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PEI.
PEI: E' un documento dove vengono descritti gli interventi che verrano avviati per l'integrazione dell'alunno
con BES, rappresenta la sintesi di tre progetti: Riabilitativo, Didattico-Educativo e di Socializzazione. In
esso sono indicati gli Obiettivi, Le attività didattiche su misure per l'allievo, facendo attenzione alle sue
esigenze, ai tempi di crescita e ai suoi punti di forza e debolezza.
Il PEI è un documento dinamico, e viene sottoposto a verifiche ordinarie (ogni 3 mesi) e straordinarie. E'
redatto dal personale ASP e dagli insegnanti, in accordo con i genitori.
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Nel nostro agire educativo-didattico quotidiano, qualunque siano gli obiettivi da raggiungere, bisogna
sempre muoversi secondi i "4 piani": Relazione con l'alunno, Dimensione Affettiva, Dimensione
Didattica, Dinamiche di Comunicazione e Mediazione Didattica.
Cornice Relazionale: una relazione buona è significativa è indispensabile per le attività di sviluppo e
apprendimento, se la relazione è carente può portare allo sviluppo di disturbi o problemi, anche gravi. Una
Buona relazione è di "valore" se ha un Valore Positivo Intrinseco e uno Strumentale.
Valore Positivo Intrinseco: è un bene immateriale, una buona relazione valevole in se stessa.
Valore Positivo Strumentale: una buona relazione è anche utile, serve a farci raggiungere degli scopi, a
farci funzionare più efficacemente ( da non confondere con opportunismo).
I due aspetti sono indissolubili. Una relazione è buona solo se lo è per entrambi.
Per far si che una relazione sia buona dobbiamo agire su 3 leve:
• Accettazione Incondizionata e Attribuzione di Valore Positivo ( ci si accetta per quello che si
è, a prescindere da tutto, questa accettazione è accompagnata da un attribuzione di un valore
positivo, l'altro vale almeno quanto me).
• Ascolto Attivo, Conoscenza, Comprensione ed Empatia. (l'ascolto attivo è fatto di attesa
attiva, di un silenzio che permette la comunicazione dell'altro, ascoltare conoscere e comprendere
l'altro attraverso linguaggi anche molto differenti, quelli del corpo, espressivi etc, l'empatia è la
"capacità di sentire" l'altro, L’empatia costituisce un modo di comunicare nel quale il ricevente
mette in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in sé stesso le
esperienze e le percezioni dell'interlocutore ).
• Proattività, Stimolo, Aiuto, Accompagnamento, Aspettative, Azione Orientata, Proposta e
Guida. (Proattività: capacità di reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile, senza
lasciarsi condizionare dalle circostanze. Agire in modo da "aiutare" l'alunno a diventare
autonomo, attraverso azioni costanti e mirate a migliorare autostima, identità e sicurezza
dell'alunno.)
Queste 3 grandi classi di azioni favoriscono a sua volta una sviluppo di altrettante dimensioni psicologiche
positive nell'altro:
• Autostima
• Identità (scoprire se stessi attraverso le relazioni con gli altri)
• Sicurezza (non è tranquillità passiva, ma sentirsi protetti per affrontare i rischi delle relazioni e
degli apprendimenti)
Una relazione si fa sempre piu buona nella misura in cui l'altro ci aiuta nello sviluppo della propria
autostima, identità e sicurezza.
Cornice Affettiva
Apprendere, scoprire, costruire nuove conoscenze e competenze, relazionarsi con i compagni, collaborare o
scontrarsi, fare amicizia etc sono attività ricche di vita affettiva.
E' fondamentale arricchire di affettività tutte le attività quotidiane.
Per far ciò dobbiamo tener presenti i tre piani principali della vita affettiva:
Emozioni di Base (rabbia, paura, ansia, gioia, disgusto etc)
Tre competenza fondamentali Conoscere, comprendere, esprimere.
I processi evolutivi che bisogna attivare per facilitare una crescita positiva: i linguaggi, il pensiero, i valori
e la negoziazione.
Ad es. Intervenire in un litigio forte, ci porterà a contatto con le emozioni di base degli alunni,
successivamente cercheremo di aiutare loro a comprendere i meccanismi che l'hanno fatta scattare, e a
pensare a nuovi modi di esprimerle, regolandole in modo più acettabile.
L'inizio di una qualsiasi attività porta sempre emoziani quali paura di non essere all'altezza, curiosità,
speranza, e bisogno di ricevere aiuto, in questa fase inziale bisogna lavorare sulla dimensione affettiva,
chiarire cosa ci fa sentire in ansia, il rapporto tra ansia e sentimento positivo di orientamento alla
conoscenza.
Una volta compreso, si elabora, si valuta, si decide, si spinge la conoscenza un pò più in là. In questa fase si
vivono molti stati affettivi: ansia, timore di non farcela, euforia etc. In questa fase l'isegnante può attivare e
regolare gli stati affettivi, linguaggi, riconoscimenti, pensieri, valori, motivazioni, atteggiamenti.
Dopo aver elaborato, il prodotto dell'attività mentale prende forma concreta, attraverso la scrittura, il parlare
etc. In questa fase sono necessari i feedback dell'insegnante, se ottiene i giusti feedback, riceverà anche un
insegnamento affettivo su come gestire il suo stato d'animo e la sua emozione.
- I migliori momenti per intervenire sul piano affettivo e lasciare un profondo e duraturo, sono quelli di forte
crisi emotiva o di difficoltà. L'alunno sentirà che non abbiamo paura delle emozioni, sue e nostre anche forti,
sentirà che abbiamo cuore. In queste situazioni è importante osservare, e individuare velocemente una stato
di crisi emotiva, capire empaticamente cosa sta provando l'alunno., dare un nome ai vissuti emotivi e aiutare
al compresione e l'espressione-azione alternativa. Avremo cosi tentato una relazione educativa empatica.
Cornice Metodologico-Didattico-Organizzativa
Attraverso la dimensione organizzativa, diamo forma concreta alle scelte di metodologia didattica che
riteniamo più utili per il successo formativo degli alunni con BES.
La struttura proposta si organizza in 5 dimensioni metodologiche:
• Sviluppo della Resilienza collettiva
• L’attivazione della risorsa “compagni di classe/scuola”
• L’adattamento degli obiettivi e dei materiali della classe
• Autoregolazione cognitiva nei comportamenti relazionali
• Intervento psicoeducativo positivo sui comportamenti problema
Resilienza
Un gruppo è resiliente quando è “forte”, quando resiste agli “urti” ed alle difficoltà che incontra, e migliora
continuamente. Una classe resiliente riesce poi a sostenere in modo collaborativo strategie didattiche
inclusive.
Una classe è resiliente nella misura in cui i suoi alunni:
Si vedono come persone competenti ed efficaci nell’apprendimento (hanno sviluppato una buona
autoefficacia scolastica)
Definiscano e si muovano verso obiettivi scelti il più e possibile autonomamente
(autodeterminazione scolastica)
Si comportino in modo appropriato e adattivo con una minima supervisione da parte dell’adulto
(autoregolazione comportamentale)
Vivano relazioni autentiche con insegnanti
Vivano relazioni continue e gratificanti con i compagni
Abbiano delle famiglie che conoscano e sostengano gli apprendimenti che avvengano a scuola
realizando una buona partnership educativa
Autoefficacia scolastica : convinzione positiva delle proprie capacità di avere successo, di apprendere, di
reggere le sfide che il percorso scolastico porta con se.
Autodeterminazione scolastica: gli alunni definiscono autonomamente i propri obiettivi per
l’apprendimento, sanno identificare e risolvere problemi che li ostacolano e usino azioni che li portino più
vicino ai loro obiettivi. Una classe con autodeterminazione è una classe più riflessiva, più comsapevole e più
entusiasta.
Comunity of learning: è una prima fase dello sviluppo di una classe riflessiva e motivata in cui il focus è
l’apprendimento.
Knowledge Building Comunity: il focus si sposta dall’apprendimento allo sviluppo delle competenze di
produrre nuova e originale conoscenza (in concreto si passa dall’apprendimento individuale ad un lavoro che
sviluppa le conoscenze socialmente condivise e intersoggettive.
Autoregolazione comportamentale: capacità di gestire i loro comportamenti con l’aiuto di routine, che
favoriscano comportamenti positivi (attenzione, costanza, cooperazione, responsabilità rispetto delle regole
etc).
Relazioni Autentiche con Insegnanti: darsi momenti di arritità libera, di ascolto, dialogo personale,
instaurare una relazione significativa che sviluppi fiducia, stima e sicurezza.
Relazioni con compagni: buone e continue relazioni con i compagni influenzano positivamente
l’apprendimento, il comportamento prosociale e il buon rendimento scolastico. In una classe resiliente, gli
alunni creano amicizie, rapporti di aiuto reciproco, si cercano, si invitano, passano del tempo libero etc.
Partnership Familiare: Le idee e le aspettative degli alunni sullìapprendimento sono molto influenzate da
quelle del contesto familiare. Se i valori e gli obiettivi della famiglia si avvicinano a quelli della scuola, è più
facile per l’alunno riconoscerli e farli propi.
Attivare la risorsa “compagni di classe/scuola”
Creare gruppi informali di sostegno e di amicizia nella classe: Per far diventare la classe una vera comunità
di relazioni è indispensabile un uso specifico di strategie di sostegno alla pro socialità e alla solidarietà tra
alunni. Da questo traggono beneficio tutti gli alunni. L’ambiente interpersonale in classe ha un’influenza
importante sugni atteggiamenti dell’alunno, sui suoi interessi, sull’impegno e sul rendimento oltre che sulla
sua pro socialità. Investire risorse per migliorare i comportamenti prosociali negli alunni, fa risparmiare
tempo ed energia, prevenendo l’insorgenza di problemi nell’ambito delle relazioni e portando benefici
nell’ambito cognitivo.
E’ stato constatato che in scuole dove manca il senso di comunità e di appartenenza a un gruppo, ci sono
problemi di scarso rendimento, abbandono scolastico, abuso di droghe, bullismo e vari comportamenti
negativi. E’ necessario un intervento da parte degli adulti per incrementare le attività prosociali degli alunni,
che difficilmente attuano in maniera autonoma.
Gruppi cooperativi: Il primo passo da compiere nel proporre alla classe di lavorare in gruppo, è preparare gli
alunni ad affrontare situazioni che portino ad un lavoro cooperativ