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Definiamo un orizzonte pedologico come uno strato ben identificato di suolo; vengono

tipicamente distinti usando lettere maiuscole:

-O: orizzonte organico, ha uno spesso di 3-4cm ed è, se presente, lo strato più superficiale. Si

distingue in O2 che è costituito da resti animali e vegetali e O1 che è costituito da materia organica

che inizia a subire mineralizzazione.

-A: spesso circa 18 cm, è scuro e ricco di sostanza organica (Hummus); è sede iniziale dei processi

di dilavamento, infatti è poroso.

-E: formato soprattutto da sabbie, ha subito eluviazione, per cui i suoi materiali vengono spostati

verso il basso.

-B: è un orizzonte illuviale, dove avviene il deposito e l’evaporazione di acqua e Sali; qui arrivano

le radici più profonde delle piante.

-C: costituiti da roccia alterata.

-R: costituiti da roccia inalterata, ovvero la roccia madre, o substrato.

Esistono anche orizzonti che possono manifestare contemporaneamente caratteristiche di due

orizzonti tra loro adiacenti, per cui vengono detti di transizione.

Classificazione dei suoli (Soil Taxonomy)

La soil taxonomy pone innanzi tutto alcuni concetti fondamentali:

-La classificazione di un suolo non deve basarsi solo su parametri geologici o climatici;

-Il sistema dev’essere oggettivo e aperto all’inserimento di nuovi elementi;

-Il sistema non dev’essere definitivo;

-Le proprietà dei suoli devono essere osservabili e misurabili;

-Si deve porre un sistema gerarchico;

-Le caratteristiche usate ai fini della classificazione possono essere strettamente pedologiche o

derivanti da altre discipline purchè siano attendibili;

-la presenza o l’assenza di un orizzonte diagnostico può determinare la posizione gerarchica di un

suolo;

-Il sistema dev’essere organizzato in modo tale da permettere un facile riconoscimento di aree

interessate dai diversi suoli.

Pedon e Polipedon:

riguardo il Pedon, è stato introdotto per poter definire una superficie minima occupata da un

suolo per poterlo descrivere assieme ai suoi orizzonti e alla sua variabilità; ha come limite

inferiore un non-suolo (acqua, roccia o permafrost) e come limiti laterali altri pedon adiacenti.

Il Polipedon è un entità individuabile in campo, costituita da più pedon adiacenti molto simili tra

loro, con limiti dati dal non-suolo o da altri polipedon con caratteristiche molto differenti.

Orizzonti diagnostici:

sono strati di suolo più o meno paralleli alla superficie, caratterizzati da precise proprietà chimico-

fisiche. Sono sempre differenziabili tramite misurazioni sul campo o analisi di laboratorio. Se ne

distinguono due gruppi:

-Epipedon: si forma sulla superficie del suolo o nelle sue immediate vicinanze; risulta scuro per la

presenza di sostanza organica ed è soggetto a eluviazione. Può generarsi inoltre dall’azione

antropica (azione antropica) (plagen) o essere trovato in profondità come suolo sepolto o come

paleosuolo (suolo antico);

-Orizzonti diagnostici di profondità: sono il risultato di processi di alterazione o di illuviazione;

possono anche essere osservati in superficie in seguito a processi erosivi.

Epipedon:

nella soil taxonomy sono riconosciuti i seguenti epipedon:

-Antropico: di colore scuro o molto scuro e molto spesso, di uso agricolo;

-Folistico: formato da uno o più orizzonti (strati), costituito da sostanza organica e spesso circa 20

cm;

-Histico: tipico di ambienti freddo umidi (quote alpine) con spessore tra 20-60cm;

-Melanico: scuro, spesso non meno di 30 cm e tipico di aree freddo-umide. Si sviluppa a partire da

rocce effusive e mostra presenza di Hummus (strato ricco di sostanza organica).

-Plaggen: orizzonte artificiale, con spessore non inferiore a 50 cm; si origina dall’accumulo di

sostanze organiche da parte dell’uomo (ed. paglia o letame).

Gli Epipedon più comuni in Sardegna sono:

-Mollico: molto soffice e scuro, ricco di sostanza organica;

-Ochrico: colore pallido, può presentare qualsiasi colore o spessore;

-Umbrico: scuro, simile al mollico ma con differenza nella saturazione in basi (inferiore al 50%). In

sardegna è tipico di aree boschive e di macchia non degradate.

Orizzonti diagnostici di profondità:

la loro origine è legata a processi di trasporto e deposito di materiali in soluzione:

-Agrico: illuviale, si forma al di sotto degli orizzonti coltivati; presenta depositi di limi, argille e

Hummus nei canali scavati dagli anellidi.

-Albico: bianco, eluviale, privo o quasi di argille; il colore è dovuto a particelle di sabbia o limi

residui.

Gli orizzonti diagnostici di profondità più comuni in Sardegna sono:

-Argillico: illuviale, tipico di ambienti con precipitazioni stagionali. È l’orizzonte illuviale più comun

in Sardegna. Si riconosce dal colore giallastro o bruno-rossastro, con assenza totale o quasi di poli.

-Calcico: illuviale, si genera dall’accumulo di carbonato di calcio in seguito a evapotraspirazione. È

sempre osservabile al’interno di un orizzonte argillico oppure a contatto con questo e gli orizzonti

C e R impermeabili. Spesso non meno di 15 cm.

-Cambico: è l’orizzonte diagnostico di profondità più comune in Sardegna; la sua genesi è legata a

processi di alterazione del substrato. Possono presentare qualsiasi colore o spessore;

rappresentano la prima fase della genesi degli orizzonti argillici.

Livelli della Soil Taxonomy:

sono previsti 6 livelli:

-Ordine: ne sono previsti 12. L’attribuzione di un suolo a un ordine si basa sulla presenza o assenza

di un particolare orizzonte diagnostico;

-Sottordine: sono in numero variabile; si differenziano i suoli in base al loro regime di umidità o

sulla presenza di orizzonti diagnostici non riscontrati a livello dell’ordine;

-Grande gruppo: si considerano proprietà diagnostiche non rilevate ai livelli superiori;

-Sottogruppo: stesse considerazioni del livello precedente;

-Famiglia: classifica un suolo in base alle caratteristiche locali come granulometria (misura dei

pezzi di roccia), mineralogia, temperatura e profondità;

-Serie: rappresenta il suolo così come viene descritto in campo, per cui coincide con il polipedon

ed è la base per la sua ricostruzione cartografica.

Le regole di nomenclatura:

la nomenclatura della Soil Taxonomy ha degli obiettivi per semplificare la classificazione:

-Svolgere una funzione di richiamo mnemonico (ovvero che al nome associ la sillaba chiave) delle

caratteristiche principali di un suolo e delle sue proprietà;

-Mantenere tali proprietà senza creare disordine a livello di lingue, in modo da mantenere un

linguaggio comune a tutti.

Per raggiungere tali obiettivi, gli autori si sono proposti l’utilizzo di sillabe chiave almeno per i

primi quattro livelli:

1) Ordine: il nome è costituito da una parola mnemonica a cui si aggiunge il suffisso sols

(suolo).

2) Sottordine: si aggiunge come prefisso una seconda sillaba mnemonica, che richiama le

proprietà principali del sottordine.

3) Grande gruppo: al nome del sottordine viene aggiunta una sillaba chiave prefissa che

richiama la proprietà principale del grande gruppo.

4) Sottogruppo: è ottenuto mediante un’aggettivo qualificativo prefisso al nome del grande

gruppo: Lithic (sempre inferiore a 50 cm) e Typic (sempre superiore a 50 cm).

5) Famiglie: si aggiunge al nome del sottogruppo una serie di aggettivi che qualificano le

proprietà del suolo non considerate ai livelli precedenti (es. temperatura, profondità ecc.);

le suddette proprietà sono 9, per cui il numero di aggettivi non è mai superiore ad esso.

6) Serie: il nome della serie è in generale quello della località dove il suolo è più diffuso o più

rappresentativo. Si possono usare anche nomi di fantasia.

Regimi di umidità e temperatura del suolo

Il primo è utilizzabile a fini tassonomici, sino al livello del sottogruppo, il secondo per la

determinazione della famiglia. La determinazione può essere fatta con misurazioni dirette , ma ciò

provoca tempi di elaborazione molto lunghi; tale difficoltà viene superata dall’utilizzo di stazioni

termopluviometriche. In Sardegna queste stazioni non si trovano al di sopra dei 1000m per cui le

caratteristiche pedoclimatiche di tali luoghi vengono ipotizzate sulla base di vegetazione,

condizioni di umidità del suolo ecc.

Regime di temperatura nei suoli:

deve essere determinato alla profondità di 50 cm. La temperatura del suolo varia nei diversi

orizzonti e nello stesso orizzonte è legata ai diversi momenti della giornata o della stagione.

Le oscillazioni giornaliere e stagionali sono influenzate da diversi fattori quali esposizione,

contenuto in umidità del suolo, colore degli orizzonti superficiali ecc.

Le misurazioni hanno indicato una stretta correlazione tra la temperatura atmosferica e quella del

suolo, per cui si è inoltre evidenziato che ciascun pedon ha un proprio regime di temperatura i cui

valori possono essere anche molto diversi tra pedon adiacenti.

La Soli Taxonomy propone quindi i seguenti regimi di temperatura del suolo:

-Pergelico: temperatura media annua < 0°C

-Cryco o Gelico: temperatura media annua tra 0 e 8°C

-Frigido: temperatura media annua < 8°C

-Mesico: temperatura media annua tra 8 e 15°C

-Termico: temperatura media annua tra 15 e 22°C

-Ipertermico: temperatura media annua > 22°C

Nel caso in cui la differenza tra media estiva e invernale sia < 5°C i regimi sono preceduti dal

prefisso iso-

Regime di umidità nei suoli:

in ambiente mediterraneo, caratterizzato dalla stagionalità delle precipitazioni, è il contenuto

idrico del suolo ad essere il fattore maggiormente limitante all’uso agricolo. La determinazione del

regime di umidità, ha nei nostri ambienti un’importanza ben superiore a quella tassonomica. Esso

indica il numero di giorni in cui, nell’arco dell’anno, il suolo è asciutto, umido o in una condizione

intermedia. La penetrazione d’acqua nel suolo è indice di numerosi fattori:

-Tessitura del suolo;

-contenuto in scheletro, ovvero gli elementi più o meno grossolani;

-Porosità;

-Presenza di crepe e fessurazioni;

-Sostanza organica, che può assorbire e trattenere grandi quantità d’acqua;

-Sali ed elementi minerali.

Per ovviare al problema della determinazione di una profondità standard per il controllo di questo

regime, la soil taxonomy introduce il concetto di sezione di controllo dell’umidità del suolo (MSC).

Un altro parametro da considerare è la determinazione della quantità d’acqua che il suolo è

effettivamente in grado di immaganizzare per renderli di

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
10 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/14 Pedologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Antony1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Madrau Salvatore.