora di più e si è messo un altro mantello. La borea lasciò il posto al sole. Quando ha posto il mantello superficiale, sprigionò vampate più forti e andò a fare il bagno spogliandosi. Morale: in certi casi non è necessaria la forza per ottenere un risultato, basta usare la testa e in questa operazione, spesso si
dimostra più efficaci gli introversi. La persuasione è più efficace della violenza. (Goebbels non urlava nei suoi discorsi, era sempre calmo e pacato).-LA GATTA E AFRODITE: gatta si innamora di un giovane, A la trasforma in donna ma quando gatta vede un top lo mangia. Parla delle inclinazioni individuali che non si dimenticano, prima o poi usciranno allo scoperto (freud). La stessa morale si ritrova ne -LA RANA E LO SCORPIONE.-LA DONNA E LA GALLINA: la morale ci insegna a non essere avidi e accontentarsi di quello che abbiamo. Gli uomini che non si accontentano della loro fortuna, a volte finiscono per non avere più nulla. Bisogna essere felici di ciò che abbiamo.-LE QUERCE E ZEUS: querce si lamentano delle scure che le abbattono, ma Zeus dice che loro le producono-> bagaglio di quotidianità che influenzano. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.6-CAPRETTO SUL TETTO DELLA STALLA E IL LUPO: capretto insulta il lupo, ma questo cifanno lavorare duramente. Questa fiaba parla dell'importanza di non giudicare le cose solo in base all'apparenza e di non farsi influenzare dalle paure irrazionali.-IL LEONE E IL TOPO: anche il più piccolo e insignificante può essere di aiuto in determinate situazioni. La fiaba insegna l'importanza della gratitudine e della reciprocità.-IL PASTORELLO E IL LUPO: la fiaba mette in guardia sulle conseguenze di dire bugie e di perdere la fiducia degli altri. Mostra come la reputazione possa essere danneggiata e come sia difficile riconquistarla.-LA LEPRE E LA TARTARUGA: la costanza e la perseveranza possono portare al successo, anche se si è più lenti o meno talentuosi degli altri. La fiaba insegna l'importanza di non arrendersi e di continuare a lottare per raggiungere i propri obiettivi.lasciano a dei ragazzi l'h è vile, diffidente, vigliacco, prepotente, umanità in maniera negativa -> fenomeno del bullismo, i deboli ed indifesi verranno assoggettati dal branco. IL CORVO E LA VOLPE: il corvo sta sull'albero e ha un pezzo di pane, la volpe non sta sull'albero e voleva il pane e si mette sotto l'albero e dice al corvo che è bellissimo, lo elogia e che la sua voce è altrettanto bella. Il corvo x mostrare la sua bellezza cerca di cantare e il pezzo di pane cade e la volpe prende il pezzo dicendogli che non è furbo. Non bisogna cedere alla vanità e restare umili nonostante i complimenti, perché potrebbero non essere sinceri e avere un secondo fine. Questa favola di La Fontaine nel 1700 francese, venne criticata da Rousseau che la riteneva diseducativa, perché tutti simpatizzano con la volpe, ma R dice che il corvo non è intelligente e questo insegna ai bambini che x raggiungere gli scopi.qualsiasi mezzo è valido. Uno degli avversari max di R è Macchiavelli (il fine giustifica i mezzi) e quindi va contro questa favola perché non si può insegnare questo comportamento e imbrogliando il prossimo.--Questa favola viene riportata allo stesso modo da Fedro, la Fontaine, Esopo, Rousseau che poi criticherà La Fontaine anche se è identica alle altre. "Il contratto sociale" e "l'Emilio" scritti da Rousseau che parlano dell'educazione dell'uomo (Emilio) e dell'educazione pubblica (contratto). QUINDI stiamo analizzando forme di scrittura, un genere letterario poco significativo, ma abbondadi suggestioni che viviamo tutti i giorni FEDRO (1sec ac) Riprende le tematiche di Esopo. Fedro introduce, è da Esopo, dei personaggi realmente esistenti nelle favole (presente anche in La Fointaine), scrive in latino e fa conoscere il genere all'interno della poesia e prosa romana.--EXCURSUS: nella metàpecifica chiamata "emblema". Gli emblemi sono brevi componimenti poetici accompagnati da un'immagine simbolica. Questa forma letteraria diventa molto popolare nel XVI secolo e viene utilizzata per esprimere idee morali, politiche o religiose in modo conciso ed efficace. Gli emblemi sono composti da tre elementi principali: un motto, un'immagine e un epigramma. Il motto è una breve frase che riassume il concetto principale dell'emblema, l'immagine rappresenta visivamente il concetto e l'epigramma è un breve componimento poetico che spiega e commenta il motto e l'immagine. Gli emblemi sono spesso utilizzati per scopi educativi o per trasmettere un messaggio morale.