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UOMO DEMOCRATICO:Il suo difetto è l'eccessivo desiderio di libertà.

UOMO TIRANNICO:Il suo difetto è la violenza.

A questo punto Platone si chiede come e perché avviene il passaggio dall'una all'altra Costituzione. Questo passaggio coincide con il passaggio da una generazione all'altra. Quindi le mutazioni sono necessarie e rapide.

Per quanto riguarda la ragione del mutamento essa è da cercare nella corruzione del principio a cui ogni governo ispira. Per un'etica come quella greca la corruzione di un principio sta nel suo eccesso. L'onore dell'uomo timocratico si corrompe quando si trasforma in ambizione smodata, la ricchezza dell'oligarchico quando diventa avidità, ostentazione di beni che suscitano l'invidia e la rivolta dei poveri. La libertà del Democratico diviene corrotta quando gli porta a credere che tutto sia lecito. Il potere tirannico diviene corrotto quando si trasforma in puro arbitrio.

tipo. La discordia all'interno della classe dirigente porta alla lotta per il potere e alla corruzione, mentre la discordia tra classe dirigente e classe diretta porta alla rivolta e alla rovina dello Stato. Platone sostiene che la soluzione a questo problema è l'Unità. Solo attraverso l'Unità si può evitare la discordia e garantire la stabilità dello Stato. L'Unità è il primo bene dello Stato e la discordia è il male che lo distrugge. La discordia porta alla nascita dei mali, che a loro volta conducono all'anarchia, che rappresenta la fine dello Stato. Platone identifica due tipi di discordia che portano alla rovina della città: la discordia all'interno della classe dirigente e la discordia tra classe dirigente e classe diretta, ovvero tra governanti e governati. Nel passaggio dall'aristocrazia alla democrazia e dalla democrazia all'oligarchia, la discordia distruttiva è del primo tipo. Nel passaggio dall'oligarchia alla democrazia, invece, è del secondo tipo.

tipo.I primi due passaggi sono infatti i passaggi interni alle classi dirigenti; il terzo è il passaggio del potere da una classe all'altra; dal domino di ritti al dominio dei poveri.

La filosofia platonica è un esempio della teoria organica delle società, cioè di quella teoria per cui la società/stato è concepita come un vero e proprio organismo a immagine somigliata e l'organismo umano.

Alle tre classi che compongono organicamente lo stato corrispondono tre anime individuali;

  1. Anima razionale
  2. Anima passionale
  3. Anima appetitiva

La costituzione ideale è dominata dall'anima razionale, a quella timocratica è governata dall'anima passionale. Le altre tre forme sono dominanti dall'anima appetitiva.

Il criterio che emerge è che le forme sono distinte in base alle anime. Platone spiega la nascita dell'uomo timocratico dal figlio ribelle dell'uomo aristocratico. Il giovane vede e ascolta i discorsi del padre,

osservando la sua condotta e paragonandola a quella degli altri. Si sente attratto da entrambe le condotte. Non essendo per natura cattivo, affida alla parte intermedia il governo di sé stesso. Sotto questo aspetto, la timocrazia sembra una forma di governo diverso dalle altre, come forma intermedia tra la perfetta e le più imperfette. Pur non essendo perfetta, è meno imperfetta di quelle che la seguono. Per quanto riguarda le altre forme di governo, il criterio di distinzione utilizzato da Platone è fondato sulla differenza tra i vari tipi di bisogni e desideri che in ciascuna di esse viene soddisfatto. Ci sono tre specie di bisogni: necessari, superflui e illeciti. L'uomo oligarchico tende all'appagamento dei bisogni necessari, il democratico di bisogni superflui e il tirannico di bisogni illeciti. I bisogni necessari sono quelli di cui non si può fare a meno (bisogno di mangiare). Quelli superflui sono quelli di cui si può fare a meno (bisogno di...).

mangiare cibi raffinati).

I bisogni illeciti sono una specificazione dei bisogni in un necessario e sono proprio del tiranno. Anche se ogni uomo ne è assillato possono essere estirpati con l'educazione. La differenza tra l'uomo normale e il tiranno è che questi desideri turbano il primo nel sonno e il secondo gli scatena nella veglia.

La Repubblica è quindi lo studio e la descrizione dell'ottimo governante, il re-filosofo colui che possiede la scienza del buon governo. Se mettiamo in fila le sei forme in ordine decrescente le prime tre, quelle buone, devono essere messe in un certo ordine:

  1. DEMOCRAZIA
  2. ARISTOCRAZIA
  3. DEMOCRAZIA

Quelle cattive invece:

  1. DEMOCRAZIA
  2. OLIGARCHIA
  3. TIRANNIA

La democrazia sta nello stesso tempo alla fine delle forme buone e all'inizio delle forme cattive. La monarchia invece sta all'inizio delle forme buone e la tirannia alla fine di quelle cattive. Questo può spiegare perché la democrazia ha un solo nome essendo la forma

ò che finora è stato chiamato "forma di governo" è politeia. Nella Politica, opera di Aristotele, ci sono molte definizioni del concetto di Costituzione. La costituzione è la struttura che dà ordine alle città stabilendo il funzionamento e le cariche delle autorità. Secondo ciò che finora è stato chiamato "forma di governo" è politeia.sono molte costituzioni diverse e il compito dello studioso è descriverle e classificarle. Abbiamo;
  1. Monarchia (+)
  2. Aristocrazia (+)
  3. Politia (+)
  4. Tirannide (-)
  5. Oligarchia (-)
  6. Democrazia (-)
Questa tipologia è ricavata dall'uso di due criteri fondamentali, il criterio della chi governa e del come governa. Dal primo si distinguono la monarchia (governo di uno), aristocrazia (governo di pochi) e la politia (governo di molti). In base al secondo, le costituzioni vengono distinte in buone e cattive. Quindi tre forme buone e tre forme cattive. Il criterio utilizzato da Aristotele per distinguere le forme buone da quelle cattive, è quello che si basa sull'interesse comune o l'interesse personale. Le forme buone sono quelle in cui i governanti si basano sull'interesse pubblico. Quelle cattive in cui i governanti pensano solo all'interesse personale. Quando i governanti approfittano del potere che hanno ricevuto per perseguire interessi personali lacomunità politica viene meno il suo scopo e diviene corrotta. Aristotele distingue tre tipi di rapporti di potere:
  1. Il potere del padre sul figlio
  2. Il potere del padrone sullo schiavo
  3. Il potere del governante sul governato
Queste tre forme di potere vengono distinte in base all'interesse perseguito. Il potere padronale viene esercitato nell'interesse del padrone, quello paterno nell'interesse dei figli, e quello politico nell'interesse dei governanti e dei governati. Perciò tutte le costituzioni che mirano all'interesse comune sono rette in quanto rappresentano la giustizia. Aristotele distingue 4 tipi di monarchia:
  1. La monarchia dei tempi eroici che era ereditaria e basata sul consenso dei sudditi.
  2. La monarchia di Sparta in cui il sommo potere si identificava con quello militare ed era perpetua.
  3. Il regime dei tiranni elettivi, cioè capi supremi di una città che venivano eletti per un certo periodo di tempo o a vita.
  4. Lamonarchia dei popoli barbari Riguardo a questo tipo di monarchia, Aristotele introduce il concetto di dispotismo. Le caratteristiche di questo tipo di monarchia sono due: - Il potere è esercitato tirannicamente - Il potere esercitato è il legittimo perché è consentito. Infatti i popoli barbari essendo servili sopportano senza difficoltà il potere dispotico esercitato su di loro. Queste due caratteristiche fanno sì che questo tipo di monarchia non sia paragonabile alla tirannia. Perché i tiranni dominano sui sudditi, ma questi ultimi sono scontenti del dominio del tiranno quindi il potere non è fondato sul consenso. Allo stesso tempo questo tipo di monarchia si differenzia da quella greca perché domina su popoli servili, sui quali il potere può essere esercitato solo dispoticamente. Il potere dispotico è un po' tirannico assoluto. A differenza di quello paterno che viene esercitato nell'interesse dei figli, e a

    La differenza tra il potere politico esercitato nell'interesse di chi governa e di chi è governato. Aristotele giustifica la schiavitù sulla base di un fatto naturale. Alcuni uomini sono nati schiavi per natura. C'è chi è nato per comandare e chi è nato per servire, e sui popoli schiavi per natura il potere non può che essere quello dispotico. Quindi la giustificazione della schiavitù è un fatto ex natura. Perché come abbiamo già detto questi popoli accettano il potere senza lamentarsi. Nello schema delle forme di governo la politia corrisponde alla terza forma, cioè il potere dei molti esercitato nell'interesse comune. Aristotele aggiunge un'altra cosa; La politia è una mescolanza di oligarchia e democrazia. Ma secondo lo schema di Aristotele sia l'oligarchia che la democrazia sono due forme corrotte. Quindi possiamo capire come prima cosa che da due forme cattive può nascerne

    Una buona. Aristotele distingue la democrazia e l'oligarchia non in base ad un criterio numerico ma in base alla differenza tra ricchi e poveri. La democrazia è il governo dei liberi e dei poveri mentre l'oligarchia è il governo dei ricchi e dei nobili che costituiscono la minoranza. Se l'oligarchia è il governo dei pochi e la democrazia il governo dei molti, dipende soltanto dal fatto che i ricchi in una società sono di meno rispetto ai poveri. Quindi si tratta di una differenza qualitativa e non quantitativa. Come abbiamo detto la politia è una mescolanza di oligarchia e democrazia. Questa mescolanza è un Unione di ricchi e poveri e dovrebbe porre rimedio a tutte le tensioni della società perché rappresenta la pace sociale. Aristotele chiarisce anche il modo in cui può essere fatta la mia scuola danza dei due regimi. Si conciliano provvedimenti che sarebbero

Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
11 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ennia1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi del Sannio o del prof Pecora Gaetano.