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Descrizione delle virtù delle classi
Nel quarto libro, Platone descrive le virtù proprie di ciascuna classe:
- Filosofi: sophia (saggezza)
- Guerrieri: andreia (coraggio)
- Operatori economici: temperanza
Nella classe degli operatori economici, la razionalità è meno presente perché è una classe preda delle passioni. Devono quindi saper temperare, cioè dominare i loro istinti.
Mito della biga alata
La biga guidata dall'auriga deve raggiungere l'iperuranio. La biga è trainata da due cavalli, uno nero ed uno bianco, che la trainano in direzioni opposte. L'auriga ha il compito di indirizzarla. Il cavallo bianco tende verso l'iperuranio, mentre quello nero verso il mondo dei sensi.
In termini politici, il mito indica la divisione in tre classi dello Stato:
- Auriga: razionale - filosofi
- Cavallo Bianco: irascibile, coraggioso - guerrieri
- Cavallo Nero: concupiscibile - operatori economici
Nel quinto libro, Platone tratta il tema dell'uguaglianza tra uomo e donna. Afferma che non ci sono differenze di tipo attitudinale, ma solo di tipo...
fisico; queste differenze di carattere fisico non pregiudicano alle donne la possibilità di accedere a tutte le funzioni a cui possono avere accesso anche gli uomini.
Altro tema affrontato è quello dell'eugenetica cioè scrive che la razza vada migliorata attraverso accoppiamenti pianificati nella totale ignoranza degli stessi.
Nel 6 libro afferma la sua propensione per il governo affidato ai filosofi perché gli unici in grado di conoscere la verità, gli unici in grado di entrare in contatto con il mondo delle idee e gli unici a conoscere l'essere incorruttibile e immortale.
Distingue i 4 gradi di conoscenza in ordine crescente che solo il filosofo può conoscere:
- immaginazione
- assenso
- riflessione
- conoscenza dell'intelletto
Mito della caverna
Platone si riferisce alla scoperta della realtà, discutendo la natura stessa di essa.
Platone (per bocca di Socrate) immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati,
impossibilitati a volgere lo sguardo indietro, dove arde un fuoco. Tra la luce del fuoco e gli uomini incatenati vi è una strada rialzata e un muricciolo, sopra la strada alcuni uomini parlano, portano oggetti, si affaccendano nella vita di tutti i giorni. Gli uomini incatenati non possono conoscere la vera esistenza degli uomini sulla strada poiché ne percepiscono solo l'ombra proiettata dal fuoco sulla parete di fronte e l'eco delle voci, che scambiano per la realtà. Se un uomo incatenato potesse finalmente liberarsi dalle catene potrebbe volgere lo sguardo e vedere finalmente il fuoco, venendo così a conoscenza dell'esistenza degli uomini sopra il muricciolo di cui prima intendeva solo le ombre. In un primo momento, l'uomo liberato, verrebbe abbagliato dalla luce, la visione delle cose sotto la luce lo spezzerebbe in forza dell'abitudine alle ombre maturata durante gli anni, ma avrebbe comunque il dovere di mettere al corrente i compagni incatenati.
I compagni, in un primo momento, riderebbero di lui, ma l'uomo liberato non può ormai tornare indietro e concepire il mondo come prima, limitandosi alla sola comprensione delle ombre.
Nel mito della caverna la luce del fuoco rappresenta la conoscenza, gli uomini sul muro le cose come realmente sono (la verità), mentre la loro ombra rappresenta l'interpretazione sensibile delle cose stesse (l'opinione). Gli uomini incatenati rappresentano la condizione naturale di ogni individuo, condannato a percepire l'ombra sensibile (l'opinione) dei concetti universali (la verità), ma Platone insegna come l'amore per la conoscenza (la filosofia stessa) possa portare l'uomo a liberarsi delle gabbie incerte dell'esperienza comune e raggiungere una comprensione reale e autentica del mondo.
Secondo Platone il re filosofo è svincolato dalle leggi, la sua unica ispirazione deve arrivare dal mondo delle idee. Anche se poi arriva a sostenere che
Tutti, anche i governanti, devono essere sottoposti alla legge, forse perché non è sicuro che chi sale al governo sia sempre un filosofo. Nel suo ultimo dialogo, Platone arriva appunto a negare tutte le sue teorie, partendo dal re filosofo, passando alla famiglia e alla proprietà privata, fino a sostenere che i governanti vanno appunto sottoposti alla legge.
Le Leggi
L'ultimo dialogo di Platone ha come protagonisti un Cretese, uno Spartano ed un Ateniese. Il Cretese chiede agli interlocutori quale potrebbe essere il miglior governo per una colonia. In questa ultima opera, Platone reintroduce la proprietà privata e la famiglia.
ARISTOTELE
Vita: 384 a.C. - 322 a.C. Originario di Stagira, viene educato con mentalità di tipo scientifico. Il padre era un medico alla corte del Re di Macedonia. Nel 367 si reca ad Atene ed entra a far parte dell'Accademia di Platone, il quale gli commissiona la raccolta di 158 costituzioni delle polis greche. Alla morte di Platone
Aristotele viene chiamato dal Re di Macedonia Filippo II per fare da precettore al giovane figlio Alessandro Magno. Fu messo più volte sotto accusa per essere stato suo precettore tanto da scappare e rifugiarsi nell'isola di Eubeo. Quando torna ad Atene fonda il Liceo il quale si afferma come scuola più importante.
Pensiero politico: "L'uomo è un animale politico per natura".
Opere: la Politica, opera in otto libri scritta in anni diversi dove emergono prospettive differenti su quale sia il miglior governo per Aristotele. Si hanno risposte diverse a seconda del libro perché cambia l'interrogativo:
- LIBRI 2,3,7,8 → la forma migliore è la monarchia del Re-Filosofo o l'aristocrazia del sapere
- LIBRI 4,5 → non importa chi governa ma quanto è funzionale la forma di governo a quel momento storico
- LIBRO 6 → il governo più facile da realizzare è la POLITIA
Parte dall'affermazione che l'uomo sia un animale.
Il politico per natura e la Polis è il punto di arrivo di un processo storico. Non c'è sin dall'inizio, dice Aristotele che all'inizio delle società umane ci sono le famiglie, dei gruppi ristretti che si formano per la soddisfazione dei bisogni più elementari; le famiglie non riescono però a fare altro oltre a ciò e quindi è destino che esse si uniscono tra di loro formando tribù o villaggi. Questi gruppi riescono a soddisfare bisogni più ampi rispetto a quelli della famiglia ma non sono ancora in grado di soddisfarli tutti; solamente la Polis è in grado di essere autosufficiente. La famiglia non è politica in se stessa, Aristotele intende che la famiglia è uno stato in potenza e lo Stato (la Polis) è l'atto di questa potenza. Per questo critica Platone, per l'eliminazione della famiglia e della proprietà privata. Aristotele sostiene che ogni Stato esiste per natura se per natura esistono altre comunità.
Famiglia eprop.privata sono indispensabili,lo Stato non può eliminare ciò che lo ha preceduto.Aristotele individua nella famiglia 3 forme di potere esportabili in politica:- marito e moglie= magistrato e cittadini
- padre e figlio= re e sudditi
- padrone e schiavo= despota e sudditi → questo rapporto non lo si trova in Grecia perché è una dimensione privata, i greci sono liberi per natura; si trova invece nei Persiani. Ritiene che la schiavitù è un dato di natura, deriva da una deficienza dell’intelletto per questo è legittimo il DISPOTISMO: forma di monarchia che riproduce il rapporto padrone-schiavo in Persia.
Forme corrette | Forme degenerate |
---|---|
Monarchia | Tirannide⇒ |
Aristocrazia | Oligarchia⇒ |
Politia | Democrazia⇒ |
Tommaso D’AquinoVita : 1225-1274. Nasce a Roccasecca, si dedica all’insegnamento, e` stato un fratedomenicano, teologo e filosofo esponente della Scolastica.Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa Cattolica.
Pensiero : A differenza di Aristotele riteneva che l’uomo fosse un animale sociale e nonpolitico in quanto la societa e` diversa dalla politica ed e` quella struttura di base nella qualeha luogo la vita del fedele e nella quale egli opera in vista del raggiungimento della salvezzaultraterrena.
Pensiero politico :Opere: Summa Theologiae, viene rivalutato il ruolo della legge e della politica; sostiene chela legge abbia una dimensione razionale e la definisce come un ordine della ragione che e`orientato
al bene comune e promulgato da colui che ha cura della comunità. Tommaso divide le leggi in:
- ETERNA, legge razionale con cui Dio governa il creato intero. Questa legge per Tommaso non può essere conosciuta se non in parte dall'uomo.
- DIVINA, è parte della legge eterna che l'uomo conosce perché è stata rivelata da Dio. I precetti della legge divina si trovano nelle sacre scritture quindi sono accessibili a tutti, per questo gli uomini la conoscono.
- NATURALE, conosciuta attraverso la ragione. Fuori dall'insieme della legge eterna in cui sono contenute quella divina e naturale, c'è la legge UMANA cioè quella che si danno gli uomini per vivere in società.
Marsilio Da Padova
Vita: 1275-1342. Nasce a Padova, proviene da una famiglia di notai e giuristi. Diventerà rettore dell'università di Parigi dove finirà di scrivere la sua opera "Defensor Pacis". Sarà costretto a scappare dalla Francia perché
all'interno del libro sono contenute tesianticlericali. Nel periodo in cui vive Marsilio vi sono diversi ordinamenti, dai comuni allo stato del papa e inizialmente Marsilio è propenso ad una soluzione repubblicano democratica, tuttavia aveva presente la crisi dei comuni e li considerava incapaci di fronteggiare il potere temporale del papa. Diventa consigliere dell'imperatore Lodovico il quale non è riconosciuto dal Papa. Nel 1327 entra a Roma con una procedura che gli suggerisce Marsilio operando così una inversione dello schema di sovranità → legittimazione laica del potere. Gli suggerisce di prendere un esponente del popolo della nobiltà e di farsi incoronare da lui. Pensiero: Opera: Defensor Pacis, composto da tre parti, la prima dove si trova una analisi politica e una descrizione delle parti che lo compongono; nella seconda.