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II. LA CAPPELLA DELLA PIETA' ALLA CHIESA NUOVA E I COMMITTENTI DEL CARAVAGGIO III. LA PALA DI SIRACUSA E IL TEMA DELLA SEPOLTURA IN CARAVAGGIO

Il 13 giugno 1577, a due anni dalla fondazione della nuova chiesa, Pietro Vittrice, guardaroba di Gregorio XIII e Il Seppellimento di S.Lucia ha recuperato col restauro del 1972-1979 un buon livello di leggibilità che aiuta afiglio spirituale di Filippo Neri, ottenne l'altare privilegiato per la sua cappella dedicata alla Pietà. Il progetto, che confrontarlo con tele del Merisi che presentano tematiche affini. Il tema del seppellimento è inconsuetosi accosta allo schema di S.Giovanni dei Fiorentini, è deciso dallo stesso Filippo e prevede l'introduzione di due nell'iconografia della santa. Nella Passio Luciae si narra della morte della santa (sarebbe spirata nel luogo in cuinavate laterali per recuperare gli antichi modelli primitivi a pianta basilicale. La nuova cappella della Pietà,

Era stata pugnalata solo dopo aver ricevuto il corpo di Cristo mentre una folla assistiva) e la tradizione non è fondata nel 1596, fu inizialmente decorata dal Vittrice che però morì nel 1602. I filippini chiesero così la sempre stata concorde sul tipo di supplizio che la vergine subì. Questa questione si era nuovamente accesa intrasmissione del privilegio ad un altro altare e i mandati in favore di Giovan Battista Guerra portarono i lavori a Sicilia, poco tempo prima che Caravaggio vi giungesse, quando il gesuita siracusano Ottavio Gaetani disse di averprotrarsi fino a febbraio. Sembra quindi che il Caravaggio non abbia ricevuto la commissione del quadro prima del scoperto l'autentica storia in un testo greco da lui rinvenuto. L'enfasi con cui viene rivelata la scoperta mostra1602 e il nepote di Vittrice dovette attendere almeno 5 anni per ottenere la restituzione del vecchio quadro. Il l'intento di proclamare la priorità del

culto siracusano sugli altri culti di Lucia, in particolare sulla versione ritardo della restituzione non fu casuale e il quadro venne trattenuto dai filippini per accrescere la loro forza veneziana. Tutta la questione sembrerebbe estranea al Caravaggio se non fosse per un restauro curato contrattuale nei confronti di Girolamo Vittrice. La vicenda mette in luce il ruolo dei filippini nella decorazione dall'Istituto Centrale per il Restauro di Roma che ha in messo in luce il fatto che il Merisi avrebbe dapprima della Chiesa Nuova e conferma l'ipotesi di un loro diretto intervento nella realizzazione della tela caravaggesca. La rappresentato la santa decapitata. In seguito il pittore operò il ricongiungimento della parte lasciando il taglio sul Deposizione mostra infatti quando il Merisi abbia attinto dai filippini. collo, ancora visibile. La differenza tra la passio greca e quella latina sta proprio nel supplizio che portò alla morte la santa: nella prima venne decapitata.nella seconda le immersero una spada nel collo. Vi era quindi chi voleva Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano 1571 – Porto Ercole 1610). rappresentare il martirio seguendo gli aggiornamenti e chi invece non voleva uscire dalla tradizione. I sacerdoti Pietro Vittrice era amico e devoto di Filippo Neri, che lo aveva guarito da una malattia. Autore della simpatia del appartenenti alla Collegiata dei Dodici, istituita per l’ufficiatura della basilica, reputandosi i custodi del venerabile papa per l’Oratorio, ottenne nel 1577 l’altare privilegiato per i defunti e fece realizzare un quadro della Pietà con luogo e della tradizione appartenevano alla seconda schiera. Che l’autore della commissione del quadro fosse il un Papa Gregorio XIII in piedi. Nel 1580 l’oratoriano Francesco Maria Tarugi concordò con lui una dote da senato stesso è abbastanza credibile ed è inoltre probabile che il quadro fosse stato richiesto al

Merisi per la festa rischiarare dopo la sua morte. Il nobile nominò suo erede il nipote Girolamo e morì nel marzo del 1600. Nel 1601 della patrona del 13 dicembre 1608. Ancora una volta emerge da un dipinto del pittore la preoccupazione dei Guerra fu pagato per rompere il muro della Cappella della Pietà. I documenti relativi alla costruzione della nuova cattolici di adeguare l'iconografia sacra ai termini della verità storica e in questo caso Gaetani non esitò a cappella non forniscono precisi riferimenti cronologici riguardo la commissione del quadro al Caravaggio. Solo il contraddire l'iconografia della santa iugulata che era stata riproposta in quella sorta di "enciclopedia" a decreto emesso nel 1604 dice che la pala è già stata eseguita, consentendo di assumere quella data come immagini ad opera di Niccolò Circignani, nel ciclo pittorico di S.Stefano Rotondo. Il soggetto rappresentato nel terminus ante quem.

Calvesi ha proposto che la Deposizione possa essere la stessa tela che venne commissionata Seppellimento è frutto di una selezione dei vari episodi narrati nelle passiones della santa e la scelta è cadutaal pittore nel 1600 da un senese di nome Fabio Nuti e ha notato come il quadro possa essere collocato sugli elementi più aderenti alla verità storica. Tra le versioni, una in particolare pone l'accento sulla sepoltura e inperfettamente a fianco dei dipinti di S.Maria del Popolo. Talvolta è stato escluso un coinvolgimento dei filippini questa il corpo della martire viene spostato dal luogo del martirio. Un grande cruccio dei concittadini di Lucia eranella commissione della pala, indicando in Girolamo l'unico responsabile ma si sa che i filippini avevano stabilito infatti l'assenza del corpo dalla sua città natale e la difficoltà di rivendicarne la restituzione e il tentativo diuna normativa che regolava

l'assegnazione delle cappelle e la loro decorazione scegliendo direttamente gli artisti, incrementare il culto della santa conobbe gesti significativi a quel tempo, come il dono delle reliquie delle costole. Dunque non c'è motivo di pensare che le cose si siano svolte in modo diverso. Il fatto che sia stato Girolamo a farlo nel 1605 al senato cittadino da padre Bartolomeo Petracci e la ricostruzione della basilica a lei dedicata. Sipagare il quadro non significa che la scelta di Caravaggio si debba a una sua autonoma decisione: i filippini non si tentò dunque di valorizzare i luoghi del martirio e della sepoltura e questo combaciò anche con la scelta del luogo fecero sfuggire l'opportunità di ottenere l'opera di un artista come Caravaggio, molto apprezzato dal pubblico. Dove ambientare la vicenda e alcuni studiosi hanno sostenuto che si trattasse dell'ingresso di una delle. Come ha dimostrato Mary Ann Graeve, l'immagine trae

Alcuni spunti da un'illustrazione a stampa del Rosario catacombe siracusane. La volta della pala, sia per la grandiosità delle dimensioni che per il motivo della doppiadella Gloriosa Vergine Maria di Alberto Castellano, libro caro a Filippo. Oltre alla figura a braccia aperte, si nota arcata, fa pensare che si tratti della cripta di S.Marziano (Marciano), considerata da sempre una delle più importil'affinità nella porta del sepolcro sia nella collocazione a sinistra che nello scorcio degli stipiti. La tomba di Cristo testimonianze cristiane della città. La forte illuminazione solare che piove dal centro le toglie l'atmosfera di cupanon corrisponde ad un sarcofago ma a una tipologia poco diffusa, che sembra tener conto dei dati reali. I preti monumentalità con cui poteva averla vista Caravaggio e l'imponenza delle volte, insieme agli svincoli degli anditidella Vallicella conoscevano bene la forma del Sepolcro di Gerusalemme.

Attraverso le note del Baronio (Annales Ecclesiastici) sia dal racconto di un loro confratello, che aveva viaggiato in Terra Santa. Nella pianta la tomba punto Caravaggio venne coinvolto nelle dispute locali ma è sicuro che fosse rivolta molta attenzione a quell'opera. Appare divisa in due, come nella pala, e davanti alla porta del sepolcro è posta la pietra "girata d'angolo". Dunque perché veniva a porsi in uno dei fulcri del culto della martire nella sua città natale, assumendo quasi il ruolo di fonte per la figura della Vergine, che forma una croce con il gesto delle braccia, è la rispetto per la realtà storica ha aiutato la scelta iconografica per l'ambientazione del dipinto. Una possibile "cerniera" per la venerazione della santa presso il luogo della sua morte e sepoltura.

Riproduzione a stampa

In questo e in altri dipinti del Merisi, a soggetto religioso, è presente l'intento di rispettare la verità storica dell'Immacolata di Federico Barocci realizzata nel 1591 da Philippe Thomassin. I filippini, estimatori del maestro, tema rappresentato e Calvesi ha individuato agganci con la precettistica sull'iconografia sacra formulata da Federico Borromeo. Già nella Deposizione si riscontra una certa aderenza al testo evangelico e alle letture che ne avevano dato i Padri della Chiesa, di cui lo stesso Borromeo si era fatto interprete. Caravaggio probabilmente conosceva queste indicazioni se decide di rappresentare il sepolcro come un antro, né lucido né levigato, e di dipingere la vecchia Maria in piedi e con le braccia aperte a forma di croce, partecipe alla passione del figlio. Il estrema del proprio giardino, vicino al palazzo di famiglia in piazza S.Apostoli.

Sin dal 1536 Vittorio Colonna aveva sepolcro è infatti concepito allo stesso modo con cui le fonti patristiche lo avevano descritto. Non si tratta di un assicurato ai cappuccini il sostegno finanziario per la fabbrica del nuovo convento e per il restauro della vecchia sarcofago ma di un ambiente la cui porta viene ostruita da una grossa pietra. L'albero di fico sullo sfondo chiesetta. L'abitazione dei frati era molto semplice e un'idea della forma originale la offre la cella di S.Felice, oggi caratterizzerebbe l'ambiente come hortus, associato alla sepoltura del Cristo e dimostrato da altri dipinti, come la visibile presso il coro della chiesa di S.Maria della Concezione. Dell'antica cameretta rimangono le dimensioni Resurrezione del Tintoretto della Scuola Grande di S.Rocco a Venezia. Il Cristo risorto esce dall'antro irradiato di originali, i travetti e le canne di giunco nel soffitto, la finestrella, la porta e i mattoni del pavimento. Trasformataluce.mentre gli angeli spostano la pesante pietra; in alto a sinistra il fico si staglia scuro contro il chiarore in cappella, la celletta accoglie un altare, quadretti che raffigurano il santo e tre lapidi che ricordano la visita di dell'aurora, ponendosi come simbolo di resurrezione (lo stesso significato acquista l'albero caravaggesco). Nella alcuni papi. Il convento di S.Bonaventura fu ingrandito in più volte, nel 1575 e nel 1587 per volere dei Colonna, e Resurrezione di Lazzaro non sembra invece seguire questa rappresentazione ma l'iconografia rinascimentale e della primitiva forma non resta molto. Una sommaria ricostruzione si t
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A.A. 2009-2010
12 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pittura nel Seicento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Zuccari Alessandro.