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10n) INTRODUCI E COMMENTA LE POLITICHE DI INTERVENTO DI TIPO

TERRITORIALE.

Le politiche territoriali possono attuarsi in differenti modi:

- Politiche di rigenerazione urbana, concentrare le attività generatrici di spostamenti dove la

dipendenza dall’auto è ridotta, infatti ci sono aree con sistemi di trasporto più efficienti dove

devo andare a posizionare attività produttive e residenziali.

- Concentrare le attività nelle aree centrali o in poli: in modo da concentrare spostamenti

delle persone in zone o corridoi particolari ove esistenti per cercare di adeguare il territorio a

ciò che è già offerto.

- Incrementare la densità abitativa concentrare le persone in un’unica zona.

- Favorire l’uso misto del suolo ovvero concentrare attività differenti in aree autosufficienti

per far si che in una zona vi siano residenze, attività produttive per trovare un’alternativa

all’auto. fuori casa

Politiche territoriali che intervengono sull’attività

- Telelavoro: a domicilio, centri satellite, mobile.

- Teleconferenza

- Teleacquisti

Tutto ciò comporta dei risultati positivi e negativi:

- Risultati positivi: riduzione degli spostamenti sistematici, sviluppo delle aree depresse e

aumento del tempo da dedicare ad altre attività.

- Risultati negativi: effetti secondari peggiori dei primari (spostamenti per altri motivi,

maggiore uso dell’auto).

6) PIANO NAZIONALE DEI TRASPORTI: obiettivi , contenuti e aree di interesse.

Il Piano Nazionale dei Trasporti (PNT) è il Piano Direttore alla scala nazionale e contiene gli

obiettivi della politica dei trasporti italiani, i vincoli da rispettare, le strategie istituzionali,

organizzativo-gestionali ed infrastrutturali utili per dare soluzione ai problemi del comparto.

Il PNT interessa quattro aree:

l’area delle relazioni internazionali;

- l’area della mobilità nazionale delle persone;

- l’area della mobilità nazionale delle merci;

- l’area degli indirizzi per la mobilità

- locale.

Nella prima area, il PNT indica le scelte che riguardano l’inserimento dell’Italia nel contesto

mondiale e dell’Europa in particolare.

La seconda e la terza area sono dedicate ai problemi della mobilità nazionale di competenza Statale,

prevalentemente affidati agli interventi degli organi centrali e periferici.

La quarta area riguarda argomenti che non rientrano nelle competenze specifiche dello Stato ma che

incidono in misura significativa su diritti primari dei cittadini.

7) PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI: obiettivi, contenuti e aree di interesse.

Il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) è il documento base della politica dei trasporti delle Regioni.

In esso sono contenuti gli obiettivi generali e specifici dell’attività di programmazione nel settore, le

strategie di intervento e la proposta di un assetto istituzionale, organizzativo gestionale ed

infrastrutturale.

Le aree interessate dal PRT sono:

- area della mobilità regionale delle persone;

- area della mobilità regionale delle merci;

- area della mobilità delle persone nelle realtà sovracomunali;

- area della mobilità delle persone nei comuni di interesse regionale.

Le prime due sono di esclusiva competenza delle Regioni e riguardano domanda di mobilità e

sistemi di trasporto nelle relazioni tra i diversi centri interni al territorio regionale.

Per la terza area le Regioni devono intervenire quando non sono attivi specifici livelli di governo o

nel caso in cui risulti difficile stipulare accordi «volontari» tra le amministrazioni comunali.

La quarta area interessa i comuni di maggiori dimensioni le cui scelte in materia di mobilità si

ripercuotono sull’assetto regionale per le implicazioni tecniche, economiche ed organizzative che

comportano o per il fabbisogno di sovvenzioni di esercizio che esprimono.

8) PIANI LOCALI: obiettivi , contenuti, aree di interesse, attività.

I Piani Locali dei Trasporti (PLT) sono i Piani Direttori del processo di pianificazione a scale

territoriali inferiori alla regionale. Le realtà socio-economiche e territoriali di queste dimensioni

oggi presenti in Italia che richiedono una pianificazione dei sistemi di trasporto, possono essere

classificate in quattro gruppi:

- aree metropolitane: aggregati di un gran numero di comuni, caratterizzati da un elevato

grado di autosufficienza e dotati, nel loro insieme, di tutti i servizi e le attrezzature tipiche di

una moderna area urbana;

- sistemi urbani: aggregati di un numero limitato di comuni, sempre caratterizzati da un

elevato grado di autosostentamento ma tendenzialmente dipendenti, per i servizi rari, da

centri urbani di livello gerarchico più elevato;

- comunità montane: aggregati di comuni ed Enti Parco;

- comuni isolati, privi cioè di fenomeni di integrazione funzionale con i comuni adiacenti.

I contenuti dei Piani Direttori alla scala locale riguardano cinque aree:

- area della mobilità delle autovetture, autoveicoli destinati al trasporto delle persone;

- area della mobilità dei mezzi di trasporto pubblico;

- area della mobilità dei veicoli per il trasporto delle merci;

- area della mobilità delle utenze deboli, cioè dei pedoni, ciclisti, portatori di handicap;

- area della sosta dei veicoli.

Per ciascuna area, le proposte di interventi formulate dal piano devono scaturire da un «protocollo»

di lavoro comune alle altre aree o, comunque molto simile per tipi di attività e metodi di lavoro.

10) IL PIANO URBANO DEL TRAFFICO: PGTU, piani particolareggiati e piani esecutivi.

un documento di pianificazione tattica ed è l’unico strumento di pianificazione di interventi sui

È

sistemi di trasporto alla scala comunale. Introdotto dal nuovo codice della strada (art.36, del decr.

legisl. n° 285 del 30 aprile 1992) è obbligatorio per tutti i comuni con + di 30.000 abitanti

caratterizzati da rilevanti fenomeni di pendolarismo e da rilevanti flussi turistici. Definisce (in

un’ottica temporale di 2 anni) azioni di intervento funzionali ad un miglioramento della circolazione

stradale di veicoli privati, di trasporto collettivo e dei pedoni. Gli interventi devono risultare di

immediata realizzabilità e devono utilizzare risorse e dotazioni infrastrutturali esistenti.

A differenza dei livelli di pianificazione strategica il codice della strada indica chiaramente:

- obiettivi: miglioramento della circolazione, della sicurezza stradale, riduzione degli

inquinamenti, risparmio energetico.

- ambiti di intervento: la mobilità sulle strade;

sull’offerta

- le strategie di intervento: di trasporto, sulla domanda di trasporto:

Sull’offerta di trasporto prevede la riorganizzazione e gerarchizzazione della rete in strade

primarie, di scorrimento, quartiere e strade locali, le intersezioni solo tra strade simili o di gerarchie

con l’eliminazione

contigue della sosta veicolare dalla viabilità principale ed impianti semaforici.

Sulla domanda di trasporto invece si vuole favorire le modalità di trasporto secondo la gerarchia:

- circolazione dei pedoni

- circolazione di veicoli collettivi

- circolazione di veicoli motorizzati

- sosta di veicoli motorizzati

incentivare l’uso del trasporto collettivo migliorando

ed il servizio e disincentivando quello

individuale. Un esempio di miglioramento del servizio di trasporto riguarda schemi dettagliati di

circolazione ed organizzazione della sosta: dove?, come? a quale tariffa?, ed organizzazione del

trasporto collettivo: fermate, capilinea, nodi di interscambio, percorsi, orari e frequenze, attraverso

elaborati degli interventi in scale 1:5.000 / 1.000, racchiusi in una relazione tecnica.

I Piani esecutivi del traffico urbano devono essere interpretati come progetti esecutivi di quanto

rispettano l’iter

proposto nei piani particolareggiati e se coinvolgono aspetti infrastrutturali

progettuale e realizzativi tipici delle opere pubbliche, mentre se coinvolgono aspetti organizzativi il

piano consisterà nella elaborazione di un piano di attuazione delle ipotesi di intervento proposte.

Infine devono contenere il piano di potenziamento del servizio di vigilanza urbana e delle campagne

di informazione e di sicurezza urbana. Consistono in elaborati alle scale 1:500 , 1:200 allegati ad

una relazione tecnica contenente la definizione dettagliata degli interventi, computi metrici per la

determinazione dei costi di intervento e la redazione di un piano finanziario per la realizzazione e

gestione degli interventi.

11) PGTU: attività da svolgere.

PGTU = Piano generale del traffico urbano, anche definito piano quadro del PUT, indica in via

programmatica e problematica e per l’intera area di piano:

- la politica intermodale da adottare;

- la qualificazione funzionale dei singoli elementi della viabilità principale e pedonale e il

regolamento viario della suddetta viabilità;

- i possibili interventi e il loro dimensionamento preliminare;

- il programma di attuazione degli interventi (articolazione temporale = priorità!!).

I prodotti da produrre per la stesura di un PGTU sono elaborati alle scale 1:25.000 / 5.000 degli

interventi con allegata una relazione tecnica sugli effetti sulla domanda, dati utilizzati, ed i metodi

per la simulazione degli effetti.

Inoltre se PREVISTE opere di rilevante onere finanziario ed economico si deve predisporre una

relazione che evidenzi la convenienza economica e la fattibilità finanziaria. I comuni devono

adottare il PGTU entro 1 anno e nei 2 anni (3 anni se > 300,000 abitanti, 4 se > 1,000,000 abitanti)

successivi devono portarlo a completamento attraverso la redazione di Piani particolareggiati ed

esecutivi.

12) DEFINIZIONE DI SISTEMI DI TRASPORTO : sotto-sistemi e relazioni funzionali

Un sistema dei trasporti è l’insieme di tutti gli elementi sociali (residenze),

1° definizione:

economici (attività) ed infrastrutturali (strade e servizi di trasporto) che concorrono alla nascita di

una domanda di spostamento e ne favoriscono il soddisfacimento ed il continuo sviluppo.

In questa ottica un sistema dei trasporti può essere visto come un sotto-sistema di un più ampio

sistema territoriale e può essere scomposto in due componenti principali: il sistema della domanda e

quello della offerta.

Il sistema dell’offerta rappresenta l’insieme delle infrastrutture, dei servizi e degli elementi

organizzativi che consentono lo spostamento. Il sistema della domanda deriva dalla necessità di

svolgere differenti attività in luoghi diversi ed è costituito dagli utenti (persone e/o merci) e dalle

caratteristiche degli spostamenti che essi compiono (numero spostamenti, orario dello spostamento,

destinazione, modo, percorso).

I due sottosistemi sono strettamente inte

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Publisher
A.A. 2013-2014
35 pagine
5 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/05 Trasporti

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher brix89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pianificazione dei trasporti e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof De Luca Stefano.