vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IL PERICARDIO
Il pericardio avvolge il cuore e la parete dei grossi
vasi ed è costituito da due parti, una esterna fibrosa
ed una interna sierosa. La parte sierosa del
pericardio presenta un’organizzazione del tutto
simile a quella delle altre sierose del corpo ossia
pleura e peritoneo. Essa è, infatti, formata da due
foglietti e trasparenti che si continuano uno nell’altro
e che delimitano una cavità virtuale chiusa, in cui si
osserva una piccola quantità di liquido viscoso, che
favorisce lo scorrimento dei due foglietti. Un foglietto
è detto viscerale e aderisce intimamente alla
superficie del cuore assumendo il nome di epicardio;
l’altro foglietto è detto parietale e riveste la
superficie interna del pericardio fibroso.
Il pericardio fibroso presenta,una base che si
inserisce sul centro frenico del diaframma , una
faccia anteriore in rapporto mediante i legamenti
sterno-epicardici, con la faccia posteriore dello
sterno, una faccia posteriore collegata mediante
setti connettivali, alla colonna vertebrale.
Lateralmente il pericardio fibroso prende rapporto
mediante l’interposizione di tessuto connettivo lasso
con il foglietto parietale delle pleure mediastinali.
Pericardite: le varie tipologie di classificazione
La pericardite è una patologia per la quale sono
state proposte diverse classificazioni; le più
importanti sono quella eziologica, quella
istopatogenetica e quella clinica.
Dal punto di vista eziologico si distinguono:
pericardite idiopatica
pericardite infettiva
pericardite non infettiva
pericardite da patologie autoimmuni
pericardite traumatica.
Si parla di pericardite idiopatica quando non si è in
grado di distinguere né i meccanismi né l'agente
causale della patologia in questione.
La pericardite infettiva può avere varie cause quali
virus (coxsachievirus A e B, adenovirus, virus HIV,
virus Epstein-Barr, paramyxovirus ecc.), batteri
(legionella, neisseria, pneumococco, stafilococco,
streptococco ecc.), funghi (candida, istoplasma
ecc.), parassiti (Entamoeba histolitica, Echinococco,
Toxoplasma) e altri agenti come, per esempio, il
Mycobacterium tubercolosis.
Rientrano nei casi di pericardite non infettiva la
pericardite associata a infarto miocardico acuto, la
pericardite associata a insufficienza renale cronica,
le pericarditi neoplastiche (che possono essere
causate da neoplasie primitive del pericardio oppure
da metastasi di neoplasie interessanti altre
strutture), la pericardite indotta da radioterapia e la
pericardite iatrogena.
Si parla di pericardite da patologie autoimmuni
quando il problema è scatenato da quest'ultimo tipo
di malattie; quelle coinvolte più frequentemente
sono l'artrite reumatoide, il LES e la sclerodermia.
Infine, in determinate situazioni, la pericardite può
essere originata da eventi traumatici.
Dal punto di vista istopatogenetico si distinguono le
sottostanti tipologie:
pericardite sierosa
pericardite fibrinosa e siero-fibrinosa
pericardite emorragica
pericardite purulenta
pericardite caseosa.
Si possono avere pericarditi sierose quando il
processo è scatenato da patologie virali o
sistemiche; le pericarditi fibrinose e siero-fibrinose
sono generalmente relative a problematiche post-
chirurgiche oppure legate a patologie quali l'infarto
miocardico acuto o le collagenopatie.
Le pericarditi emorragiche sono generalmente legati
a processi tubercolari o neoplastici; quelle purulente
vedono invece coinvolti solitamente agenti batterici
o micotici, mentre le pericarditi caseose sono
generalmente relative processi di tipo tubercolare.
Dal punto di vista clinico la pericardite viene distinta
in:
pericardite acuta
pericardite subacuta
pericardite cronica.
Si parla di pericardite acuta quando il suo decorso
risulta inferiore alle sei settimane. Spesso si tratta di
pericarditi fibrinose (o siero-fibrinose), essudative o
purulente.
Si parla di pericardite subacuta quando il suo
decorso ha una durata compresa tra le sei settimane
e i sei mesi; si tratta spesso di pericarditi di tipo
essudativo-costrittivo (associate a tamponamento
cardiaco) oppure solo costrittivo.
Quando il decorso della malattia oltrepassa i sei
mesi di tempo si parla di pericardite cronica; questa
può essere costrittiva, essudativa o adesiva non
costrittiva.
I sintomi della pericardite
La sintomatologia della pericardite è alquanto
variegata; fra i sintomi e i segni principali si
ricordano dolore toracico (che può essere legato al
processo infiammatorio in atto che può coinvolgere
non solo i foglietti pericardici, ma anche la pleura
oppure all'eventuale distensione del sacco
pericardico che può verificarsi se il versamento
pericardico è abbondante), tachicardia, febbre o
febbricola, tosse, dispnea (legata soprattutto al fatto
che il soggetto tende a respirare molto
superficialmente allo scopo di limitare il dolore),
sfregamento pericardico e calo ponderale (quando la
pericardite è legata a sottostanti processi sistemici).
La diagnosi
La diagnosi di pericardite si avvale dell'esame
obiettivo, di esami di laboratorio e di indagini
strumentali.
All'esame obiettivo il reperto più caratteristico è lo
sfregamento pericardico, un rumore superficiale e
piuttosto stridente; la sua assenza però non è
condizione sufficiente a escludere la diagnosi; in
caso di versamento pericardico, per esempio, lo
sfregamento non è udibile. È possibile inoltre
osservare tachicardia sinusale, febbre e altri segni
legati alla presenza di patologie infiammatorie,
infettive oppure sistemiche.
In caso di sospetta pericardite gli esami di
laboratorio generalmente richiesti sono emocromo,
CPK, VES, PCR, azotemia e prove di coagulazione.
L'emocromo mostra spesso la presenza di
leucocitosi, mentre CPK, VES e PCR sono
generalmente elevati. Gli esami strumentali
generalmente utilizzati in caso di sospetta
pericardite sono elettrocardiogramma (alterazioni