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Poetica Pirandelliana
Autore con pensiero solido e coerente nel tempo.
Saggio sull’umorismo: 1908, pensiero in relazione all’arte umoristica. Sfocia nell’estetica: risponde
alla domanda che cos’è l’arte? Ha quindi un’impronta filosofica. Croce non condivide questo
saggio e lo stronca e nel 1920 per vendetta Pirandello lo riscrive in senso anticrociano proprio in
risposta a questo.
Pirandello cerco di chiarire cos’è l’umorismo. Nella prima parte afferma che c’è una babilonica
confusione riguardo al concetto di umorismo: si considera sinonimo di esso la comicità, triviale,
tutto ciò che è burlesco e fa ridere.
Pirandello chiarisce: l’umorismo è una specialissima disposizione NATURALE, un intimo processo
psicologico che possiamo trovare in un saggio come Socrate quanto in un moderno come
Manzoni.
-L’ironia differisce dall’umorismo. L’ironia deriva dal movimento idealistico romantico post-
kantiano (pensiero Hegeliano). L’ironia presuppone un soggetto integro che si pone preminente
rispetto all’oggetto (non io). Il soggetto è divinità e guarda la realtà con sdegno perché si sente
superiore ad essa. Lo scrittore deride i suoi personaggi e si diverte a rappresentarli con distacco
perché sente di essere diverso da loro. Es. Orlando Furioso di Ariosto
-Nell’umorismo il soggetto fa parte della realtà. Il soggetto rappresentando la realtà rappresenta
sé stesso (vede sé stesso nei personaggi, si IMMEDESIMA).
Il dolore dell’autore deve essere presente nell’opera non in maniera documentaria/cronachistica,
ma in maniera indiretta: il suo sentimento della vita deve trasmetterlo e in esso si devono
riconoscere tutti quanti, il dolore diventa COLLETTIVO.
-In chiave umoristica analizza molte opere letterarie: es. il Morgante del Pucci per comprendere se
è un’opera umoristica. L’esito è negativo perché manca l’immedesimazione da parte del Pucci nei
confronti di suoi personaggi, non vi è la sofferenza personale dell’autore.
Analizza poi l’Orlando furioso e nemmeno quella è umoristica per il distacco tra autore e materia,
Ariosto si diverte a fantasticare con temi e personaggi del romanzo cavalleresco, ma rimane un
mondo distante. Le ragioni del presente Ariosto tenta di inserirle ma non sono ben accolte.
C’è o Ironia o Dramma, ma non vi è una convivenza tra sofferenza e comicità.
Il Don Chisciotte per lui è un’opera perfettamente umoristica: assoluta coincidenza tra Cervantes
e Don Chisciotte (un personaggio comico che crede fermamente nei grandi ideali del mondo
cavalleresco, è serissimo nelle sue comiche avventure ma il suo pensiero si scontra con la miseria
della realtà del tempo e i suoi valori non possono essere concretizzati in essa). È un personaggio
tragico in questo senso. Nel carcere della Manca è rinchiuso Cervantes e lì scrive il Don
Chisciotte, trasformando i suoi dolori in quelli del pg. Il riso del lettore per Don Chisciotte è come
una punizione nei confronti di sé stesso.
Un altro personaggio nel quale Pirandello rintraccia umorismo è Don Abbondio dei Promessi
Sposi: è il personaggio più vero, Manzoni stesso si rende conto che i valori cristiani siano utopia
(è un’ideale non una realtà) e ciò che li porta nella realtà con ipocrisia sia Don Abbondio. Porta su
di sé le condizioni più profonde di Manzoni. È il personaggio più doloroso dei Promessi Sposi
(riflettiamo di ciò proprio attraverso l’umorismo).
Immagine della vecchia che si veste da giovane: all’inizio fa ridere, ma poi se si riflette si capisce
che ha un marito più giovane e si veste così, fa pena, compassione, diventa tragico.
- Caduta valori ottocenteschi, l’uomo perde tutti i punti di riferimento. Nell’uomo convivono più
anime, non riesce a toccar con mano la propria unicità (frantumazione del soggetto). Non si
riesce mai a vedere un evento in maniera chiara: ci sono le varie sfaccettature, le tante realtà
che ci impediscono di trovare una verità unica (relatività).
- Nichilismo: non solo siamo tante cose, ma noi stessi non conosciamo tutti i nostri lati, solo una
piccola parte di noi. Gli altri non ci vedono come gli altri ci vedono (dentro di noi ci sono tante
anime e ognuno guarderà solo quella che deciderà di cogliere). Non esistiamo come soggetto.
Come trovare delle soluzioni? Indossare la maschera.
L’umorista mette a nudo la finzione, la maschera che indossiamo nella società. Lo fa per mostrare
la verità.
La vita è un divenire continuo senza approdo, ancoraggio, esito finale.
Rimane traccia di cose successe anni prima di cui non abbiamo coscienza e ci torna in mente in
funzione di un episodio (inconscio, Freud, psicanalisi, flusso di coscienza).
-Pirandello legge la Chanson de la personalitè del medico francese Albert che analizza soggetti
isterici e con l’ipnosi fa domande quando sono lucidi e non rispondono. Sotto ipnosi rispondono e
tirano fuori episodi accaduti da bambini. Ciò dimostra che oltre alla razionalità ci sono elementi
inconsci che continuano a vivere.