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EMAS.
Marchi ambientali di prodotto – ECOLABEL (margherita verde): certifica
eccellenza di alcuni prodotti rispetto a impatti ambientali, valutati "dalla culla alla
bara", lungo tutto il ciclo di vita del prodotto (LCA = Life Cycle Assessment).
Esperienze pioniere: Germania (anni 70), marchi Angelo azzurro (prodotti che
inquinano poco le acque) e Punto verde (agricoltura biologica). Entra in UE con
regolamento 1992 (comitato Ecolabel) problema della confidenza dei
consumatori: preferiscono spesso marchi nazionali rispetto a quelli europei,
procedure standardizzate.
Settori di applicazione: criteri assegnazione marchio in base a punti forza nazionali,
settori in cui si hanno maggiori performance turismo/Spa, piastrelle/Ita, carta/paesi
scandinavi, detersivi, pitture/Ger, ecc.
Procedura assegnazione: organo competente nazionale verifica conformità prodotto
a criteri ecologici stabiliti, attraverso laboratori accreditati, poi è chiesta approvazione
europea.
LCA: analisi fasi antecedenti (estrazione materie prime, produzione, distribuzione) e
seguenti (fine vita prodotto, rifiuti, riciclo) uso prodotto NB impresa produttrice deve
aver già adottato un SGA, che risponde a criteri ISO.
Vantaggi Ecolabel: miglioramento immagine, pubblicizzazione prodotti
ecocompatibili (estrazione disponibilità a pagare); nonostante elevato costo marchio
suo conseguimento porta ad efficientamento flussi materia ed energia
controllo costi, riduzione sprechi, risparmi.
Bilanci ambientali: impresa/ente territoriale si occupa di contabilizzare e monitorare
flussi input-output di materie prime, prodotti, energia, rifiuti; nascono come strumento
volontario, ma negli ultimi anni grandi imprese obbligate ad elaborarli.
Vantaggi impresa: miglioramento immagine e reputazione nel mercato logica di
filiera, fondamentale ruolo imprese capofila. Vantaggi ente territoriale: comunica
all'esterno propria virtuosità bilancio dell'ente (es edifici/sedi provincia, consumo e
dipendenti) e territoriale (territorio amministrato).
Bilanci sostenibilità: misurazione, comunicazione, assunzione responsabilità verso
stakeholder interni ed esterni, in relazione a performance organizzazione rispetto
obiettivo sviluppo sostenibile. Triple bottom line: bilancio sostenibilità = bilancio
economico/finanziario + ambientale + sociale (impatto sociale impresa su proprio
territorio laboratori, formazione mano d'opera, borse di studio, attività volontariato
retribuite). Campo di studi: CSR = Corporate Social Responsibility (responsabilità
sociale d'impresa).
Impronta ecologica
Tema generale indicatori nasce in comunità informatici, anni 90: computer e
immaterialità (che impatti dietro costruzione pc?).
EFA = Ecological Footprint Analysis: misura quanto Paese, imprese, popolazione,
singolo individuo pesano sugli ecosistemi; quanto si chiede a essi per sostenere
determinato modello di produzione e consumo (stile di vita).
Impronta ecologica: somma aree (ecosistemi terrestri, marini, ecc) utilizzate per
avere servizi, ossia fornitura risorse e capacità assorbimento (es CO2); capacità
ecologica paese trasformata in superfici (ettari globali, indicatori standard); risorse
non solo locali (importazioni servizi). Comprende 3 indicatori fondamentali:
EFC, IE dei Consumi: somma superfici locali/extra locali necessarie per
mantenere certo livello di consumo EFC Italia: tutte e solo aree (ovunque si
trovino) a sostegno consumo italiani (es importazione caffè);
EFP, IE della Produzione: domanda globale che insiste in risorse naturali
locali, misura pressione su ecosistema locale EFP Italia: somma risorse locali
che soddisfa domanda locale e di paesi stranieri;
BC, Biocapacità: offerta risorse ecologiche presenti (pianeta, UE, stati,
regioni), fattori chiave produttività e dimensione.
Terreni hanno produttività diverse pesati in base a produttività media e trasformati
in ettari globali (gha), 1 gha = ettaro avente capacità media mondiale di produrre
risorse e assorbire CO2 (1 ha foresta = 1,26 gha, 1 ha pascolo = 0,46 gha).
Limiti EFA: considera solo risorse rinnovabili, non le non rinnovabili; considera solo
richiesta assorbimento CO2, non altre forme di inquinamento.
EFA, 2 tipi di bilancio ecologico:
1) Bilancio di consumo risorse naturali globali = BC – EFC:
EFC > BC ⇒ BC – EFC < 0: deficit ecologico, si consuma più di quello che si
produce, livelli consumo paese sostenuti da BC altri paesi (paese importa
risorse ecologiche dall'estero); paesi molto ricchi, es USA;
EFC < BC ⇒ BC – EFC > 0: surplus ecologico, si consuma meno di quanto si
produce; paesi ricchi di risorse ma poveri, es paesi africani (no asiatici, tanta
popolazione = tanta domanda).
2) Bilancio dello stato salute risorse naturali locali = BC – EFP; domanda
globale su ecosistemi locali, quantifica livello utilizzo:
EFP > BC ⇒ BC – EFP < 0: erosione stock risorse naturali, sovrautilizzo;
EFP < BC ⇒ BC – EFP > 0: ricrescita, accumulo risorse.
Bilancio in scala globale
Unità di misura BC globale: unità planetaria, 1 = BC di 1 Terra; tale valore saturato
ad inizio anni 70, da sovrasfruttamento; media attuale (2017) 1,7, domanda risorse
raddoppiata domanda servizi legata a produzione alimentare (produrre 1 Kg carne
necessita 6000 L acqua), richiesto maggiore assorbimento (soprattutto CO2).
Overshoot day: data dell’anno in cui popolazione mondiale esaurisce BC annua
pianeta (metà agosto), oltre cui si consuma stock risorse (si gratta fondo del barile).
2040: se resta inalterato modello produzione e consumo si arriverà a 2 pianeti
speranza verso progresso tecnologico, maggior uso risorse rinnovabili, minori sprechi
alimentari.
Rifiuti
“Rifiuto” è concetto relativo, dipende da fattori socio-economici, tecnologici, culturali
(stile di vita). Problemi attuali: aumento generale quantità, riflesso crescita industriale
(imballaggi, durata attrezzi ridotta); difficoltà di gestione (sindrome NIMBY "non nel
mio giardino"). Politica UE, gerarchia di precedenza:
1. Riduzione rifiuti, riuso: allungare ciclo di vita, economia circolare, applicare
principio di prevenzione;
2. Raccolta differenziata, riciclo;
3. Incenerimento con recupero energetico (termovalorizzatore);
4. Discarica controllata.
Riciclo – raccolta differenziata
Creazione mercato MPS = materie prime seconde: agire dal lato raccolta,
passare da tasse a tariffe che premino raccolta differenziata (comportamenti virtuosi);
dal lato riciclo, sviluppare industria riciclaggio, strutturare meglio incentivi e
agevolazioni fiscali, azione pubblica, strumenti economici. Riciclo svantaggiato
rispetto riuso, problemi: costo tecnologico ed energetico, bassa qualità prodotti (sub
riciclaggio, materiali prodotti agglomerati materiali diversi), costi ambientali (CER 19 =
rifiuti da trattamento rifiuti, speciali, richiedono particolari trattamenti), giustificazione
atteggiamenti usa e getta (non sto attento perché so che ciò che butto verrà
riciclato).
Discarica
Problema autosufficienza territoriale ATO = ambito territoriale ottimale:
ogni territorio dovrebbe essere autosufficiente in gestione rifiuti, non generare flusso
esportazione rifiuti (problema illegalità), ambito ottimale sarebbe provincia. Uniche
discariche ammissibili: per inerti (edilizia), rifiuti pericolosi (industriali), RSU =
rifiuti solidi urbani controllo effetti fermentazione materia organica, attraverso
barriere impermeabili, drenaggio percolato, pozzi per biogas. Ciclo di vita (LCA)
discariche: costruite, gestite e poi trasformate secondo protocolli
(volontari/obbligatori).
Termovalorizzatori – inceneritori
Nella normativa si parla di incenerimento con recupero energetico: ampia diffusione,
anche in realtà molto efficienti nella gestione ambientale; tutti paesi stanno comunque
riducendo o abbandonando uso, puntando a economia circolare. Recupero
energetico, chiesto dalla legge: produzione calore ed energia elettrica da
riutilizzare (es riscaldamento scuole). Base è raccolta differenziata fatta bene:
togliere componente organica ( circuito compost, fertilizzanti), riciclare il possibile
(ferro, carta, vetro); resta residuo secco CDR = combustibile da rifiuti (ecoballe),
che alimenta inceneritore. Problema: combustibile molto povero, bassa resa
calorica; chi gestisce inceneritore (privato) guadagna più per smaltimento rifiuti
rispetto a vendita energia elettrica avvantaggiato nel ricevere elevato apporto
rifiuti, poco interesse su obiettivo raccolta differenziata e riduzione rifiuti.
Normativa italiana di riferimento: Decreto Ronchi 1997
Definizione rifiuto: qualsiasi oggetto di cui il detentore abbia deciso o abbia l’obbligo
di disfarsi.
Gestione economica efficiente, passare da tasse a tariffe: tassa commisurata a
superficie associata ai rifiuti, o al numero componenti nucleo familiare, in genere poco
efficiente; tariffa composta da quota fissa, investimenti e costi, e variabile, in base a
quantità/qualità grafico quantità rifiuti – tariffa: parte variabile aumenta con
aumento rifiuti (pendenza positiva) o diminuisce in base a entità raccolta differenziata
(negativa). Difficile progettazione: necessari piani finanziari; convenienze
politiche, scaricare costi gestione rifiuti su fiscalità locale; problema turisti, non
pagano tasse sui rifiuti (a Venezia 25-30 mln/anno).
Istituzione CONAI = COnsorzio NAzionale Imballaggi.
Rapporto rifiuti ISPRA, produzione rifiuti annua pro capite paesi UE Italia in linea
con media UE 15 (paesi euro-zona); NSM (nuovi stati membri, paesi dell'est)
producono pochi rifiuti perché più poveri (rifiuti collegati a livello ricchezza).
Percentuale rifiuti riciclata, convertita in compost (Ita allineata a UE 15),
incenerita (Ita incenerisce meno) e lasciata in discarica (Ita distante, elevata
percentuale). Differenze regionali/provinciali: Friuli 6% rifiuti in discarica, Treviso 80%
raccolta differenziata.
Anomalia inceneritori italiana Direttiva UE 2001: incentivi economici per chi
produce FER = fonti energetiche rinnovabili. In Italia decreto 2003 include nelle
FER anche quella prodotta da termovalorizzatori chi li gestisce può vendere
elettricità a prezzo più elevato rispetto FER, rischio di finanziare termovalorizzatori.
Procedura di infrazione avviata da UE: frazione non biodegradabile rifiuti non può
essere considerata FER. Logica industriale: vantaggio nel raccogliere più rifiuti
possibili (impianto a pieno regime) per ottenere maggiori incentivi; inceneritore visto<