Riassunto esame Storia della pedagogia, prof. Volpicella, libro consigliato Storia della pedagogia, Dewey
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
Franco Cambi e la sua tesi sostiene, che nel corso degli anni '20 , '30 ed oltre, il pensiero di
Dewey raggiunse la massima maturità e la più ampia complessità, contrassegnata tanto dal
naturalismo critico quanto dallo strumentalismo.La democrazia rimane uno dei temi centrali nel
discorso deweyano, divenendone il telos della pedagogia/educazione. Dewey affronta una
riflessione sul rapporto tra pedagogia e politica e soprattutto i primi 9 capitoli di Democracy and
Education delineano con forza questa immagine sociale e politica della pedagogia dove
l'educazione è fulcro di una "funzione sociale", attività di "direzione", un processo di "crescita",
che canalizza l'esperienza orientandola al futuro, un futuro sociale , dove l'educazione guarda ad
un modello democratico, capace di cooperare a scopi di bene comune. L'individuo deve essere
formato alla democrazia, e prima di tutto, attraverso il pensiero, a quella intelligenza che è fattore
di costruzione sociale e di identità personale e che va sempre più nutrita di una "logica
dell'indagine" e di una "teoria dell'esperienza", in modo da far emergere soggetti attivi e
responsabili, creativi e critici rispetto al contesto storico e sociale in cui si trovano a vivere.
Soggetti così costituiti, liberi e cooperativi, creativi e responsabili, atti a vivere in democrazia e
ad alimentarla, sono i veri protagonisti del controllo sociale su Istituzioni e Stato, controllo che si
esercita attraverso l'opinione pubblica. Dewey riconosce che questo ruolo del Pubblico è prima di
tutto morale, ed è qui che l'educazione si innesta nel suo ruolo chiave e duplice, critico e
cognitivo, facendosi così centrale il ruolo della scuola.
Nel 1938 esce Experience and Education, nel 1940 Education Today, nel 1946 Problems of Men:
opere che costituiscono un ' aggiunta a Democracy and Education, riarticolandone temi e motivi
e ponendone in luce una più complessa dialettica, teorica e politica dell'educazione e della
pedagogia, curvando il tutto in senso più etico-politico, riaffermandone l'urgenza della crisi
profonda nel mondo contemporaneo. Sono i temi deweyani , che riconoscendo nel tempo della
grande Crisi Mondiale (anni'39-'45) l'educazione "come salvezza", se essa si accorda e si integra
con la politica, se interagisce e viene a guidarla, diverrà il fine di un "nuovo ordine sociale".
Due punti importanti saranno affrontati:1) La scienza come strumento-modello di democrazia,
dove si possa accordare scienza educazione e democrazia, dando vita ad una intelligenza e una
partecipazione attiva e organica. 2) La scuola come motore per lo sviluppo di questa intelligenza
e della collaborazione. Preti si chiederà però maliziosamente: "Chi educherà gli educatori?"
La democrazia come modo di vita (di Ruth Anna Putnam) p. 177-191
In occasione di un banchetto in onore del suo ottantesimo compleanno, nel 1939, John Dewey
disse: “ abbiamo avuto l’abitudine di pensare alla democrazia come un tipo di meccanismo
politico che funzionerà a condizione che i cittadini siano fedeli nell’adempiere i doveri politici”.
Ma egli continuò dicendo che ciò non è abbastanza, e che la democrazia è un modo di vita
individuale. Da notar bene che Dewey non postula però due traguardi, ovvero il benessere
generale e lo sviluppo individuale, per Dewey sono conciliabili. La democrazia sottolinea Dewey
è messa però in pericolo da due lati : l’eccessivo individualismo nella forma del capitalismo del
“laissez faire” da un lato, e il collettivismo dall’altro. Il capitalismo del laissez faire, osservò
Dewey, tende a proteggere la libertà del ricco e del potere alle spese di quella del povero e del
debole. Il collettivismo tende a bloccare le iniziative individuali. Il pensiero fondante di Dewey
risulta allora questo : “ Il progresso sociale si basa sulla capacità degli individui di sviluppare un
“giudizio intelligente” e “il coraggio morale” , e il fine sta nella forza di tradurre quel giudizio in
azione intelligente, la società in tutto questo deve fornire le condizioni in cui questi giudizi
possono aver luogo. Ruth Anna Putnam sottolinea che Dewey rifiuta la visione di una democrazia
semplicemente come forma di governo, ma deve essere intesa idealmente come individualità,
dove tutti, a prescindere dalla moralità di uso comune, dagli ambienti culturali , imparare ad
essere critici di quella stessa moralità, ed avere l’opportunità di criticare e riflettere nelle
questioni pubbliche, ciò significa partecipare alla costruzione del bene comune. Queste
riflessioni caratterizzano il saggio The Ethics of Democracy, qui si trova la consapevolezza
dell’autore dell’enorme abisso economico fra le classi sociali, la democrazia politica e sociale
privava il povero della piena possibilità di sviluppo morale . Dewey, vedeva come cura, come
formula, la vita associata, dove il pubblico, l’organizzazione, siano promossi in modo tale da
eguagliare l’opportunità per tutti. L’educazione , intesa come filosofia dell’educazione, nella
visione pragmatica di Dewey, servirebbe a superare i dualismi : tra mente e corpo;tra teoria e
pratica, etc. Questi dualismi nella concezione deweyana riflettono dei dualismi sociali di padrone
e schiavo, di capi e lavoratori, di ricco e povero. L’educazione come Dewey la prospetta,
supererebbe questi dualismi sradicando le barriere tra classi socio-economiche, fra governanti e
L'impedimento maggiore al pieno esplicarsi della scientificità e del senso
governati.
comune deriva dal peso che esercitano su di esso l'autoritarismo e il dogmatismo delle
filosofie tradizionali. La concezione del conoscere come mera contemplazione e la
svalutazione del mondo della pratica e del lavoro, che è caratteristica di queste filosofie,
ha le sue radici, secondo D., in determinate condizioni economiche e sociali. Interprete
delle più alte tradizioni democratiche americane e, in particolare, dello spirito del New
Deal rooseveltiano, la filosofia di D. è permeata dell'idea che democrazia e scienza sono
due aspetti complementari di una stessa realtà. Come la fede democratica ha infatti la sua
radice nell'idea della perfettibilità dell'uomo, nella convinzione cioè che l'uomo può
migliorarsi e correggersi con l'esperienza, la scienza presuppone, a sua volta, una società
democratica e libera in cui il ricambio e la circolazione delle idee non siano ostacolati né
da pregiudizi di casta né da privilegi sociali.
I pricìpi filosofici di John Dewey e la globalizzazione post-moderna (venti tesi) di
Nikita Pokrovsky p. 221-229
Nei paragrafi di apertura di Democracy and Education, John Dewey, tra la sua teoria sociale
mette in rilievo tre concetti fondamentali: continuità-trasmissione-comunicazione. 1) la continuità
è un continuo riadattamento dell’ambiente ai bisogni degli organismi viventi. 2) La trasmissione,
è il trasmettere un patrimonio esperenziale alle generazioni successive. 3) La trasmissione
avviene per via della comunicazione Continuità, trasmissione,e comunicazione sono i mezzi di
sopravvivenza della società moderna, e richiedono che la crescita dell’esperienza umana proceda
senza interruzioni. Una concezione quindi “funzionalista” (secondo Robert Merton) che vede
ogni tipo di esperienza, ogni costume, ogni oggetto materiale, come funzioni vitali di un dato
sistema. L’esperienza umana oltremodo può avere sia conseguenze funzionali che disfunzionali.
Le funzioni come fattori di continuazione dell’esperienza, mentre le disfunzioni conducono ad
una interruzione di trasmissione e comunicazione all’interno dell’esperienza umana.
Nasce una nuova ipotesi dalla teoria della globalizzazione, ovvero si ha una visione prospettica,
in base alla quale l’industrialismo occidentale e le democrazie liberali avrebbero assorbito e
trasformato le strutture del “Comunismo dell’est”, quindi le economie occidentali, la politica e la
cultura, avrebbero assoggettato le istituzioni sociali comuniste. Ciò avrebbe condotto ad una
“società mista” che combina funzionalmente tutti gli aspetti positivi di entrambe le mega-strutture
sociali. Ma entrambe le strutture, ignorano in modo analogo il significato della conoscenza e del
bisogno sociale, fatto che va contro il principio di continuità e comunicazione di Dewey. Ciò
mostra quanto entrambi i sistemi siano totalmente disfunzionali per la sopravvivenza del sistema
di vita del genere umano. Il perdurare della condizione di fragilità delle strutture sociali significa
interruzione dell’esperienza umana e colloca parallelamente il processo di globalizzazione. Tutto
ciò porta a delle strutture “irrazionali” ovvero disfunzionali, che creano un nuovo conflitto
subdolo , nascosto e insidioso. Per Dewey la resistenza all’irrazionale dovrebbe essere
organizzata nei ed attraverso i gruppi esistenti di professionisti interessati. Stabilendo un libero e
continuo flusso di informazione (razionale)tra gruppi professionali (intellettuali) , sarà così
possibile costruire una barriera contro l’irrazionalità disfunzionale.
John Dewey e l’Educazione Progressiva 1900-2000. “ Scuola e Società rivisitata
nell’era della rete globale” (di Leonard J. Waks) p. 231-247
Cento anni fa John Dewey tenne tre conferenze a Chicago, la revisione e trascrizione di queste a
livello stenografico fu pubblicata sotto il titolo di The school and Society (1899) (pubblicazione
datata 1900). Varie domande pose Dewey nelle conferenze: 1) Come comprendere i nuovi
orientamenti educativi, riflessi nel contesto sociale dove l’educazione deve essere in linea
parallela con il cambiamento della società industriale? 2) Come guidare questi orientamenti in
linea con le nostre idee sociali democratiche?
1)La produzione industriale imbriglia le forze della natura su larga scala e in modo economico,
creando mercati globali per i beni industriali americani. Questo sistema aveva raccolto nelle città
industriali dell’America persone provenienti dalle zone più lontane della terra. Esso sostituì il
sistema di produzione basato "sull’organizzazione familiare e di vicinato", in cui ogni membro,
inclusi i bambini molto piccoli, avevano compiti definiti. Il sistema famiglia addestrava così i
bambini alle realtà di responsabilità sociali della vita. L’introduzione del sistema industriale
smantellò la funzione produttiva delle famiglie e del vicinato, solo le scuole rimanevano
disponibili come agenzie per procurare conoscenze di base nell’esperienza del mondo reale e
nella responsabilità sociale. La scuola si fa garante dei quattro istinti vitali : sociale, intellettuale,
costruttivo ed espressivo, ora non più impiegati in famiglia come fonte di occupazione. La
caratteristica “sociale” delle occupazioni è il fatto “fondamentale”, e la scuola è paragonabile ad
una “società allo stato embrionale”. Un’educazione “progressiva “ quindi che fosse in grado
come fine di garantire una funzionalità sociale, ma ciò era possibile nella visione deweyana da
una necessaria trasformazione della scuola, per renderla una agenzia di ricostruzione sociale e
democratica, contro un modello passato di scuole inadeguate ed adeguate solo per la
massificazione meccanica dei bambini, uniformata nei curriculum e nel metodo, ecc. Quindi le
strutture fisiche ed organizzative dell’istruzione scolastica appaiono inadeguate rispetto alla
situazione emergente di distribuzione e utilizzazione della conoscenza. Così il problema centrale
dell’educazione dell’era industriale,era quello di far incontrare la natura interiore del bambino
con le obiettive domande dell’ambiente naturale e sociale, dove la crescita industriale forniva un
mercato in espansione per il lavoro manuale. Il fondamento della pedagogia deweyana risiede
nella teoria dell'interesse, posto in intima interrelazione con il concetto di sforzo: «lo sforzo senza
interesse è pratica da lavoro forzato, ma l'interesse che non suscita sforzo non è interesse vero»
(Visalberghi). Il concetto d'interesse, inoltre, è al centro della concezione deweyana della scuola
come vita. Per D. non c'è scuola attiva senza presenza del lavoro incentrato sull'interesse.
L'educazione è «attiva» in quanto «formatrice di attitudini atte ad adeguare plasticamente
l'individuo alle sempre rinnovantisi condizioni ambientali e in quanto promotrice di maturità
critica e di spirito d'intrapresa».. Lo sviluppo adeguato del processo educativo è reso possibile
dall'assetto democratico, fuori da ogni divisione classista e da ogni chiusura nazionalistica. La
concentrazione industriale e la divisione del lavoro, emarginando la funzione produttiva della
famiglia, hanno reso impossibile la partecipazione e l'interesse dei ragazzi ai processi di
produzione.
Dewey nel 3° capitolo di The School and Society fornisce dei modelli correttivi sulla scuola,
basandola “sul lavoro di scuola sperimentale”. Le aree di interesse pratico (tessili, negozi, cucine)
sono al confine della struttura scolastica ed il suo ambiente naturale. Tali aree sono raggruppate
intorno alle nuove aree di insegnamento e apprendimento che sostituiscono le tradizionali classi
in cui si ci limitava a ripetere la lezione. Nonostante la considerevole influenza di Dewey, sugli
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunto per l'esame di Storia della pedagogia, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Storia della pedagogia scritto da Dewey. Con analisi dei seguenti argomenti: nascita ed evoluzione della pedagogia deweyana, la concezione dell'educazione proposta da Dewey, la filosofia deweyana (filosofia, educazione, politica), l'importanza dell'uguaglianza morale, l’educazione per la democrazia e la democrazia nell’educazione (itinerari politico-pedagogici), la globalizzazione post-moderna.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Bari - Uniba o del prof Volpicella Anna Maria.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato