vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TESTO
Mi fai pensare, o sera,
con la tua pallidezza,
al viso un poco sbattuto
e deluso
d’una donna di casa, 5
quand’ha compiuto il lungo
giorno che l’ha strapazzata.
Con un sorriso a fiore
di labbra, s’affaccia
alla solita attesa. 10
E forse non sa neppure
d’essere rassegnata.
5. “Sera di Maremma”
• “Sera di maremma” continua sugli stessi toni “Immagine
di di sera”.
• È fatta di pressioni sensitive, perché la conoscenza del mondo procede attraverso sensazioni.
• La sera è una sera d’estate.
• All’inizio è una poesia realistica.
• Nelle alte due strofe viene detto come la sera sia fatta di cose labili e appare quindi fatta di
cose fragili.
o Queste cose labili sono voci e calde folate.
“Folata” è un termine
o tipico di Caproni.
“Rogo”
o è ciò che brucia uccidendo.
o Alla fine ci sono i giochi infantili che si collegano al primo verso del bimbo malato.
C’è
o quindi questa circolarità della vita morte.
TESTO
(vedi sulla dispensa)
6. “Questo odore marino”
• “Ballo
Inserita in a Fontanigorda”
• usa parole che sembrano dipinte: pochi, sapienti, accostamenti e le sensazioni arrivano,
fioriscono l’una nell’altra. Qui l’odore del mare è alba inebriante, che richiama, forte – “mi
rammenta tanto” – l’odore dei capelli, al mattino. Basta questo piccolo dettaglio per sentire
un diverso profumo.
TESTO
(vedi sulla dispensa)
7. “Altri versi a Rina”
• Si tratta di due frammenti riuniti.
• Composti prima che il poeta conoscesse la sua futura moglie ed inizialmente dovevano
“Come
essere inclusi in un’allegoria”
• Componimento nato quando Olga era ancora viva, e inizialmente forse erano dedicati a lei.
• Si sottolinea come Olga agisca come doppio minaccioso di Rina
o Olga è portavoce del caproniano continuo avvertimento della presenza, in tutto, della
morte.
TESTO
(vedi sulla dispensa)
8. “Ballo a Fontanigorda”
• Testo di apertura, che da inizio alla raccolta.
•
Consonanti e vocali sono note da combinare. Sperimentati i possibili armonici del
componimento
• Sintetizza la lacerazione, il dubbio che impensierisce e a tratti brucia, la gioia fremente e
sensuale del soggetto, mentre l’idillio dei sensi nasce, sottilmente ma radicalmente, abitato
dal fantasma di un dramma.
• Collocata geograficamente nella Val Trebbia, luogo in cui Caproni si è spostato nell’anno
scolastico 1934-1935 per lavorare come maestro elementare.
o Qui ha dovuto affrontare la morte di Olga
• La poesia parla di una festa caratteristica del paese ligure, che porta allegria nella gente del
luogo e risveglia i desideri amorosi dei più giovani, tanto che persino le folate di vento
sembrano esserne cariche.
TESTO
Mentre per la pastura Commentato [F10]:
si sparge l'amaro aroma Anastrofe, Antitesi e alliterazione
d'una sera silvana,
al suono dei clarinetti Commentato [F11]:
chiari, fra luci di colori 5 Sinestesia e alliterazione
e risa, s'infatua gaia Commentato [F12]:
la danza d'una montana Iperbato
allegria.
Bruciano alla bramosia Commentato [F13]:
segreta, le carnagioni 10 Anastrofe
giovani. A farne inquieta
l'aria, una folata
basta fino al confine Commentato [F14]:
ultimo della prateria. Anastrofe
9. “Ad Olga Franzoni”
• Il punto di vista è ribaltato dentro Olga. Non sono gli occhi che si chiudono ma è il paese
che si chiude quando lei scompare, quindi il momento della morte di lei.
• La seconda strofa aggiunge elementi di descrizione di questo paese.
• I sapori sono le sensazioni riferite e più forte della poesia di Caproni.
TESTO
(vedi dispensa)
10. “Sono donne che sanno”
• La costruzione ritmica è a tratti, singhiozzante, come un insieme di pause e pensieri,
immagini che appaiono in concomitanza, ma che, indipendenti l’uno dall’altro tessono una
tela di ricordi e sensazioni.
• “Sono
In donne che sanno”, il mare è come inglobato, nascosto nelle donne che ne hanno
rapito l’essenza. che pervade e che invade l’anima, rendendo tutte le
o Il mare è un soggetto vivo,
persone che vivono al suo fianco pregne del proprio essere.
o Le donne al passare portano aria di mare e non contengono esse stesse il mare.
• Il mare diventa un conforto, una straordinaria forza che ti sorprende con un soffio del suo
essere e le donne di mare, sono le portatrici di questo conforto, sembra quasi vedere delle
sirene a incontrarti per strada, che danno a te il loro odore di mare.
• che viene sentita vasta e rendono l’idea di una
Le vele, danno al componimento un’apertura
proiezione nel futuro, come di una barca che va per mare.
• Gli elementi naturali come l’acqua e l’arietta, che diventano gli oggetti che collegano il
mare ai vivi, l’arietta di mare che invade i paesi di mare stessi, attraverso le donne e l’acqua
degli occhi delle donne che hanno dentro nascosto il mare.
• percepiamo l’amore del mare
Il passaggio di noi uomini, che passando accanto alle donne
nei loro confronti e che guardandole negli occhi viviamo la loro profondità, così simile a
quella del mare.
o Si potrebbe dire che Giorgio Caproni, tratta il mare con un amore intenso e
totalizzante, che invade il suo mondo.
e la leggiadria della sua poesia rispecchia quella del mare, che viene
o L’ottimismo
vissuto nella sua componente più vicina all’uomo, come splendida analogia della vita
e dell’animo umano.
Il mare per il poeta toscano è il luogo dove l’uomo è più vicino alla
o felicità.
TESTO
(vedi dispensa) CAPRONI:
Parte 2: Cronistoria e Il
passaggio di Enea
1. “Alba” (2)
• Caproni spiega che la poesia è stata scritta verso la fine del 1945 a Roma, in una latteria
vicino alla stazione, mentre attende la moglie.
• È cambiato tutto, è cambiato il tono, il sentimento, ma non lo sgomento. «Qua» è il pilone
che sostiene e collega.
• Nei sonetti di Caproni c’è un disordine prestabilito, che non congela il sentimento espresso.
Non c’è spazio per il delirio.
• è semplificato. «ermo» reminiscenza leopardiana (L’infinito).
Il lessico si
• Nella prima Alba, in Come un’allegoria, mancava il sole, qui invece «sgorga», ma non fuga
le morti. Sole sui morti. Sole sulle morti.
TESTO
(vedi dispensa)
2. “Stanza della Funicolare”
• Stanze della funicolare scritta nel 1950 (anno in cui muore la madre).
o È uno dei componimenti più ambiziosi di Caproni.
o Secondo il critico De Robertis si tratta di epopea casalinga. Allegoria della vita
dell’uomo, corda del destino che fissa la funicolare, si può leggere in chiave
freudiana.
• Dalla funicolare non si scende, ed è questa la cosa che più brucia, che più rode, non ci si può
fermare in nessuna stazione della vita.
• Caproni in una lettera a Betocchi del 1979: funicolare come simbolo o allegoria della vita
umana in viaggio verso la morte. Attraversamento della galleria come ventre materno e poi
la nascita.
• Piano generale: utero, nascita, infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia nostalgica, vecchiaia
vera, sparizione.
• La vecchiaia non è ancora tale se c’è nostalgia.
• Realismo allegorico: nascita della vita in parallelo alla nascita della città.
• Dopo la composizione delle prime quattro stanze Caproni si blocca.
• Analisi delle stanze: interrogazione che non nasconde un’esclamazione, posta con
o Prima stanza:
Caproni esibisce l’intenzione allegorica dell’intero poemetto.
semplicità.
▪ Sinonimo di funicolare: sette occorrenze del termine arca (sapore biblico), tre
occorrenze di barca, una di funivia, furgone (vago sentore funebre) e carro
(vago sentore militare).
▪ Questi due ultimi termini vengono utilizzati quando il viaggio diviene
visionario. Il cavo, la corda, la fune che tirano la funicolare. Primi quattro
versi sistema rimico della ballata: refrain inavvertito, soggetto a modifiche
per il carattere allegorico del discorso.
▪ Carattere allegorico: sempre soggetto a narrazione (parlare d’altro). Il
carattere narrativo è dissimulato dalla forte valenza musicale.
▪ Dal secondo verso inizia la descrizione del vettore, il sistema delle rime
unifica tutto: è difficile distinguere tra realtà e allegoria.
▪ Descrizione resa poco leggibile dall’inversione sintattica, minato l’ordine
sintattico (di solito il soggetto alla fine). La pareti non sono il soggetto, è la
lampada il soggetto. I rombi premono. Descrizione non-descrittiva. Anche le
rime rendono poco leggibile la descrizione. Legami sonori imprevedibili.
Vibrare: verbo caro a Caproni, è il verbo che indica il movimento della
funicolare. Vibra/pigra è solo una assonanza, non è una rima. Triplo
movimento: concatenazione delle rime, sintassi distorta, allegoria.
▪ Viaggio realistico, allegorico e musicale. Gli utenti sono i personaggi,
dall’utero, non c’è libera
trascinati de profundis (termine liturgico). Estirpati
scelta. L’unica libertà sarebbe chiedere l’alt (voler soggiornare in quella parte
del giorno, in quella parte della vita). Non è possibile scendere. È un viaggio
di trascinamento. Utenti in balia. Il feltro rende i sobbalzi meno traumatici:
esempio di discorso analogico, unico aspetto ermetico (anche bianche rocce
del giorno).
▪ Caproni resta comunque fuori dal simbolismo. Il vero refrain è la clausola
che si ripete alla fine di ogni stanza: gli ultimi due versi. Siamo usciti
dalla galleria. La vera rima è là/l’alt: monosillabi molto secchi,
dall’utero,
come un colpo di frusta. La chiusura musicale è dissonante. È l’unica
dissonanza.
o Seconda stanza: caos della nascita. Gli utenti nascono quando si sveglia la città.
c’è la vita. Colonna sonora interna alla funicolare è la
Fuori dalla funicolare
vibrazione (come per le biciclette era il ronzio). Si tratta di semi-rumori, fuori
orchestra. Nei primi versi richiami battesimali. Si piange perché gli occhi sono feriti
polmoni sono bruciati dall’aria. Genova è un’urbe. La
dal