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(c) PRECISIONE DEL MARGINE PROTESICO

▫ Ora ci resta da analizzare il fattore precisione, cioè il punto di passaggio tra dente e restauro.

▫ Quando c’è una diretta continuità tra la superficie della corona protesica e quella del dente non limato il fattore precisione è alto, se no possiamo avere un

sovra- o un sottocontorno.

Il si ha quando la superficie della corona è più interna rispetto alla superficie del dente non limata, che invece è più esterna (si

sottocontorno orizzontale

□ crea un gradino dovuto al margine di finitura, non al margine protesico); tale si definisce chiuso quando il gap tra il margine protesico e il dente è chiuso,

aperto in caso contrario; se è aperto si ha l’esposizione di un piccolissimo spazio occupato in seguito dal cemento.

Il si ha quando la superficie della corona è più esterna rispetto alla superficie del dente non limata, che invece è più interna (si

sovracontorno orizzontale

□ crea un gradino dovuto al margine protesico, non al margine di finitura); tale si definisce chiuso quando il gap tra il margine protesico e il dente è chiuso,

aperto in caso contrario; se è aperto si ha l’esposizione di un piccolissimo spazio occupato in seguito dal cemento.

Nel sovracontorno orizzontale aperto c’è la possibilità di una disgregazione del cemento esposto che può consentire la creazione di un

→ sottosquadro con accumuli di tartaro, che può dare sia problemi parodontali che cariosi. Gli stessi problemi si possono avere anche nel

sovracontorno orizzontale chiuso, che anche se non associato alla disgregazione del cemento dà comunque vita alla creazione di un gradino legato

al margine protesico esposto, che può accumulare placca e dare quindi problemi parodontali e cariosi.

▫ Quando andiamo a limare il dente dobbiamo creare intorno al dente limato uno spazio virtuale di 1,5-2 mm a seconda della zona. E’ importante limare

adeguatamente per evitare sovracontorni della corona protesica, nel caso contrario si ha uno spessore inadeguato. A seconda di come limiamo l’elemento

dentario sottostante il tecnico seguendo l’impronta ed il modello in gesso crea la struttura metallica in metallo prima ed in porcellana poi.

▫ Anche se il lavoro ci sembra molto preciso, c'è sempre un gap minimo e inoltre è difficile valutare se il margine è più o meno preciso per tutta la circonferenza

del moncone

▫ Il può essere di diversi tipi.

margine di finitura perché il tecnico dovrebbe creare uno spessore talmente sottile

Se la preparazione dell’elemento dentario è troppo dritta la preparazione è scorretta,

□ che è impossibile da ottenere con corone in oro-ceramica standard e quindi sarebbe costretto a creare una bombatura della corona.

Le capsule staccate si utilizzavano una volta: sono delle capsule metalliche messe a cappuccio dell’elemento dentario solo parzialmente limato (permane

□ ancora dello smalto). In questo caso la precisione è pessima, si determina sempre un piccolo gradino.

Si possono utilizzare vari tipi di preparazione: (fatta con frese da Chamfer), (con frese cilindriche), (in cui oltre

a chamfer a spalla a 90° a spalla bisellata

□ alla preparazione della spalla con fesa cilindrica andiamo a eseguire un bisello a circa 45° rispetto alla base della preparazione con una fresa a football ad

esempio), (si dice anche a finire, con frese a fiamma, a fessura, utilizzata spesso in caso di preparazioni sottogengiva a patto che il

a lama di coltello

margine protesico che viene eseguito risulti precisissimo). quando andiamo a utilizzare le corone in sola ceramica di un certo spessore (1,5-2 mm)

Di solito la preparazione più eseguita è quella a chamfer,

□ bisogna dare un certo spessore soprattutto alla base della preparazione, ed in questo caso è preferibile quindi una preparazione a spalla.

Keif e Anil

Hanno valutato la discrepanza marginale di provvisori in resina, mantenuti per 7 giorni in bocca.

□ Hanno visto che quando utilizziamo delle preparazioni a spalla il gap marginale sarà maggiore di quello delle preparazioni a chamfer, quindi con questi

□ ultimi abbiamo una chiusura minore e quindi più precisa.

▫ Belser e coll. (1985)

Hanno visto che questo adattamento marginale di bordi protesici dipende dal tipo di chiusura che viene utilizzata, se una chiusura in metallo o in

□ porcellana.

[Cos’è la chiusura? Praticamente il bordo della corona protesica può essere costituito o da metallo o può essere più estetico e fatto in porcellana. La

→ chiusura in metallo è di solito più precisa perché la porcellana durante la cottura subisce una contrazione, quindi se lasciamo una chiusura in

porcellana questa sarà sì più estetica ma meno precisa. La scelta dipende dal settore in cui ci troviamo, nei posteriori si preferisce una chiusura

metallica, magari anche sopragengiva. Anteriormente invece si fa una chiusura sottogengiva in metallo o ci si mantiene a livello gengivale in

porcellana].

In questo studio sono stati valutati gli adattamenti marginali di bordi protesici, considerando delle corone con:

□ Chiusura in metallo su bisello

→ Chiusura in metallo su spalla a 90°

→ Chiusura in porcellana su una spalla a 90°.

Si è visto che l’ottima chiusura marginale (cioè con un gap <50 ) risultava aversi in tutti e tre i gruppi senza differenze, se ovviamente la preparazione è

□ µ

stata fatta in maniera corretta e se la corona è precisa.

Anche se il profilo di emergenza è corretto e il gap è inferiore ai 50 µm un minimo accumulo di placca si può realizzare, ma può essere mantenuta sotto

□ controllo, e non dà problemi né a livello del parodonto né a livello di carie.

In ogni caso il tipo di materiale deve essere adeguato alla preparazione

▫ Sorensen (1986)

Ha messo in evidenza la reazione dell’osso alveolare e dei tessuti gengivali al posizionamento di margini protesici sottogengiva.

□ Prese 88 pazienti e 166 corone subgengivali e valutò il gap marginale, misurato su repliche in polietere.

□ Notò un rapporto di diretta proporzionalità tra l’entità del gap, che si viene a creare tra corona e dente, e il grado di riassorbimento osseo e di

□ infiammazione gengivale (cioè quanto maggiore è il gap quanto maggiore è il rischio di riassorbimento osseo e di infiammazione).

Felton (1991)

Ha visto che 42 corone, in bocca da almeno 4 anni, con delle chiusure marginali sia in oro sia in ceramica che in lega aurea presentano una diretta

□ correlazione tra entità del gap marginale ed entità dell’infiammazione, indipendentemente dal tipo di materiale.

Questo studio vuole valutare se il gap crea dei problemi gengivali a seconda del tipo di materiale, a seconda se la chiusura marginale è fatta in oro, in

□ ceramica o in lega aurea.

Si nota che esiste una correlazione lineare tra gap marginale e infiammazione indipendentemente dal tipo di materiale.

▫ Karlsson (1986)

Valutò 283 ponti, 1606 elementi e 944 abutments dopo 10 anni dalla cementazione

□ Notò come il 14,5% presentavano dei margini imprecisi e che il sovracontorno marginale risultava essere maggiore nelle chiusure in metallo-ceramica

□ che in metallo-resina o in metallo.

Quindi è più facile ottenere un sovracontorno marginale facendo la chiusura in metallo-ceramica, per una questione di spessore rispetto ad una

□ chiusura in metallo (che consente spessori minimi ed una precisione maggiore).

▫ Bjorn (1969)

Ha evidenziato che l’80% dei restauri presentava dei (zone in cui è più difficile andare a

difetti marginali, specialmente nelle aree interprossimali

□ preparare l’elemento dentario).

Vide inoltre che dove vi erano dei margini più imprecisi di 0,2 mm vi era sempre una perdita ossea.

□ Notò anche che solo il 18,2% dei restauri presentava dei margini perfetti

▫ IMPRECISIONE MARGINALE - MECCANISMI D'AZIONE

Il meccanismo d’azione con il quale un’imprecisione marginale provoca danni parodontali sembra dipendere da:

□ Aumento quantitativo della placca batterica

→ Variazioni qualitative della placca batterica

Uno studio di Lang (1983)

□ "Valutazione da un punto di vista clinico e microbiologico degli effetti di restauri sottogengivali debordanti e non".

→ Prese degli studenti in odontoiatria, utilizzò degli onlay in oro del tipo MOD (MesioOcclusoDistale).

→ Ne realizzarono 5 debordanti e 5 perfette, tutte comunque sottogengiva.

→ Sono trascorse alcune settimane (8-24 per i 5 precisi, 19-23 per i 5 imprecisi), dopodiché le MOD imprecise sono state sostituite con delle MOD

→ precise e viceversa.

Dopo altre settimane (12-27 e 17-27 rispettivamente) si sostituirono le MOD imprecise con delle MOD precise, al fine di non provocare dei danni

→ parodontali irreversibili. Perio-protesi Pagina 8

parodontali irreversibili.

Si vide che dopo alcune settimane la carica microbica parodontopatogena aumentava, per diminuire nel momento in cui le MOD imprecise sono

→ state sostituite da quelle precise.

E’ da tenere presente che in questi pazienti non è stata fatta alcun tipo di terapia parodontale, né alcun tipo di istruzione di igiene, né ablazione di

→ tartaro. Cioè solamente la sostituzione di una MOD imprecisa con una precisa ha determinato una modificazione della flora microbica con decisa

riduzione della flora microbica parodontopatogena.

La situazione è differente nel caso in cui posizioniamo una MOD precisa prima, poi imprecisa e poi di nuovo precisa. All’inizio viene posizionata una

→ MOD precisa e la carica microbica si mantiene piuttosto bassa, nel momento in cui posizioniamo quella imprecisa la carica microbica aumenta, e

quando la risostituiamo con una precisa questa tende di nuovo a ridursi.

Questo significa che la semplice sostituzione di una corona protesica o, come in questo caso di una ricostruzione parziale tipo MOD sottogengiva,

→ imprecisa con una più precisa, determina una vasta variazione della flora microbica sottogengivale.

Ci sono stati inoltre molti lavori atti a valutare il rapporto tra danno parodontale e la presenza di otturazioni di II classe in amalgama debordanti.

□ Bjorn et al. 1969

→ Gozò et al. 1979

→ Jeffcoat et al. 1980

→ Than et al. 1980

→ Kleszthelvi et al. 1984

In uno studio di Paolantonio, Di Murro e Cattabriga "Modificazioni dei parametri clinici e microbiologici dei tessuti parodontali dopo rimozione di

□ otturazioni in amalgama di II classe debordanti

Sono stati valutati, da un punto di vista clinico e microbiologico, i rapporti tra le condizioni parodontali e la rimozione di otturazioni d

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
10 pagine
SSD Scienze mediche MED/28 Malattie odontostomatologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ottavoincluso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Parodontologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Paolantonio Michele.