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Pedagogia sperimentale, esame di pedagogia sperimentale, prof. S. Colazzo, Elementi di Pedagogia Sperimentale Pag. 1
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PEDAGOGIA SPERIMENTALE

L’esordio della pedagogia sperimentale risale intorno alla fine dell’ ‘800 e inizi ‘900 a seguito dell’influenza esercitata

da 4 correnti intellettuali:

1. Paradigma positivista: adozione di procedure strutturate sul modello delle scienze naturali e della statistica;

2. Diffusione della teoria evoluzionistica: presupposto allo “studio scientifico del fanciullo”, nuove scienze

ausiliari come antropometria e eugenetica;

3. Nascita della psicologia sperimentale (Lipsia, Wundt 1879);

4. Studio scientifico sull’impiego dei test.

In Europa troviamo come massimi esponenti: Ernest Meumann e Wilhelm August Lay (Germania).

Entrambe giunsero contemporaneamente a formulare l’espressione “pedagogia sperimentale” (anche se già in

circolo), ma i due diversi modi di intendere il rapporto tra pedagogia e sperimentazione e i due diversi modelli di

sperimentalismo educativo, li portarono a scontrarsi e separarsi definitivamente.

Dalla pedagogia sperimentale alla pedagogia integrale:

Lay, educatore e insegnante di scienze naturali, rivolge maggior interesse per questioni METODOLOGICHE –

DIDATTICHE. La pedagogia sperimentale assume i tratti di una “PEDAGOGIA INTEGRALE”, cioè una “nuova pedagogia”

costruita su osservazione (serve a mettere in luce e a correlare le circostanze nelle quale un fenomeno appare),

esperimento (obbiettivo è ricongiungere le due anime della pedagogia, descrittiva e normativa) e statistica (stat.

pedagogica: estende i risultati e le misurazioni condotte su singoli soggetti all'intero universo; osserv. stat. collettive:

metodo d’indagine impiegato x lo studio di fattori interni ed esterni). Quindi oggetto di studio è il gruppo – classe,

contesto nel quale le dinamiche di interazione e apprendimento risultano condizionate da rapporti di reciprocità tanto

da richiedere esperimenti di massa.

Differenze tra vecchia e nuova pedagogia:

La vecchia o tradizionale pedagogia di Herbart riconosce esclusivamente la psicologia e l’etica come scienze ausiliari.

Mentre la pedagogia sperimentale si fonda sulla logica multidisciplinare (sc. biologiche e filosofiche, fisiologia,

ecologia, psicologia, psichiatria, economia, etica e religione). Se la vecchia pedagogia vede gli esiti della ricerca come

conclusivi e quindi teorie finali con fini e metodi, la nuova se ne avvale considerandoli come ipotesi da sottoporre a

verifica attraverso: osservazione sistematica, statistica ed esperimento. Quindi Lay intende sottolineare che la

differenza tra vecchia e nuova è che quest’ultima prevede un approccio più puntuale e universale consentendo una

condivisione democratica degli esiti della ricerca.

L’intera architettura pedagogica di Lay si basa sul principio di azione, da cui deriva l’idea di Tatschule, riferita al

rapporto di reciprocità che si crea tra individuo e ambiente, alla luce della quale l’allievo diviene protagonista del

proprio percorso formativo, ma in posizione passiva rispetto alle sollecitazioni offerte. Quindi egli si fa portavoce di

una pedagogia dell’azione, della scuola attiva. La sinergia tra pensiero e azione pratica, scientifica, tecnica e artistica

(caratteri della scuola attiva) maturano le condizioni di evoluzione della conoscenza.

Sperimentalismo scientifico e Meumann:

Meumann, professore in pedagogia e filosofia, attratto dalla psicologia si reca a Lipsia divenendo allievo di Wundt.

Egli, influenzato dalle esperienze di ricerca condotte nel contesto del laboratorio di psicologia sperimentale, configura

la pedagogia come “INVESTIGAZIONE SUI FATTI” da porre accanto ad una pedagogia sistematica. Secondo tale

principio, attività di ricerca e costruzione di un sistema coerente di teorie costituiscono due campi separati. Oggetto di

studio: è il singolo alunno isolato nell’ambiente artificioso del laboratorio invece che a scuola. Esso diventa di

conseguenza oggetto di critica in quanto crea un ambiente e una situazione artificiale, perdendo di vista il mondo

concreto del fanciullo.

L’opera di Meumann è largamente diffusa in Italia dal saggio di Guido Della Valle su La Pedagogia sperimentale di

Ernesto Meumann, in << Rivista Pedagogica >> pubblicata nel 1908 a firma di Luigi Credaro, fondatore della stessa.

Obiettivo di Della Valle è presentare lo sperimentalismo pedagogico come modello di riferimento per la ricerca

italiana. Sposa, inoltre, la tesi dello studioso, divenuta poi anche di Credaro, per cui la connessione tra psicologia e

pedagogia costituisca presupposto necessario ad ogni pratica di sperimentalismo pedagogico. Della Valle introduce,

quindi, la pedagogia sperimentale di Meumann come un felice connubio tra esperimento teorico e pratica della

scuola. Una nuova pedagogia che intende offrire reale contributo alla pratica didattica soprattutto garantendo libertà

al maestro, premessa necessaria perché egli possa contribuire alla << formazione di personalità libere e morali >>.

LUIGI CREDARO e la diffusione della pedagogia sperimentale in Italia:

È ad Herbart, infatti, che si deve la nascita della pedagogia scientifica (empirica, generale). Egli pone come prima cosa

il problema della pedagogia come disciplina scientifica, autonoma, come sistema strutturato e organizzato e pone le

sue basi nell’etica e nella psicologia. L’autore però si ritrova a rintracciare lo spazio proprio di quella che lui definisce

scienza dell’educazione (pedagogia), collocato tra l’etica (vista come il fine dell’educazione) e la psicologia (che

fornisce i mezzi necessari a raggiungere i fini educativi che ci si pone). Siccome poi educazione e istruzione vengono a

coincidere con la visione di Herbart, il legame tra etica e psicologia (e quindi fini e mezzi) sarà dato essenzialmente dai

contenuti stessi dell’istruzione visti come il riassunto di tutte le precedenti esperienze dell’umanità.

Contributo più originale in teoria dell’educazione è la nozione di istruzione educativa: <<L’istruzione forma dapprima il

complesso delle idee, l’educazione il carattere; l’educazione non è nulla senza l’istruzione>>.

È nel 1869 con l’Associazione della pedagogia scientifica a Lipsia che si segna l’avvio del filone di studi definito

herbatismo. In Italia giunge il neoherbatiano promosso da Ziller, orientamento che fa da sfondo alla nascita ed

all’evoluzione della pedagogia sperimentale.

È l’istruzione educativa a costituire il fulcro dell’intera proposta pedagogica di Credaro, principio su cui si ispira nel

formulare la proposta di riforma e sperimentazione dell’iter formativo degli insegnanti. Nel 1901 nascita

dell’associazione di categoria Unione Magistrale Nazionale (UMN), per l’istituzione delle Scuole Pedagogiche e per la

sperimentazione dei Regi Ginnasi Magistrali (quest’ultimi, intendevano costituire una scuola sperimentale:

valorizzando l’esperienza del tirocinio, l’uso dell’osservazione sistematica del fanciullo, investendo sulla qualità del

percorso formativo; nel 1923 furono soppressi, segnando la fine dello sperimentalismo pedagogico e l’avvio

dell’idealismo, nello stesso periodo il fallimento della pedagogia scientifica).

Nel 1908 inaugura una delle più note riviste italiane di pedagogia, la <<Rivista Pedagogica>>. Essa svolgeva un fine

pratico e concreto: consentire una sistematica riforma della formazione dei docenti e della scuola italiana.

Nel 1910, Credaro, nomina presidente del Consiglio direttivo della Sezione modenese dell’Associazione (UMN) Ugo

Pizzoli, uno dei più attivi promotori della pedagogia sperimentale in Italia.

La pedagogia scientifica in Italia e Ugo Pizzoli:

Ugo Pizzoli, medico, sviluppa un forte interesse per la pedagogia, riconnettendo le due discipline entro il modello

“pedagogia medica”. Istituisce il primo laboratorio di pedagogia sperimentale (1899) a Crevalcore (BO) in Italia, dotato

di impianto elettrico e di numerosi materiali e attrezzature. All’interno di questo laboratorio, Pizzoli e collaboratori

avviano iniziative che, basate sull’osservazione e sperimentazione, intendono costituire le premesse per la “nuova

pedagogia”, modello che coniuga pedagogia sperimentale e speculativa. Questa “nuova pedagogia” è chiamata a

studiare il fatto educativo nelle sue molteplici relazioni con il mondo interno ed esterno. Fulcro della “nuova

pedagogia” è lo studio dell’educando per mezzo anche del noto strumento della carta biografica: esame del profilo

dei caratteri ereditari e delle funzioni sensitive, intellettive, sentimentali e volitive (utilizzo dell’anamnesi e dei test

mentali). Quindi solo la conoscenza approfondita del fanciullo permette di procedere alla riforma dell’istruzione.

Nel 1902 e nel 1903 vengono avviati il primi due corsi di pedagogia scientifica, il primo da Pizzoli e il secondo

inaugurato da Maria Montessori e nel 1904, Pizzoli, avvia il terzo corso a Milano.

L’intento era creare all’interno dell’Istituto itinerari formativi che potessero colmare l’assenza di corsi universitari per

maestri. L’istituto di pedagogia sperimentale viene così chiamata a svolgere 2 funzioni:

1. f. scientifica, volta alla sperimentazione di prassi didattiche e di nuovi sussidi, di esame dei progetti di edilizia

scolastica e di studio dell’organizzazione scolastica;

2. f. didattica, orientata ad aggiornare i maestri sulle recenti acquisizioni psicologiche e pedagogiche.

Con il passare del tempo, Pizzoli, matura l’ide di una Scienza dell’educazione i cui soggetti di studio siano l’uomo in

formazione ed il fatto educativo. Egli, inoltre, sostiene che solo quando cognizioni e fatti saranno all’interno di una

solida cornice pedagogica, sarà allora possibile parlare di pedagogia scientifica. Quindi per scienza dell’educazione fa

riferimento al <<complesso di leggi che debbono condurre l’uomo a vivere in armonia perfetta con tutti i progressi

pratici delle scienze. Solo adattandosi ad essi l’uomo potrà raggiungere la felicità>>.

Nel mutato clima culturale dell’idealismo e del fascismo, in un contesto di studi antropometrici e farneticanti ideali di

“razza pura”, Pizzoli istituisce (1922) il gabinetto “Menafoglio” di psicotecnica del lavoro per l’Orientamento

professionale degli allievi, considerato uno dei più importanti per lo studio delle capacità lavorative dei giovani. Una

modalità che non valorizza l’individuo nella sua integrità, ma lo scompone in segmenti caratteriali connessi a segmenti

lavorativi.

Quindi è con Ugo Pizzoli che la pedagogia sperimentale viene gradualmente accompagnata entro l’idea della filosofia

idealista, commutandosi in scienza antropometrica, per poi spegnersi definitivamente.

Dal

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
4 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/04 Pedagogia sperimentale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fbionda di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia sperimentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Colazzo Salvatore.