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Il Lazio: un mosaico di regioni unite dalla capitale
Il Lazio si manifesta come un mosaico, realizzato con tessere di altre regioni (i confini con le altre regioni sono sfumati e sfuggenti: ad esempio, nella Maremma romana permangono evidenti caratteri toscaneggianti), ma unito dall'azione di coesione esercitata dalla capitale. Il peso di Roma ha impedito agli altri centri di assumere dimensioni e caratteri urbani più consistenti. Un forte incremento demografico Negli ultimi 50 anni la popolazione laziale è cresciuta di oltre il 50%. Tra gli anni '50 e '70 si è avuto un vero e proprio balzo: generale crescita economica (boom economico), tassi di natalità elevati, flussi migratori verso Roma da altre regioni dell'Italia centrale e meridionale. Dal 1981 l'incremento invece è stato più modesto: i tassi di natalità sono divenuti molto bassi e le migrazioni interne si sono affievolite. Dalla metà degli anni '70 nel comune di Roma l'aumento della popolazione si.èridimensionato fino ad arrestarsi. Invece, si è registrato un avanzamento intorno a Roma enella fascia costiera. Si è trattato però di un'evoluzione non programmata: non si sonoprodotti dei centri alternativi che potessero decongestionare Roma, ma dei quartieri-dormitorio che alimentano ancora di più il pendolarismo.
I pesi demografici delle province laziali
Al censimento del 1871 la distribuzione della popolazione nel territorio laziale risultavameno sbilanciata. Soprattutto a partire dal 1950 si registrano:
- l'esplosione demografica di Roma (ma negli ultimi decenni la popolazione sembra– essersi stabilizzata)
- lo spopolamento della montagna reatina– la progressiva perdita di peso demografico della provincia di Frosinone– il popolamento dell'area pianeggiante pontina, che per lunghi secoli è stata quasi– disabitata, ma dalla bonifica ha attirato la popolazione. Lo slittamento verso la costa èun
montagna.
L'immigrazione straniera
Se la migrazione interna verso Roma si è progressivamente ridotta, emerge con forza l'immigrazione straniera, che nel prossimo futuro sarà in progressivo aumento (sia per la debolezza del movimento demografico interno, sia per la pressione crescente esercitata da gruppi che non trovano nei rispettivi Paesi d'origine situazioni soddisfacenti).
L'immigrazione straniera sta garantendo il ricambio della popolazione, che in Italia vede più morti che nascite. Sul mercato del lavoro, la presenza straniera è sempre più rilevante, perché gli immigrati si concentrano nella fascia d'età tra i 15 e 44 anni.
Rispetto al genere, nel Lazio le donne immigrate sono di più rispetto agli uomini. È interessante perché tra le donne si registrano più spesso punte di eccellenza che sfociano verso l'imprenditoria.
Rispetto all'etnia, particolarmente sostenuto è
l'incremento degli immigrati rumeni. Note economico-territoriali Nell'economia laziale, Roma ha assunto un ruolo egemone. Esiste una sproporzione con le altre province nella quantità e qualità dei servizi offerti. Anche la rete delle comunicazioni è impostata con queste caratteristiche: alcune propaggini che da Roma si indirizzano verso Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina. Sono dunque necessarie delle arterie indirizzate in senso est-ovest. Di rilievo è il completamento della Orte-Civitavecchia (strada statale "umbro-laziale"): che, unita all'autostrada (all'altezza del casello di Orte), consentirebbe il collegamento tra il porto di Civitavecchia e l'area industriale di Terni. L'economia romana è incentrata nel settore dei servizi. Allo strapotere economico romano seguono: - Latina, con attività industriali e agro-industriali - Frosinone, con "storiche" industrie manifatturiere - Viterbo, perL'edilizia restaurativa dei centri storici e le specializzazioni florovivaistiche (dovute alle Facoltà di Beni culturali e Agraria) - Rieti è la provincia più arretrata dal punto di vista economico.
4. Suggestioni letterarie dei paesaggi laziali
Premessa
L'opera di Giudo Piovene rappresenta un raccordo tra letteratura di viaggio e reportage giornalistico. Piovene intraprese, per incarico della RAI, un viaggio in Italia che durò tre anni (1953-56) e lo vide attraversare le varie province di tutte le regioni, per tracciare un affresco della situazione italiana alle soglie del boom economico degli anni Sessanta.
Il Lazio del nascondimento: la saturnia tellus e il carsismo ipogeo
CESARE RIPA "Iconologia" (repertorio di immagini allegoriche, pubblicato con un ricco corredo di xilografie nel 1603): rispetto a quelle delle altre regioni, la rappresentazione allegorica del Lazio è l'unica a contenere due figure.
(unafemminile e una maschile), che esprimono il rapporto inscindibile tra Roma e ilLazio.
Alcuni scrittori latini identificavano l'etimologia del "Latium", anziché nell'aggettivo"latus" (territorio ampio e piano), nel verbo "latere" (nascondersi). Rifacendosi almito, Cesare Ripa raffigura Saturno che (spodestato del trono sull'Olimpo dalfiglio Giove) si nasconde in una grotta. In mano regge una falce, perché secondo ilmito Saturno insegnò l'arte dell'agricoltura agli antichi abitanti del Lazio. Sopra lagrotta, è seduta una donna: la personificazione di Roma, gloria del Lazio.
I monti del Lazio meridionale sono ricchi di grotte (carsismo ipogeo): es. grotte di Pàstena.Ma non manca il carsismo epigeo: la superficie di molti rilievi laziali appare brulla e"biancheggiante" di calcari: es. i monti che i Romani, colpiti dal biancore delle roccecalcaree chiamarono Monti Lepini =
“monti di pietra” (lapis = pietra). L'acqua, “inghiottita” dalla roccia calcarea dei Lepini, riemerge a Ninfa: attorno al fiume e al lago di Ninfa si è costituita l'omonima oasi naturalistica.
GUIDO PIOVENE: Prima della bonifica, Ninfa si specchiava nella palude. Ora il parco è uno dei luoghi più belli del Lazio, dove una flora quasi tropicale si mescola a quella nostrana.
Strapiombi di rocce, fenditure e caverne: il mistico rifugio di santi e anacoreti. Lo storico FERDINAND GREGOROVIUS racconta che Benedetto da Norcia, intorno all'anno 500, decise di vagabondare per i monti Simbruini (a Subiaco), e vivere in una caverna rocciosa, in contemplazione. Uscito dalla grotta, Benedetto formulò la Regola dell'ordine benedettino (poi codificata a Montecassino), dividendo i confratelli in 12 piccoli conventi, nella stessa valle, immersi nella solitudine delle rocce. Dove l'orizzonte è chiuso dalle rocce,
È possibile spaziare con il pensiero eliberare lo spirito. Anche San Francesco d'Assisi scelse luoghi impervi e rocciosi, per ritirarsi dal mondo.
GUIDO PIOVENE: la Conca Reatina è disseminata di conventi e santuari, che segnano il diffondersi del francescanesimo dall'Umbria verso Roma. La Valle di Rieti era chiamata "Valle Santa". Nel Natale del 1223, San Francesco si fermò a Greccio, dove volle far rivivere ai compagni e ai fedeli la scena della nascita di Gesù, con un vero asino, un vero bue, veri pastori, e secondo la leggenda il vero Bambino Gesù apparve per miracolo. Fu il primo presepe, che inaugurò un'usanza diffusa poi nel mondo cristiano.
A lungo la leggenda popolare ha creduto che la roccia si fosse lasciata plasmare dal santo, ed ha visto nelle rocce le "impronte" di mani, piedi, ginocchia, testa.
Nascondimento "necropolitano": il paesaggio etrusco del tufo
Nella Maremma laziale, in
provincia di Viterbo, le emissioni degli apparati vulcanici dei monti Volsini, Cimini e Sabatini hanno generato uno spesso strato di ceneri e lapilli, che ha costituito banconi tufacei. Gli Etruschi vi hanno scavato un'infinità di loculi, creando vere e proprie città dei morti sotterranee. Le più famose sono le necropoli di Tarquinia e Cerveteri. TARQUINIA: la necropoli è interamente sotterranea, all'esterno si vedono solo campi aridi. Cardarelli (nato a Tarquinia e vissuto a Roma): un tempo quelle campagne erano coltivate, ora il terreno è stato colonizzato da piante "pioniere" (come gli asfodeli) che attecchiscono facilmente sui suoli degradati). Goethe: i banconi tufacei, intagliati dai corsi d'acqua, hanno formato singolari monti e rupi; oggetti pittoreschi, rocce sospese, accidentalità del paesaggio. Dalle colate laviche alla gita ai Castelli L'apparato vulcanico più importante del Lazio èIl Vulcano Laziale (“Colli Albani”,“Castelli romani”). Un'intensa colata da questo complesso vulcanico causò lo sbarramentodell'antico corso del Tevere: la brusca deviazione del fiume verso ovest contribuì adeterminare il sito su cui sarebbe sorta Roma. Dalla lava sono stati poi ricavati i famosi“sampietrini”, che oltre Piazza San Pietro (da cui il nome) pavimentano molte strade delcentro storico.
Ma il Vulcano Laziale non ha mai rappresentato per la popolazione una minaccia: perciònon è stato vissuto come apparato vulcanico.
Espressione della percezione popolare dei Castelli romani è la canzone “Gita a liCastelli”, conosciuta anche come “Nannì”, scritta nel 1926 da FRANCO SILVESTRI eresa celeberrima da Ettore Petrolini.( con riferimento alla sagra dell'uva di Marino).
→Fascino di un paesaggio scomparso: le selve di Circe e le paludi costiereacque della palude mortifere,
infauste→acque sorgive limpide, metafora di vita e purificazione