vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TECNICA ORTODONTICA
Sapete cos’è l’ estrusione ortodontica con fibrotomia e quella senza fibrotomia?
Caso clinico: dente fratturato, il pz chiede di salvare a tutti i costi il dente. In questo pz si potrebbe fare:
- sostituzione con un impianto, opzione più probabile soprattutto per ottenere un risultato estetico, in
quanto togliendo la radice, c’è una perdita della corticale vestibolare. La sostituzione con un
impianto prevede la capacità da parte del clinico di conservare integri i tessuti (cosa più difficile),
evitare che si perda la corticale vestibolare. Si può fare un impianto post estrattivo oppure un
posizionamento differito (aspettare che guarisca il tessuto, posizionare l’impianto). Ma, tutto ciò
prevede la gestione dell’aspetto estetico abbastanza difficoltosa perché la corticale vestibolare è
molto sottile, è facilissimo che si perda ed è facilissimo, ed è facilissimo che il margine gengivale
venga più alto rispetto a quell’altro. Ma, la nostra pz ha 18 anni e quando sorride il labbro le arriva
qua sopra e non accetterebbe mai un incisivo più lungo di un altro, avendo un’esigenza estetica
predominante.
- Perno in fibra, fuso, moncone → sappiamo, dai concetti di portesi, che per funzionare un moncone
protesico che è stato ricostruito mediante il posizionamento di un perno, è necessario l’effetto
ferula. Cos’è l’effetto ferula? E’ un cerchiaggio cervicale di più o meno 2 mm. In tal caso,
osservando la radiografia, non sembra che ci sia un effetto ferula perché vedo la radice
completamente tronca ed il margine della gengiva libera all’inizio della frattura.
Cosa devo fare? Sicuramente e da subito la terapia endodontica. Poi si deve valutare la lunghezza della
radice, che se è sufficiente, per recuperare l’effetto ferula, si può sottoporre questo dente:
- o un allungamento di corona clinica → però, in questo caso con l’allungamento di corona clinica
avrei un dente lungo ed un dente corto ed in questo caso i margini degli incisivi sono più bassi degli
incisivi laterali. Sappiamo che per i canoni estetici dell’altezza delle parabole gengivali, il margine
dell’incisivo centrale è più alto del margine dell’incisivo laterale ed è ancora più alto il margine del
canino (canino alto, laterale basso, centrale alto);
- o un’estrusione ortodontica → gradualmente questa radice si porta vs l’esterno (si estrude).
Estrudendo, però, la radice porta con se tutti i tessuti: tessuto molle, duro, etc. Il margine gengivale
diventa più coronale.
Quindi, cosa si fa?
- o si fa un’estrusione ortodontica e poi l’allungamento;
- oppure un’estrusione ortodontica con fibrotomia (cosa più semplice) → ogni settimana la pz viene e
con la lama del bisturi ed un goccio di anestetico ci inseriamo all’interno del solco e sezioniamo LE
FIBRE SOPRACRESTALI. Sono le fibre sopracrestali che, legate alla radice, fanno si che il dente si
porti dietro tutto il suo parodonto. Nel momento in cui andiamo a tagliere intorno, intorno all’interno
del solco e, quindi, andiamo a sezionare le fibre connettivali che costituiscono l’attacco connettivale
e l’ampiezza biologica, non facciamo altro che sezionare le fibre sopracrestali. La fibrotomia fatta
settimanalmente fa si che la radice venga fuori senza che la radice porti dietro a sé il suo tessuto
parodontale. Lo spostamento è quasi di 1 mm a settimana. Il dente va stabilizzato perché ha una
mobilità fisiologica. Qualche volta, l’estrusione ortodontica si può fare anche in caso di dente non
fratturato ma di carie alla radice, caso in cui il dante può essere restaurato o protesizzato,
essenzialmente. Si tira fuori il dente per portare la carie fuori dai tessuti, ma tirando giù il dente, lo si
deve anche accorciare, si deve tagliare il margine incisale. Quindi, si fa la terapia canalare, si
comincia ad estrudere il dente, ogni settimana si fa la fibrotomia e si accorcia il margine incisale.
Alla fine, quando la parte di tessuto cariato è venuta fuori dai tessuti ed abbiamo i 2 mm di effetto
ferula apicalmente al limite del margine sano della lesione cariosa, si può preparare il dente
trasformandolo in un moncone protesico e si posiziona un manufatto provvisorio.
L’estrusione ortodontica risolve tanti problemi, ma se questa radice dovesse essere lunga fin qua,
sarebbe necessaria l’estrazione ed il posizionamento di un impianto. Ci sono valutazioni da fare. Ad
esempio, se le radici sono corte, non faccio l’allungamento di corona clinica facendo una ostectomia
(togliendo osso di supporto). Nelle radici corte non faccio la chirurgia resettiva, i tunnel.
STUDIO DI CARNEVALE e DI FEBO
Hanno selezionato tanti denti naturali e protesizzati con margini subgengivali. Tutti i pz erano sottoposti
ad igiene professionale ed il 90% di questi addirittura trimestrale. Nessuna differenza statisticamente
significativa nei due gruppi per indice di placca, indice gengivale e profondità di tasca. Migliori risultati,
addirittura, sui denti protesizzati. Questo studio è una campana che suona fuori dal coro perché questi
autori hanno selezionato questi pz che sono sottoposti ad un controllo di igiene maniacale e sono pz
facenti parte di uno studio privato.
Un altro studio dice che in pz altamente motivati all’igiene orale anche i margini sottogengivali sono
compatibili con un’ottima salute parodontale. Compatibili non significa che vanno meglio dei denti
naturali.
Un altro studio ha valutato la relazione tra il posizionamento del margine ed il grado di infiammazione.
Dall’immagine si vede come i tessuti molli siano integri attorno ad una corona protesica con dei margini
protesici sottogengivali. Il posizionamento dei margini protesici sottogengivali è compatibile con una
buona salute parodontale.
La valutazione dell’ampiezza biologica è necessaria quando bisogna posizionare i margini
sottogengiva. Come si può valutare quest’ampiezza biologica?
- Con un sondaggio osseo. Ma attenzione perché quando viene fatto il sondaggio osseo con la sonda
si lesiona il tessuto e si invade l’ampiezza biologica.
- Con una radiografia, dice qualcuno. Ma la radiografia ci fa avere un’idea solo a livello
interprossimale, non a livello V o P.
Per non invadere l’ampiezza biologica, quando si effettua una preparazione sottogengivale, è
importante fare una preparazione in modo molto attento, senza andar a lesionare i tessuti molli con le
frese e strumenti rotanti.
Possiamo essere indotti a portare i margini sottogengiva per portare i margini oltre le lesioni cariose,
per assicurare un’adeguata ritenzione.
Caso in qui ci sono monconcini cariati, bisogna recuperare del tessuto, viene effettuato un
allungamento di corona, lembo a spessore misto (totale nelle porzioni più cervicali e spessore parziale
nelle porzioni più apicali), dopo il lembo viene fatta una chirurgia ossea che prevede che si rispettino
tutti i criteri della chirurgia ossea resettiva. Una volta portati fuori i monconi, si può richiudere il lembo.
Questo è il caso che abbiamo visto prima: sono 2 incisivi, lembo a riposizionamento apicale che ci
consente di portare fuori dai tessuti molli quel tessuto radicolare che ci serve per riuscire ad ottenere
l’effetto ferula. Si preparano i 2 monconi con 2 perni moncone e si riposizionano i manufatti provvisori
per far guarire i tessuti molli.
E’ importante valutare i tessuti molli, che, dopo l’allungamento di corona clinica, vanno incontro a
maturazione. Dopo che il tessuto gengivale è stato sottoposto ad un trauma chirurgico, questo tessuto
va incontro a maturazione, deve gradualmente guarire. Quanto tempo impiega questo tessuto per
stabilizzarsi?
Alcuni autori hanno evidenziato come il 12% dei siti all’allungamento di corona clinica ha mostrato
un’ulteriore recessione di 2-4 mm in 6 settimane-6 mesi dopo l’intervento. Quando si decide di poter
prendere n’impronta definitiva su siti che sono stati sottoposti ad allungamento di corona clinica?
DEVONO PASSARE ALMENO 6 MESI.
Alcuni autori parlano addirittura di un anno di tempo.
Possiamo andare sotto gengiva anche per prevenire il verificarsi della sensibilità dentinale.
Caso clinico
Pz con recessione gengivale al di sotto di questo margine protesico. In realtà qui è stata già posizionata
una protesi provvisoria ed il pz è arrivato con il margine della portesi vicino a questi tessuti. Il pz vuole
fare la protesi una volta per tutte perché la sta facendo e rifacendo più volte ed il problema non si
risolve.
Cosa significa? Il collega che trattava la pz posizionava il margine della protesi a livello della gengiva,
di conseguenza creava un’infiammazione della gengiva e retrazione (la gengiva scappava da questo
margine). Il pz ritornava dal collega che gli rifaceva la protesi con un nuovo margine vicino alla gengiva.
La gengiva si ritirava ancora, il pz si lamentava, tornava dal collega a che continuava con questa
protesi a inseguire questa gengiva che scappava da questo margine protesico. Perché questa gengiva
scappa? Perché il biotipo è sottile e perché manca il tessuto aderente.
La pz viene sottoposta ad una trattamento muco gengivale, un trapianto di tessuto prelevato dal palato,
lembo bi laminare → risoluzione del caso.
Soddisfando le esigenze estetiche del pz, posizionando margini sottogengivali (ultimo degli obiettivi
elencati ma non meno importante).
Esigenze estetiche del pz. Oggi sono predominanti. Rispetto a qualche tempo fa viene in aiuto il
manufatto in zirconio, piuttosto che il manufatto in metallo poiché con il manufatto in zirconio si riesce
ad ottenere una chiusura che difende l’estetica, mentre prima si era necessariamente portati ad inserire
dei bordini metallici.
Il caso clinico mostra una pz riabilitata con un manufatto protesico sul settore frontale. I pilastri di
questo ponte sono i 2 canini su cui sono stati posizionati dei margini in metallo che hanno una chiusura
miglio (perché si è creata una preparazione a lama di coltello) rispetto a quella che si può ottenere con
un manufatto che ha della ceramica sul margine di chiusura che non riproduce la lama di coltello e che
è adeguata solo per preparazioni di tipo orizzontale e non verticale. Questo di fatto non è un deficit
estetico perché, se osserviamo bene, la pz quando sorride non scopre questi margini. Quindi,alla pz
viene consegnato un lavoro assolutamente pulibile che ha una ritenzione di placca minima a livello di
questi margini e un risultato di tipo estetico valido.
In questo studio l’autore ha valutato i margini sottogengivali e sopragengivali, evidenziando una
preva