Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Pero - Caratteri botanici, varietà colturale, forme di allevamento, pratiche colturali, raccolta conservazione Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Caratteristiche dell'albero

L’albero in natura può raggiungere altezze nell’ordine dei 10-12 metri con portamento eretto della chioma, i rami sono lisci di colore grigio cenere – verdastri o rossastri a seconda della cultivar impiegata in ogni caso sono presenti delle lenticelle. La corteccia con l’età diventa rugosa e si fende. Le foglie sono picciolate con la lamina più o meno ovale, finemente dentante e glabre su entrambe le pagine. Il picciolo è accompagnato da due stipule caduche. Le gemme sono situate all’ascella delle foglie, sono accompagnate da 2 gemme secondarie dette stipulari. Le gemme si differenziano in Anticipate (danno i germogli lo stesso anno della loro comparsa) e gemme avventizie. Le gemme a fiore aprendosi in primavera originano piccolissimo germoglio sul quale si inseriscono le brattee, piccole foglie e all’estremità l’infiorescenza a corimbo. La fecondazione è allogama e la maggior parte delle varietà risulta.

auto-incompatibile (decana, William, passa crassana, santa maria, decana del comizio etc.)per fruttificare dunque servono varietà impollinatrici es: William coltivata con Abatefetel-conference-butirra Hardy. Passa crassana con Abate fetel, Coscia, William.

Ovviamente è bene che entrambe le varietà fioriscano circa nello stesso momento. La fruttificazione per partenocarpia è diffusa. Le gemme a fiore si possono trovare anche su rametti di un anno, di norma si trovano però sulle lamburde (piccoli rametti di 1-4cm). Le lamburde derivano dai così detti dardi ovvero rametti corti terminanti con una gemma a legno destinata a trasformarsi l'anno dopo in gemma a fiore. Alle estremità dei brindilli vi sono gemme a fiore, le gemme laterali del brindillo danno origine a dardi che diventano poi gemme fioriere. Il frutto è composto da 5 logge ognuna contenente due semi, si possono vedere i residui del calice fiorale del frutto costituenti l'occhio.

Il frutto può avere forme differenti in base alla cultivar, si va dalla piriforme più o meno allungata a quella più compressa. Così come varia la forma anche il volume e il peso, l'epicarpo è glabro e di colore variabile a maturità (verde giallo rosso più o meno macchiati) la polpa è bianca, zuccherina e acidula, i semi sono ovoidi compressi di colorazione bruno-gialla. Le varietà: Ci sono molte varietà ma possiamo dire che la produzione si è specializzata su Passa Crassana, William, Abate Fetel, Decana del Comizio, Kaiser, Guyot. Le pere si distinguono in base ai loro usi ovvero se Da tavola, Da confetture, Da cuocere, Da essiccare, Da sidro. In Italia quelle maggiormente coltivate sono quelle da tavola. Distinguiamo le varietà in: - Estive (Precoci): ne fanno parte Guyot, Bella di giugno, Coscia, Santa Maria, William (la più coltivata) maturano da metà luglio a metà agosto.

settembreAutunnali (medio maturazione): Abate, Decana del comizio, Conference, Butirra Hardy, Duchessa coltivate poiché sono cultivar di qualità e di facilecollocamento su mercati esteri, maturano da metà settembre a metà dicembre.

Invernali (tardive): Passa Crassana, Bergamotta Esperemn, Spina Carpi, Passa colmar. La più coltivata era la Passa Crassana. Sono le più esportate e maturanoda dicembre a marzo.

3)Tecnica Colturale:

Terreno: La coltura del pero predilige un terreno fresco e profondo, permeabile a medio impasto. Rifugge da terreni umidi, alcalini e compatti. Funziona in terrenicalcarei se innestato su Cotogno, nei terreni acidi è colpito da clorosi e in quelliche presentano caratteristiche non idonee i risultati della coltura sonodeludenti.

Moltiplicazione: La riproduzione per seme avviene solo ed esclusivamente perottenere nuove varietà altrimenti si riproduce tramite innesto solitamente fatto sucotogno. Si usano

piantine di un anno da cui viene prelevato una gemmadormiente da innestare in agosto. I franchi ottenuti da semente rustica provenienteda varietà di sidro sono ottimi per terreni poco ricchi e calcarei, le piante che siottengono però sono vigorose e longeve ma tardano di molto a fruttificare. Ilportainnesto cotogno viene riprodotto per talea, ottimo portainnesto perché lapianta che si origina sarà poco vigorosa, quindi poco alta ed entrerà prima nel cicloriproduttivo di contro però sarà poco longeva. Succede che per alcune varietàcome William, Guyot, Kaiser queste siano poco compatibili con il cotogno dunque ènecessario interporre un sopra innesto di varietà quali Curato, Butirra, Hardy. Iportainnesti sono divisi in categorie A – B – C – D – E – F in base alla vigoria, i piùusati sono quelli di categoria A.

4)Impianto: La pianta del pero con le giuste potature può adattarsi

Bene a tutte le forme di allevamento (libere e obbligate), l'orientamento è quello verso un pereto "specializzato". Nelle colture industriali si prevede uno scasso del terreno di circa 0.80/1 metro più una concimazione da rapportare alle condizioni pedologiche. Le piante vanno messe a dimora all'età di 1 anno o massimo 2 dall'innesto, preferibile metterle a dimora d'inverno nei climi asciutti e caldi, mentre nei climi freddi e umidi metterle a dimora in primavera.

Concimazione d'impianto: Come già scritto varia a seconda delle condizioni del terreno. La coltura del pero sente lentamente le concimazioni perciò conviene prima dell'impianto attuare una importante concimazione organica e chimica con fosfopotassici. Nei primi 3-4 anni le esigenze riguardano soprattutto l'azoto 80-100 kg/ha e potassio 15-25kg/ha.

5) Forme di allevamento: si distinguono in libere/in volume (vaso, piramide, fuso)

eobbligate/appiattite (cordone e palmetta). Le forme libere richiedono terreni fertili ecultivar innestate su cotogno, nel caso ci si trovi difronte a cultivar particolarmentedeboli ecco che si po' impiegare portainnesto libero. Per i pereti industrialichiaramente si ricorre a forme appiattite e la più usata è la palmetta a brancheinclinate.

Palmetta a branche inclinate: Essendo una forma appiattita richiede meno tagli e potature rispetto alle forme in volume, con la conseguente che si formerà prima lo scheletro della pianta (3-5anni), questo è ottimo poiché porta la pianta a fruttificare prima. La forma di allevamento a palmetta permette di avere una densità di impianto maggiore. L’equilibrio scheletrico si trova mediante la inclinazione delle branche, e la regolazione della vegetazione su di esse. Nel pero innestato su cotogno si possono ottenere anche 5-6 impalcature (rispetto alle 3-4 naturali) con una distanza di circa 40-70 cm tra loro.

Il maggior numero di impalcature permette di usare i rami anticipati (emessi grazie alla cimatura dell'apice). Dunque durante la fase di allevamento si viene a formare la cosiddetta palmetta libera o irregolare. Ovviamente le branche in eccesso o mal disposte verranno tagliate così da giungere a una situazione più o meno regolare. Le distanze sono:

  • Palmetta irregolare su cotogno sulla fila 2.5-3 metri e interfila 3-3.30 metri.
  • Peri su franco sulla fila 3.50-3.80 metri e interfila 4.50-5 metri.
  • Palmetta regolare (Abate, Coscia, Passa Crassana) su cotogno 3.5*1.5.
  • Palmetta regolare (Butirra, Decana del comizio) su cotogno 3*1.8.
  • Palmetta regolare (Kaiser, Guyot, William) su franco 4*4.

Palmetta Anticipata: Forma di allevamento detta anche palmetta irregolare, le branche si formano grazie alla emissione di rami anticipati, gli astoni non vengono spuntati, se non vi sono rami anticipati si eseguono delle intaccature sopra gemma.

Piramide: Forma di allevamento in volume.

L'albero è costituito da un fusto verticale su quale sono inserite branche primarie con circa inclinazione di 45 gradi e lunghe circa 1/3 la distanza fra la loro inserzione nel fusto e l'apice dello stesso. Le branche sono disposte lungo il fusto a palchi sovrapposti distanti fra loro circa 60/110 cm. Questa forma di allevamento viene quasi del tutto sostituita dalla forma palmetta irregolare.

Potatura: la funzione principale della potatura è quella di equilibrare la pianta, così da adeguare il potenziale produttivo alla al carico dei frutti. L'intensità e la frequenza di potatura dipendono anche dalla varietà, ad esempio Abate e Passacrassana necessitano potature attive con numeri tagli di accorciamento mentre varietà quali William e kaiser richiedono potature moderate con maggiori diradamenti dei frutti. Il diradamento dei frutti è quella attività che consiste nella riduzione del numero dei frutti, solitamente.

viene fatta nel pero dopo la cascola digiugno (raramente fatta).

Pratiche colturali: i lavori da praticare sulla coltura del pero sono una aratura leggera (15-20 cm) da fare in inverno (più eventuali zappature ed erpicature) per facilitare l'immagazzinamento d'acqua, evitare la dispersione di umidità e distruggere malerbe ed infestanti. Contro malerbe si possono usare strumenti quali diserbi e pacciamature (se il costo non fosse troppo oneroso). Quando l'umidità lo permette si può lasciare l'interfila inerbito (in alcuni casi anche inerbimento totale). L'irrigazione risulta pratica necessaria nei pereti industriali con quantità nell'ordine di 2500/3000 metri cubi di acqua a ettaro per valori di precipitazioni minimi, altrimenti si può scendere a 1500/1000 metri cubi. La concimazione va distinta in quella di fondo e quella di copertura. La prima va effettuata prima di procedere con l'impianto e va dimensionata.

sulle analisi del terreno, serve a garantire la base degli elementi nutritivi della pianta. Solitamente nel terreno azoto fosforo e potassio dovrebbero stare nel seguente rapporto 2.5/1/3.5.

Raccolta: la produzione è altamente variabile a seconda delle condizioni pedo-climatiche del terreno. Negli allevamenti a palmetta la produzione tra 3 e 6 anno va da 100 a 150 qli ettaro, dal 6 al 18 anno va da 250 a oltre 300 qli ettaro. Per paretia fuso dal 4 al 8vo anno 150/200 qli a ettaro e dal 9 al 24esimo anno 250/350 qli ettaro. Il pero ha una alternanza di fruttificazione ridotta rispetto al melo, generalmente la palmetta è la forma di allevamento più diffusa.

Conservazione: Il frutto destinato al consumo umano bisogna per ricorrere al condizionamento fisico o chimico dell'aria (atmosfera controllata) temperatura da -1 a 0 gradi e umidità relativa intorno al 90/95 %, in atmosfera controllata temperatura da 1 a 2 gradi e ossigeno al 2/3 % co2 6/7%. Difronte alla

necessità di alcuni mercati è possibile innalzare le temperature fino a
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
4 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/02 Agronomia e coltivazioni erbacee

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marcob.98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Colture erbacee e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Scienze agrarie Prof.