GENERALITA’
Parliamo di impianti ortopedici: protesi articolari (anca, ginocchio, spalla, gomito) o
apparati di fissazione ossea (fissatori). Quando andiamo a sostituire un’articolazione,
di solito, questo in linea generale, l’approccio è sempre quello di cercare di mantenere
il più possibile il proprio organo o la propria articolazione. Esistono dei protocolli (delle
soglie) che vengono studiate, ovvero il livello di infiammazione quanto è alto ecc. Un
medico ogni volta che prende una decisione deve rispettare questi protocolli,
ovviamente grazie ad esame diagnostici. Analizzando gli interventi di protesizzazione
ortopedica nel mondo, sappiamo che abbiamo più di 1 milione di interventi ogni anno;
in Cina vengono eseguite circa 200.000 operazione, mentre in UK circa 160.000; in
Svezia, su circa 20000 operazioni, il 20% hanno richiesto una ri-operazione; questo
potrebbe essere legato allo stile di vita degli svedesi. Il ruolo dell’ingegnere entra
anche in questi aspetti (sviluppare protesi più idonee). In Italia abbiamo una buona
percentuale nonostante sia un paese relativamente piccolo. L’Italia ha un buon
mercato di sviluppo delle protesi, ma i principali produttori di protesi sono Zimmer
Biomet, MicroPort Orthopedics.
sviluppo di una protesi
Per quanto riguarda lo , abbiamo due aspetti: uno costruttivo
(informazioni dimensionali, come: lunghezza, dimensione, porosità, gradienti) e uno
legato ai materiali (materiali metallici, ceramici, compositi); due aspetti strettamente
connessi tra loro. Creare un gradiente vuol dire creare una differenza di qualcosa come
requisiti
ad esempio la porosità. Una protesi articolare ideale deve garantire alcuni ,
quali: garantire il corretto spazio fra gli arti, consentire il movimento e la stabilità
articolare, avere un design semplice e pratico, fornire una fissazione a lungo termine
(15-20 anni), essere resistente alla degenerazione (degenerazione delle ossa o usura
del materiale), essere compatibile con l’anatomia del corpo umano, avere un processo
di produzione e sterilizzazione semplice (non posso utilizzare una sterilizzazione
chimica perché sarebbe troppo aggressiva), facilitare gli esercizi riabilitativi. Ad oggi,
non sono ancora soddisfatti tutti questi elementi.
Quando utilizzare le protesi d’anca?
L’impianto di una protesi deve essere effettuato nel momento in cui il dolore limiterà a
tal punto lo svolgimento delle normali attività quotidiane da non trovare sollievo
neppure riposando o quando i movimenti dell’articolazione sono fortemente ridotti.
principali patologie ossee e articolari
Alcuni esempi di : artrosi, tumori, traumi
rischi di frattura
(rotture), disfunzioni motorie. I dell’articolazione coxo-femorale (anca)
sono dettati da: età del paziente, sesso, sito anatomico, condizioni mediche
preesistenti.
ANATOMIA DELL’ANCA (bacino).
L’anca è l’articolazione formata da femore e osso iliaco Una struttura
acetabolo
concava presente nell’osso iliaco, l’ , forma una sorta di tasca all’interno
della quale si inserisce la testa del femore. Ovviamente attorno ad entrambe le
strutture si trova la cartilagine, che fornisce una superficie liscia con la funzione di
attutire i colpi e scongiurare l’attrito fra le ossa, permettendo loro di scorrere
liberamente l’una sull’altra. L’articolazione è lubrificata dal liquido sinoviale, prodotto
dalle membrane che circondano la cartilagine. Nell’anca sono presenti anche diversi
legamenti resistenti che prevengono la lussazione dell’articolazione (ad esempio
quello femorale, quello all’interno dell’acetabolo); inoltre, i muscoli, mantengono le
movimenti
ossa unite. I consentiti dell’anca sono vari, i più importanti sono flessione,
estensione, rotazione, adduzione.
LA PROTESI D’ANCA
Andiamo ad analizzare i componenti delle protesi d’anca:
Guscio acetabolare
- : è la componente protesica che si fissa nella cavità
acetabolare, dopo ovviamente una adeguata preparazione;
Coppa acetabolare
- : all’interno di questa ruota la testa femorale, permettendo
il movimento della articolazione;
La testa
- : si applica sullo stelo ed ha il delicato compito di consentire tutti i
movimenti che normalmente svolge l’articolazione;
- Lo stelo : viene posizionato all’interno del canale femorale, dopo averlo
accuratamente sagomato per poterlo adattare alla forma della protesi e serve
come struttura di sopporto per quella che sarà la nuova articolazione.
trasferire il carico
Nella progettazione della protesi d’anca è necessario
dall’acetabolo al femore inserendo in quest’ultimo uno stelo metallico .
Idealmente, la regione dello stelo di un impianto d’anca dovrebbe essere in pieno
contatto con l’osso corticale femorale circostante per ottenere una fissazione stabile in
una sostituzione articolare totale. Questo è uno dei fenomeni più difficili da superare,
stress shielding
che viene chiamato (lassità proteica). La conseguenza potrebbe
essere che potrebbe andare deformata facilmente la protesi. Lo stress shielding
dipende dalla distribuzione delle rigidezze sia del femore che dello stelo.
Come avviene l’innesto di una protesi?
Quando un impianto viene inserito nel corpo, avviene un’interazione biologica
bidirezionale, ovvero il corpo influenza il materiale dell’impianto e viceversa. La scelta
dell’impianto adatto al paziente (incluso materiale e struttura dell’impianto) è un
fattore chiave per il successo a lungo termine della procedura. Infatti, oltre a non
avere effetti dannosi sul tessuto ospite, l’impianto selezionato deve anche essere in
grado di suscitare una risposta benefica dell’ospite per il suo funzionamento ottimale.
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Quando parliamo delle protesi di questi impianti dobbiamo andare a considerare i
rischi corrosione;
che portano questi impianti, come la corrosione del sangue, che
presenta al suo interno alcune sostanze che possono andare a corrodere il nostro
tossicità la perdita di funzionalità
impianto. La corrosione ha due effetti, quali la e
dell’impianto; la tossicità ovviamente è molto pericolosa perché c’è la contaminazione
sia dei tessuti circostanti che dell’intero organismo. Il normale uso della protesi
comporta la ciclica usura dell’articolazione della testa metallica o ceramica nella
cavità rivestita del materiale polimerico. Ma che vuol dire usura del materiale? Vuol
dire che io vado a consumare e se consumo il materiale, succedono due cose: perdo la
funzionalità),
posizione (perdo l’asse e quindi la ma anche il rilascio di detriti
all’interno dell’organismo.
Materiali utilizzati nella protesi d’anca
gusci acetabolari
I sono principalmente costituiti da materiale metallico. A seconda
dell’accoppiamento che danno, può essere inserito un materiale polimerico. I gusci
devono essere molto leggeri e hanno la funzione di collegarsi all’acetabolo; l’alta
diffusione di polietilene a ultra-peso molecolare (uno strato polimerico) serve per
ridurre la rigidezza dell’accoppiamento metallo-metallo. All’interno del guscio troviamo
coppe acetabolari;
le i vari materiali che possono essere utilizzati per la realizzazione
delle coppe acetabolari sono: metalli, ceramiche e polietilene a ultra-peso molecolare
(fra i 2 e i 6 milioni). Parlando dei possibili accoppiamenti in uso possiamo trovare
metallo-metallo, ceramica-ceramica, ceramica-UHMWPE, metallo-UHMWPE. La novità
più significativa è connessa all’uso di UHMWPE reticolato. Il tipo di accoppiamento è
importante per i fenomeni di attrito e i fenomeni di usura. L’uso di UHMWPE ha
comportato alcuni vantaggi come: elevata resistenza all’urto e alla corrosione, ottima
biocompatibilità, basso coefficiente d’attrito; lo svantaggio principale è la relativa
teste femorali,
suscettibilità a fenomeni di usura. Per quanto riguarda le troviamo
l’utilizzo di metalli e ceramici. Attualmente le testine più impiegate hanno diametro
pari a 28 o 32 mm, ma esistono anche diametri inferiori o superiori. Abbiamo
dimensioni superiori quando la testina è realizzata solidamente con lo stelo (parliamo
in questo caso di protesi monolitica). Anche in questo caso gli accoppiamenti sono con
lo strato polimerico, questo soprattutto per una questione di costi, ma anche per
ottenere fenomeni di usura lineari. stelo.
I materiali metallici vengono utilizzati maggiormente per lo Storicamente si è
sempre usato platino, argento e acciaio inossidabile, successivamente sostituiti da
titanio, biomateriali e leghe di cobalto-cromo. È molto importante l’acciaio innovativo
ad alto azoto ISO 5832-9, infatti esso è quello da considerare di prima scelta per
applicazioni biomedicali. Questo perché le ottime proprietà di questo acciaio lo
possono rendere indicato per steli di protesi d’anca cementate come alternativa alle
molto più costose leghe di cobalto. Dato ovviamente il costo più elevato, questo
materiale non può essere competitivo rispetto al tradizionale ISO 5832-ID, che è
pertanto molto più usato. Estremamente interessante per le applicazioni biomedicali è
l’acciaio inossidabile innovativo a bassissimo nichel P-558 in quanto non contiene
praticamente nichel, elemento che può causare fenomeni allergici; inoltre, grazie alla
presenza di azoto e manganese, è dotato di alte caratteristiche meccaniche e grazie
alla sua durezza può essere considerato non suscettibile di corrosione localizzata nel
corpo umano. Continuiamo ad utilizzare materiali metallici perché sicuramente hanno
un basso costo, delle buone proprietà meccaniche e modellabili, e tutto sommato i
processi con i quali si ottengono sono considerati relativamente semplici. Come
svantaggi abbiamo sicuramente fenomeni di usura. I materiali ceramici non sono
molto utilizzati perché sono molto fragili e quindi c’è un’elevata probabilità di rottura;
inoltre, la tecnologia di produzione è complessa e molto elevata. Come vantaggi dei
materiali ceramici abbiamo invece la loro inerzia chimica, il fatto che non si degradano
e nel tempo e hanno un’elevata resistenza all’abrasione.
Classificazione della protesi d’anca
protesi cementate protesi non cementate:
Possiamo avere o quando una protesi è
cementata vuol dire che fra la protesi e l’osso abbiamo uno strato di cemento, con le
protesi non cementate abbiamo direttamente un contatto fra protesi e stelo attraverso
opportuni trattamenti superficiali. Un problema delle protesi cem